UMBERTO ECO “Numero Zero” (Bompiani 2015) – TTT½

8 Ago

Non è che io sia un profondo conoscitore dell’Eco scrittore, ma mi pare che questo romanzo sia un po’ atipico. Il protagonista ha poco dei grandi personaggi dello scrittore e la storia è resa in maniera un po’ stramba. Tuttavia, pur dipingendo tutto con l’escamotage dell’affresco grottesco, Eco mette a nudo faccende italiane e le malate sinergie tra poteri occulti, governi, giornalismo. Io lo ho letto con facilità, e non mi è dispiaciuto affatto.

Sinossi (http://www.giunti.it)

Una redazione raccogliticcia che prepara un quotidiano destinato, più che all’informazione, al ricatto, alla macchina del fango, a bassi servizi per il suo editore. Un redattore paranoico che, aggirandosi per una Milano allucinata (o allucinato per una Milano normale), ricostruisce la storia di cinquant’anni sullo sfondo di un piano sulfureo costruito intorno al cadavere putrefatto di uno pseudo Mussolini. E nell’ombra Gladio, la P2, l’assassinio di papa Luciani, il colpo di stato di Junio Valerio Borghese, la Cia, i terroristi rossi manovrati dagli uffici affari riservati, vent’anni di stragi e di depistaggi, un insieme di fatti inspiegabili che paiono inventati sino a che una trasmissione della BBC non prova che sono veri, o almeno che sono ormai confessati dai loro autori. E poi un cadavere che entra in scena all’improvviso nella più stretta e malfamata via di Milano. Un’esile storia d’amore tra due protagonisti perdenti per natura, un ghost writer fallito e una ragazza inquietante che per aiutare la famiglia ha abbandonato l’università e si è specializzata nel gossip su affettuose amicizie, ma ancora piange sul secondo movimento della Settima di Beethoven. Un perfetto manuale per il cattivo giornalismo che il lettore via via non sa se inventato o semplicemente ripreso dal vivo. Una storia che si svolge nel 1992 in cui si prefigurano tanti misteri e follie del ventennio successivo, proprio mentre i due protagonisti pensano che l’incubo sia finito.

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