La truffa del secondary ticketing

24 Nov

Due settimane fa un servizio del programma LE IENE sul secondary ticketing ha destato sdegno in ogni appassionato di concerti. Avevo condiviso il video sul mio account facebook, lo ripropongo qui dopo che Giancarlo e Paolo mi hanno in pratica chiesto di farlo a margine dei loro commenti nell’articolo sull’ultimo cofanetto dei PINK FLOYD pubblicato qualche giorno fa qui sul blog.

le-iene

La faccenda è disgustosa, ma è positivo che sia venuta a galla, perché la sparizione dei biglietti dopo pochissimi minuti dalla messa in vendita su Ticketone è intollerabile. Naturalmente è poi possibile trovare disponibilità – in un secondo momento – degli stessi biglietti su altri siti a prezzo assai maggiorato.

Io già trovo assai fastidioso le spese “accessorie” che gravano sul costo dei biglietti, figuriamoci questo mercimonio chiamato secondary ticketing.

Venerdì scorso ad esempio ho voluto comprare due biglietti del concerto che gli AEROSMITH terranno a FIRENZE all’Ippodromo Del Visarno. Avendoli già visti nel 1989 e nel 1990 avrei fatto anche a meno, dato che non mi piacciono i concerti organizzati in questi spazi tipo festival, ma Saura non li ha mai visti e allora ho deciso di portarla a vedere un gruppo Rock che tutti dovrebbero vedere un volta nella vita. Son un fan della band, di STEVEN TYLER in particolare, album come GET YOUR WINGS, TOYS IN THE ATTIC, ROCKS e PERMANENT VACATION dovrebbero far parte delle discoteche di chiunque si definisca amante della musica Rock (ma aggiungerei anche DRAW THE LINE, NIGHT IN THE RUTS e DONE WITH MIRRORS).

Bene, dicevo che venerdì scorso alle 11,55 ero davanti al computer, sul sito di Ticketone. Inizialmente davano disponibili anche i biglieti del “Pit” sotto al palco, ma misteriosamente non era possibile acquistarli. Dopo pochissimo rimanevano disponibili solo i biglietti generici da 60 euro. Sapevo che i posti sotto al palco siano stati messi in prevendita il giorno prima per il fan club del gruppo e per gli iscritti a Firenze Rocks festival, ma che non ne fosse disponbile nemmeno uno mi pare strano.

E va beh, ordino due biglietti, 120 euro a cui si aggiungono 18 euro per la preventiva (2 x 9 euro), 9,99 euro consegna tramite corriere (e scrivete 10 euro per dio, così ci prendete per il culo) e 8,42 euro per le misteriose “commissioni di servizio”. Totale 156,41 euro. A parte il costo dei biglietti e la consegna tramite corriere, il resto mi sembra, se non una truffa, perlomeno “fuffa”. 26,42 euro buttati al vento.

Non fosse perché sono così appassionato, perché sono gli ultimi(ssimi) ruggiti dei vecchi leoni e perché nella mia vita ho assoluto bisogno di distrazioni, lascerei perdere e manderei tutti a quel paese. Mi basta ricordare il casino – con conseguente impossibilità di vedere decentemente gli artisti sul palco – dei ROLLING al Circo Massimo nel 2014 e degli AC/DC all’autodromo di Imola per farmi passare la voglia.

SERVIZIO DELLE IENE – MEDIASET

http://mdst.it/03v662557/

13 Risposte to “La truffa del secondary ticketing”

  1. mikebravo 24/11/2016 a 13:46 #

    Servirsi di un giovane pusher ( luogo di incontro fisso nei pressi dell’uscita di modena
    sud ) per me e il mio amico Davide, è diventato un luogo comune.
    Da bravi sprovveduti ci siamo serviti di questo simpatico ragazzo che ci offre biglietti
    per l’arena di verona a prezzo raddoppiato.
    Kiss 2015 e Black Sabbath 2016.
    Anche per Who 2016 ( Unipol arena ) ci siamo fatti abbindolare ( i biglietti si potevano
    comprare ai botteghini la sera dell’evento) .
    Abbiamo da lui rifiutato poltronissime da 500 euro per david gilmour e altro ancora
    A 150 euro siamo arrivati gia’ 3 volte.
    E il giovane pusher si è ingrassato.
    Del resto il mio amico ha 47 anni ed ha scoperto il rock da poco piu’ di 10 anni.
    A lui piace l’arena perché i sedili sono molto comodi e l’acustica perfetta.
    Ecco perché il rock sta morendo.

