Italian Rock Mag: CLASSIX! di Paolo Barone

1 Apr

Polbi  è un amico carissimo che, sebbene viaggi su autostrade a me lontane (Scilla, Roma, Detroit), sento in pratica ogni giorno; Polbi è anche una colonna di questo blog, e lo è diventato in modo naturale, semplice, logico. Per anni l’ho vissuto come un amico con cui condividere passioni musicali e politiche, sapevo che aveva una mente sopraffina, ma non mi aspettavo che fosse anche uno scrittore di rock di alto livello. Sa raccontare le storie di blues e di rock come pochi, riesce ad avere la visione d’insieme, riesce ancora ad appassionarsi e sorprendersi  senza essere frenato da tanti filtri. Io e lui discutiamo spesso sul Rock, la nostra passione ultima, ciò che ci tiene in vita. Abbiamo le nostre belle differenze, bisticciamo, stiamo un giorno senza sentirci, poi ci rinnoviamo l’amore reciproco: lui mette su BURNIN’ SKY della BAD COMPANY io un disco di KRAUT ROCK. Polbi è meno snob di me, meno cagacazzo, più maturo (pur essendo più giovane). Quando parliamo di riviste musicali mi sorprendo sempre della sua capacità di entrare in sintonia con la componente italiana. E’ un po’ che io non ci riesco più. Dopo decenni spesi a comprare e leggere dall’inizio alla fine ogni rivista musicale dello stivale, negli ultimi tre lustri mi sono lasciato attrarre dalle riviste americane ed inglesi prima, poi solo inglesi. Ora nemmeno quelle, o meglio solo quando in copertina ci sono quei dieci nomi a cui sono aggrappato. Il mio è un atteggiamento sconsigliabile, è l’atteggiamento di chi ha perso la speranza, la voglia di scoprire, di lottare, di confrontarsi. Ne sono conscio. E in più sono conscio di essere troppo esigente, con le riviste musicali italiane, con me stesso, con gli esseri umani che mi stanno intorno, con tutto insomma. Anche per questo mi confronto con Polbi. L’altro giorno parlavamo di CLASSIX! Le telefonate intercontinentali Stonecity – Detroit non sono il massimo in questi tempi avari di denari, così il Michigan boy mi dice “ti scrivo qualcosa”. Io ci ho scritto su CLASSIX!,  per alcuni anni, Gianni Della Cioppa ha sempre avuto la bontà di volermi con sé, di coinvolgermi, sono quindi affezionato alla rivista, sebbene in passato – su questo blog – abbia parlato in modo un po’ aspro di certi numeri. Non mi faccio problemi quindi a  pubblicare questa cosa di Polbi, qui siamo “schietti e sinceri”, sia in tempo di critica sia in tempo di elogio. Poi, le considerazioni di PB sono sempre, e ripeto sempre, da leggere.

Tim & Polbi: when in Rome (foto della groupie)

Tim & Polbi: when in Rome (foto della groupie)

Personalmente, spesso in controtendenza, sostengo da tempo che in Italia abbiamo un ottima tradizione di giornalismo musicale e delle validissime riviste ogni mese in edicola.  Bertoncelli, Fumagalli, Riva, Trombetti, Sorge, Piccinini, Della Cioppa, Castaldo, Bianchi, Zoppo …L’elenco dei giornalisti rock che hanno dato e continuano a dare un contributo spesso di livello culturale superiore e’ lungo. E ancor piu’ da apprezzare se pensiamo alla differenza che puo’ esserci fra fare questo lavoro a Londra o New York con tutte le tue fonti a portata di mano, e farlo nel nostro paese. Certo oggi la rete ha accorciato le distanze, ma la differenza resta c’e’ poco da fare. Ma forse, a pensarci bene, la distanza ci dona quel senso di prospettiva sulle cose, quel distacco necessario a sentirle nella loro essenza.

Basta fare un salto in edicola per rendersi conto di cosa esce da noi. Giusto per citare le prime che mi vengono in mente, Blow Up, Rumore, Alias, Outsider e Classix!

