Iunius blues

7 Giu

Sento che mi sto trasformando ma non so ancora in cosa; in uno scarafaggio, in un uomo nuovo, in una versione aggiornata dell’uomo di blues italicus? In attesa di scoprirlo medito sulle tre alternative che mi sorgono nella maruga: versarmi liquido dal balcone, andare a dissolvermi in cometa o fare due passi sino ai campi di grano ormai dorati? Scelgo la terza opzione. Sono le 7 di domenica mattina, mi infilo gli stivali di gomma nera Dunlop e mentre lo faccio mi torna in mente il Dark Lord a Chicago nell’aprile del 1977 in divisa da Sturmtruppen.

Led Zep Chicago april 1977

Stivali do gomma alla Domus – autoscatto

Respiro l’aria fresca del mattino emiliano che aleggia su questa campagna proletaria, su questi antichissimi appezzamenti di terra, su questa contea che diede i natali a tutti i miei antenati e ripenso alle parole della donna con cui vivo …  giocavo a fare l’uomo di blues on the run con il bisogno apparentemente impellente di andarsene quando lei se ne usciva con un “ma dove vuoi andare, tu hai bisogno di radici forti senza le quali saresti perduto, vaghi sempre avanti e indietro nel tempo, in verità più indietro che avanti …”. Ha ragione, ma chi credo di essere? Non sono Robert Leroy Johnson, non sono nemmeno il Mick Ralphs di Movin’ On,

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dunque non mi resta altro che allontanarmi un poco senza mai perdere di vista la Domus Saurea, l’isola a cui approdai 11 anni fa.

Osservo i campi di grano dunque, con in lontananza l’acquedotto e il campanile di Borgo Massenzio

Sunday morning stroll thru’ the countryside – campi di grano – photo TT

e quindi me ne torno alla Domus Saurea, questa piccola e derelitta casetta che, almeno per me, conserva sempre un delizioso spirito blues che, a fine giornata, con la luce aranciata del tardo pomeriggio, a volte riesce a lenire le paturnie che mi consumano l’animo.

Giugno alla Domus Saurea – foto TT

Giugno alla Domus Saurea – foto TT

Giugno alla Domus Saurea – foto TT

America is burning

La solita gratuita violenza dei poliziotti americani ha scatenato un’ondata di proteste e di marce a favore della popolazione nera, da sempre vessata in quelle terre (se non solo, purtroppo). Pare che la misura sia colma, chissà magari è la volta buona, un cambiamento radicale sarebbe davvero necessario. Certo che fino a che sul ponte di comando siede un personaggio improponibile come l’attuale presidente I see it grey, la vedo grigia.

Serie TV

Segnalo alcune serie TV che ritengo valga la pena guardare:

THE FRANKENSTEIN CHRONICLES Season1

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GODLESS

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VIS A VIS – Locked Up

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INTO THE NIGHT

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Film alla TV

Riguardare certi film è un lenitivo per l’inquietudine che spesso mi assale, se poi Minnie viene a mostrarmi il suo affetto le cose migliorano istantaneamente.

Tim & Minnie 2020 – Foto Saura T.

Tim & Minnie 2020 – Foto Saura T.

Parto con Crossroads (Mississippi Adventure) di Gualtiero Collina (Walter Hill insomma), filmetto anni ottanta che avrebbe potuto essere stratosferico per gli uomini di blues come noi fosse stato concepito senza la patina stucchevole e la superficialità del decennio in cui fu prodotto. Resta tuttavia un film basilare per la comunità di questo blog. Robert Johnson, Willie Brown, Ry Cooder, Steve Vai …

Guardando “Crossroads – Mississippi Adveture” – foto TT

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Rivedere Ombre Rosse di John Ford mi fa tornare in mente le sere d’estate dei fine anni sessanta/inizio anni settanta passati con mia madre a vedere vecchi film di cui lei era una grande appassionata.

Guardando vecchi film western alla TV – Domus saurea 2020 – foto TT

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Apocalypse Now (redux) di Francis Ford Coppola è uno di quei lungometraggi che mi appartengono e che rivedo sempre con tutta la passione che posso. Nella parte finale riscopro un particolare che avevo dimenticato: di effetti sonori creati con un una chitarra elettrica suonata con l’archetto di violino.

