Immacolata Blues (The Equinox al Livello – Gualtieri 8/12/2018)

12 Dic

Sabato sera al Livello. E’ la terza volta in poco più di un anno, ormai è uno dei locali dove ci sentiamo a casa. Essendo dicembre stavolta suoniamo nel palchetto all’interno del locale e non della dépendance esterna. Dobbiamo stringerci e montare la strumentazione uno alla volta. Ho rinunciato alla Danelectro per evitare di avere altre custodie tra i piedi, vorrà dire che suonerò Kashmir con la Les Paul n.2.

The Equinox – Il Livello – Gualtieri (RE) – 8/12/2018 – Foto TT

Durante il soundcheck ci diamo dentro con Tie Your Mother Down dei Queen, poi ripassiamo un paio di stacchi e cerchiamo il giusto equilibrio sonoro, il locale non è grande, ho il volume del Marshall nemmeno a 1.

The Equinox – Il Livello – Gualtieri (RE) – 8/12/2018 – Foto TT

Una volta finito mi metto a filmare Saura e Pol che improvvisano Bohemian Rhapsody. Essendo un siparietto mai provato prima e nato dal nulla, rimango colpito: Pol la canta come si deve e la Saura la suona con la consueta maestria. Che spettacolo.

Arriva la claque che ormai ci segue imperterrita ad ogni concerto, anche nei posti più lontani e nascosti come questo (siamo sulle rive del MississiPo): la Patty, Blacksmith Mario, Gio, la Maura, Riff. Ci mettiamo al tavolo tutti insieme, è ora di mangiare. A sorpresa Saura ha un regalo per i membri della band. Non ne sapevo niente, apriamo i pacchetti e vi troviamo gli asciugamani da concerto personalizzati Equinox. Rimango a bocca aperta. Quella donna non la ferma nessuno. Riff, il nostro Richard Cole, ne vorrebbe ordinare 50.

Gli asciugamani degli Equinox courtesy of Saura Terenziani – foto TT

Il locale si riempie; sono quasi le 22,30 la gente sta ancora cenando, dobbiamo spostare l’inizio alle 23. Vado sul palco ad accordare le chitarre quando mi vedo arrivare davanti Antonio Catenazzo, un amico della Milano connection a cui appartengo grazie al mio storico amico Doc Marena. Tutti pezzi grossi, tutti amanti del rock e tutti interisti. Sono sbalordito. Antonio viene da Milano da solo per vedersi un concerto degli Equinox. Che razza di amici e che razza di uomini: saremo anche tutti ormai nel club dei 50, ma non ci ferma ancora nessuno! Invece di stare a casa a poltrire davanti a Sky, ci spendiamo nel nome del rock. We are the champions, my friends!

Antonio e Tim – Il Livello – 8/12/2018 foto Saura T.

Ore 23, si inizia. Il concerto scivola via senza troppe magagne. Qualche attimo di panico quando qualcuno spegne le luci del locale, sul palco è buoi pesto, fatico a vedere la tastiera ma penso a Saura: è alle prese con Since I’ve Been Loving You, dunque sta suonando il brano più complicato tenendo conto che agisce contemporaneamente su tastiera (con le mani) e pedaliera basso (con i piedi). La sento maledire qualcosa o qualcuno, poi per fortuna la luce ritorna. Lele fa una The Song Remains The Same da paura, meno male che 9 giorni fa alle prove ci ha detto che è un pezzo che lo ha un po’ stufato. In alcuni momenti mi è sembrato di sentire il John Bonham di Listen To This Eddie (bootleg – Los Angeles Forum 21/6/77) sul brano omonimo.

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Non ci sono spie sul palco, riesco a malapena sentire le tastiere di Saura, la voce di Pol proprio non mi arriva, ma non mi preoccupa, il nostro usignolo non mi delude mai, cantanti di quel calibro ce ne sono pochi in giro.

The Equinox – Il Livello – Gualtieri (RE) – 8/12/2018 – Foto Antonio C.)