Sfido qualsiasi Mojo o Uncut ad avere il coraggio e la forza di ospitare articoli come quelli che appaiono ogni mese su Blow Up. Approfondimenti pazzeschi di artisti lontanissimi dal “mainstream”, aperture verso suoni e storie underground interessantissime e punti di vista sempre originali e spesso spiazzanti. Una vivacita’ culturale esattamente agli antipodi dell’ennesima cover Zeps/Stones che ci propinano ogni mese le riviste internazionali. Stessa cosa Rumore, con una maggior attenzione per i suoni piu’ duri, un intuito invidiabile nello scoprire band emergenti, e un attitudine piu’ Rock and Roll. Alias esce come allegato al Manifesto ogni sabato. Anche qui le cose che si leggono non sono mai, dico mai, scontate e hanno aperture totali ed avventurose dal rock, al jazz alla musica contemporanea. Di Outsider in questo Blog ne abbiamo gia’ parlato, con la sua singolare proposta editoriale.

Classix! Invece e’ un discorso differente.

Stampa COPA#12

A me quella rivista scalda il cuore. Ne sento la passione di chi la fa, la capacita’ di essere vicina ai suoi lettori assecondando i loro gusti di classic rock, ma riuscendo sempre a proporre qualcosa in piu’, non fermandosi al colpo facile. Quando mi trovo a sfogliare un numero di Classix! Ho sempre la bella sensazione di avere fra le mani una fanzine, non una rivista che deve rispondere a logiche di mercato o quant’altro. E mi perdo per giorni, esplorando con le cuffie in testa “ Gli sconosciuti, i dimenticati, gli sfortunati “ dell’hard rock americano messi in fila da Gianni Della Cioppa. Scopro cose pazzesche che mai e poi mai potrei trovare da solo o nelle spesso troppo scontate riviste  internazionali. Mi innamoro dei Morgen, provo a recuperare su ebay Population II di Randy Holden del ’69. Oppure una copia in vinile dell’ultimo dei Mammoth Mammoth con una copertina bellissima, segnalato da Lorenzo Becciani nello spazio dedicato alle recensioni delle nuove uscite.

-Mammoth-Mammoth

E poi gli articoli speciali. Certo, non c’e’ Nick Kent che intervista Jimmy Page, ma siamo proprio sicuri che sia quello che vogliamo leggere ancora una volta? Non sara’ invece piu’ divertente spararsi 12 (!) pagine di UFO messe insieme con pura passione da Giovanni Loria? Cosi come trovo irresistibili gli spazi dedicati al Prog italiano, affronato senza freddi intellettualismi ma proprio di pancia, con partecipazione vera. Ecco, e’ proprio questa la caratteristica di Classix! che apprezzo di piu’, questo modo di essere, di fottersene dello stile fighetto in voga, e di essere “cool” a modo suo. Amo lo spazio che la rivista dedica ogni volta con Vixen! e i pezzi di Franco Grattarola al mondo del cinema sexy anni ’70 e hai fumetti italiani “minori”: Una rivista patinata se la farebbe sotto anche solo a pensarli degli spazi cosi, ma quando mai! Per fare certe cose ci vuole sensibilita’ e coraggio. Doti che non sono mai mancate a Fuzz Pascoletti e alla sua Classix! che ha sempre saputo seguire e valorizzare il filo rosso elettrico che lega Zora la vampira, la lingua degli Stones e gli Hawkwind, passando per il bar sotto casa. Diciamocelo: Non e’ cosa da poco.

Paolo Barone © 2014

Classix20

 

9 Risposte to “Italian Rock Mag: CLASSIX! di Paolo Barone”

  1. lucatod 01/04/2014 a 15:11 #

    Ho praticamente smesso di acquistare riviste musicali , solo quando sono in viaggio da qualche parte mi lascio convincere , giusto per avere qualcosa da leggere oltre i soliti fumetti o quotidiani . Una delle ultime l’ho presa a novembre all’aeroporto ed era Classix !
    In copertina i LZ , poi leggendomi l’articolo non era altro che un assaggio dal libro di Barney Hoskyns , che avevo appena finito di leggere . Resta comunque una buona rivista con spunti interessanti , come le dieci pagine scritte da G.Loria e G Della Cioppa sul rock americano underground dei ’70 , dove vengono menzionati gruppi e musicisti che non avevo mai sentito prima ( Polbi , probabilmente li conosci tutti) ma che mi hanno incuriosito . Leggevo sporadicamente anche Jam e devo dire che non era male , alcuni numeri li ho riletti diverse volte .
    Sicuramente (e non è la prima volta che lo scrivo su questo blog) se c’è una rivista che detesto con tutto il cuore , quella è rolling stone . Mi fa veramente girare i coglioni .