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Paris, Texas di Wim Wenders, con la slide di Ry Cooder che ti pianta la corona di spine sulla’animo, è una esperienza sempre totalizzante. Quando lo vidi da ragazzo, nel 1984, non ebbi modo di coglierne tutte le sfumature e gli aspetti sebbene mi rimase attaccato alla pelle, solo nelle visioni successive riuscii a cogliere la drammatica forza amorosa in esso contenuto. E poi quegli scenari, quelle terre desolate, quegli orizzonti e quei colori che ritrovo in album a me carissimi quali Desolation Angels e Rough Diamonds dei Bad Company e nella discografia anni settanta dei Little Feat. Un film talmente denso che ogni volta che mi ci metto rischio la pelle.

Bad Company Desolation Angels

Bad Company Desolation Angels

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The Dirt è il biopic dei Motley Crue, non lo avevo ancora visto, devo dire che mi ha divertito parecchio.

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Freestate di Gary Ross è tratto da una storia vera ed è una gran bel film.

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The Vast Of The Night / L’Immensità Della Notte di Andrew Patterson è un film del 2019 ambientato in New Mexico negli anni ’50, ed è meraviglioso.

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Torna Mr No

In Italia il mondo dei fumetti cambiò nel 1975 quando apparirono Mr No di Guido Nolitta (Segio Bonelli) e Lo Sconosciuto di Magnus; fino ad allora i protagonisti degli albi – se escludiamo quelli del filone nero – erano eroi senza macchia e senza paura che lottavano per le giuste cause e con profili psicologici lineari, ma con l’avvento di questi due titoli – a cui si aggiunse Ken Parker nel 1977 – i personaggi iniziarono a vestire i panni del cosiddetto antieroe, a mostrare anche i lati più oscuri dell’essere umano, a mostrare un indole diversa, quella che porta ad andare controcorrente e dunque a scartare di lato, lasciare i sentieri del pensiero mainstream e avventurarsi nelle piste poco battute.

Ho vissuto l’avvento di Mr No in diretta; da sempre appassionato di fumetti, non persi l’occasione di seguire questo nuovo eroe anticonformista che presto divenne – insieme a Ken Parker – il mio fumetto preferito. La serie finì nel 2006 ma, con mia grande sorpresa è ripresa nel luglio del 2019. Dopo quasi un anno posso dire che il ritorno di Jerry Drake, Mr No appunto, è uno di quelli da non perdere. La storia che si sviluppa attraverso questa prima dozzina di album regge benissimo e, sebbene contenga gli ingredienti classici del fumetto in questione con in sottofondo l’eterna città di Manaus, in questi nuovi episodi vi è rinchiusa una freschezza davvero sorprendente. Ben tornato Mr No, amico mio.

Mr No new collection – photo TT

Guardarsi allo specchio al tempo del Covid

Guardarsi allo specchio al tempo del Covid19 non è salutare, rischi di incontrare uomini di una incerta età a te sconosciuti, uomini che portano sul viso i segni del tempo e che nascondono blues feroci sotto i capelli cresciuti troppo nei mesi di clausura forzata. Paura, raccapriccio, terrore …

Long haired Tim – autoscatto

Regium Lepidi’s Socialism reflections

In quest’era in cui le sicurezze sembrano non esister più, in cui una buona parte della popolazione sembra non avere i mezzi per restare lontana dai peggiori sentimenti della pancia alimentati da certi sgherri (di ambo i sessi) che professano malsane pulsazioni politiche in TV e nelle piazze, è piacevole trovare qui, nella Regium Lepidi county, riflessi di un passato su cui splendeva il Sol dell’Avvenire.

