Rain in may blues

25 Mag

Dopo aprile anche maggio si conferma piovoso, e meno male – dico io – visto l’inverno secco che abbiamo passato. Certo è che queste precipitazioni e nuvolosità sono in ritardo di un paio di mesi rendendo maggio poco confortevole. Persino io avrei voglia di un po’ di sole, di uscire finalmente dall’inverno, di stendermi ad asciugare dietro casa, tuttavia visto che il maltempo continua me lo tengo e non mi lamento.

Negli spostamenti tra e per il lavoro, viaggiando tra le campagne, sono costretto ogni tanto a fare percorsi alternativi. Già, Villa Spalletti di Saint Little Woman (San Donnino insomma) sarà il set di una nuova fiction ambientata dopo la seconda guerra mondiale…

https://www.ilrestodelcarlino.it/reggio-emilia/cosa%20fare/villa-spalletti-casalgrande-1.4513703

Quando torno alla Domus trovo il solito mondo bagnato ad aspettarmi.

Domus Saura on a rainy may – photo TT

Domus Saura on a rainy may – photo TT

Domus Saura on a rainy may – photo TT

Equilibristi alla Pietra

Domenica scorsa mi trovo a mangiare sotto alla Pietra di Bismantova, sull’appennino. Pioggia, nuvole basse, freddo e umidità … non una gran giornata per stare all’aria aperta.

Da diversi anni la Pietra è ostaggio degli arrampicatori, quasi impossibile trovare un parcheggio. Orde di giovani vestiti come alpinisti versione grunge, che parcheggiano alla dick of the dog, che percorrono sentieri e pareti e che bivaccano in tenda nel bosco. Oggi ci sono anche gli equilibristi che camminano su cavi tirati tra due estremità della Pietra.

Hanno letteralmente la testa tra le nuvole e un gran coraggio. Visto il mio vertigo blues mi viene il mal di mare solo a guardarli.

Equilibristi alla Pietra di Bismantova – maggio 2019 – foto TT

Equilibristi alla Pietra di Bismantova – maggio 2019 – foto TT

Upper middle class blues

Esce un po’ di sole da un cielo nero che da settimane ricopre tutto, il mattino è tiepido, mi reco in centro a Stonecity per qualche commissione. Entro in filiale per un bancomat. Ci sono due donne che stanno facendo un prelievo ciascuna. Si conoscono. C’è un passeggino incustodito lasciato da qualcuno che evidentemente è entrato in banca e che ingombra un po’ il passaggio. Le due donne parlano di questo e di quanto sia scandaloso e che non si può andare avanti così. La più giovane avrà 35 anni, magra come uno stecco e piccola, ed esclama “ah guarda fosse per me, meglio che sto zitta, mio marito mi dice sempre di tacere altrimenti mi mettono in galera.”

Non usa il congiuntivo e questo la dice lunga sulla sua qualità intellettuale, sulla parola marito mette un carico d’enfasi, vuol far vedere che è sposata, che è una donna adulta, che fa parte del “giro”

Tutto questo per un passeggino che, sì è vero, avrebbe potuto essere parcheggiato con più accortezza, ma che bastava spingere un metro più là per fare il proprio prelievo al bancomat con comodità.

Sono ormai diciannove anni che lavoro a Stonecity, le conosco quel tipo di donne, quel tipo di borghesia che incontro poco dopo mentre rientro. Passo per la piazza principale, quella più caratteristica e bella. C’è il mercato e ci sono anche i banchetti della L**a e di F***a Italia, proprio davanti ad uno dei bar più frequentati dalla Stonecity bene. Signore tra i 40 e i 70 anni che fanno comunella, vestite in modo classico ma con capi in linea alle attuali tendenze, che cercano di dare un tono di un certo tipo alla propria voce ma che si esprimono con un linguaggio scialbo, piatto e semplicistico. Le frasi che raccolgo sono zeppe di luoghi comuni insopportabili.

Mi viene in mente una canzone dal primo album di Vasco Rossi:

“No! non è successo niente la vostra casa è là e nessuno ve la toccherà.”

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Donne che nella vita non hanno mai lavorato e che sono semplicemente spose o sono figlie di imprenditori locali che, con coraggio e spirito d’iniziativa, decenni fa hanno fondato le aziende del distretto in cui lavoro. Donne che se la tirano in maniera improponibile.

Sono quelle che in incontro nelle drogherie a due passi dall’ufficio prima dell’ora di pranzo e che al banco della gastronomia acquistano piatti già pronti solo da scaldare elencando ad alta voce i nomi dei propri famigliari a cui verranno associate le cibarie. “Allora, 5 fette di roastbeef per Ludovico, poi mi tagli un etto di prosciutto, ma sottile sottile e senza grasso altrimenti Giulia Sofia non lo mangia. Dammi anche un po’ di quella insalata di mare sperando che a Patrizio vada bene.”. Sono quelle che impiegano 5 minuti 5 per decidere che pane prendere, mentre la gente in coda dietro di loro si mette a giocare a tressette o a dormire.

