MONTROSE “Montrose (1973)” & “Paper Money (1974) deluxe editions” (2017 Rhino)

18 Gen

Per diverso tempo ho avuto qualche problema con i Montrose, leggevo che il primo album era da considerarsi un caposaldo dell’hard & heavy americano ma non riuscivo a farmelo piacere del tutto. Magari ero inesperto e acerbo ma mi dicevo “è un LP del 1973, non trovo niente di rivoluzionario e il songwriting non riesce ad irretirmi”. Strano perché nei Montrose ci sono parecchi richiami ai Led Zeppelin e il Tim di quegli anni avrebbe dovuto se non altro mostrare interesse, considerando anche che Ronnie Montrose era quello che suonava – benissimo – la chitarra in They Only Came Out At Night di Edgar Winter e solo il demonio sa quanto io da sempre sia attaccato ai fratelli Winter. Fatto sta che solo quando mi decisi di approfondire e arrivai così al secondo, terzo e quarto album riuscii ad avvicinarmi e ad apprezzare il rock del gruppo. La mia propensione per gli album “obliqui” non si smentisce mai. Recentemente la Rhino ha ripubblicato i primi due album in edizione deluxe.

MONTROSE “Montrose (1973) – TTTT

[CD1]
1. Rock The Nation (Remastered)
2. Bad Motor Scooter (Remastered)
3. Space Station #5 (Remastered)
4. I Don’t Want It (Remastered)
5. Good Rockin’ Tonight (Remastered)
6. Rock Candy (Remastered)
7. One Thing On My Mind (Remastered)
8. Make It Last (Remastered)

[CD2]
1. One Thing On My Mind (Demo)
2. Shoot Us Down (Demo – inedito)
3. Rock Candy (Demo)
4. Good Rockin’ Tonight (Demo)
5. I Don’t Want It (Demo)
6. Make It Last (Demo)
7. Intro (Live KSAN Radio Session, Record Plant, Sausalito, CA, 4/21/73)
8. Good Rockin’ Tonight (Live KSAN Radio Session, 4/21/73)
9. Rock Candy (Live KSAN Radio Session, 4/21/73)
10. Bad Motor Scooter (Live KSAN Radio Session, 4/21/73)
11. Shoot Us Down (Live KSAN Radio Session, 4/21/73)
12. One Thing On My Mind (Live KSAN Radio Session, 4/21/73)
13. Rock The Nation (Live KSAN Radio Session, 4/21/73)
14. Make It Last (Live KSAN Radio Session, 4/21/73)
15. You’re Out Of Time (Live KSAN Radio Session, 4/21/73)
16. Roll Over Beethoven (Live KSAN Radio Session, 4/21/73)
17. I Don’t Want It (Live KSAN Radio Session, 4/21/73)

Montrose nel 1971 e 1972 collabora con Van Morrison e con Edgar Winter, con quest’ultimo raggiunge la top 3 americana ma sente il bisogno di una band tutta sua.

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Chiama a sé l’ amico Billy Church al basso, trova un cantante di belle speranze, Sammy Hagar, che a sua volta gli suggerisce un batterista poderoso, Denny Carmassi. Registrano un demo tape e lo fanno sentire al produttore Ted Templeman (conosciuto da Ronnie tramite le collaborazioni precedenti) il quale gli procura un contratto con la Warner Brothers.

L’album esce in ottobre, non può essere considerato un successo immediato visto che non riesce nemmeno ad entrare nella top 100, ma nel corso dei decenni successivi arriverà a vendere oltre un milione di copie, guadagnandosi il disco di platino. Rock The Nation è un brano duro giocato su accordi e riff che sono già nella chitarra, il break più melodico serve a caratterizzarlo un poco. Bad Motor Scooter è un pezzo di Hagar che inizia con un tempo medio che poi viene raddoppiato quando irrompe una slide guitar con un suonaccio davvero particolare. Per alcuni i Montrose sono stati i precursori dei Van Halen, in questo pezzo si percepisce che il gruppo dei fratelli olandesi deve di sicuro qualcosa al gruppo di RM.

