LED ZEPPELIN II Super Deluxe Editon (Swan Song 2014 – 96 euro)

15 Lug

(BROKEN) ENGLISH VERSION BELOW

Con un po’ in ritardo ecco la seconda puntata riguardante le prime tre super deluxe edition dei LED ZEPPELIN. LED_ZEP2 ok  ORIGINAL ALBUM – LZ FAN: TTTTT+

ORIGINAL ALBUM – CASUAL FAN: TTTTT+  

BONUS DISC – LZ FAN: TTT

BONUS DISC – CASUAL FAN: TT  

PACKAGING: TTTT

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Disc 1: Original album (released as Atlantic 588198 (U.K.)/SD-8236, 1969)

  1. Whole Lotta Love
  2. What Is and What Should Never Be
  3. The Lemon Song
  4. Thank You
  5. Heartbreaker
  6. Living Loving Maid (She’s Just a Woman)
  7. Ramble On
  8. Moby Dick
  9. Bring It On Home

Ottobre 1969, i LED ZEPPELIN sono uno degli eventi più significativi della musica Rock dell’anno in corso, il primo disco è andato benissimo, i concerti – grazie ad un passaparola costante e martellante –  diventano una sorta di happening a cui partecipare a tutti i costi, tutti vogliono vedere la nuova band inglese che sta infiammando quella che sta diventando LA musica Rock. A soli 10 mesi dal primo album, in quello splendido autunno, la prestigiosa ATLANTIC Records fa uscire LED ZEPPELIN II. Sarà un disco epocale, la definizione ultima del rock proveniente dal blues, il getto di lava altissimo che il vulcano del british blues scarica sul mondo, la perpendicolare universale a cui tutte le altre rette del Rock si appoggeranno per creare quegli angoli meravigliosi di musica che tutti amiamo. LZ II miglior esempio di musica Rock in senso stretto. Scritto e registrato durante gli incessanti tour del 1969 in diversi studi musicali, l’album è già molto più avanti del primo: pezzi definiti e brillanti, arrangiamenti senza pecche, esecuzioni formidabili, produzione magnifica, un sound spaziale, un guitar sound denso, tondo e caldo e una combinazioni di riff mai sentita sino ad allora. L’album volò al primo posto in USA, UK, CANADA, AUSTRALIA, SPAGNA e GERMANIA. al secondo in ITALIA, al terzo in FRANCIA, all’ottavo in GIAPPONE. Ad oggi negli USA ha venduto più di 12 milioni di copie, 1,2 milioni in UK. Nel 1970 fu il quarto album più venduto in Italia, battuto solo da MINA e dai BEATLES (Abbey Road e Let It Be).

LZ 1969 promo

LZ 1969 promo

Per LZ II JIMMY PAGE, chitarrista-leader-produttore-compositore-architetto sonoro-visionario, abbandona la Telecaster e passa alla GIBSON LES PAUL STANDARD, la chitarra che lo consacrerà uno dei quattro chitarristi dell’apocalisse, una chitarra che lui consacrerà icona della musica Rock.

WHOLE LOTTA LOVE potrà anche avere il testo basato su YOU NEED LOVE di willie dixon (scritto in piccolo, nessuna stima per l’uomo) e il cantato su YOU NEED LOVIN’ degli SMALL FACES, ma rimane un momento fondamentale della genesi originale della musica rock. Un riff di chitarra all’apparenza semplice ma di una forza propulsiva fino ad allora inimmaginabile, un suono di chitarra grosso e grasso, un basso che duplica il disegno della chitarra, un batterista che batte il ritmo come un fabbro ferraio batte il metallo sull’incudine sull’onda di una dinamica che solo lui possiede, un break strumentale e sperimentale dove gli effetti del Theremin e i versi di PLANT simulano un orgasmo cosmico. C’è poi l’assolo di chitarra: quanti aggettivi bisogna usare per cercare a descriverlo? Dieci, venti? Sei frasi di chitarra – suonate col wah wah inserito ma senza agire sul pedale – che diventano le pagine principali dell’abbecedario dei guitar licks. Potenza dunque ma anche tanta prelibatezza musicale. Il testo è sfacciato, volgarotto, dritto al punto, un rigurgito delle allusioni nemmeno tanto velate al sesso di derivazione blues, nulla di speciale se non uno schiaffo di concretezza carnale alle pulsioni intellettualoidi dei gruppi californiani seconda metà anni sessanta. Curioso come nessuno sia mai riuscito a dare una versione live convincente del pezzo, nemmeno i LZ. Ci hanno, ci abbiamo, provato in milioni ma nessuno è mai riuscito ad imprimere alle tre note (che poi sono 4 anzi 5) che compongono il riff il giusto accento, l’esatto swing, il sospiro magico.  Ascoltato a volume alto WHOLE LOTTA LOVE manda in autocombustione l’animo di qualsiasi amante del Rock degno di questo nome.