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  2. lucatod 24/11/2016 a 14:49 #

    Dopo aver seguito il servizio , tutto diventa più chiaro .
    Mi ero fatto un’idea completamente diversa . Pensavo si trattasse di privati che acquistavano e rivendevano su altre piattaforme , invece è una cosa molto più grossa . Il tipo della livenation alla fine ci mette in mezzo pure gli artisti . Sarà vero o è un altro modo per lavarsene le mani ?

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  3. bodhran 24/11/2016 a 16:36 #

    Devo dire che non è una cosa che fa per me stare all’una di notte a smadonnare per acciuffare un biglietto per un concerto, tantomeno poi nei giorni o mesi successivi spendere cifre esorbitanti. Certo, in questo modo mi son perso dei concerti che avrei visto volentieri ma se non mi mai venuta voglia di farlo qualche motivo ci sarà.
    Di sicuro oramai il messaggio che passa è che non siamo lì a comprare il biglietto per un concerto ma per un “evento” (Tim ,sbaglio o ne scrivevi nel pezzo sul live degli AC/DC?), quindi vorremo mica sindacare sul costo di un “evento”? Un evento non ha prezzo. Peccato che però oramai siano TUTTI eventi, e quindi nella realtà di eventi non ce ne sono più.
    E di sicuro è anche che, come per certe ristampe di album , certi gadget tecnologici, certo abbigliamento, certo cibo, personalmente mi rifiuto di spendere cifre al di là di quello che per me è un ragionevole “rapporto qualità/prezzo”. Scusate se la “butto in politica”, ma mi pare quindi solo l’ennesima faccia di certo liberissimo mercato. Come risolverlo? Non lo so. Dubito, in questo caso come per gli altri, che siano sufficienti la denuncia e l’indignazione collettiva. Detto questo ci sta che domani mi autosmentisca esaurendo il misero conto bancario per vedere non so quale agognato beniamino!

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  4. Paolo Barone 24/11/2016 a 17:30 #

    Mi sembra che torniamo direttamente al punto dove eravamo rimasti con il cofanetto dei Pink Floyd.

    Gli artisti vogliono fare un sacco di soldi, gli organizzatori pure, i fan pagano.
    Sostituisci la parola organizzatori con industria discografica, e siamo al punto del cofanetto.

    Si decide quindi, che chi vuole godersi un concertone di quelli in questione o comprarsi certe cose debba per forza essere ricco/benestante o fare i salti mortali per ingrassare il già grasso culo di artisti e co. Semplice e chiaro.

    Se questo non e’ uccidere lo spirito del Rock, non so cosa altro possa esserlo.
    E mi dispiace molto dirlo, ma forse la responsabilità più grande e’ dei fan che si prestano a certe speculazioni assurde. Ma poi nemmeno di fan in senso stretto stiamo parlando, altrimenti tutto questo non starebbe in piedi, parliamo proprio di un atteggiamento diffuso in gran parte di chi oggi ascolta musica dal vivo o su supporti cd e vinile. Decine di migliaia (se non più) di persone hanno accettato questo stato di cose, questi prezzi, questi guadagni assurdi da parte di qualcuno. Mah.

    Sempre più mi convinco che gli autoriduttori degli anni settanta avessero ragione da vendere.

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  5. Paolo Barone 24/11/2016 a 17:48 #

    Almeno i Pink Floyd hanno la faccia da culo e l’onesta’ di chiederteli direttamente, senza ipocrita vergogna, i 500 euros per qualche cd.
    In questo caso mi sembra di capire, se questo servizio televisivo corrisponde a realtà, che gli artisti si vergognano di chiedere ufficialmente certe cifre, e invitano Livenation e co. a farlo per loro, che a sua volta molla il lavoro sporco ai bagarini.
    Danno enorme per Ticketone, e soprattuto per organizzatori onesti come Claudio Trotta.
    Una deriva totale, che pena.

