Cantante insuperabile e leader di due gruppi fondamentali per lo sviluppo del Rock degli anni 70, dopo periodi più o meno tormentati Paul Rodgers si sente “finalmente libero” e ritorna con la sua Bad Company.
di Tim Tirelli – (scritto nel 2002 – pubblicato in origine su CLASSIX).
Non è semplice di questi tempi capire cosa siano stati gli anni settanta, abituati come siamo a ricevere passivamente ciò che c’ impone il baraccone del business musicale.
Tutto è ormai ridotto ad una mera operazione marketing, dove gli artisti, fatte alcune eccezioni, sono loro malgrado costretti unicamente a seguire le indicazioni che vengono dall’alto.
I discografici cercano di vendere musica (con risultati scarsini) nella stessa maniera in cui venderebbero…che so…uno stock di calzini.
Non che gli anni 70 fossero immuni da certe cose, ma la libertà di potere contare sul valore della propria musica, fece sì che uscissero proposte musicali di massima qualità.
E’ in questo contesto che si pone Paul Rodgers, uno degli artisti di più alto lignaggio che la musica rock abbia prodotto.
FREE
Nel 1968 il british blues era ai massimi livelli e Londra, musicalmente parlando, era il centro del mondo. Proveniente dal Nord Est dell’Inghilterra il giovanissimo Paul Rodgers arriva nella capitale inglese con la ferma intenzione di diventare musicista. Dopo alcune peripezie entra in contatto con Paul Kossoff (chitarra), Simon Kirke (batteria) e Andy Fraser (basso) ed insieme a loro forma un gruppo.
“ERAVAMO CONCENTRATI UNICAMENTE SU CIO’ CHE FACEVAMO. NON MI IMPORTAVA DI MORIRE O DI VIVERE, L’UNICA COA CHE CONTAVA ERA LA BAND” (Paul Rodgers).
Fin dagli inizi è evidente che l’impasto delle quattro personalità è vincente e che il blues rock proposto dai Free, seppur ancora acerbo, è destinato ad avere un futuro.
Sotto l’ala protettrice di Alexis Korner, uno dei due padri fondatori del ‘Blues Revival” inglese, i Free incidono nel 1969 due dischi per la Island: TONS OF SOBS e FREE.
I due album non vanno al di là delle ventimila copie vendute ciascuno, ma mostrano una maturità impressionante vista la giovanissima età dei quattro musicisti (a quel punto Fraser ha 17 anni, gli altri solo un paio di più).
Il primo disco condensa dentro di sé rock blues tirato e gonfio di testosterone, mentre il secondo è già più riflessivo.
I Free sono in perenne movimento: suonano in ogni parte dell’Inghilterra affinando le loro capacità ed attirando a sé un pubblico sempre più vasto, incantato dalla voce di Rodgers, dalla chitarra di Koss e dalle tensioni ritmiche create da Kirke e Fraser.
Nel 1970 esce FIRE AND WATER e grazie al singolo ALL RIGHT NOW nel breve volgere di una settimana i Free diventano superstars.
L’album è perfetto: hard rock, ballate soffuse e suadenti e tempi medi ben costruiti.
L’accoppiata compositiva Rodgers/Fraser si libera dai cliché del rock blues più in voga ed in splendida autonomia crea uno stile inconfondibile.
“GUARDO LE VECCHIE FOTO CHE CI RITRAGGONO NEI MOMENTI TOPICI DI UNO SHOW E SEMBRA CHE GALLEGGIAMO NELL’ARIA. ALL’EPOCA AVREMMO DETTO: IL 5° MEMBRO E’ QUI, RIFERENDOCI ALLO SPIRITO DELLA BAND” (Paul Rodgers).
Il 1970 diventa l’anno dei FREE. L’abum nelle top ten americane ed inglesi, ALL RIGHT NOW canticchiato un po’ da tutti e concerti di una bellezza pura e sincera. Passata l’estate però i Free vengono spinti in studio dai discografici che vogliono sfruttare l’onda lunga del successo di All Right Now.
Alla fine dell’anno esce così HIGHWAY, ma il nuovo singolo THE STEALER fallisce l’impresa di ripetere i successi del singolo precedente.
HIGHWAY è comunque un disco molto bello.
Paul Rodgers arricchisce il suo stile compositivo lasciandosi influenzare da THE BAND,
il gruppo americano che in quegli anni pubblica dischi importanti.
IL 1971 però è l’anno dei primi dissapori, i due leader (Rodgers e Fraser) iniziano ad avere divergenze e alla fine il gruppo si scioglie.
“SCOMPARVE IL TEAM COMPOSITIVO” ricorda Fraser “RODGERS MIGLIORO’ COME CHITARRISTA E MUSICISTA ED IO IMPARAI A SCRIVERE TESTI, COSI’ INIZIAI A SCRIVERE E A FINIRE LE MIE CANZONI DA SOLO. COMINCIAMMO AD ALLONTANARCI NEL MOMENTO IN CUI CAPIMMO DI POTER FINIRE LE CANZONI DA SOLI”.
