Melancholia Autumnalis

12 Ott

Autunno, stagione ben presente su questo blog, quando i colori delle viti e delle foglie s’infiammano, quando la luce del sole arriva in quelle basse e cariche cromie che sembrano falsate dai filtri di certe applicazioni, quando lo stato d’animo inizia a predisporsi per la stagione fredda che verrà. Lo viviamo come il mese della melancolia a dispetto del nome, che infatti deriva dal latino autumnus (o anche auctumnus), ed è formato da auctus (participio di augere: ‘aumentare, arricchire’) e dalla desinenza mnos (dal greco μένος: desinenza propria dei participi medi e passivi), a significare la stagione ricca di frutta che segue l’estate e aumenta la ricchezza dei contadini, proprio come ci spiega il grande Stefano Massini:

https://video.repubblica.it/rubriche/parole-in-corso/stefano-massini-parole-in-corso-perche-autunno-e-la-stagione-piu-ricca/366004/3665

L’autunno alla Domus Saurea passa più o meno sempre uguale, con i gatti che si godono le ultime sgambate nelle belle giornate d’ottobre, le vigne che  succhiano gli ultimi raggi di sole prima del letargo invernale e gli uomini di blues che sospirano cercando di lenire la consapevolezza della casualità della vita.

Stricchetto (alias Stricchi / Streaky) la reginetta. Domus Saurea ottobre 2020 - foto TT

Stricchetto (alias Stricchi / Streaky) la reginetta. Domus Saurea ottobre 2020 – foto TT

Palmiro – Domus Saurea ottobre 2020 – foto TT

Minnie – Domus Saurea ottobre 2020 – foto TT

Già le viti, questo rapporto carnale che ho con esse, non le posseggo eppure avendole tutt’intorno le se sento mie, le circumnavigo, le tocco, ne osservo le tirelle (e anche qui, naturalmente, visto il mio cognome, qualche spiegazione ancestrale dovrà pur esserci esserci), le foglie rossastre e gialle …

Vigne dietro alla Domus Saurea – ottobre 2020 – foto TT

purtroppo ormai sono quasi tutte coltivate a favore delle macchine vendemmiatrici (che lasciano le piante sfinite, ferite, imbruttite), ma ancora qui intorno, lungo la stradina stretta e tortuosa, vi sono vigne tradizionali che resistono, vigne dalle grandi arcate, maestose e magnifiche, vigne che sanno d’Emilia, vigne simili a quelle che aveva mio nonno Ettore Tirelli.

Vigne a Borgo Massenzio – ottobre 2020 – foto TT

Vigne nei dintorni della Domus Saurea – photo TT

Vigne nei dintorni della Domus Saurea – photo TT

E’ così che arriva una altro avtunno, con la v al posto della prima u, come si pronunciava qui in Emilia tra i contadini di una volta, come d’altra parte faceva anche il vecchio Brian.

E oggi è davvero autunno: vento, calo delle temperature, freddo, voglia di rimanere in casa a sorseggiare thè verde e guardare dalla finestra la melancolia autunnale che avvolge il mondo.

SUGHI D’UVA

Per diversi anni ho chiesto a Saura “Ma quando impari a fare i sughi d’uva? Sei una brava cuoca, sei figlia della Lucia, ti verrebbero buonissimi!”, oggi ha finalmente esaudito il mio desiderio. Per un uomo di blues legato al passato come sono, i sughi d’uva sono un’ode alla mia fanciullezza, dopo il periodo della vendemmia mia nonna li preparava e per me erano una leccornìa.

Nuntio vobis gaudium magnum quindi, la pollastrella si è decisa e ora mi prepara dei sughi d’va da leccarsi i baffi. Io vado alla cantina a comprare soquanti (dialettale per alcuni) litri di mosto di uva ancellotta, l’uva tipica di questi esatti territori

L’Ancellota è un vitigno che produce uva rossa, prevalentemente diffuso in Emilia-Romagna ma anche nel basso Trentino, in Val d’Adige, Toscana e nell’Oltrepò Pavese. La zona dove è maggiormente presente è sicuramente la provincia di Reggio-Emilia. Le uve prodotte dal vitigno Ancellotta sono utilizzate per miscelare diverse qualità vini regionali e anche alcuni vini in purezza. Il nome Ancellotta viene attribuito alla famiglia modenese dei Lancellotti infatti il vitigno è anche detto Lancellotta, o Ancellotta di Massenzatico originario della località di provenienza https://www.winepoint.it/blog/vitigno-ancellotta

e lei con buona lena e pazienza mi prepara uno dei miei cibi preferiti.