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  6. Tom 24/11/2016 a 17:52 #

    L’assurdità enorme è che dal 1970 al 1975, cioè l’epoca d’oro del rock, quei pochi concerti arrivati in Italia costavano una cifra accessibile anche per gli squattrinati studentelli di allora (1.500-2500 lire R.Stones a Milano 1970), max 3.000-5000 lire qualche anno dopo /e i biglietti li compravi lì al momento)….oggi bisogna vendersi la casa o la vettura per ascoltare i combattenti e reduci di quell’epoca ormai morta e sepolta (però – senza polemica – devo dire che io non sopporto lo strazio di vedere 70-75enni che tirano la carretta…)

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  7. bodhran 24/11/2016 a 18:29 #

    Rieccomi.
    Ho trovato questa pagina internet che fornendo il prezzo in lire e l’anno lo converte in euro

    Calcola il potere d'acquisto in lire ed euro dal 1860 al 2015

    Dal Sole 24Ore mi aspetto che almeno i conti li faccia bene.
    Ho cercato i prezzi di un “concertone. Mi è venuto in mente Springsteen.
    Nel 1988 a Roma ha suonato allo Stadio Falminio, nel 2016 al Circo Massimo.
    Nel 1988 costava 35.000 lire più prevendita, che convertiti fanno 38,48 euro (più prevendita).
    Quest’anno i biglietti partivano da € 87,47.
    L’autoriduzione “invocata” da Paolo Barone non lo so se va bene, ma qualcosa non mi torna, e, insisto, non solo nel costo dei biglietti.

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  8. Loris 24/11/2016 a 21:54 #

    Concerti in Italia, solita vecchia storia, tutti pronti a mangiarci sopra… Ho la fortuna di avere amici che vivono in Germania e Repubblica Cieca, e quando ne ho la possibilità i concerti me li godo lì. AC-DC, Bon Jovi, Def Leppard, Motley Crue, Alice Cooper, tutti biglietti acquistati a prezzi ragionevoli, senza tanti problemi e con prevendite pressochè inesistenti. piccolo aneddoto divertente: Bon Jovi a Udine qualche anno fa, arrivati 10 minuti prima dell’inizio senza uno straccio di ticket,troviamo un ragazzetto che ne aveva un’intero blocchetto (!!) e pur di non rimetterceli tutti ce ne sgancia un paio a 15 euro! Certo nel caso degli aerosmith non mi sembra il caso di rischiare…

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    • Tom 26/11/2016 a 20:06 #

      …già a volte basta saper aspettare specie quando dicono “tutto esaurito”….i bagarini crollano come le foglie in autunno e calano le braghe….
      11-07-2006 Rolling Stones a Milano costo prato 80 euro (pagati 2 tickets solo 40 € con spettacolo da iniziare)
      02-07-1993 U2+Pearl Jam a Verona costo 65000 £ire…pagato 20.000…certo se uno li compra un anno prima adio fighi!!

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  9. Baccio 25/11/2016 a 11:22 #

    Biglietti per Aerosmith presi ad un negozio di dischi qui a Pisa a 60 + 9 Euro ciascuno; Tim, se Ti vedo a Firenze Ti chiamo e mi farò riconoscere.

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  10. mikebravo 26/11/2016 a 08:35 #

    A proposito del caro biglietti non resta che frequentare i piccoli club per godersi
    del rock a prezzo minimo.
    Ieri sera, su invito di Alberto Piras, cantante dei deus ex machina e proprietario
    del negozio di strumenti scolopendra, siamo stati al freakout di bologna.
    Prezzo del biglietto 10 euro + 8 per tessera del club.
    Spettacolo molto yardbirds related ed ancor piu’ led zeppelin related.
    Verso le 11 nella piccolissima saletta del club mi sono passati davanti
    PHIL MAY e DICK TAYLOR.
    2 ore di concerto dei PRETTY THINGS.
    Io sotto il palco ad un metro da loro a fare foto e a saltare al ritmo di ROSALYN,
    MONA, WHO DO Y0U LOVE, MIDNIGHT TO SIX MAN.
    Non solo sporchissimo R & B ma anche S F SORROW in diversi brani.
    Brani anche da PARACHUTE..
    S F SORROW …..la prima opera rock….si narra che pete townshend abbia
    ascoltato il disco per 4 giorni di seguito…….sara’ leggenda …..ma TOMMY e
    S F SORROW hanno qualche spunto comune.
    Parte del concerto dedicata al blues con bottleneck da parte di TAYLOR ed
    armonica da parte del terzo componente originale.
    PHIL MAY in ottima forma.
    DICK TAYLOR un nonnetto micidiale in MIDNIGHT TO SIX MAN.
    Un grandissimo.