Paul Rodgres forma i PEACE e Fraser i TOBY, ma i risultati sono insoddisfacenti.
Per questo motivo e per cercare di tirare fuori Kossoff dalla droga, in cui era caduto pesantemente, il gruppo prova a rimettersi in piedi, non prima di aver fatto uscire FREE LIVE, un buon disco registrato dal vivo nel 1970.
Il disco del ritorno esce nel 1972 e si intitola FREE AT LAST, un album strano e piuttosto oscuro, pieno comunque di ottime canzoni.
Benché le note di copertina dicano il contrario, i pezzi sono composizioni scritte a due mani; la collaborazione tra Rodgers e Fraser non è evidentemente più la stessa.
Il tour inglese che segue non è male, ma con Koss intontito dalle droghe, le parti di chitarra non sono più quelle di un tempo. Al ritorno del disastroso tour americano (spesso Koss non è in grado di suonare), Fraser lascia in modo definitivo.
Il tour giapponese del 1972 viene affrontato con Paul Rodgers alla voce e alla chitarra, Simon Kirke alla batteria e con i due nuovi entrati Tetsu al basso e Rabbit alle tastiere.
Nel 1973 esce HEARTBREAKER (sebbene la cover indichi la data di pubblicazione del 1972) ed ha un buon successo (entra nella top ten inglese) grazie al singolo WISHING WELL, ma ormai la fine è scritta.
Un breve tour americano e tutto si sfalda inevitabilmente.
Fraser dopo una breve parentesi con gli SHARKS si ritira in California, Rodgers e Kirke formano la Bad Company e Kossoff dopo un paio di dischi solisti, muore tristemente durante un volo sugli stati uniti a soli 26 anni, disfatto dall’abuso di stupefacenti..
BAD COMPANY
Per dirla in modo piuttosto spartano, la Bad Company è stata la versione da stadio dei Free.
Laddove i Free puntavano su testi, canzoni, arrangiamenti intimisti, sofferti e spirituali, la Bad Company si concedeva mete più immediate.
Mick Ralphs (chitarra) proveniente dai MOTT THE HOOPLE incontra Paul Rodgers quando questi fa da opening act con i suoi Peace nel tour dei Mott del 1971.
Rimasti in contatto, progettano di mettere insieme una band.
Nella seconda metà del 1973 Ralphs e Rodgers iniziano a scrivere canzoni insieme, dato che Mick decide di lasciare i Mott The Hoople.
“PENSAVO CHE LE CANZONI CHE STAVO SCRIVENDO AVESSERO BISOGNO DI ESSERE CANTATE DA UN CANTANTE COME PAUL” (Mick Ralphs).
Simon Kirke al ritorno da una lunga vacanza in Brasile dopo lo scioglimento dei Free, contatta Rodgers.
“CONOSCEVO VAGAMENTE MICK” confida Kirke” PENSAVO CHE I MOTT FOSSERO GENTE IN GAMBA ANCHE SE UN PO’ LUNATICI. QUANDO ANDAI A TROVARE PAUL E MICK, MI FECERO ASCOLTARE LE CANZONI CHE STAVANO SCRIVENDO E CHE TROVAI DECISAMENTE BELLE, E TUTTO NACQUE DA LI’”.
I tre si ritrovano a suonare per la prima volta nel settembre del 1973 nella casa di campagna di Paul Rodgers.
“L’IDEA INIZIALE ERA DI FARE UN DISCO A NOME MIO E DI PAUL RODGERS, MA POI ARRIVO’ SIMON E COSI’ DIVENTAMMO 3/4 DI UNA BAND.”
Paul Rodgers é determinato a gettare solide fondamenta per la nuova band e così contatta il già allora leggendario manager dei LED ZEPPELIN PETER GRANT, che stimando molto Paul Rodgers, li mette sotto contratto per la nuova etichetta del dirigibile, la SWAN SONG.
L’ultimo ad aggregarsi fu il bassista Boz Burrell proveniente dai King Crimson.
“BOZ FU IL SEDICESIMO BASSITA CHE PROVAMMO. NON AVEVA NESSUN ATTEGGIAMENTO PARTICOLARE E NON CHIEDEVA SPARTITI DA LEGGERE.
IL SUO APPROCCIO ERA BASATO SULLA INTUIZIONE E IL TUTTO SI MISCELO’ ALLA PERFEZIONE CON IL RESTO DEL GRUPPO” (Simon Kirke).
Nel novembre del 1973 la Bad Company (il nome fu scelto dopo che Rodgers vide un film Western del 1972 dallo stesso titolo. Nome che il gruppo impose con determinazione alla casa discografica alquanto dubbiosa in merito) è pronta per registrare e non vede l’ora di entrare in studio.