Ogni volta dentro di me, in pieno mood Rocco Schiavone, esclamo “desdòt vac da mònzer e sèe mes ed Siberia e po’ et vedrèe cla’s cambia … diciotto vacche da mungere ogni mattina e sei mesi di Siberia e vedrai che cambia …”

Piene di sicumera, restano intrappolate nel loro mondo pensando di essere chissà chi.

Ho sempre pensato che in Italia manchi una borghesia illuminata e colta e che con una classe medio alta di questo livello non si va da nessuna parte.

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Torno verso l’ufficio afflitto da questi pensieri, percorro un viale alberato … poco distante demoliscono una palazzina. Recinzioni, ruspe e umarel che guardano il cantiere. Mi vengono in mente i Firm.

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Cat tales at the Domus

Maggio difficile per Palmiro. Un lunedì mattina ci alziamo e lo troviamo sotto al letto. Non vuole uscire. Dopo parecchi tentativi riesco a farlo uscire spostandolo con una scopa. Lo mettiamo sul divano da dove non si schioderà più fino a sera. E’ sofferente, lo si capisce. Andiamo al lavoro, ma chiediamo all’Adel, la nostra vicina  del cuore, di venirlo a controllare. Palmir non si muove, nemmeno per andare a far pipì.

Usciamo prima dal lavoro e alle 17 siamo dal veterinario. Ha la febbre 40,3 ed è disidratato. La veterinaria Esmeralda, facendo leva sulla vescica, lo fa urinare direttamente sul tavolo di metallo delle visite e decide di ricoverarlo due giorni. Con qualche flebo Mr Patato si riprende un po’, ma continua a non mangiare e a non bere.

La sera dopo andiamo a trovarlo. Esmeralda ci dice che non è riuscita a fargli l’esame del sangue perché Palmiro non era dell’idea. Me ne sorprendo perché so che Palmir è un gatto disponibile e paziente, ma passare due giorni al ricovero non fa evidentemente piacere a nessuno.

Quando ci vede si ravviva, si alza sulle zampe posteriori, mi cerca, vuole uscire e tornare a casa. Lasciarlo è una pena.

Black cat fever – Palmiro feeling bad blues – may 2019 – photo TT

La sera successiva lo riportiamo alla Domus. Ogni giorno comunque andiamo dal vet per le quotidiane iniezioni di antibiotici e di antinfiammatorio … Palmir è spossato.

Black cat fever – Palmiro feeling bad blues – may 2019 – photo TT

Riesco a farlo bere un po’ e a mangiare qualche crocchetta, poi torna su di me in cerca di sicurezza.

Black cat fever – Palmiro feeling bad blues – may 2019 – photo TT

Riusciamo a fargli l’esame del sangue, tutto ok, niente di particolare, ma il diavoletto nero della Tasmania non è ancora a posto. Si dovrebbe trattare di una forma virale. La sera è ancora più sentimentale del solito …

Black cat fever – Palmiro feeling bad blues – may 2019 – photo TT

Nei rari sprazzi di sole gli facciamo fare una sgambatina,

Black cat fever – Palmiro feeling bad blues – may 2019 – photo TT

venti minuti all’aria aperta prima di tornare sul divano.

Black cat fever – Palmiro feeling bad blues – may 2019 – photo TT

Impiega più di una settimana per riprendersi, sette giorni sette di febbre. Ma l’appetito torna e con esso le forze, il debole felino di una settimana prima torna ad essere la fiera pantera nera di Borgo Massenzio.

Palmir alla Domus – maggio 2019 – photo TT

Gli altri maschi della zona tornano a stare alla larga dai suoi possedimenti … watch out cats, the killer is back!

Palmir alla Domus – maggio 2019 – photo TT

PS: malgrado tutto questo scombussolamento la Stricchi non ha accusato nessuno scompenso, ha continuato tranquillamente a farsi gli affari suoi.

Stricchi alla Domus – maggio 2019- foto TT

PS: salta fuori da chissà dove una vecchia foto del 2006, mi rivedo insieme al mio adorato Fidèl. Quanto amore che torna nel petto.

Fidel e Tim, Nonatown 2006 – autoscatto

Adidas Blues

Consueto spazio dedicato all’auto-psicoterapia.

La mia passione per l’Adidas sta diventando una faccenda infernale. Passo le pause pranzo sul sito ufficiale sfogliando pagine di capi che potrei e vorrei prendere. Ho già scritto diverse volte qui sul blog che rimasi folgorato dalle three stripes nella prima metà degli anni settanta davanti ad una vetrina di Mutina e che da allora Adidas è il mio marchio di riferimento, ma ora sto esagerando.