sughi d’uva

⌈L’autunno, un po’ in tutta Italia è la stagione – tra le altre bontà – del vino.
Una delle prelibatezze autunnali da assaggiare in quel dell’Emilia è sicuramente il sugo d’uva.
Si tratta di una specie di budino ottenuto dal mosto dell’uva appena pigiata.
Si prepara proprio in questi giorni, quando l’uva che darà vita al Lambrusco viene portata nelle cantine sociali.
C’è chi prepara i sughi anche con il mosto del vino bianco ma la bontà e la bellezza del colore di quello fatto con l’uva per il vino rosso è insuperabile. https://www.viedelgusto.it/ricetta-sugo-uva-emilia-romagna/

Saura prepara i sughi d’uva – ottobre 2020 – foto TT

Saura prepara i sughi d’uva – ottobre 2020 – foto TT

Saura prepara i sughi d’uva – ottobre 2020 – foto TT

Che donna, ragazzi, che donna.

FILM

Pinocchio (2019 I-F-GB) di Matteo Garrone  TTTTT

L’inizio è letteralmente un incanto, Benigni magnifico, come del resto tutti gli altri attori. Film splendido.

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Le Cose Che Verranno (L’avenir) (2016 F-D) di Mia Hansen-Løve – TTTT

Ho una passione per Isabelle Huppert così di solito non mi faccio scappare i film dove lei è protagonista. Storia di vita comune, delicata e onesta.

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La Grande Scommessa (The Big Short) (2015 USA) di Adam McKay – TTT½

Dal libro di Michael Lewis Il grande scoperto (The Big Short: Inside the Doomsday Machine) un film incentrato sulla grande crisi finanziaria del 2008, uno dei grandi crimini americani. Il finale usa When The Levee Breaks dei Led Zeppelin.

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Le Strade Del Male (The Devil All The Time) – (2020 USA) di Antonio Campos – TTTT

Pellicola tratta dal romanzo omonimo del 2011 di Donald Ray Pollock. Bel thriller psicologico che cavalca i temi del maligno, della religione e del potere che questi temi possono avere sulla mente umana, in questo caso nelle piccole cittadine rurali americane. Le sciocche superstizioni contenute nella bibbia generano i fanatismi descritti bene in questo film.

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Banat – Il viaggio (2015 Italia, Romania, Bulgaria, Macedonia) di Adriano Valerio  – TTTT

Trama apparentemente semplice, storia è obliqua, di quelle che piacciono a noi. Il film è denso di blues, in senso lato naturalmente.

⌈Ivo, agronomo di Brindisi e con nessuna opportunità lavorativa, accetta di trasferirsi nel Banat, regione della Romania, dove è stato appena assunto dagli agricoltori del luogo. Qui verrà raggiunto da Clara, restauratrice di barche, conosciuta appena prima di lasciare l’Italia. I due intraprenderanno un viaggio alla riscoperta di se stessi che li porterà a scoprire nuovi orizzonti.⌋

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Iris (2016 Francia) di Jalil Lespert – TTTT

Tratto dal thriller giapponese Chaos (2000 – Hideo Nakata)

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SERIE TV

Away (2020 USA-CND – Netflix) – TTT

Fantascienza, viaggi sulla Luna e quindi su Marte, tutto coincide con i miei gusti, eppure nulla più della sufficienza per quanto mi riguarda, serie troppo lenta che indugia su noiose beghe familiari dei protagonisti e piena di quella retorica americana che davvero non si riesce più a reggere. Vi risparmio il modo in cui sono tratteggiati gli astronauti cinesi, russi e inglesi che fanno parte della squadra comandata da Hilary Swank: Emma Green.

Nella colonna sonora: Elvis (Blue Xmas), Joni Mitchell (River), Grateful Dead (Ship Of Fools).

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Ratched (2020 USA – Netflix) – TTTT

Serie basata sul romanzo Qualcuno Volò Sul Nido Del Cuculo di Ken Kesey. Tra drama e horror.

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Oktoberfest – Birra e Sangue (2020 Germania – Netflix) – TTTTT

Nella parte introduttiva compare la dicitura “basata su fatti reali”, ma non è dato sapere se sia vero o no. Quel che si sa è che gli organizzatori dell’ Oktoberfest si sono molto infuriati per la rappresentazione data, dunque magari un po’ di verità sotto c’è. Ad ogni modo è una serie molto cruda che svela il cinismo e la violenza di personaggi disposti a tutti pur di controllare o raggiungere il potere all’interno di quel mondo. L’ambientazione è Monaco di Baviera inizi novecento. Una serie da maschi direi (la pollastrella ad esempio dopo poco ha smesso di seguirla, e sappiamo che la pollastrella con cui vivo non è esattamente una gnocca fritta, come siamo soliti dire qui a Regium Lepidi), io ho guardato i sei episodi con molto gusto.