    Al termine DICK TAYLOR, primo bassista dei rolling stones che lascio’ per
    l’istituto d’arte, ha firmato poster, vinili e cd a tutti.
    Era in vendita materiale originale del gruppo.

    Vederli da vicino e stringergli la mano é stato significativo per me.
    Come quando vidi gli yardbirds in quel di verona.
    Le foto che facemmo quella notte e che ho spesso postato hanno dato i loro
    frutti.
    Sabato scorso SANDERSON TOPHAM alias TOP TOPHAM mi ha mandato
    la richiesta di amicizia su facebook.
    Mi sono commosso.

    Un altro grande che lascio’ gli YARDBIRDS obbligato dai genitori a 15 anni
    perché volevano che finisse gli studi,
    Primo autobus perso.
    Il secondo lo perse nel 1968.
    Proprio nel momento in cui stava uscendo il suo album solista, jimmy page
    lo cerco’ con 3 telegrammi che TOPHAM conserva ancora.
    Page lo voleva nei NEW YARDBIRDS come seconda chitarra.
    TOPHAM rifiuto’.

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  11. Paolo Barone 30/11/2016 a 03:47 #

    Grande Mikebravo mi sarebbe piaciuto molto vedere i Pretty Things, una band straordinaria e molto influente su tutta la scena garage, punk e rock and roll.
    Mai veramente famosi, ma amati oltre che da te & me anche da Mr. Page!
    Tanto per restare in tema caro-concerti/dischi, oggi in un negozio di dischi ho visto il loro bellissimo cofanetto…veramente bello e curato…150 euros (185 amazon), per nulla a buon mercato quindi, ma forse ancora quasi accettabile, ben lontano dai 500 dei nostri Floyd.
    Senza considerare che Pihl May e Dick Taylor non credo navighino nell’oro.
    Mah, che ne so, mi sento confuso co’ tutti sti box set….

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    • mikebravo 30/11/2016 a 14:51 #

      Li ho visti per puro caso grazie ad un invito fortuito.
      Anche questo concerto é servito a combattere the ABSENCE che
      jimmy page continua a protrarre nel tempo.
      E come un tossico in crisi di astinenza ricorro a surrogati per
      cercare di ricordare Jimmy al meglio, per far si’ che la sua immagine
      non vada sfuocandosi nella mente.
      Per questo mi sono infilato in quella giungla senza possibilita’ di
      ritorno che é la ricerca di sessions dei sixties del maestro.
      Un’ impresa che avevo abbandonato nel 1996.
      Ora sto ricostruendo in CD, mattoncino su mattoncino, l’enorme
      castello delle sue sessions.
      Dove non esistono certezze se non legate alla statistica.
      Jimmy suonava un po’ con tutti fino al 1968.
      Per fortuna esistono guide ( quasi manoscritti ) che ti guidano nei
      corridoi bui dell’ascolto di dischi tra i piu’ svariati.
      E quando la fiaccola sta spegnendosi in sequele di brani spesso
      orchestrali, ecco che all’improvviso la fiamma si alza all’improvviso.
      Questo è lui . non puo’ essere che lui.
      Aveva ragione la guida.
      Aveva gia’ percorso questi sentieri.
      In questi giorni mi illumino con FOOLISH SEASONS, un album di
      DIANA GILLESPIE ( ex di dylan e bowie ).
      In 2 brani ( non orchestrali ) la mano di page si riconosce.
      Un brano è cantato su chitarre acustiche sovraincise e credo sia
      quello che intitola l’album.
      Li’ senti the PRESENCE del maestro.
      Se vi interessa sapere quant’era bella dana gillespie cercate il
      film FUMO DI LONDRA dove recita con alberto sordi.

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