CALMA MANOLO, CALMA! (Islas Baleares Blues)

13 Ott

Quando cambi lavoro a ridosso dell’estate dai per scontato che per l’anno in questione salterai le vacanze, e quando poi ti comunicano a fine settembre che se vuoi puoi farti una settimanina rimani un po’ spiazzato. Avverti subito la pollastrella che, in due e due quattro, riesce ad organizzare in un quarto d’ora, durante la pausa pranzo, una vacanzina fuori dall’Italia. In men che non si dica infatti prenota aereo, parking e albergo per una località della Baleari, Magaluf, vicino a Palma di Maiorca. La prima cosa che ti viene in mente è che a Palma di Maiorca Brian, tuo padre, avrebbe voluto portarci tutta la famiglia, dunque la cosa ti fa piacere, ma è tutto così improvviso che non ti aspetti granché, non sai nemmeno che tempo farà a Maiorca tra fine settembre e inizio ottobre. Avendo prenotato all’ultimo ci si deve adattare: volo per Palma alle 6,25 da Orio al Serio (Bergamo), il che significa alzarsi alle 1,30 di un giovedì mattina. La sera prima c’è Inter- Lazio (vittoria dei ragazzi), non puoi perderla. A letto alle 23, ma alla mezza sei ancora sveglio, non riesci ad addormentarti. Chiudi gli occhi e suona la sveglia. Blues a balùs! Alle 2 in macchina, alle 4 al Ciao Parking di Orio Al Serio. In fila al check in a malapena ti reggi in piedi. Sali sull’aereo e crolli, senti appena il decollo, ti svegli durante l’atterraggio…

Baleari blues – sett/ott 2019- foto TT

L’aeroporto di Palma è assai organizzato, arriviamo al ritiro bagagli che le nostre valige sono già sul rullo. Usciamo fuori, fa caldo sebbene siano appena le 8,30. Cerchiamo l’autobus che porta a Magaluf. Chiediamo informazioni e quindi ci incamminiamo verso la pensilina preposta. Arriva l’autobus. Prima di aprire le porte l’autista controlla e pulisce i sedili. Scende, gli vado incontro e gli dico “Magaluf”, mi guarda e mi dice una cosa tipo “Calma, Manolo, calma”, intendendo che per prime vanno caricate le valige di chi scenderà per ultimo, poi per penultimo e così via. L’autista è una comica, canta e scherza… mi diverte molto il fatto che mi abbia chiamato Manolo, quello sarà il nome con cui mi presenterò a turisti del nord ed est europa che mi scambiano per un ispanico (“Please to meet you, my name is Manolo Ramon Guevara De La Serna”). In autobus rifletto su quello che devo aspettarmi da Magaluf, enclave britannica dove la movida si dice sia fuori controllo, zona franca per sesso, alcol e droghe.

Scendiamo alla fermata di Magaluf, per arrivare all’hotel dobbiamo scarpinare non poco. Poi colazione, sistemazione e subito in spiaggia. Con piacere noto che tra l’hotel e il mare non c’è nemmeno una strada, solo una promenade piena di ristorantini, e con altrettanto piacere vedo che ci sono molte spiagge libere e che gli spazi serviti sono gestiti dal comune, chi prima arriva sceglie il posto che preferisce, paga 13,5 euro al custode della spiaggia (che rilascia una ricevuta per due lettini e un ombrellone). Gli spazi tra gli ombrelloni sono larghi e il mare sembra un incanto. Ottima impressione.

Baleari blues – sett/ott 2019- foto TT

La prima sera esploriamo i dintorni, un paio di selfie da innamorati sulla spiaggia e quindi a letto.

Baleari blues – sett/ott 2019- foto TT

Baleari blues – sett/ott 2019- foto TT

Fare colazione di prima mattina davanti ad un panorama come quello è rilassante, sento le tossine del blues lasciare il mio corpo.

Baleari blues – sett/ott 2019- foto TT

Baleari blues – sett/ott 2019- foto TT

In spiaggia mi ritrovo meditabondo dinnanzi al riflesso argenteo del sole sull’acqua. Leggo, sonnecchio, ascolto la Mahavishnu Orchestra…

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Baleari blues – sett/ott 2019- foto TT

Arriva la sera in cui decidiamo di andare a Palma. 45 minuti di autobus durante i quali seguo sul cellulino l’andamento della partita dell’Inter con la Sampdoria scambiando messaggi con Mario, mio pard nerazzurro e amico di lunga data. Visita di rito davanti all’imponente cattedrale, passeggiata tra le stradine del centro storico, pizza sulla Rambla principale e quindi ritorno su un autobus snodato. L’autista è sgrauso, indisponente con i passeggeri rompicoglioni, spericolato durante tutto il tragitto e ossessionato dall’aria condizionata che tiene sui 20 gradi centigradi, quando fuori ce ne sono 28. Ci sembra di essere a Yakutsk in Siberia.