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  2. Paolo Barone 01/04/2014 a 15:48 #

    Le esplorazioni underground di Loria e Della Cioppa sono fenomenali, e per me fonte di continue scoperte! Rolling Stone e’ da anni ormai una rivista di costume, moda e spettacolo. Qui a Detroit la vendono, giuro, alla cassa dei supermercati insieme alle loro novelle 2000, mentine e patatine.

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  3. Francesco 01/04/2014 a 19:32 #

    Beh, io non posso che condividere, spesso ci facciamo travolgere da eccessi di esterofilia che ci portano a ignorare le meraviglie che abbiamo a portata di orecchi, preferendo invece minchiate solo perchè arrivano da oltre manica o da oltre oceano. E’ una mia vecchia fissa, e che dire di Gianni Della Cioppa? Forse i nostri gusti musicali non coincidono del tutto, però apprezzo tantissimo il suo lavoro, pieno di difficoltà proprio perchè le fonti sono lontane, come dice Paolo – nonostante Internet – e lui riesce sempre a entusiasmarci, so che non vive solo di giornalismo, è il suo concetto di separazione tra “Vita dovuta” e “Vita voluta”, se non sbaglio, ricordo una sua intervista: questo è un peccato perchè Gianni meriterebbe addirittura un programma radiofonico tutto suo, ne sentiremmo delle belle. E poi, per finire, fra tifosissimi dell’Inter non può che regnare una estrema fratellanza!

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  4. Baccio 01/04/2014 a 20:00 #

    Gianni della Cioppa lo seguirei anche se scrivesse solo sui muri dei cessi degli Autogrill!

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  5. Gianni Della Cioppa 02/04/2014 a 14:19 #

    Ragazzi, vi ringrazio per i (troppi?) complimenti, posso solo dire che ho tanta passione, anche se alla lunga da sola non basta, serve anche la voglia di documentarsi. Io comunque continuo a sentirmi un ascoltatore e non un giornalista!! Vi invito a sostenere sempre Classix!, che avrà sicuramente dei passaggi a vuoto e il problema dell’irregolarità, ma è un raro tentativo editoriale di offrire qualcosa di diverso e slegato dalle dinamiche di mercato, cosa oggi veramente coraggiosa. Love.

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  6. Francesco Pascoletti 02/04/2014 a 20:15 #

    Grazie ragazzi, ci avete tirato un po’ le orecchie in passato, ma adesso vi siete pienamente redenti! Dire che siamo una rivista fatta più col cuore e lo stomaco che con il cervello, figli di un’incoscienza che ci fa parlare solo di quello che ci va (modificando il timone circa quattro volte durante la lavorazione di ogni numero) è il complimento migliore che ci possiate fare. Certo, dallo stomaco poi si passa all’intestino… speriamo di non fare quella fine!
    Ciao da Francesco “Fuzz” Pascoletti

    p.s. oh yes, il pezzo di copertina dedicato ai LZ sul penultimo numero era, per l’epoca, un’anticipazione di alcuni estratti dai libri di Hoskyns e da ‘Get The Led Out’, ma credo che chi non ha voglia di spendere, rispettivamente, 25 e 40 euro, si sia ampiamente goduto quelle 16 pagine, belle da leggere ma anche da guardare, no? E poi, detto senza peli sulla lingua, essendo pubblicati da Arcana, che facevamo? Tutta quella bella roba la lasciavamo al gatto?

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    • bodhran 03/04/2014 a 10:13 #

      no, anche perchè se i gatti sono tutti come quelli che girano in questo blog non ci avrebbero lasciato niente!

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  7. Baccio 03/04/2014 a 12:50 #

    Mooolto positivo anche il fatto che su Classix stiano diminuendo quegli articoli extra musicali tipo: fumetto Lando, Is. Russinova o Dolceforno di cui francamente non mi interessa niente!
    Piuttosto Francesco tornate a quei bei servizi quali ad es. “i migliori album dal vivo di tutti i tempi” o “i Top 40 blues-rock albums”

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