Lunedì, metà mattina, col mio socio Kerlo verso San Damaso per lavoro; abbiamo due macchine perché nella pausa pranzo mi fermo da Brian a Mutina. Nevica. In macchina mi sento gli HOT TUNA…
Prima il dovere e poi il (dis)piacere: finito l’incontro col cliente mi dirigo da Brian. Il vecchio sta finendo il pranzo preparatogli da AmicaDellaForza. E’ su di morale, non ama la neve, ma il tempo atmosferico si prende una bella fetta dei suoi pensieri, così oggi appare impegnatissimo. Lo lavo, lo metto in tuta e gli canto vecchi traditional reggiani tipo “l’è tri dè ca piov e ca neva e me marì l’en ancòra gnu a cà“. Nel momento in cui la nevicata diventa decisa il vecchio Brian raggiunge il massimo della eccitazione “Mo’ dio bon sa nèva!”…
Sono quasi le 14, torno al lavoro, lo saluto e Brian mi fa “non smettere di cercare le cose che desideri”. Quando Brian è su di giri, se ne esce con queste cose. E’ sempre stato un poeta, ma la cosa in questi ultimi tempi si fa più curiosa. E’ una cosa bellissima da dire ad un figlio. Non so se sia cosciente o meno, ma se anche fosse la malattia a spingerlo verso queste vette di retorica, me lo tengo stretto: Brian in certi momenti sta diventando il padre, l’adulto, che ho sempre cercato. Sono sorpreso da questa cosa. Se Julia non fosse in un altro continente, gliene parlerei volentieri, davanti ad una tazza calda di thè bianco, un sabato mattina presto, in un bar del centro di Mutina.
Il pomeriggio in ufficio lo passo a patir freddo. Sono così preso dalle faccenduole che sto facendo, che solo verso le 16,30 mi accorgo che c’è più freddo del solito. Scendo a controllare la caldaia (uno dei miei tanti lavori di concetto): il tecnico venuto stamattina per la pulizia annuale l’ ha lasciata a 5. A tal deg ca gh’è frèd! Se non teniamo la manopola sul 6 il nostro grande ufficio non si scalda. Guardo il termometro: 18,8. Mi metto sulle spalle un panno a mo’ di tabarro e così, nei panni del passatòr cortese, finisco i miei lavori.
In macchina. Esco da Stonecity, la sera è buia, la blues mobile inizia a scaldarsi quando lascio stradoni e tangenziali, quando entro nella campagna nera, nelle mie foreste blues, e proprio allora quasi per incanto dal car stereo esce SHORT TALES OF THE BLACK FOREST di AL DI MEOLA da LAND OF THE MIDNIGHT SUN del 1976…
La campagna e coperta da una sottile coltre di neve, neve che sugli alberi sembra un addobbo, non è tantissima ma è quel tanto che basta per rendere tutto suggestivo. Entro alla domus saurea, ceno, guardo LAST RESORT sul canale 111 di SKY e ripenso alla frase di Brian. La ripeto a Pàlmir, la risposta è uno sguardo attonito…
Mattina, risalgo in macchina alla volta di Stonecity. RADIO CAPITAL …rifletto per un momento sulle ultime uscite imperdonabili del cavaliere nero, sui disastri che il capitalismo selvaggio sta facendo, sul fatto che venderemo COUTINHO a 13 ml, che abbiamo venduto SNEIJDER a 7,5ml, che probabilmente non arriverà nessun nome rilevante e che l’altra squadra di Milano prenderà BALOTELLI. Arrivo a Stonecity, costeggio la parte alta, mi fermo ai piedi delle colline…
Alzo gli occhi verso il cielo, è plumbeo. Spengo la radio, ripenso alla frase di Brian, clicco sul pulsantino CD, lascio partire la musica…
Purtroppo l’Inter società – a meno di tre anni dalla gloria – si è “impitocchita” con persone sbagliate nei posti sbagliati…..Oriali dov’è finito???
Ah sì ….Coutinho…Ricky…Rocky…Eto’o…Maicon…Sneijder…Motta…Lucio….però sono rimasti il fernet ….Zanetti,…Paolillo e Moratti….
Quanto a San Mou molto avrà fatto, ma uno come Balotelli lo avrei usato anche zoppo,invece di preservarlo per il “Collezionista delle Mele Marce” e per i cugini del c…o, a tre settimane dal derby poi…sai che risate si faranno….
Au revoir Fausto Tom Tomelleri
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