Palma de Mallorca – cattedrale Baleari blues – sett/ott 2019- foto TT

Palma de Mallorca – cattedrale Baleari blues – sett/ott 2019- foto TT

L’indomani, dopo un’altra splendida mattina in spiaggia e bagno in un’acqua cristallina, pranzetto su un ristorantino sulla spiaggia. L’Ibizza è una meraviglia, una casetta tra il verde di palme e pini marittimi a cinque metri dalla spiaggia. Per la prima volta in vita mia penso che – avendo le possibilità – mi piacerebbe trasferirmi in un posto e in una casetta così. Lasciare la mia Emilia mi costerebbe, certo, ma sono in fase acuta di innamoramento… Mallorca te amo.

Ibizza Restaurant- Magaluf -Baleari blues – sett/ott 2019- foto TT

Ibizza Restaurant- Magaluf -Baleari blues – sett/ott 2019- foto TT

Ibizza Restaurant- Magaluf -Baleari blues – sett/ott 2019- foto TT

Scopro una baracchina vicino al nostro hotel e alla nostra spiaggia che prepara cocktail a prezzi accessibili, dopo ogni pranzo mi concedo qualcosa, oggi è il turno di una Pina Colada che contribuisce a soffiare lontano i miei blues.

Pina Colada blows the blues away – Magaluf -Baleari blues – sett/ott 2019- foto TT

La sera ci concediamo giretti romantici nella vicina Palmanova o nei dintorni di Magaluf. Cerchiamo di evitare l’isolato della perdizione, come lo chiamiamo noi, pieno di locali lap dance, night club, pub. Non c’è tantissima gente, ma è chiaro che a luglio ed agosto Magaluf deve essere improponibile per chi non si vuole rovinare di alcol e di altre sostanze. I resoconti di giovani britannici che dalle stanze degli alberghi si lanciano nelle piscine (ogni tanto lasciandoci la pelle) sono parecchi, così come quelli di ragazze disinibite che per un giro di birre offrono fellatio a chiunque. Molti i pub dove trasmettono partite della Premier League o di rugby. Sembra di essere in Britannia e mi accorgo una volta di più che la lingua inglese sganciata dalla musica rock non è altro che una sequenza di suoni gutturali tutt’altro che piacevoli. Che differenza con il respiro melodico dell’italiano e dello spagnolo!

Magaluf – Baleari blues – sett/ott 2019- foto TT

Il Pub Mulligan’s è pieno di inglesi in chiara (in bibita insomma) che in coro si esibiscono al karaoke su una versione remix dance di Don’t Stop Believin’ dei Journey. Sembrano i nuovi barbari.

Magaluf – Baleari blues – sett/ott 2019- foto TT

Non ci sono solo inglesi, parecchi vengono dall’est, in molti sembrano russi, sono freddi come la Siberia, nessuna empatia e hanno facce da galera. Si è sempre detto che sono gli italiani a farsi riconoscere quando sono all’estero… non ne sono più tanto sicuro.

Ci spingiamo sino ai Magaluf City Limits, la pollastrella ha scoperto una pista da Go-Kart e non vuol perdere l’occasione di far vedere le sue doti di pilota agli stranieri. Purtroppo per lei (e fortuna per me) il kartodromo chiude alle 20, così la speed queen deve rinunciare a sfogare il suo istinto killer per la velocità.

Magaluf racetrack – Baleari blues – sett/ott 2019- foto TT

Mi guardo intorno e osservo i grandi alberghi delle vicinanze, alveari pieni di turisti…

Magaluf – Baleari blues – sett/ott 2019- foto TT

Nel tornare in hotel mi rendo conto che ho sempre i Led Zeppelin in testa…

Zeppelin on my mind – Baleari blues – sett/ott 2019- foto TT

Zeppelin on my mind – Baleari blues – sett/ott 2019- foto TT

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Altre stupende giornata passate in spiaggia, in acqua e in pace con me stesso. Mallorca stempera le mie paturnie, le vele bianche all’orizzonte sono un balsamo per il mio animo tormentato, così come un piatto di cozze, una Corona gelata e un ottimo mojito dopo pasto.

Magaluf – Baleari blues – sett/ott 2019- foto TT

Mojito always win over the blues – Magaluf – Baleari blues – sett/ott 2019- foto TT

Il cibo a Magaluf però non è un granché, i ristorantini propongono menù tutti uguali, dove la carne è un imperativo categorico. Non è sempre facile trovare un posto dove anche la pollastrella (vegetariana) possa pranzare dignitosamente e anche io che sono carnivoro (però attento all’etica alimentare) non amo questa cucina fatta di hamburger, hot dog, carne grigliata, pizze cotte col forno elettrico e non-specialità gastronomiche simili. Ovviamente anche l’alcol la fa da padrone. Ai tavoli vedo padre, madre e due figlie sui vent’anni (tutti sovrappeso) mangiare patate fritte, carne e  pasteggiare con cocktail alcolici.