So di avere dei vuoti esistenziali da riempire, ma a giudicare dal mio comportamento ossessivo-compulsivo più che vuoti sono voragini. Compro qualcosa, l’Adidas mi ringrazia e quindi dopo qualche giorno mi invia una email informandomi che se scrivo una recensione otterrò un 15% di sconto sul mio prossimo acquisto. La percentuale dello sconto mi frulla nel cervello sino a quando non faccio un nuovo ordine, a cui Adidas risponde con una email ringraziandomi e informandomi di nuovo che se scrivo una recensione otterrò un sconto etc etc …e così via in una spirale consumistica senza fine. Mi sto rovinando. Oramai ho Track Jacket di ogni colore! Un tempo avevo il carrello Amazon sempre pieno di cd, oggi è stato soppiantato da quello dell’Adidas. Ho dei grossi problemi.

Track Jacket Adidas blues- maggio 2019 – foto Saura T

Tony Hadley’s Melancholy Blues

Il cantante degli Spandau Ballet si fa una settimana in Italia e la chiama il seduta per la firma di copie tour. In pratica ristampa il disco solista pubblicato l’anno scorso in Uk (Talking To the Moon, album che raggiunge la Top 40 … dunque vendite molto basse), ci aggiunge una cover e lo ristampa. Si fa un giretto in italia e lo vende in sei centri commerciali. Fa tappa anche a Reggio Emilia. Mando la pollastrella in avanscoperta. Tony canta (sopra alle basi) tre pezzi (tra cui Gold degli SB) per 200/300 persone e poi si rende disponibile per il meet and greet, foto e autografi a patto che si compri il disco solista (18 euro).

Faccio due conti, mettiamo abbia venduto una media 200 dischi a tappa, fanno 1200 copie per un totale di 21600 euro, sufficienti per coprire la (ri)stampa dei cd e il viaggetto in Italia per lui ed eventuali collaboratori. Magari gli sono rimaste anche un paio di centinaio di sterline.

I centri commerciali stanno soppiantando i concerti live; non mi sorprendo quando vedo Nek presente in quei luoghi, ma rimango un po’ basito quando i nomi iniziano ad essere quelli di Francesco Renga (in virtù del suo passato nei Timoria) e di Tony Hadley appunto, il cui gruppo – gli Spandau Ballet – ricordiamolo, fu alfiere del movimento New Romantics, arrivando a vendere un totale di 25 milioni di dischi. Certo, sempre meglio che fare il magazziniere, ma …

 

Bloggin’ Away

Il blog ha più di otto anni; ogni tanto rifletto sulla costanza che me lo fa tenere aperto e attivo, quel fuoco sacro relativo allo scrivere che sento dentro e che brucia ancora. Certo, quando leggo i libri di Jack London e di Lev Tolstoj e mi confronto con la loro magnifica prosa, poi mi interrogo sulla opportunità di tenerlo in piedi.

Succede anche in questi giorni. Oltre ad affrontare (con immenso piacere) le 1100 pagine di Anna Karenina, sto preparando un recensione/riflessione su un vecchio bootleg dei Firm del dicembre 1984 e mi dico : ” Ma guardati, passi i sabato sera con in cuffia una registrazione audience di un gruppo che nessuno conosce, ne traduci le sensazioni con l’aiuto della tastiera, lo trasponi in inglese e poi lo pubblichi, ma non ti senti un nerd, uno sfigato, un povero nessi? Stai diventando come Sheldon Cooper e i suoi amichetti, solo che hai il doppio dei loro anni. A chi vuoi che interessi leggere dei Firm e di sciocchezzuole relative ai gatti?”

Allora mi faccio un selfie e rimango a fissarlo in cerca di una risposta. Tutto quel  che vedo nei miei connotati blues è Brian, mi commuovo e smetto di chiedermi se il blog abbia un senso o meno.

TT Maggio 2019 Domus Saurea – autoscatto

Father & Son (Tim & Brian dicembre 2014)

Sì perché poi ho due aiutanti, due esserini che vengono a farmi compagnia mentre scrivo, interagire con loro mi fa sentire meglio. Palmiro vorrebbe anche aiutarmi in modo concreto, nel senso senso che io potrei dettare e lui scrivere sulla tastiera ma con quelle sue zampine da felino è pressoché impossibile. Per scrivere una delle mie solite boutade ci abbiamo impiegato mezz’ora con scarsi risultati: I F’RM soço la p,ù gr!!de bhnd di ro^^ an§ roll.

With a little help from my friend Palmir – Domus Saurea may 2019 – Photo TT

Stricchi invece vorrebbe aiutarmi allungandomi le copertine dei bootleg, ma non riesce ad aprirle, la manualità felina è quella che è, non ha il pollice opponibile …

With a little help from my friend Strichetto – Domus Saurea may 2019 – Photo TT

così si arrende …

With a little help from my friend Strichetto – Domus Saurea may 2019 – Photo TT

e poco dopo si mette a fare un pisolo.