WIAWSNB mette in scena giù al secondo pezzo la formula del light and shade tanto cara a PAGE: un soffio di dolcezza presto contrapposto al duro Rock alla LED ZEPPELIN. Gran bell’episodio, il primo (probabilmente) dedicato a Shirley Wilson, la sorella della moglie di PLANT. Il biondo di Birmingham ebbe una storia con lei prima di mettersi con Maureen e dopo il divorzio da quest’ultima. Plant ha avuto figli da entrambe. THE LEMON SONG in pratica è KILLING FLOOR con aggiunta la famosa frase di TRAVELING RIVERSIDE BLUES di ROBERT JOHNSON “spremimi il limone fino a che il succo non mi scenda lungo la gamba”. Audace PLANT a cantarla nell’Inghilterra del 1969, non che fosse stato facile per JOHNSON negli anni trenta, ma i “race records” erano dischi per le zone franche delle barrel houses e juke joints, dove certe frasette erano di casa. THANK YOU canta l’amore di RP per sua moglie sul giro melodico di RE-SOL-DO-RE e chiude con dolcezza il lato A del disco.

LZ 1969 promo

LZ 1969 promo

HEARTBREAKER però riporta subito  l’album  sui sentieri dell’hard rock; il riff diventerà leggendario così come l’assolo senza accompagnamento, una scarica di elettricità cosmica, magari un po’ sghemba ma efficacissima. Un plauso a PLANT: cantare su basi così crude e prive di appigli melodici non deve essere stato facile. LIVING LOVING MAID è spesso criticata dal pubblico anglo-americano, probabilmente per il testo, tra l’insipido e lo sciocchino. dedicato ad una groupie di una certa età che ormai non incanta più nessuno. In Italia è un brano apprezzato, un buon riff, un ritornello un po’ rhythm & blues e un finale d’assolo molto sexy. RAMBLE ON nelle tematiche si rifà a tradizioni britanniche, Il Signore Degli Anelli e tutte quelle sciocchezze che a me – figlio dell’Impero Romano – non interessano. Musicalmente il brano è un gioiellino: un gioco delizioso di chitarra acustica che si alterna al rock duro del ritornello. Bello comunque l’inizio del testo…le foglie che cadono, la luna d’autunno che illumina il cammino, il sentire che sta arrivando la pioggia.

MOBY DICK e un altro riff spettacolare arricchito da break di chitarra solista meravigliosi. Strano che un impianto di tal valore sia stato messo in piedi a cornice di un assolo di batteria. Ora, d’accordo, gli assoli di batteria all’epoca erano di gran moda, JOHN HENRY BONHAM è il miglior batterista Rock di tutti i tempi, ma forse un riff così imponente e ben strutturato poteva essere usato per un brano cantato. Chiude BRING IT HOME il blues di SONNY BOY WILLIAMSON: dapprima il gruppo fa il compitino e cerca di riprodurre il senso dell’originale, poi esplode grazie all’ennesimo riff deflagrante di PAGE.

Album dunque riuscitissimo, capitolo essenziale della musica Rock, patrimonio dell’umanità. PLANT che inizia a essere più maturo, i testi che timidamente si allontanano un po’ dagli stereotipi del blues; JOHN BONHAM che esce dalle retrovie e diventa definitivamente uno degli attori principali; JOHN PAUL JONES non ancora libero di esprimere le sue molteplici capacità ma punto fermo del gruppo grazie ad un lavoro di basso efficiente, efficace ed elegante; JIMMY PAGE che diventa IL chitarrista Rock.