Nel ristorantino Boatyard, gestito da inglesi, mentre mi bevo una Corona ghiacciata sul retro menù leggo che “se durante il weekend ordini e bevi 20 birre hai una maglietta in omaggio e se arrivi a 40 il tuo nome verrà inciso sul muro dei bevitori”, capisco che Magaluf sia un posto particolare, ma questi sono pazzi!

Baleari blues – sett/ott 2019- foto TT

Baleari blues – sett/ott 2019- foto TT

Magaluf – Baleari blues – sett/ott 2019- foto TT

Faccio il parallelo con i gruppi inglesi in tour in America negli anni settanta, che quando si trovavano in California o in Texas nei giorni liberi oltrepassavano il confine con il Messico dove pensavano tutto fosse permesso (e puntualmente finivano in galera, come successo più volte a Mick Ralphs ad esempio).

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Ogni tanto la sera ci avventuriamo così sino ai limiti di Palmanova ed è così che troviamo un ristorante italiano dove finalmente possiamo cenare come si conviene.

Palmanova – Baleari blues – sett/ott 2019- foto TT

Palmanova – Baleari blues – sett/ott 2019- foto TT

C’è da dire che Mallorca sembra Reggaeton-free, niente musica latino americana commerciale, e questo è un gran sollievo. Certo, ogni tanto si sentono inezie musicali, ma è anche vero che dai locali arrivano anche Black Dog dei Led Zeppelin, Music di John Miles e (udite udite) Can’t You See della Marshall Tucker Band, mica male… colonna sonora ideale per le nostre passeggiate al chiaro di luna.

Moonlught In Magaluf- Baleari blues – sett/ott 2019- foto TT

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I sei giorni di mare terminano, martedì primo ottobre restiamo in spiaggia fino a tardi e salutiamo con un po’ di rammarico questa nostra love beach (ogni riferimento agli ELP è espressamente voluto) certi che prima o poi alle Baleari torneremo.

Magaluf – Baleari blues – sett/ott 2019- foto TT

Magaluf – Baleari blues – sett/ott 2019- foto TT

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Martedì 2 ottobre sveglia alle 5, alle 5,45 siamo sul taxi che ci porta all’aeroporto; mentre usciamo dal cortile dell’Hotel notiamo due inglesi rovinati dall’alcol: uno è sdraiato sul marciapiede in stato di incoscienza con una bottiglia di birra ancora in mano, l’altro barcolla vistosamente, ha un ghigno da beota dipinto sulla faccia, urla qualcosa all’autista del taxi, il quale gli mostra il dito medio. Ripeto, questi sono pazzi.

Colazione all’aeroporto, check in, imbarco.

Magaluf – Baleari blues – sett/ott 2019- foto TT

Dalla cresta bionda della pollastrella osservo l’aeromobile Ryan Air che ci riporterà a casa.

Magaluf – Baleari blues – sett/ott 2019- foto TT

Atterriamo a Bergamo, ripenso al maestro Beppe Riva.

Raccolta bagagli, breve tragitto al Ciao Parking, poi macchina, autostrada e di nuovo in Emilia.

A casa, si disfano le valige, ci si fa una doccia, si fanno lavatrici e si cerca di ritrovare un appiglio grazie ai dischi a noi cari. Domani si torna al lavoro, c’è un po’ di tristezza nel cuore, la vacanza è stata bellissima forse anche perché non credevo di poter fare ferie e non avevo grandi aspettative, ma Mallorca mi ha stregato. Domani si riparte col solito blues, ma non mi importa, sono stato a Palma di Maiorca, Brian sarebbe fiero di me.

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2 Risposte to “CALMA MANOLO, CALMA! (Islas Baleares Blues)”

  1. lucatod 14/10/2019 a 15:11 #

    Welcome Back , My Friend! Il potere terapeutico del viaggio, una manciata di giorni lontani dal solito tran tran possono fare la differenza. Questa estate ho preso armi e bagagli per un paio di giorni in giro immerso nella Sardegna orientale, verso Cala Goloritzè.
    Zero movida, parecchi asinelli, caprette , tori .. tenuti rigorosamente liberi e protetti. Poco alcol, come te, sono passato alla Corona , forse perché più leggera rispetto alla solita Heineken.
    La colonna sonora scelta per l’occasione mi pare appropriata, ma assieme al classico ITTOD e Love Beach ci infilerei anche CSN del ’77.

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  2. Francesco 16/10/2019 a 00:03 #

    Quanti nomi c’erano incisi sul muro dei bevitori? (e quante lapidi battenti la bandiera di sua maestà nel locale cimitero? )

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