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Space Station #5 inizia con un accenno di space rock prima di tramutarsi in un gran roccaccio. Al tempo i Montrose furono etichettati come The American Led Zeppelin, non vi è dubbio che Hagar e Montrose stimassero il gruppo di Page e in questo pezzo lo si può intuire piuttosto chiaramente. L’impostazione non è lontana da quella di Communication Breakdown, appesantita da una ulteriore influenza, quella dei Black Sabbath. Niente male l’apertura psichedelica. Il gruppo è coeso e deciso a seguire il sentiero dell’hard and heavy. E’ evidente che livello tecnico del gruppo è alto.

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I Don’t Want It è un altro pezzo a cui i primi Van Halen devono parecchio. Non amo molto le cover di pezzi rock and roll o rhythm and blues fatte dai gruppi hard & heavy, quasi nessuno riesce a catturarne il senso e lo swing necessario. Anche in questo caso non sono impressionato da Good Rockin’ Tonight se non fosse per l’assolo di chitarra, veramente esaltante. Rock Candy è molto Led Zeppelin. Carmassi si ispira al Bonham di When The Levee Breaks e il gruppo lo segue sui sentieri tracciati dal dirigibile di piombo. On Thing On My Mind è un rock and roll ostinato e sospinto da un certo swing. Make It Last chiude con determinazione il disco. La strofa non convince molto ma il resto del brano funziona.

Con questo primo album i Montrose si incamminarono nella scia di Cactus e Beck Bogert Appice, hard rock americano per simulare e contrastare quello dei Led Zeppelin, ma a differenza dei tentativi di Appice, Bogert e compagnia la band di Montrose riuscì a dare una impronta più moderna e definitiva, capacità che ha reso questo disco un capitolo assai importante del rock duro americano.

Il secondo cd è dedicato al materiale bonus. Ci sono le versioni demo di sette degli otto brani e l’inedito Shoot Us Down, che è un rock un po’ di maniera, perlomeno all’inizio, dopodiché riesce a darsi connotazioni più interessanti.  Il resto è relativo alla prima apparizione alla KSAN, che all’epoca era la stazione radio più popolare della Bay Area. La Radio prese ad invitare gruppi per delle sedute di registrazione davanti ad alcuni invitati e a trasmetterle. Questa registrazione era disponibile su bootleg da lungo tempo. La scaletta prevede tutti i brani registrati per l’album d’esordio (compresi un paio di inediti) e una versione di Roll Over Bethover di Chuck Berry

MONTROSE “Paper Money” TTTT½

[CD1]
1. Underground (Remastered)
2. Connection (Remastered)
3. The Dreamer (Remastered)
4. Starliner (Remastered)
5. I Got The Fire (Remastered)
6. Spaceage Sacrifice (Remastered)
7. We’re Going Home (Remastered)
8. Paper Money (Remastered)

[CD2]
1. Intro (Live KSAN Radio Session, Record Plant, Sausalito, CA, USA 12/26/74)
2. I Got The Fire (Live KSAN Radio Session, Record Plant, Sausalito, CA, USA 12/26/74)
3. Rock Candy (Live KSAN Radio Session, Record Plant, Sausalito, CA, USA 12/26/74)
4. Bad Motor Scooter (Live KSAN Radio Session, Record Plant, Sausalito, CA, USA 12/26/74)
5. Spaceage Sacrifice (Live KSAN Radio Session, Record Plant, Sausalito, CA, USA 12/26/74)
6. One And A Half (Live KSAN Radio Session, Record Plant, Sausalito, CA, USA 12/26/74)
7. Roll Over Beethoven (Live KSAN Radio Session, Record Plant, Sausalito, CA USA 12/26/74)
8. Trouble (Live KSAN Radio Session, Record Plant, Sausalito, CA USA 12/26/74)
9. Space Station #5 (Live KSAN Radio Session, Record Plant, Sausalito, CA USA 12/26/74)

