Quello che un tempo lontano fu il mio chitarrista preferito (fino a che non arrivò il Dark Lord) pubblica, con l’omonima band, il 26esimo album da studio. Per un come me, che ha smesso di seguirlo davvero nel 1978, non aspettarsi granché è d’obbligo, la svolta commerciale del 1999 (con Supernatural, 15 milioni di copie vendute negli USA) non mi ha mai preso e gli album seguenti non sono mai stati all’altezza del bel tempo che fu, il che è ovvio, la vena creativa dura al massimo 10 anni e oggi siamo già a 40 anni oltre il limite. Tuttavia con l’avanzare dell’età si diventa più sentimentali, e così l’amore per il chitarrista col dolcevita bianco e con la splendida Yamaha al collo del 1976 , tanto per dire, si fa di nuovo sentire.
Ghost of Future Pull/New Light funge da intro, misticanza e trascendenza mentre Santana Celebration è uno strumentale che ci trascina nel mondo dei Santana più classici. Rumbalero senza scadere troppo si rifà alle cose degli ultimi decenni.
Joy ci dà di reggae e sembra di sentire Amy Winehouse, Move torna a battere le strade dell’easy listening odierno, con quei cantati insopportabili e quella aria da commedia latinoamericana da due soldi.
La versione di Whiter Shade Of Pale (Feat. Steve Winwood) dei Procol Harum poteva tranquillamente essere evitata, pur cercando un arrangiamento contemporaneo, non decolla, nemmeno con Winwood. Break (Feat. Ally Brooke) vuole riportare il gruppo al centro della musica popolare moderna, ma quel che riesce a fare è allontanare i vecchi fan come me. Simile a certe noiose ballate pop velate di jazz di Sting.
She’s Fire è inascoltabile, i Santana che cercano di fare il verso alla musica di melma di questi anni non si possono sentire. Peace Power (Feat. Corey Glover) porta un venticello Rock che ritempra, America For Sale (Feat. Kirk Hammett & Marc Osegueda) cerca di fare lo stesso, ma questo alternarsi di generi confonde. Ci sono dei gran chitarroni ma sembrano fini a se stessi.
Breathing Underwater ricaccia il Rock all’angolo e la musichetta pop un po’ astratta torna alla ribalta. E via di nuovo sull’ottovolante con Mother Yes, tentativo di tornare agli origini.
Song For Cindy è piacevole, uno strumentale dove la chitarra di Carlos ci rimanda in posti famigliari, in Angel Choir/All Together (Feat. Chick Corea & Gayle Moran Corea) viene scomodato addirittura Chick Corea, e meno male, il livello della musica migliora notevolmente. Ghost Of Future Pull II è un brano breve ma degno dei Santana, nulla di che, nemmeno un paio di minuti a mo’ di outro, ma con un sapore musicale buono.
I primi e gli ultimi tre brani salvano il disco, il resto è superfluo e inutile.
Carlos alla chitarra è sempre un portento, alla sua età sono pochi che ancora suonano così, il materiale però è troppo debole, non essendoci un minimo di continuità e coerenza poi l’ascoltatore non può che rimanere con un bel po’ di punti interrogativi in mano.
Tracklist:
01. Ghost of Future Pull/New Light
02. Santana Celebration
03. Rumbalero
04. Joy
05. Move
06. Whiter Shade Of Pale (Feat. Steve Winwood)
07. Break (Feat. Ally Brooke)
08. She’s Fire
09. Peace Power (Feat. Corey Glover)
10. America For Sale (Feat. Kirk Hammett & Marc Osegueda)
11. Breathing Underwater
12. Mother Yes
13. Song For Cindy
14. Angel Choir/All Together (Feat. Chick Corea & Gayle Moran Corea)
15. Ghost Of Future Pull II
Total time: 56:51
Al di là del contenuto , mi chiedo quale sia la spinta che porta questi nomi scolpiti sulla pietra a pubblicare album negli anni venti del XXI secolo. Esigenze artistiche? Contrattuali? Fisiologiche? Sicuramente non commerciali dato che le vendite sono praticamente nulle (salvo alcuni pochissimi brand). Basti pensare a Stevie Nicks che si rifiuta di registrare un nuovo album con i Fleetwood Mac perché non li compra più nessuno (e a questo proposito la sua biografia scritta da S. Davis è piuttosto interessante). Quello era il cosiddetto rock aziendale da milioni di copie vendute , non voglio immaginare le uscite da solisti e di seconda fascia. A pagarne il prezzo è anche la grafica delle copertine sempre più scadente quando di questi tempi dovrebbe essere alla portata di tutti. Detto questo , una nuova uscita è sempre un piccolo segnale positivo , certo rivedendo i numeri , qualcosa ancora si muove.
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Ah ah, è vero, le copertine delle uscite recenti sono quasi tutte inguardabili, spesso anche quelle dei mostri sacri
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