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BACK TO MY ROOTS

Giovedì mattina d’ottobre, decido di fare un salto a Nonatown, il mio paesello natale. Ci dividono circa 45 minuti di macchina, non tantissimi ma nemmeno pochi, ma quando possibile li affronto sempre volentieri, un tuffo nella cittadina in cui sono nato e vissuto per 48 anni (e tra l’altro dove risulto  ancora residente) mi riempie sempre l’animo di gioia. In verità le mie radici sarebbero altrove, come scritto più volte tutta la mia stirpe (genitori compresi) viene dalla contea di Regium Lepidi, ma essendo appunto nato a Nonatown (nella vecchia stazione dei treni) sento con essa un legame speciale.

Colazione al bar Oste Della Malora e poi passeggiata in solitaria: la vecchia via del macello che in pratica lambisce i luoghi dove un tempo sorgevano le mura …

Nonatown – via del Macello – ottobre 2020 – foto TT

la Rocca (detta anche Torre dei Bolognesi), una delle due antiche torri del paese

Nonatown – La Rocca / Torre dei Bolognesi – ottobre 2020 foto TT

il centro …

Nonatown – ottobre 2020 foto TT

e l’immancabile abbazia, sui cui due leoni all’ingresso avrò giocato mille volte da bambino.

Nonatown – Abbazia – ottobre 2020 foto TT

Respiro l’aria frizzante di questa bella mattina d’ottobre, mi spingo fino al mercato che si tiene ogni giovedì, c’è molta gente ma tutti hanno la mascherina e cercano di non stare troppo vicini. The Emilian way!

Poi in giro sotto ai portici, mi fermo in un vecchio negozio di tessuti e affini, la proprietaria non mi vede da decenni.

Chiedo informazioni circa un plaid, la signora dandomi del lei mi serve con la risolutezza emiliana.

“Mi riconosce signora? Eravamo vicini di casa …” le chiedo abbassandomi la mascherina.

“No … ma, aspetta bene …” cerca di associare un nome a tratti somatici che devono apparirle in qualche modo famigliari

“Sono Stefano Tirelli, il figlio della Mara.”

Per qualche momento ancora resta incerta, deve collegare fatti e persone di moltissimo tempo addietro, e poi finalmente tutto le torna in mente.

“E mo veh, certo che ti riconosco. Che peccato è appena andata via mia figlia, le avrebbe fatto tanto piacere vederti …”

Ci aggiorniamo a proposito degli sviluppi delle nostre vite, pago il plaid acquistato e la saluto. Mentre esco le do un’ultima occhiata, a 85 anni è ancora lì che manda avanti il negozio. Che tempra!

Salgo in macchina e torno verso il posto in cui vivo.

Squilla il cellulino, il vivavoce della blues mobile rimanda la voce di mia zia, è un po’ che non ci sentiamo e vuole sentire se va tutto bene. La zia ha solo 11 anni più di me, la vidi la prima volta che avevo 9/10 anni e lei 20 o poco più, ma a 9 anni una di 20 ti sempre appartenere al mondo degli adulti e quindi, benché quasi coetanei, lei è la adulta e io il cinno (il bambino, il ragazzino).

Infatti  termina la telefonata con “Va bene, allora ci vediamo presto, ciao nānō!

Quel nānō! mi fa sorridere, qui da noi è usato come vezzeggiativo per i più piccoli, intesi come bimbetti, giovinetti, per i figli e via dicendo. Viene anche usato nell’emiliano colloquiale tra amici (in modo scherzoso) o tra sconosciuti in frasi di rimprovero (a uno che ti urta mentre cammini, puoi dire – se sei girato male – “Veh nànō, sta piò atènti” (Ehi ciccio, stai più attento).

La parola deriva dal latino nanus, che a sua volta proviene dal greco νάνος, col significato di “piccolo nel suo genere” e dunque può avere un significato diverso da quello standard che ha oggi.

Si differenzia infatti dal termine nano dagli accenti e dalla lunghezza delle vocali. La a è infatti più corta e la sulla o vi è un accenno di accento che comunque accento non è. Non sapendo come scriverlo ho aggiunto un macron; mi perdonino eventuali lettori che siano eminenze dell’Accademia Della Crusca.