Per Paper Money (1974), Ronnie Montrose decide di ampliare i confini del gruppo e di travalicare la formula heavy rock. Il pezzo di apertura è una cover di una canzone del gruppo Chunky, Novi and Ernie (anch’esso prodotto da Ted Templeman) e la differenza con l’album precedente si nota immediatamente. Sviluppo ad ampio respiro e musica più eclettica (ma sempre di matrice rock). Underground nella versione del gruppo è stupenda, Hagar canta magnificamente e Ronnie sembra mettere in pratica ciò che ha imparato lavorando con Edgar Winter. Curioso che l’inciso venga cantato da Sammy Hagar (che allora veniva chiamato Sam) con una melodia che ricalca quella di Pre Road Downs dei Crosby Stills & Nash. Di grande effetto la chitarra doppiata.

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Si continua con una seconda cover, questa volta tocca a Connection dei Rolling Stones, pezzo del 1967. La versione dei Montrose è semplicemente meravigliosa. Ronnie la mette in scena seguendo fedelmente l’arrangiamento di Going To California dei Led Zeppelin. Altra prova superba di Hagar, ma è tutto ad essere delizioso: il quieto incedere della batteria, il lavoro pulito del basso, gli abbellimenti di piano, la chitarra acustica portante e quella che simula il ricamo che fu del mandolino di John Paul Jones.

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Con The Dreamer si ritorna all’heavy rock. David Lee Roth utilizzerà nel 1987 qualche passaggio di chitarra di questo bel hard rock per aprire (con Knucklebones) il suo album Skyscraper. Nel mezzo del brano c’è un bel break lento con un intervento niente male del moog. Starliner è un altro esempio dell’ implemento creativo del gruppo. E’ un pezzo scritto dal solo Montrose, uno strumentale eclettico che incorpora l’ennesimo tributo ai LZ di The Song Remains The Same (il brano) e all’uso del theremin che all’epoca faceva Jimmy Page. Quello che Montrose mette di suo però è molto interessante. Altro pezzo solo di Montrose è I Got The Fire, un tiratissimo heavy rock sostenuto da tutto il gruppo con grande maestria. Gran lavoro alla solista di Montrose.

Spaceage Sacrifice è  articolata. L’approccio e la sostanza sono quelle del rock, trattato però in modo aperto. Gran bell’episodio. We’re Going Home è cantata da Montrose, un brano lento e suggestivo costruito sulle foschie creative del leader. L’assolo di chitarra è una sfuriata elettrica che arriva quasi come una frustata. Paper Money è ritmata, scatenata e ben presentata.

L’album riuscì ad arrivare al 65esimo posto della classifica americana, raddoppiando le vendite e il successo del primo album. Il gruppo rollava e roccava come pochi in quel periodo, peccato che le cose tra cantante e chitarrista iniziarono a peggiorare e che nei primi mesi del 1975 il sodalizio si ruppe.

Per come sono fatto io, questo è un album sensazionale.

Il cd 2 è dedicato alla seconda partecipazione delle KSAN live sessions. La band suona con una “cartola”, come direbbe il mio amcio Lorenz, davvero notevole, le performace dei vari membri sono ottime, in primis quella di Ronnie Montrose, guitar player extraordinaire. One And A Half è un pezzo strumentale sulla chitarra acustica (sarà poi pubblicato sul terzo album”Warner Bros Presnets Montrose!”), anche in questo caso l’influenza di Jimmy Page è evidente. La prova di Ronnie Montrose è anche qui perfetta: feeling, pulizia e controllo dello strumento. Roll Over Beethoven fu suonata anche durante la prima partecipazione, si sarebbe forse potuto presentare qualcos’altro. Trouble è il pezzo di Leiber e Stroller scritto nel 1958 per il film King Creole starring Elvis Presley. Non è un pezzo indimenticabile, basato com’è su uno dei riff blues più usati, ma la band lo affronta con la solita ferocia. Pure questa registrazione era disponibile su bootleg da lungo tempo, ma è confortante vederlA pubblicata ufficialmente.