With a little help from my friend Strichetto – Domus Saurea may 2019 – Photo TT

Ma li ringrazio ugualmente, è anche grazie a loro che questo blog miserello è ancora in corsa.

Sul piatto della Domus Saurea

Spesso costretto ad ascoltare musica per lenire i miei blues, rispolvero vecchi bootleg in vinile

Led Zep Los Angeles 22 august 1971 – photo TT

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The Firm – Kongreßhalle, Frankfurt, Germany. December 3rd 1984 – photo TT

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seguo il richiamo di grandi slide guitar

Ry Cooder Box Set – foto TT

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torno agli album della mia giovinezza …

Paul Rodgers Cut Loose – foto TT

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RP Now And Zen – photo TT

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mi verso un bicchiere di blues bianco …

Fleetwood Mac – Boston box set – foto TT

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poi volo nel black dipinto di black …

Black Sabbath sul piatto della Domus- maggio 2019 – foto TT

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faccio un salto al Fillmore East …

Gli Allman sul piatto della Domus- maggio 2019 – foto TT

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invoco il mio padre putativo …

Robert Johnson – King Of Delta Blues – foto TT

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risalgo dal basso …

Stanley Clarke live 1976-77

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per poi finire nella mia comfort zone. Let there be blues.

I Free sul piatto della Domus- maggio 2019 – foto TT

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11 Risposte to “Rain in may blues”

  1. timtirelli 25/05/2019 a 08:17 #

    Grazie Mike. E in bocca al lupo. Sono momenti complicati, lo sappiamo.

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  2. lucatod 25/05/2019 a 11:00 #

    Non si può chiudere un blog che pubblica un post come questo. Devo dire che i sentimenti riguardanti un certo tipo di umanità sono gli stessi che smuovono l’animo quando mi trovo a fare spese o altro. Se si scava più a fondo magari si scopre che sono…. pure peggio!

    Mi fa piacere sapere che Palmiro sia tornato in forze e capisco benissimo l’angoscia nel vedere i nostri pelosetti (parte integrante della famiglia) stare poco bene.

    E comunque i FIRM sono una delle più grandi band degli anni ’80.

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  3. tom 25/05/2019 a 14:12 #

    Inter F.C…. Free…Blues…Les Paul…Gatti….Pianura Padana….Dirigibili….”gobbi outlaw”…etc….it’s only rock & blog, but we like it….hats off!!!

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  4. Giacobazzi 25/05/2019 a 15:58 #

    Il blog merita.
    Non facciamo scherzi eh…

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  5. Tiziano il V° cavaliere dell'apocalisse 26/05/2019 a 14:04 #

    …l’altra sera gli amici mi hanno invitato ad andare con loro in un locale -birreria dalle mie parti, il Galium, dove avrebbero suonato i “White Summer Led Zeppelin tribute. Locale grande , molto confusionario: al tavolo faccio fatica a seguire i nostri discorsi. Poi attacca il gruppo ( mai sentito prima) con “Good times…), ottimi, il chitarrista è completo anche di Danelectro e doppio manico (Gibson). Alla terza, “Dazed…”, ci stà la sezione archetto violino, bellissima, c’è anche su yot tube. La filmo anch’io col cell. Troppo forte, E qui viene il bello. Vicino al palchetto ci stà un gruppetto di ragazze , molto carine e ben vestite. Sono insieme con uno stempiato e col barbone da imam come credo sia di moda. Si alzano schifate e se ne vanno fuori dal locale a chiaccherare. Il cantante che ha una voce proprio alla Plant aveva notato la scena e a fine song se ne è risentito. Chissà, probabilmente se invece ci fossero stati , che so, i vari fedess, sferaebasta, rovazzi ecc chissà , sarebbero state più contente…hanno quello che si meritano, sono i tempi …

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  6. baccio 28/05/2019 a 11:21 #

    Favoloso il live in Boston dei Fleetwood Mac (ho i CD con il guerriero Maya sulla cover).
    Tim non Ti azzardare a chiudere il blog che altrimenti vengo a Sassuolo e Ti scrivo Forza Juve sulla scrivania!

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    • timtirelli 28/05/2019 a 11:48 #

      Ah ah ah. Baccio ♥♥♥

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    • Giacobazzi 30/05/2019 a 01:34 #

      Non ho i Fleetwod Mac, ma ho avuto il live 1976-77 di Stanley Clarke, rivenduto quella volta che ho eliminato la maggior parte dei miei dischi (aveva preso il sopravvento la mia personalità Ittod)

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      • timtirelli 30/05/2019 a 08:04 #

        La tua personalità ITTOD … ah ah ah .. che blues …😁

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