Il pubblico è tutto raccolto intorno a noi, l’atmosfera è da Juke Joint della Lousiana.Ci avviciniamo alla fine, Kashmir, Stairway e poi il piombo Zeppelin. Da un po’ di tempo a questa parte siamo soliti legare Heartbreaker a Whole Lotta love, come facevano i LZ nel tour del 1973. Dopo lo stacchetto centrale di batteria, partiamo col riff di Whole Lotta Love e la gente diventa matta. Sorrido e scuoto la testa … mi faccio sempre mille scrupoli riguardo l’aspetto obliquo del nostro tributo, cerchiamo di presentare anche pezzi meno scontati, ma poi, alla fine, la gente vuole Whole Lotta Love. Ci rifacciamo più o meno alla versione del 1973, sezione funk e Theremin inclusi. Per la prima volta io e Pol mettiamo in scena lo scambio voce/chitarra di Boogie Chillum che mi pare venuto benino. Invece di buttarci su Boogie Mama viriamo su Goin’ Down, il brano di Don Nix inciso dal Jeff Beck Group nei primi anni settanta, suonato dal vivo anche dai LZ. Chissà se in sala c’è qualche amante del bootleg Three Days After (LA Forum 3/6/1973) che possa apprezzare davvero questa nostra piccola divagazione.

Communication B e Rock And Roll chiudono la serata. Qualcuno chiede il bis, e allora via con Thank You. Ci rifacciamo alla versione di Page e Plant, col lungo assolo di chitarra finale. E’ uno dei momenti che preferisco, finalmente mi posso lasciare andare, per una volta mi allontano dal seminato pageiano e lascio che Mr Tyrrell (per dirla con Saura e Tomay) salti fuori. Inserisco qualche frase di Jeff Beck e poi ci metto del mio. Chiudo col ricamo di People Get Ready ritornando a Jeff Beck. Sono così preso, o almeno mi sembra di esserlo, che trascino l’accordo finale verso i riflessi elettrici del feedback e della saturazione, sfrego il manico della Les Paul contro il Marshall e lancio nello spazio profondo il mio grido blues disperato.

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Torno in me, per fortuna Lele e Saura mi hanno assecondato con aplomb perfetto.

Scendo dal palco, saluto gli amici, abbraccio Antonio che adesso deve tornare fino a Milano e ringrazio le persone che sono venute a fare i complimenti. Iniziamo a smontare l’attrezzatura, ed è forse il momento meno simpatico delle nostre serate live. Sei lì ancora preso dalle vibrazioni del concerto, sudato e un po’ in bambola e devi metterti a fare il roadie. Che dire poi della gente che non si sposta e che se ne sta ammassata davanti alla porta d’ingresso a parlare e a bere? Tu sei lì che vai avanti e indietro con amplificatori, tastiere, chitarre, valige e loro non di degnano di spostarsi e anzi sembrano infastiditi dal tuo continuo passaggio.

Saluto Yurj e gli chiedo se tutto è andato bene: vuole fissare la prossima data (30 marzo 2019). Direi che – seppur indiretta – la risposta è chiara.

Sono le 2,30 le mattino. Le nere lowlands reggiane sono placide, la blues mobile veleggia a velocità di crociera verso Borgo Massenzio.

Lowlands crossing – foto Saura T.

Sono perso nel mio mood …

Lowlands crossing – foto Saura T.

lo stereo passa musica classica in modalità random … l’animo si distente …

Infilo il muso in garage alle 3 del mattino.

Late night with The Equinox – Il Livello – Gualtieri (RE) – 8/12/2018 –

Una doccia, un thè e via a letto. Leggo qualche pagina del libro Evenings With Led Zeppelin

e poi spengo la luce. Sono le 4. Tra me e me sussurro: “New York, goodnight”

 

4 Risposte to “Immacolata Blues (The Equinox al Livello – Gualtieri 8/12/2018)”

  1. lucatod 12/12/2018 a 14:31 #

    Suonare la musica dei LED ZEPPELIN “come loro la suonavano” deve dare una sensazione molto particolare, i pezzi mai identici tra una serata e l’altra e sempre sul l’orlo del baratro perché le loro improvvisazioni non erano quelle dei CREAM ma qualcos’altro. Bisogna avere una certa familiarità con i bootlegs del gruppo per capire cos’erano i LZ dal vivo.
    A proposito di WLL, avete mai pensato di facilitarvi la vita suonando l’arrangiamento eseguito la prima serata a Knebworth?

    PS: poi facci sapere com’è il libro….

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    • saurafumi 13/12/2018 a 07:36 #

      Facilitarci la vita? E perché? Semmai cerchiamo di complicarcela sempre di più… Sennò poi ci annoiamo… ;-)

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  2. Francesco 13/12/2018 a 12:54 #

    Ho appena sentito thank you. Complimenti bellissima…

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