METAL SHOCK n.35 dicembre 1988 (Edward Van Valen)

8 Dic

Dicembre 1988, esce METAL SHOCK n.35, su di esso il mio primo articolo apparso su di una testata nazionale; grande soddisfazione se non altro perché la rivista era guidata da TROMBETTI e RIVA, che come ho scritto più volte, erano i miei riferimenti, come d’altra parte lo era anche il soggetto dell’articolo, il grandissimo EDWARD VAN HALEN.

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METAL SHOCK N. 35

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METAL SHOCK N 35

 

10 Risposte to “METAL SHOCK n.35 dicembre 1988 (Edward Van Valen)”

  1. lucatod 08/12/2014 a 12:35 #

    Un articolo veramente godibile , che condivido pienamente . A me VH piace fino al disco 1984 , ma ad essere onesti è stato il primo album a prendermi seriamente . Con il secondo , per quanto buono , ho cominciato a storcere il naso , troppo simile al precedente e decisamente inferiore alle mie aspettative .
    Per quanto riguarda l’uso delle tastiere , lo vedo come un approccio legato alla moda del periodo , mentre i LZ erano semplicemente alla ricerca di nuove soluzioni . Musicalmente parlando era più un album di JPJ che JP .

    Gli album post 1984 fanno parte a mio parere di un altra band . E per dirla tutta , a livello di immagine , non mi sono mai piaciuti i VH con Sammy Hagar .

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  2. Alberto 08/12/2014 a 14:38 #

    “…luoghi comuni californiani..” e “mancanza di mordente”: in poche parole la sintesi dei motivi della fine di quel movimento, che proprio i VH avevano contribuito a plasmare.
    In seguito i VH hanno accettato di farsi un po’ da parte, mentre gli Aerosmith hanno fatto un abbonamento alle vette delle classifiche, nonostante la perdita quasi totale di mordente, ma in virtù di una commercialità (per me) insopportabile.

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  3. alexdoc 08/12/2014 a 18:24 #

    Molto utile e interessante questa rubrica che ripesca tuoi articoli del passato. Come sai, anch’io sono un fan di, e dei, Van Halen, e molto meno dei “Van Hagar”. Per non ripetermi evito di riscrivere la mirabile citazione Davidleerothiana che ho postato qui alcuni giorni fa e che descrive le due ere della band “olandamericana” nel miglior modo possibile.

    Solo due appunti: 1) oltre ai giustamente nominati Holdsworth e Montrose, ma forse cronologicamente prima di loro, il primo in assoluto a usare questa tecnica nel rock fu Steve Hackett dei Genesis in “The Return of the Giant Hogweed” e “The Musical Box” su “Nursery Cryme” (1971), e in altri pezzi negli anni successivi. 2) Edward non è nato nel 1957 ma nel 1955. Il prossimo 26 gennaio compirà quindi 60 anni, da riconoscenti e affezionati fans saremo pronti a celebrare adeguatamente questo innovatore della 6 corde.

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  4. timtirelli 08/12/2014 a 19:40 #

    Alex, tieni presente che gli articoli che spedivamo venivano ribattuti, spesso ci ritrovavamo errori di battitura che non avevamo fatto noi.

    In più erano anni in cui ci si doveva arrangiare non poco per verificare la veridicità di una cosa, oggia basta un clic…

    Sì, Hackett in effetti utilizzava in parte una tecnica simile, ascoltando solo i dischi però la faccenda non era di facile interpretazione, solo in un secondo tempo, quando hanno iniziato a divulgarsi i filmati bootleg e poi youtube, ci siamo accorti che in effetti Hackett (e probabilmente qualcun altro) usava già in parte quella tecnica.

    Ma il vero capostipite è stato VITTORIO CAMARDESE che già nel 1965 inventò il tapping, certo, non siamo in ambito Rock, ma …

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  5. mikebravo 09/12/2014 a 08:13 #

    In effetti sfogliavo ieri da IBS un libro sulla saga dei van halen e quello
    che scrivevi allora , Tim, é pura verita’.
    Edward ha sviluppato una tecnica che gia’ esisteva, portandola a livelli
    pazzeschi.
    E nel libro, come tu accenni, fu ad un concerto di Jimmy coi Led che
    gli si accese la lampadina.
    Che poi sia clapton il suo preferito come sostiene van halen, mi riesce
    difficile da capire.
    Tra van halen e van hagar c’é un mare, forse in mezzo c’é un’isola :
    1984.