ARTWORK: il gruppo non diede nessun input particolare a DAVID JUNIPER, l’autore della copertina, se non quello di cercare qualcosa di interessante. A me non soddisfa del tutto. Mi piace il dirigibile stilizzato tra il bianco e marrone, ma trovo l’idea di inserire le facce dei musicisti e di alcuni altri personaggi famosi su una vecchia foto di una squadriglia aerea tedesca della prima guerra mondiali, piuttosto comica. Il logo non mi dispiace, ma tra quelle nuvolette mi sembra sia in contrasto con la sagoma del dirigibile. Piuttosto sopra le righe ed autocelebrativo l’interno, che usa un linguaggio grafico diverso rispetto alla copertina.

LZ II the original foto

LZ II the original foto

Led Zeppelin II - interno

Led Zeppelin II – interno

 

Disc 2: Companion audio disc (previously unreleased)

  1. Whole Lotta Love (Alternate Mix)
  2. What Is and What Should Never Be (Alternate Mix)
  3. Thank You (Backing Track)
  4. Heartbreaker (Alternate Mix)
  5. Living Loving Maid (She’s Just a Woman) (Backing Track)
  6. Ramble On (Alternate Mix)
  7. Moby Dick (Alternate Mix)
  8. La La (previously unreleased song)

Nulla di eccezionale per quanto riguarda il companion disc, soprattutto per il casual fan. Per il fan in senso stretto è interessante LA LA, uno strumentale inedito che però potrebbe essere una sorta di patchwork. Come gia scritto su OUTSIDER di giugno “al primo ascolto l’unica vera sorpresa è LA LA, un inedito strumentale di ottima fattura. Il mood del pezzo è un po’ quello di CHEST FEVER della BAND: organo, chitarra, basso e batteria su un ritmo sostenuto. Ricordiamo tra l’altro che di CHEST FEVER dovrebbe esistere una cover completa fatta dal gruppo proprio nel 1969. Il break di chitarra acustica è un po’ pasticciato, poi arriva l’elettrica e l’atmosfera diventa un po’ in stile WHO. Bell’assolo di chitarra, non troppo cesellato, ma vivo e palpitante … dopotutto è il Page del 1969 che parla. Sul finale la chitarra slide zompetta tra il bel basso di Jones e il drumming sempre spettacolare dell’indimenticato John Bonham”.

Di un certo interesse anche HEARTBREAKER, è un semplice missaggio alternativo, ma il suono della batteria è particolare, molto più nero, più black music intendo, rispetto a quello della versione originale. Gli altri alternate mixes non mi scaldano più di tanto, così come le backing track che però mi sono divertito ad ascoltare. JIMMY PAGE avrebbe dovuto proporci molto di più.

LZ 2 Companion disc

 (BROKEN) ENGLISH VERSION 

Disc 1: Original album (released as Atlantic 588198 (U.K.)/SD-8236, 1969)

October 1969 LED ZEPPELIN are one of the most significant events in rock music this year, the first disc did very well, concerts – thanks to word of mouth and constant pounding – become a sort of happening to attend to all costs, everyone wants to see the new British band that is inflaming what is becoming THE Rock music. Just 10 months after the first album, in that splendid autumn, the prestigious ATLANTIC Records realeses LED ZEPPELIN II. It will be a epochal album, the ultimate definition of rock from the blues, the stream of lava that the volcano of the British blues shoots very high and pours on the world, the universal perpendicular to which all other lines of the Rock will be supported to create those wonderful angles of music we all love. LZ II best example of rock music in the strict sense. Written and recorded during the incessant tours of 1969 in several music studios, the album is already far ahead of the first: sharp and brilliant pieces, flawless arrangements, terrific performances, great production, a space sound, a guitar sound dense, round and hot and a combination of hot and riffs ever heard until then. The album flew to n.1 the USA, UK, CANADA, AUSTRALIA, SPAIN and GERMANY charts, n.2 in ITALY, n.3 in FRANCE n.8 in JAPAN. To date, in the the U.S.it  has sold over 12 million copies, 1.2 million in the UK. In 1970 it was the fourth best selling album in Italy, beaten only by MINA and the BEATLES (Abbey Road and Let It Be).

For LZ II JIMMY PAGE, leader-guitarist-producer-composer-architect-visionary sound, leave the Telecaster and goes to GIBSON LES PAUL STANDARD, the guitar that will make him one of four guitarists of the apocalypse, a guitar that he will consecrate as a icon of  Rock music.