La zia dunque mi chiama così anche se sono ormai un uomo di una (in)certa età e se poco prima che mi chiamasse stessi ascoltando Fair Warning dei Van Halen e Right Off di Miles Davis con John McLaughlin, roba da cuori forti, mica mammolette.

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Riattraverso la mia fetta d’Emilia nel pigro sole d’ottobre, le fabbriche lasciano il posto alle campagne, le tangenziali alle stradine basse, Mclaughlin incornicia il tutto con la sua versione di Goodbye Porky Hat

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Due giorni dopo, sabato mattina, mi reco a Mutina per un matinèe con i ragazzi. Appuntamento in Piazza Matteotti (sì, i posti in cui ci ritroviamo hanno spesso chiari significati) con il Pike Boy, Liso e Lollo. Parcheggio al Parco Novi Sad (6 euro per 3 ore), arrivo al posto convenuto, Liso è al telefono, mentre aspetto gli altri due osservo la Ghirlandina che si erge tra gli antichi palazzi del centro.

Modena ottobre 2020 – foto TT

In piazza XX settembre vado sempre volentieri, essendo quello che sono, festeggio quella data sempre con gioia.

“Intorno alle 9 del mattino del 20 settembre 1870 l’artiglieria dell’esercito italiano guidata dal generale Raffaele Cadorna aprì una breccia larga trenta metri nelle mura di Roma a pochi passi da Porta Pia, dopo un cannoneggiamento di quattro ore. Un battaglione di fanteria e uno di bersaglieri entrarono nella città. Alle 10:35  lo Stato Pontificio dichiarò la propria resa e sventolò bandiere bianche dalla cupola di San Pietro e dalle mura di Castel Sant’Angelo. La data della presa di Roma, uno degli ultimi capitoli del Risorgimento, venne celebrata rinominando in molte città italiane una via centrale in via XX settembre; fu anche proclamata festa nazionale, prima di essere abolita nel 1929 dai Patti Lateranensi stipulati tra l’Italia fascista e la Santa Sede”. (https://www.ilpost.it/2018/09/20/20-settembre-xx-settembre-1870/

Fare colazione con gli amici intorno ad un tavolino nel bel mezzo della piazza, col sole tiepido che riscalda il cuore, è sempre bello. Croissant e cappuccino, le infinite discussioni sulla musica Rock, sul “chi siamo, da dove veniamo, dove stiamo andando”. Sosta obbligatoria da Dischinpiazza, due chiacchiere con Robby il titolare, Lollo acquista l’ultimo album dei Blue Öyster Cult. Ci spostiamo poi da Feltrinelli dove Liso mi fa notare che fino a qualche giorno fa di copie dell’ultimo romanzo del grande Greg Iles (https://timtirelli.com/2020/09/27/greg-iles-cemetery-road-2020-harpercollins-ttttt/ ) di cui abbiamo parlato poco fa sul blog, il negozio ne aveva parecchie. Fa piacere notare che non sono l’unico a seguire e comprare un autore che tanto amo. Lollo e Liso, condizionati dalle mie lodi sperticate, finiscono per prenderne una copia ciascuno. Il mio status di influencer si eleva di un’altra spanna.

Greg Iles alla Libreria Feltrinelli Modena – ottobre 2020 – foto TT

Saliamo al piano superiore, dove il reparto musica (audio e libri) è in via di ristrutturazione. Quattro chiacchiere con l’addetto, a cui facciamo notare che la musichetta (!) jazz in sottofondo è di una noia mortale. Per quanto ami Feltrinelli, è dura constatare che i luoghi comuni sono duri a morire, che quella musichetta è roba da supermarket e non da negozio che si suppone specializzato e che strizza l’occhio ai radical chic. Se proprio volete andare di Jazz mettete Charles Mingus, i Return To Forever o Ron Carter per dio, non ‘sta brodaglia insipida e senza corpo.

E’ ormai la mezza, saluto Liso e Lollo, Pike mi accompagna fino alla macchina. Bello tornare in quella che considero la mia città, Mutina in certi tiepidi sabati mattina d’ottobre è proprio una meraviglia.