Gatti blues alla Domus

La vita con i gatti della Domus continua, così come continua la scoperta delle varie sfaccettature delle interazioni tra gatti e umani. Minnie, la gattina che si è accasata qualche mese fa qui da noi, ormai una delle figure di rilievo della famiglia. Credo sia innamorata di me, non mi molla un attimo, appena mi vede si sdraia per terra per reclamare la sua razione oraria di carezze, oppure mi offre il muso affinché possa strusciarlo contro il mio. Ormai facciamo tutto insieme, ascoltiamo dischi, guardiamo video delle ASMR artist a noi preferite, vagabondiamo per le campagne. La sera, quando mi metto a letto, mi salta sul petto, se ne sta un po’ lì a fare le fusa e poi si sdraia sulle ginocchia per permettermi di leggere. Quando spengo la luce lei capisce che è ora di dormire, viene verso di me, si sdraia su un fianco e zampa nella mano, muso contro muso ci addormentiamo felici. Mo che gatta che mi è capitata!

Minnie 2020 – foto TT

Palmiro invece si è fatto più indipendente. E’ vero, la sera sul divano ritorna il gattone sentimentale di un tempo, ma ora che è un gatto molto adulto, reclama la sua autonomia, non ha più tempo e voglia di stare a pitugnare con i suoi umani, dalle 6 del mattino alle 20 di sera deve star fuori a pattugliare i suoi territori, controllare i confini e far fuori quante più talpe possibili.

Palmiro – Giugno alla Domus Saurea – foto TT

She drives me crazy / La donna che faceva i puzzle in soffitta

Quella con cui vivo ama molto i Led Zeppelin. Lo so, ma a volte ancora mi sorprendo.

In tempo di Corovanirus poi, nei tre mesi in cui eravamo bloccati in casa, una lei doveva trovare qualcosa da fare con le mani e con l’intelletto, quindi ecco arrivare il buraccione puzzle. La sera, dopo cena, per lunghe ore si rintanava in soffitta a unire i suoi puzzle. Dapprima quelli da tremila pezzi, poi quelli da 4000 e infine quelli da seimila. Il tavolo non è abbastanza grande? Nema problema: ecco che la marangona che è in lei le fa aggiungere due listelli di legno in modo che il tavolo possa contenere i seimila (seimila, per dio!) pezzetti da assemblare. Una volta fatti i puzzle vengono smontati e riposti nelle scatole. Meno male, quel che resta dell’uomo dal bon ton stilistico che è in me non avrebbe retto nel vedere appesi alle pareti quelle immagini kitsch.

Queen of puzzles – Domus Saurea 2020 – foto TT

Queen of puzzles – Domus Saurea 2020 – foto TT

Queen of puzzles – Domus Saurea 2020 – foto TT

Queen of puzzles – Domus Saurea 2020 – foto TT

Queen of puzzles – Domus Saurea 2020 – foto TT

Queen of puzzles – Domus Saurea 2020 – foto TT

LED ZEPPELIN 2007

Ho guardato lo streaming su youtube di qualche sera fa della reunion del 2007 e, con mia grande sorpresa, devo dire che mi è piaciuto parecchio. Nell’ottobre del 2012, quando andai a vedere la premiere al cinema insieme agli Illuminati del Blues, la delusione fu parecchia, qui le mie impressioni di allora ..

https://timtirelli.com/2012/10/19/led-zeppelin-celebration-day-il-film-ttt/

ma rivederlo dopo quasi otto anni devo dire che mi ha fatto bene. Oh, contino a pensare che Page si sarebbe dovuto presentare più pronto, più tecnicamente all’altezza e più fluido, ma tutto sommato oggi riesco a guardarlo senza soffrire troppo. Gli altri tre mi sono sembrati bravissimi, in special modo John Paul Jones.

L’aspetto divertente è stato guardarlo insieme ai ragazzi, ognuno da casa propria ma in contatto tramite whatsapp, ci è bastato poco per prendere fuoco e volare – come spesso facciamo – sopra le righe. Che ridere ragazzi:

Pike: “mi tengono in vita due cose: i Led Zeppelin e il 20 giugno” (data del prossimo sinodo ndtim)

Tim: “lo sto guardando sullo schermo della tele con l’impianto 5+1 … meglio davvero di quanto ricordassi”

Pike: “Va visto 8.000 volte come TSRTS”

Tim: “E alla fine è meglio di TRSTS!”

