Quando sono fuori con gli amici e si parla di musica Rock talvolta me ne esco con lodi agli UFO, e immancabilmente il Pike boy si mette a ridere, e io rido con lui. Questo perché agli UFO in parte, ripeto in parte, si può rimproverare un certo atteggiamento da “rockpalast” e da centurioni, due termini che noi amici usiamo per descrivere quella propensione al rock un poco teutonico (e dunque quadrato) e grossolano. Eppure per gli UFO ho sempre posto nel mio cuore, da quando laggiù alla fine degli anni settanta acquistai Force It (1975), album che mi stregò. Benché fossi giovane e inesperto lo sentivo che gli UFO erano una band di seconda fascia (senza nessuna accezione negativa), che Parker e Way non erano certo Bonham e Jones, che la musicalità non era cosmica, ma quell’hard rock britannico ed europeo mi scompigliò l’anima. La voce di Phil Mogg, la solista di Schenker, il songwriting convincente illuminarono la mia adolescenza. Poi arrivò Paul Champman che si riunì al gruppo sostituendo Schenker e aiutando la band a fare uscire sino al 1983 alcuni ottimi dischi, quindi seguì la sbornia hair metal con Atomic Tommy alla chitarra per un paio di album e infine – prima della reunion con Schenker e il resto della storia – il disco con Laurence Archer alla chitarra e Clive Edwards alla batteria che la Cherry Records ha ripubblicato quest’anno, insieme al live Lights Out In Tokyo registrato con la stessa formazione dell’album ovvero Mogg, Way, Archer, Edwards al Club Città di Kawasaki, locale da 1.300 posti.
Laurence Archer (Grand Slam/Wild Horses/Lautrec) e Clive Edwards (Uli Jon Roth/Wild Horses/Bernie Marsden) negli anni che andarono dal 1991 al 1993 diedero la giusta scossa al gruppo, sebbene il disco non entrò in nessuna classifica può essere considerato una buon album di una storica hard rock band con un nuovo chitarrista dal tocco moderno (per quegli anni).

UFO – High Stakes & Dangerous Men/Lights Out in Tokyo (2022 Cherry Red Records)
High Stakes & Dangerous Men
L’intro di Borderline è molto carina, bluesy e adatta ai temi che affronta la voce di Mogg …
Daylight’s rising across the plains
This rig is streaking like a hellbound train
I smuggle whiskey, I smuggle gin
Where there’s a need well I just truck on in
I’m a gambling man, son of a gun
I’ll take the risks now baby I’ll make the run
Wanna get home now, back in the saddle
Ain’t gonna drive this kinda grade A cattle
ma poi arriva il rock duro a spazzare via ogni malinconia. Assolo che per quanto mi riguarda cozza un poco col sapore che a tratti questo brano ha.
Primed For Time rimane sul genere hard rock. In sottofondo le tastiere di Don Airey. Assolo di chitarra troppo esibito.
She’s The One è carina. Sapore anni ottanta e andamento melodico. Arrangiamento curato ma semplice. La sezione dell’assolo fa molto Whitesnake “1987”.
Ain’t Life Sweet sembra suggerita dagli Aerosmith post 1987, ma rimane un buon brano di hard rock stradaiolo leggermente bluesato. Gli assoli di Archer a questo punto iniziano a sembrare tutti uguali.
La prima parte di Don’t Want To Lose You è sciocchina, abitino anni ottanta in pratica indossato anche nelle parti più rock. Starò forse invecchiando ma preferisco queste cosine all’hard rock dozzinale. Qui è là mi ricorda la versione di Rod Stewart di Downtown Train (con accenti alla Springsteen e Mellencamp)
Burnin’ Fire pur essendo un brano di hard rock senza particolarità e dunque tipico di quegli anni, riesce comunque a farsi ascoltare, sarà perché a me gli Ufo e Phil Mogg piacciono molto.
Running Up The Highway segue lo stesso solco, di nuovo ci sento John Mellencamp (nel ritornello). L’assolo di chitarra – seppur proposto nella stessa formula – è articolato bene.
Certo che i titoli dei brani avrebbero potuto essere un pelo più originali, detto questo Back Door Man si appoggia su di un arpeggio godibile.
Le strofe di One Of Those Nights devono moltissimo ai Def Leppard, Hysteria in particolare. Mogg canta “Lifes a bitch and then you die” … come dargli torto.
Revolution non lascia traccia, mentre Love Deadly Love ha un buon avvio, arpeggio di chitarra e piano. Lo sviluppo di chitarra ricorda Lights Out degli stessi Ufo. Con Let The Good Times Roll abbiamo di nuovo un inizio bluesato tipico di quel periodo.