Finire sul libro ufficiale dei Bad Company

Mi arriva la copia del libro sui (Free e) Bad Company, operazione sponsorizzata dal gruppo basata sui ricordi di musicisti, addetti discografici, fan. Hanno incluso anche qualcosa di mio, tratto da ciò che scrissi qui sul blog 4 anni fa https://timtirelli.com/2016/11/07/the-glasgow-affair-bad-company-live-at-the-hydro-25-oct-2016/

Ovviamente è stato modificato (i rilievi meno positivi sono stati tagliati), e nella nuova versione mi pare sia diventata una cosetta un poco misera, ma va bene ugualmente, dopotutto sono finito sul libro dei Bad Company.

Timie’s crying

Non ho ancora elaborato la scomparsa di Edward Van Halen, l’ho sempre in mente, lo ascolto di continuo e mi manca davvero tanto. Abbiamo perso un musicista straordinario e un chitarrista sublime, e io ho perduto una figura con cui sono letteralmente cresciuto, cosa questa che mi rende l’umore crepuscolare. Che peccato, che perdita, che senso di vuoto.

Edward Van Halen

Edward Van Halen

Edward Van Halen

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Outro

Secondo il calendario rivoluzionario francese (1792) i mois d’automne (mesi d’autunno) erano Vendemmiaio,  Brumaio (da bruma) e Frimaio (da freddo, a volte asciutto, a volte umido, che si fa sentire da novembre a dicembre), definizioni che mi piacciono un sacco e che mi paiono davvero poetiche (Ah, le lingue romanze che meraviglia). Definizioni che dipingono perfettamente il periodo e i colori dell’animo dell’uomo di blues durante questa stagione. Accendiamo quindi le stufe, arrostiamo le castagne, bolliamo le patate dolci, prepariamo i sughi d’uva, mettiamo una coperta in più sul letto, ascoltiamo (buona) musica (magari con due dita di Southern Comfort in un bicchiere) e prepariamoci ai venti del nord. Come avrebbe detto il vecchio Brian: mille uomini!

4 Risposte to “Melancholia Autumnalis”

  1. Annie 12/10/2020 a 17:15 #

    Bella descrizione dell’autunno emiliano! Mi è sempre piaciuta questa stagione qui in Emilia, con i suoi colori e le prime nebbie. Molto blues.
    Dal punto di vista musicale mi sono immersa nell’ascolto di “Tales from Topographic Oceans” degli Yes. Devo dire che evoca delle atmosfere molto rilassanti. Non lo ascoltavo da parecchio tempo. Ricordo che sei o sette anni fa portai al liceo il vinile come fonte di ispirazione per un progetto di arte e i miei compagni di classe mi guardarono perplessi!

    P.S. Bellissimi gatti!

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    • timtirelli 12/10/2020 a 21:57 #

      Cara Annie, la nostra Emilia ha indubbiamente il suo fascino, magari lo capiamo solo noi ma certe sfumature sono pennellate d’artista. “Tales from Topographic Oceans”eh?! Sei scomodissima, lasciatelo dire. Brava.

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  2. lucatod 12/10/2020 a 21:47 #

    Post letto ora vicino al camino con uno dei miei gatti che mi sta conficcando le unghiette nei fianchi mentre se la dorme di brutto. Questo senso di malinconia lo sento molto più forte in questo periodo dell’anno , probabilmente è quella sensazione che il tempo sta scorrendo in fretta e i bilanci sono quelli che sono. Meglio non pensarci.
    Buona parte dei film che hai postato li ho visti con piacere e ti confesso che pure io ho un debole per Isabelle Huppert . Non so se lo hai visto ma consiglio il film a episodi “il condominio dei cuori infranti”(vero titolo Asphalte) nella quale lei inerpreta il ruolo di un attice mezzo fallita che cerca la ribalta. L’ho apprezzata molto nella parte di Ella nel western “I Cancelli del cielo” , il film maledetto di Micheal Cimino del 1980.
    Pinocchio invece l’ho trovato freddino anche se Garrone è un regista che non delude mai (L’imbalsamatore , Reality o Dogman). Le strade del male mi pare un film costruito a tavolino , anche se tratto da un romanzo, però l’atmosfera è ottima e il film scorre benissimo.
    Complimenti per l’articolo inserito sul libro dei Bad Company, meritatissimo. Mi piacerebbe vedere qualche tuo scritto pubblicato su un bel libro.

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    • timtirelli 12/10/2020 a 21:59 #

      Luc, condividiamo anche l’amore per Isabelle Huppert, siamo proprio fratelli, non c’è che dire.
      Anche a me piacerebbe vedere qualche mio scritto pubblicato su un bel libro, ma temo sia ormai tardi … forse avrei dovuto darmi più da fare in questo campo e impegnarmi meno con le canzonette…

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