Pike: “Io sono in solaio con due casse”

Tim:“miglior film di tutti i tempi”

Pike: “Jimmy è chiaramente quello che si è divertito di più”

Tim: “Jones è bravissimo”

Biccio: “Confermo”

Picca: “Ci mette molto di suo, il che è coraggioso”

Tim: “il 20 giugno lo riguardiamo tutto”

Pike: “In piedi”

Tim: “miglior versione di Kashmir mai fatta dai LZ  e non sto scherzando”

Lollo: “per me insieme a In My Time Of Dying e For Your Life miglior pezzo della serata”.

Biccio: “Jones fenomenale”

Tim: “Ho i brividi, la pedaliera di Jones è sublime.”

Pike : “Jason si merita un symbol tutto suo”

Liso: “Jason n.1”

Pike (il giorno dopo): “sto guardando la conferenza stampa di Celebration day, che blues, … miglior conferenza stampa di tutti i tempi”.

Mi sa che tra non molto me lo riguarderò.

TDL Londra O2 arena dicembre 2007

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Sul piatto della Domus

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LZ NY 11/06/1977

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Giugno è dunque di nuovo arrivato, le pesche si fanno mature e voluttuose e il solstizio d’estate è alle porte; malgrado il tempo ancora incerto presto il grano verrà raccolto e allora ci inerpicheremo verso una nuova estate bianca. Speriamo di godercela e che il Dark Lord continui a proteggerci.

The Dark Lord

13 Risposte to “Iunius blues”

  1. lucatod 07/06/2020 a 15:48 #

    Nonostante il cinema, la musica e le sue sconfinate aree abbiano una certo fascino io gli usa e gli americani proprio non li capisco. Ovviamente mi riferisco alla fetta orgogliosamente wasp. Un patriottismo esagerato, la forte inclinazione alle armi e alla violenza, la religione, razzisti verso il resto del mondo quando dovrebbero sfoggiare il loro essere multietnico. Questa è gente che vota un pazzo e lo lascia governare senza pensare alle conseguenze. Non bisogna mai generalizzare ma questa è l’immagine che spesso danno di loro e non mi piace per niente.

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  2. lucatod 07/06/2020 a 16:18 #

    Io quando indosso gli stivali di gomma penso sempre al darklord durante l’intervista con Roy Harper del 1984, oppure durante le prove ai Manticore nel ’77. Recentemente poi ho visto una nuova foto di Page tutto vestito di nero con tanto di stivaloni, più signore delle tenebre di così! Non ha nemmeno bisogno di suonare..
    Per quanto riguarda Celebration Day, sono d’accordo sui migliori pezzi ma Kashmir la preferisco da Knebworth. Quei tre hanno fatto davvero un gran bel concerto, Page si sarà anche divertito ma non regge con i suoi colleghi (che in alcune occasioni si scambiano anche alcuni sorrisini alle sue spalle)anche se poi è sempre il più interessante. Peccato la regia, brutta.

    Buona pare dei film che hai citato li ho rivisti pure io (più alcuni film di Carpenter). Stavo per acquistare la nuova versione di Apocalypse Now – The Final Cut poi ho lasciato perdere tanto va a finire che riguardo sempre quella del 1979. In genere lo accompagno sempre al documentario Hearts of Darkness-Viaggio all’inferno che guardo qualche giorno prima.

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    • timtirelli 07/06/2020 a 19:18 #

      Per quanto riguarda gli stivali, Luca, hai ragione, ma se ci penso bene il primo Page con gli stivali che mi torna in mente è quello del videoclip RADIOACTIVE dei FIRM.

      Gli statunitensi sono un popolo strano, ho un rapporto molto conflittuale con loro, ma forse qualcosa sta cambiando, perlomeno nella parte di paese lontana dai buzzurri del suprematismo bianco, umani alle prese con il degrado evolutivo.

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  3. andrea 07/06/2020 a 18:34 #

    Dai non scherziamo…….Celebration day è imbarazzante specialmente i primi tre quarti del concerto.
    Page inascoltabile come Plant sia tecnicamente che come performance.
    Si salvano Jones e Bonham.
    Peccato,le aspettative per la riunione erano alte e anche io speravo di risentire i suoni che mi hanno emozionato nei loro album.
    Dal primo all’ultimo.