Whole Lotta Love may be based on the text of willie dixon (written in small, no respect for the man) YOU NEED LOVE and on the singing of YOU NEED LOVIN by the SMALL FACES, but it remains a fundamental moment in the original genesis of Rock music. A guitar riff seemingly simple but a driving force hitherto unimaginable, a big fat guitar sound, a bass that duplicates the design of the guitar, a drummer who beats the rhythm like a blacksmith beating on the metal ‘anvil on the wave of momentum that only he possesses, and an instrumental break where the effects of experimental Theremin and the verses of PLANT simulate a cosmic orgasm. Then there is the guitar solo: how many adjectives you have to use  to try to describe it… ten, twenty? Six lead guitar breaks- played with the wah-wah pedal inserted – which become the main pages of primer guitar licks. Power, therefore, but also a lot of musical delicacy. The text is cheeky, dissolute, straight to the point, a regurgitation of the not so veiled allusions to sex-derived blues, nothing special if not a slap of concrete carnal impulses to the highbrow Californian groups of late sixties. Funny how no one has ever been able to give a convincing live version of the piece, even LZ.  In millions have tried but nobody has been able to impress the three notes (which are in fact 4 or better 5) that make up the riff the right accent, the exact swing, the magical sigh. Listened at top volume WHOLE LOVE LOVE  sends the spontaneous combustion of any rock lover soul worthy of the name.
WIAWSNB stages down to the second part of the formula light and shade so dear to PAGE: a breath of sweetness soon as opposed to LZ hard rock. very good episode, the first (probably) dedicated to Shirley Wilson, sister of the wife of PLANT. The Birmingham blonde had an affair with her before going with Maureen and after thedivorce from the latter. Plant had children by both. THE LEMON SONG is KILLING FLOOR with the addition of the famous phrase of ROBERT JOHNSON’S TRAVELING RIVERSIDE  “squeeze my lemon until the juice runs down my leg.” PLANT daring to sing it in England in 1969, it was not that easy for JOHNSON in the thirties, but the “race records” were records for the free zones of the barrel houses and juke joints, where some sentences were common. THANK YOU sings the love of RP for his wife over melodic chord progression RE-SOL-DO-RE (D-G-C-D) and gently closes side one.

HEARTBREAKER put the album  right back on the trails of hard rock; the riff become legendary as the solo without accompaniment, a burst of cosmic electricity, maybe a little ‘crooked but very effective. A praise to PLANT: to sing on bases so raw and unmelodic must not have been easy. LIVING LOVING MAID is often criticized by the Anglo-American public, probably for the insipid and sillylyrics dedicated to a groupie of a certain age who no longer enchants anymore. In Italy it  is a popular song, a good riff, a chorus a little ‘rhythm & blues and a very sexy final solo. RAMBLE ON themes in harks back to British traditions, Lord Of The Rings and all that nonsense to me … I’m a son of the Roman Empire and I’m not not interested in it. Musically, the song is a gem: a delightful game of acoustic guitar that alternates with hard rock chorus. Beautiful however, the beginning of the text … the falling leaves, the autumn moon lighting the way, to hear that the rain is coming.

MOBY DICK is, another wonderfill riff enhanced by spectacular lead guitar breaks. Strange that a plant of this value has been set up to frame a drum solo. Now, I agree, the drum solos at the time were all the rage, JOHN HENRY BONHAM is the best rock drummer of all time, but maybe a riff so impressive and well structured could be used for a song sung.  BRING IT HOME closes the album; it’s the SONNY BOY WILLIAMSON blues: at first the group does its homework and try to reproduce the sense of the original, then explodes thanks to yet another deflagrating JIMMY PAGE riff.

Therefore highly successful album, an essential chapter of  Rock music, a world heritage album. PLANT starting to be more mature, luyrics shyly turn away a bit ‘from the stereotypes of the blues; JOHN BONHAM coming out from the back and finally becomes one of the main actors; JOHN PAUL JONES still not free to express his many skills but point of reference in the group thanks to the efficient, effective and elegant bass work; JIMMY PAGE becoming THE Rock guitarist.

ARTWORK: The group gave no particular input to DAVID JUNIPER, the author of the cover, if not to try something interesting. I do not fully comply. I like the stylized blimp between white and brown, but I find the idea of putting the faces of the musicians and some other celebrities on an old photo of a German air squadron of the First World War, rather comical. The logo I do not mind, but between those clouds seem to be in contrast with the shape of the airship. Rather over the top and self-indulgent interior, which uses a graphical language different than the cover.