Lights Out in Tokyo
Running Up The Highway e Borderline sono proposte con la giusta convinzione, nel contesto live la solista moderna di Archer sembra meno aliena al gruppo
Too Hot Too Handle (contenuta in uno dei più bei dischi di Hard Rock britannico, Lights Out del 1977) riporta ad un passato brillantissimo. Il suono della batteria non mi fa impazzire, enfatico com’è, ma nel complesso tutto funziona. Bella la versione di She’s The One, prestazione più maschia.
Anche durante Cherry la carica della band è innegabile, qui l’assolo di chitarra c’entra davvero poco.
L’impressione che dal vivo i brani dell’album da studio si amalgamino meglio con la legacy del gruppo appare chiara, Back Door Man pare brano di maggior valore e One Of This Night perde buona parte del sapore Def Leppard.
L’ultima parte del concerto è ovviamente dedicata all’illustre passato di questa grande band britannica.
Love To Love è sempre un gran pezzo, certo, non è la formazione originale, qualche finezza manca, ma è una versione che funziona.
Only You Can Rock Me appare un pochino centurionica ma sono sfumature della mia maruga da cagacaxxo. Lights Out, la Achilles Last Stand degli UFO, sfreccia veloce. Archer è perfettamente all’altezza della situazione, tecnicamente prontissimo a gareggiare col ricordo di Schenker. Ecco io avrei evitato certo esibizionismo, ma ripeto sono visoni personali. Immancabilmente quando Phil canta “lights out lights out in Tokyo” il pubblico risponde calorosamente. Tutto sommato grande versione.
Doctor Doctor è probabilmente l’esempio più lampante del rock teutonico del gruppo. Andamento rock molto quadrato e geometrico. La nuova introduzione è intrigante, molto anni ottanta ormai alla deriva nei novanta, ma di un certo effetto. L’intermezzo al minuto 04:30 è banalotto.
Prima di Rock Bottom Archer si diletta in qualche svisata di tapping, la grinta con cui affronta il pezzo è notevole. Da ascoltare l’assolo, quattro minuti e oltre di cose anche interessanti. Il fraseggio doppiato dalle tastiere però sarebbe da evitare.
Shoot Shoot è un classico che ho sempre amato parecchio, non sono sicuro che l’approccio ritmico metal della chitarra funzioni. C’è un intermezzo col pianino e poi il brano torna a sfociare nell’hard rock che conosciamo.
C’mon Everybody è inascoltabile, almeno per me. Il rifacimento di brani rock and roll fatti dalle band pesanti sono solitamente un obbrobrio, perché sono dolori se non sai gestire la distorsione, inoltre devi avere moltissimo swing e non devi suonare assoli di chitarra metal, per dio!
Concludendo, tuttavia, una buona riedizione questa della Cherry Red Records. W gli UFO.
Tracklist:
CD 1
1 Borderline
2 Primed For Time
3 She’s The One
4 Ain’t Life Sweet
5 Don’t Want To Lose You
6 Burnin’ Fire
7 Running Up The Highway
8 Back Door Man
9 One Of Those Nights
10 Revolution
11 Love Deadly Love
12 Let The Good Times Roll
Phil Mogg – vocals
Laurence Archer – guitar, backing vocals
Pete Way – bass, vocals
Clive Edwards – drums
with:
Don Airey – keyboards
Terry Reid, Stevie Lange – backing vocals
CD 2
1 Running Up The Highway
2 Borderline
3 Too Hot To Handle
4 She’s The One
5 Cherry
6 Back Door Man
7 One Of Those Nights
8 Love To Love
9 Only You Can Rock Me
10 Lights Out
11 Doctor Doctor
12 Rock Bottom
13 Shoot Shoot
14 C’mon Everybody
Phil Mogg – vocals
Laurence Archer – guitar, backing vocals
Pete Way – bass, vocals
Clive Edwards – drums
with:
Jem Davis – keyboards
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Ne approfitto per fare gli auguri al grande Phil Mogg che ad inizio settembre ha avuto un infarto mentre era in tour.
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GLI UFO SUL BLOG:
UFO “Force It” (Deluxe Edition) (2021 Chrysalis Records) – TTTTT
UFO – Milano, Legend Club 1 nov 2015 – TTTT
Per quanto abbia molto apprezzato tanti loro brani storici, no list, la sezione ritmica Way-Parker era davvero troppo scolastica e ha impedito il salto di qualità. Gruppo da limbo. Troppo severo?
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Capisco Jackob, se non scatta qualcosa a pelle ma si diventa solo casual fan e fisiologico arrivare alla tua conclusione. A me dà da fare soprattutto il basso, davvero basic, ma a me è scattato l’amore e dunque riesco a passarci sopra…
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Collegamento à la Giacobazzi (faccio un po’ il Mike Bravo della situazione): UFO 78 di Wu Ming verrà recensito?
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Direi di no, ma non si può mai sapere 🙃 Mike Bravo❤
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