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  4. Francesco 08/06/2020 a 19:42 #

    Che coincidenza. anche io in questi giorni ho ascoltato la versione live di Sirius dei APP.
    Astronomy live per me è un classico, una vera cavalcata sonora. Ma quanto sono sottovalutati i BOC?
    Per gli amanti dei BOC consiglio la sigla della serie tv tratta dal romanzo di Stephen King “L’ombra dello scorpione” uscito negli anni novanta, sono 4 puntate, si trova facilmente su you tube, e devo dire che l’abbinamento musica immagini mi sembra veramente azzeccato (attenzione la sigla comincia intorno al minuto 4 del primo episodio).
    Sugli Zeppelin: in questi giorni sto facendo un trattamento intensivo di companion disc. Anche applicazioni ripetute più volte al giorno (Coda ed il III su tutti). “Since I’ve Been Loving you” in versione alternativa ogni sera al tramonto. E’ grave?

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  5. bodhran 09/06/2020 a 18:32 #

    Concordo con il giudizio su Kashmir, un suono così quel pezzo dal vivo non l’aveva mai avuto.
    E spendo due righe anche per ribadire la bellezza di Paris Texas, quella meravigliosa colonna sonora ha accompagnato un anno buono della mia giovinezza.

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  6. Pino Palladino 10/06/2020 a 19:19 #

    Da adolescente l’immagine di JP versione Sturmstruppen mi impressionava moltissimo!

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  7. mikebravo 13/06/2020 a 15:55 #

    Ricordo che nel 2007 non partecipai alla lotteria dei biglietti per la reunion.
    Forse avevo la testa altrove….
    Ho scoperto da meno di un mese che
    iommi e dio fecero allora un disco come
    Heaven & hell.
    Oggi lo sto ascoltando per la prima volta.
    Chissa’ dove avevo la testa nel 2007 ?

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  8. mikebravo 13/06/2020 a 16:09 #

    Scusate, the devil you know e’ del 2009…ma dove ho la testa ?

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    • Francesco 16/06/2020 a 17:39 #

      Anche io mi ero iscritto
      L’aveva organizzata il sito di Repubblica se ben ricordo.
      Non so tu, ma io non ho vinto.
      Però ricordo che durante la notte del concerto mi sono svegliato ed ho consultato il televideo. C’era la notizia che il concerto era andato bene. Vorrei averne la certezza ma questo quello che ricordo.

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  9. lucatod 17/06/2020 a 11:09 #

    Anche se per comodità le foto scattate a Page a Chicago nel 77 vengono chiamate stormtrooper non credo affatto che porti tale divisa. Anzi non porta nessuna divisa. Oltre al berretto indossa un paio di pantaloni da aviatore e stivaloni (un abbinamento già utilizzato in altre occasioni e con diversi colori) una t-shirt e le bretelle. Lo stesso look di uno dei suoi film preferiti (e di PG a detta di una sua amica) ovvero Il portiere di notte di Liliana Cavani. A parte la t-shirt , la protagonista Charlotte Rampling è vestita allo stesso identico modo.

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  10. mikebravo 17/06/2020 a 18:28 #

    Ho letto che il cappello é quello dei piloti della nave graf zeppelin.
    I pantaloni cosi’ larghi in alto li portavano anche le ss.
    Charlotte Rampling ha dei pantaloni diversi.
    Le bretelle donano a tutti e due.

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  11. lucatod 17/06/2020 a 19:29 #

    E Page non porta i guanti :)
    Diciamo che entrambi utilizzano alcuni elementi più per estetica che altro. E sono immagini rimaste delle icone. Il capello con le tibie incrociate è quello delle ss. Chissà magari era pure originale. Alcuni studiosi di Crowley sono stati affascinati da certe simbologie. un certo the Thin White Duke ad esempio.
    Da notare che nella versione deluxe di Presence la fotografia interna che lo ritrae con questo look è corretta, priva di aquila e compagnia bella.

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