Disc 2: Companion audio disc 

Nothing exceptional as regards the companion disc, especially for the casual fan. For the fans in the strict sense it is interesting LA LA, one unreleased instrumental that could be a sort of patchwork. As already written on the june issue of the Italian mag OUTSIDER “at first listen the only real surprise is LA LA, an original instrumental of excellent workmanship. The mood of the piece is a bit like CHEST FEVER BAND: organ, guitar, bass and drums on a fast pace. among other things there should be a complete cover of CHEST FEVER recorded by the group in 1969. The acoustic guitar break  is a bit ‘messy, then comes the electricity and the atmosphere becomes a bit’ WHO style. nice solo guitar, not too chiseled, but lively and vibrant… after all it is the Page of 1969 who speaks. OTowards the end a slide guitar skips between the beautiful bass playing of Jones and the always spectacular drumming of the unforgettable John Bonham “.

Of some interest also HEARTBREAKER, it is a simple alternative mix, but the sound of the drums is particularly black, more black music I mean, compared to the original version. The other alternate mixesI do not heat up too much, as well as the backing tracks but I enjoyed listening to. JIMMY PAGE was supposed to propose much more.

13 Risposte to “LED ZEPPELIN II Super Deluxe Editon (Swan Song 2014 – 96 euro)”

  1. lucatod 15/07/2014 a 15:08 #

    Uno dei miei album preferiti di sempre , il primo dei LZ che ho acquistato e probabilmente quello che ho ascoltato di più della loro discografia . Sicuramente non privo di difetti , ma se mai ce ne fossero , a me piacciono pure quelli . Di questo album amo tutto ,anche la copertina (sopratutto l’edizione UK dei primi 70s) .
    Vero , dal vivo WLL , non ha mai replicato la sonorità della sovra-prodotta versione di studio , tuttavia tra le mie preferite , segnalo quella suonata a Knebworth il 4/08/1979 . Ovviamente quando la senti dal vivo , le cose cambiano . Sabato sera (al concerto di Robert Plant) appena due secondi dalle note del riff , sono scattato dalla seggiola del parterre e mi sono accalcato in prima fila sul palco dell’auditorium di Roma urlando come un pazzo . E’ evidente che sia come sia , la magia in qualche modo resta .

    Riguardo al bonus disc , niente di particolare , meglio quello di LZI e (soprattutto) LZIII . Questo a parte qualcosa (WLL ad esempio) non mi ha colpito per nulla . La La , mi ha dato la sensazione che stavolta Page abbia veramente raschiato il fondo del barile pur di riempire il box . Backing track di Moby Dick ?.. ma che cazzo !.. Le altre backing strumentali ? ma daiiii !!!!!!
    A parer mio , solo da collezione .

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    • mikebravo 16/07/2014 a 07:57 #

      WLL del tour 1980, secondo me, dimostra che i Led non era per nulla al lumicino, droghe e alcool a parte.
      Quando ho ascoltato per la prima volta un bootleg di quel tour, sono
      rimasto abbagliato dalla nuova versione della canzone, qualcosa che
      non mi aspettavo certamente e che riascolto spesso.
      Che musicisti!!!!!!!!!!!!!
      Luca, quando scrivi SONO SCATTATO DALLA SEGGIOLA……………,
      ti capisco.
      La magia ai suoi concerti l’ho sempre trovata.
      Purtroppo mi sono perso Pistoia per una serie di sfortune che é
      culminata il giorno prima nel guasto meccanico del mio freelander.
      E’ chiaro che mi é dispiaciuto molto non andare.
      Ho visto sul blog di Plant la band in azione.
      Strumenti incredibili.
      Spero che Plant non si fermi mai.
      Riguardo le riedizioni dei primi tre album, ha fatto bene Page a
      raschiare il fondo del barile.
      Intanto ha fatto qualcosa.
      Che non é poco.

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      • lucatod 16/07/2014 a 11:44 #

        Il concerto a Roma è stato davvero magico , l’avevo già visto nel 2001 ma non me l’ero goduto a dovere . Stavolta sono andato senza tante aspettative , mi sbagliavo . Già al primo pezzo (No Quarter!) mi ha messo KO … arrivato a WLL s’è scatenato l’inferno ! Felice di esserci stato !