Sarebbe bello se la Rhino pubblicasse in deluxe edition anche il terzo e il quarto album, Sam Hagar non era più della partita (al suo posto Bob James) ma i lavori rimangono comunque molto convincenti (nel quarto DISCO al basso fece capolino anche Randy Jo Hobbs, figura a me molto cara).

 

4 Risposte to “MONTROSE “Montrose (1973)” & “Paper Money (1974) deluxe editions” (2017 Rhino)”

  1. mikebravo 19/01/2018 a 08:07 #

    Si’, credo proprio che mi comprero’ i Montrose.
    Troppe le connessioni con gli Zeppelin.
    Questo hard rock dei seventies…..

    Ma nei sixties……….
    Questa mattina ascoltavo in macchina
    COMMUNICATION BREAKDOWN e BABY I’M GONNA LEAVE YOU.
    Canzoni incise nel 1968.
    Che ancora mettono i brividi.
    Canzoni da paura.

    Jimmy, nei 10 anni precedenti il 1968, cosa avevi accumulato dentro ?

    Neil christian and the crusaders Carter Lewis and the southeners,
    Mike hurst and the method, le prime band di cui hai fatto parte,
    tutte quelle incisioni sempre non accreditato o quasi,
    l’avventura come uccello da cortile, tutto quanto ti ha portato
    a segnare la musica dei sixties con 2 capolavori assoluti
    come LZ1 e LZ2.

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  2. Lorenzo Stefani 21/01/2018 a 20:41 #

    Riascoltato Paper Money questo weekend, veramente un disco notevole. Grazie ancora, Tim, per avermelo regalato (qualche anno fa), e per avermi fatto capire parecchie sue sfumature con questa recensione piena di passione e competenza! Ciao

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  3. Beppe R 29/01/2018 a 18:28 #

    Con colpevole lentezza (mai tanto in ritardo come la nostra Inter in classifica…) esprimo un elogio a Tim per essersi occupato con la sua consueta incisività dei Montrose.
    Sono un grande fan del gruppo, ancor prima che un articolo d’epoca di Armando Gallo (su Ciao 2001) li dipinse come “insensata cascata metallica”, accentuando la mia passione nei loro confronti: strano effetto che le stroncature dei critici generassero in me una reazione contraria, specie in ambito hard’n’heavyyy! Il loro debut-album è stato sintomatico degli anni 70 americani; dopo la rivoluzione lisergica e sperimentale dei Sixties (da “Pet Sounds” dei Beach Boys ai Doors e Frank Zappa) il clima d’Oltreoceano volgeva decisamente verso rocciose forme di rock duro, in grado di rivaleggiare con i pionieri anglosassoni. I riferimenti ai Led Zeppelin non mi sono mai parsi sfacciati nei Montrose, che rappresentarono a loro volta un ideale ponte di collegamento fra il rock’n’roll e forme proto-metal, ponte che sarebbe diventato sempre più “levatoio” con l’avanzare della scena heavy metal degli ’80. Una cosa è certa: di formazioni di questo esplosivo carisma si è ormai persa la matrice. Un autentico piacere riascoltarne l’inalterato, feroce e propulsivo feeling. Invece, tornando ad un tema d’attualità (ed in riferimento agli amati colori nerazzurri) di questo passo per riassaporare il gusto della Champions League dovrò limitarmi all’omonima Eau de Toilette dell’Adidas. Oh, tristezza calcistica…

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  4. timtirelli 29/01/2018 a 21:24 #

    Che tu non sia più un giornalista musicale è un vero peccato. Anche da un semplice commento si intuisce quanto avresti da dire e di che potenza di fuoco saresti ancora capace. Che spreco.

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