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  6. Massimo 09/12/2014 a 11:45 #

    Van Halen e’ un mostro di innovazione e naturalezza, non e’ solo tapping. Controllo totale dello strumento, suonava a volumi pazzeschi anche in studio, armonici combinati, ululati con la leva, vibrato fantastico, puo’ andare a qualsiasi velocita’ senza sforzo, e’ stato il primo a far assoli al di’ fuori del contesto melodico della canzone ma soprattutto era il 1978, gli altri stavano ancora a cercare di capire Hendrix….
    Altra cosa importante, mi capita ogni tanto di seguire piu’ per amicizia che per volonta’ alcuni concerti di pallosissimi virtuosi che suonano per altri musicisti piu’ o meno sfigati.
    Risultato: composizioni complicatissime e sterili esercizi di bravura fine a se stessa, gente come Vai e Satriani infatti li trovo insopportabili, chi fa’ musica solo per musicisti e’ un mezzo musicista.
    Non considero un grande chitarrista chi non sa’ comporre grandi pezzi e Van Halen e’ nella storia anche per questo, come lo sono Iommi o Page.
    Un saluto a tutti voi.

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  7. lucatod 09/12/2014 a 11:48 #

    Su youtube c’è un’intervista a Eddie (piuttosto ubriaco) del 1985 per The Guitar Show , nella quale racconta la “scoperta” della sua tecnica . Ad un certo punto si lancia in una palese imitazione del nostro darklord (alle prese con il solo di Heartbreaker) , quasi si trattasse di un vecchio fenomeno da baraccone . Sempre su The Guitar Show , è possibile vedere un’altrettanto ubriaco Jimmy Page , intervistato assieme a Les Paul . I due ironizzano proprio su Van Halen . Trattasi comunque di roba stra nota su questo blog. .
    Mike , anche io trovo in 1984 un punto che accomuna le due ere della band americana .

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  8. mikebravo 09/12/2014 a 15:12 #

    Conosco bene gli album di van halen fino a 1984.
    Alcuni concetti di base li ho maturati da allora.
    Eruption, bellissima, sta a Edward come Heartbreaker sta a Jimmy.
    Penso che Van Halen, sia pure con una grossa carica di innovazione,
    avesse come modello da subito i led zeppelin.
    Ho sempre pensato che la scelta di YOU REALLY GOT ME fosse
    indicativa di questo, sebbene l’autore originale dell’assolo sembra
    non sia Jimmy.
    Ma Jimmy nel primo kinks ci ha messo lo zampino eccome.
    E la scelta del brano da parte di Eddie la consideravo una sfida.
    Edward Van Halen, nonostante le ripetute buone parole per Clapton,
    ha sempre avuto nella mente Jimmy Page.
    E sul modello led strutturo’ il gruppo.
    Cantante bravo e sexy + grande chitarrista + basso e batteria.
    Sia chiaro che a me i primi Van Halen piacevano.
    E li sentivo come la versione moderna ed americana dei led.
    E ne ero talmente convinto che pensavo che la canzone Top jimmy
    fosse dedicata a lui, il chitarrista dei led zep.

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  9. alexdoc 09/12/2014 a 18:00 #

    Al netto dell’opposta qualità vocale dei due biondi frontmen il parallelismo ci sta tutto. Una volta dissi che i VH erano i LZ dell’Hard USA ’70, mentre Kiss e Aerosmith ne sono stati rispettivamente i Beatles e gli Stones. Fin troppo facile e dichiarato il “debito” verso i Glimmer Twins di Londra per quelli “Tossici” di Boston, più curiosa e per molti blasfema ma ammessa dagli stessi mascheroni newyorchesi (che non ho mai amato specialmente) l’ispirazione dai Fab Four. Wikipedia conferma la mia tesi: “L’idea iniziale di Simmons e Stanley, per quanto strano possa sembrare, sono i Beatles; ossia creare una band con 4 frontmen dove ognuno deve scrivere e cantare, così come il celebre quartetto di Liverpool”, per non dire della copertina del primo omonimo album con i volti in primissimo piano su sfondo nero, ispirata alla foto di “With the Beatles”. I nostri 4 californiani arrivarono a riscrivere le regole del loro genere alla fine di un decennio segnato dai due gruppi in questione proprio come i 4 inglesi fecero con il Rock in generale 10 anni prima, al termine dei ’60.

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  10. mikebravo 10/12/2014 a 08:15 #

    La prima volta che lessi qualcosa sugli aerosmith fu su ciao 2001.
    MANUEL INSOLERA parla va di loro come di un gruppo di
    grande successo negli usa.
    E li paragonava ai rolling stones.

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