        Riguardo ai bis del Over Europe , sono d’accordo con te . WLL da Berlino ad esempio è disumana , stessa cosa per le varie Rock and Roll , la cover di Money (That’s What I Want) a Francoforte e Communication Breakdown da Colonia , Hannover e in particolare la mia preferita .. la sgangherata versione suonata a Mannheim il 3 luglio . Anche Heartbreaker non è mica da buttare .

        Riguardo i fondi di barile , JP ha fatto certamente bene ad includerli , però con attese così lunghe e pubblicizzate come veri e propri eventi , qualcosina di meglio sarebbe stata gradita (i bonus del primo e terzo LP , a mio parere , sono decisamente meglio) .

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  2. mikebravo 15/07/2014 a 15:14 #

    Giustissimo Tim!!!!!! UN DISCO EPOCALE!!!!!!!!!!!!
    Sciolti i Led Zeppelin ho aspettato per anni i loro eredi.
    Che per me non sono mai giunti.
    Anche il primo dei Van Halen non regge il confronto nonostante Eruption e
    la strabiliante tecnica chitarristica.
    I Led Zeppelin avevano una formazione eccezionale e, credo,
    quella é stata sempre la loro grande forza, quello che li ha resi unici.

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  3. Francesco Boccia 15/07/2014 a 19:50 #

    In effetti il bonus disc è molto deludente. Per me sarebbe stato meglio una coppia di cd live da associare al disco originale. Forse sarebbe stato un problema l’edizione in vinile: 2 vinili per ogni cd live, in tutto 5 vinili, troppo?

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  4. Tom 16/07/2014 a 09:48 #

    “Stukas over the world” …………Von Zeppelin al top, inarrivabile anche per loro dopo (gusti miei).
    Con “Are You Experienced?” di Hendrix e “Who Live At Leeds” degli Who la TRINITA’ Rock-Blues da consegnare ai posteri e da spedire in tutte le galassie dell’universo,
    Amen…Tom

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    • Tom 16/07/2014 a 09:51 #

      Postilla….ma cosa diavolo avrebbero potuto aggiungere… forse la sola Travelling Riverside di Robert Johnson, ecco quella sì..magari…. Tom

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    • mikebravo 16/07/2014 a 14:34 #

      LZ II é il mio preferito.
      C’é da dire che LZ IV ( il primo che ho comprato appena uscito )
      ha una prima facciata magica.
      4 brani che ormai nell’immaginario dei fans formano una suite unica
      che culmina in Stairway.
      La seconda facciata non é allo stesso livello ma contiene W T L B !!!!
      Riguardo gli anni 68 – 1969 e il suo modo di suonare in quei tempi,
      mi viene in mente un’ intervista in cui dichiaro’ che se non fosse
      stato un chitarrista sarebbe stato probabilmente un assassino.
      Il suo approccio allo strumento cosi’ cattivo allora, e cosi’ unico, puo’
      dare una spiegazione logica alle parole.

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  5. Baccio 16/07/2014 a 18:57 #

    Mikebravo: non mi dire che anche i Freelander si guastano, perchè stavo pensando di comprarmelo! Scusatemi per il fuori discussione.

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    • mikebravo 17/07/2014 a 07:51 #

      Il mio ha 15 anni e 256.000 chilometri. E’ della prima serie 1998/99.
      Non é un TD4, che é venuto dopo.
      Non avendomi mai lasciato a piedi fino al giorno prima del concerto di
      Plant, l’ ho visto come un brutto segnale ed ho deciso di non andare
      Credo che il tour, per l’uscita del disco, possa toccare di nuovo l’Italia
      quest’inverno.Almeno ci spero.
      Non avevo dubbi, avendo letto le recensioni delle date italiane, che
      Plant si sarebbe fatto onore.
      E’ un grandissimo.
      Meno male che c’é ancora lui.

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  6. mikebravo 18/07/2014 a 20:21 #

    MOJO di agosto, prosegue la celebrazione dei Led con un’ intervista a Page
    e bellissime foto del gruppo nella maggior parte per me inedite.
    DIVIDE & CONQUER é il titolo.
    MOJO é sempre la migliore rivista.
    Attenzione copertina dedicata a Jack White.
    Non si puo’ avere tutto.

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  7. Baccio 24/07/2014 a 17:28 #

    Grazie Mike della risposta.
    La prossima volta andremo insieme a vedere Plant con una Land Rover qualunque!

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