Paul Rodgers ricorda: “I LED ZEPPELIN AVEVANO PRONTO UNO STUDIO MOBILE AD HEADLEY GRANGE, MA DOVETTERO RITARDARE DI UN PAIO DI SETTIMANE, COSI’ PETER GRANT CI DISSE CHE FORSE POTEVAMO APPROFFITTARNE E REGISTRARE UN PAIO DI TRACCE. ERAVAMO COSI’ CARICHI CHE IN QUELLE DUE SETTIMANE REGISTRAMMO TUTTO L’ALBUM”.
Le canzoni registrate in quel novembre 1973 definiscono in modo netto sin dall’inizio i contorni del sound Bad Company. Rock e ballate lasciati ad asciugare al sole caldo del blues, del soul e del country.
Rodgers a parte, i musicisti della Bad Company non sono dei veri e propri virtuosi, la loro forza sta infatti nella semplicità e nel concepire il proprio apporto strumentale unicamente a favore della canzone in sé.
La Bad Company fa il suo debutto a Newcastle nel marzo del 1974 ed il responso del pubblico è subito positivo.
Poco dopo il gruppo parte per una lunga tourneé negli Stati Uniti, aprendo inizialmente i concerti per EDGAR WINTER.
Le Radio FM americane sparano in heavy rotation CAN’T GET ENOUGH, ROCK STEADY, READY FOR LOVE, BAD COMPANY e MOVIN’ ON, i concerti sono sempre un trionfo e nel giro di tre mesi il disco arriva al primo posto della classifica.
(nella foto: Mick Ralphs della BAD COMPANY, uno dei miei chitarristi preferiti)
Senza nulla togliere alla validità artistica della band, va sottolineato che questo gran successo è dovuto anche alla grande potenza “marketing” di PETER GRANT e alla visibilità che ha la SWAN SONG: avere i LED ZEPPELIN dietro le spalle, nella prima metà degli anni settanta, significa avere benefici d’immagine e di organizzazione enormi.
“ALLA FINE DEL PRIMO TOUR AMERICANO” ricorda Simon Kirke “PETER GRANT CHIESE UN INCONTRO CON LA BAND NEI SUOI UFFICI. PENSAVAMO DI AVER FATTO QUALCOSA DI SBAGLIATO E COSI’ INIZIO’ A DIRCI – RAGAZZI, E’ STATO UN TOUR MOLTO LUNGO E DURO E VI SIETE FATTI UN CULO COSI’– POI FECE UNA LUNGA PAUSA CHE SU DI NOI EBBE UN EFFETTO DRAMMATICO E CI CHIEDEMMO CHE CAZZO AVESSIMO COMBINATO, LUI CONTINUO’ E DISSE –
SPERO CHE CI SARANNO IN FUTURO MOLTI ALTRI DI QUESTI – E ABBRACCIANDOCI CI CONSEGNO’ I NOSTRI PRIMI DISCHI D’ORO. FU UN MOMENTO COMMOVENTE.”
Nel settembre del 1974 il gruppo affitta il RONNIE LANE MOBILE STUDIO e si ritira nello CLEARWELL CASTLE in Inghilterra a registrare il secondo album.
STRAIGHT SHOOTER esce nel 1975 e debutta al 3° posto delle classifiche inglesi e americane.
GOOD LOVIN’ GONE BAD, un rock duro e potente, e FEEL LIKE MAKIN’ LOVE, una ballata che viene premiata con un “Grammy Award”, diventano singoli di successo.
Tutto il disco comunque risplende e palesa in modo evidente lo stato di grazia del gruppo.
Il Tour americano, che li vede headliner, li consacra in maniera definitiva come uno dei grandi gruppi rock degli anni settanta, con tutto ciò che ne consegue: momenti ludici e pressioni comprese.
“DOVEMMO SOPPORTARE PRESSIONI DOVUTE AL FATTO CHE ERAVAMO I PRIMI ARTISTI A FIRMARE PER L’ETICHETTA DEI LED ZEPPELIN, LA SWAN SONG” ricorda Paul Rodgers “MA DIETRO LE QUINTE CI DIVERTIMMO UN SACCO A PRENDERCI IN GIRO. A VOLTE STAVAMO A BORDO PALCO DURANTE I CONCERTI DEGLI ZEP E GLI URLAVAMO – FATE SCHIFO – E COSE DEL GENERE. NON ABBIAMO MAI FATTO CONCERTI INSIEME ANCHE SE ABBIAMO FATTO CON LORO DIVERSE JAM SESSIONS. C’ERA UN VERO RAPPORTO TRA LE DUE BAND.”
Nel settembre del 1975, senza tregua, la Bad Company si ritrova in Francia per registrare il terzo disco.
RUN WITH THE PACK esce nel 1976 ed è di nuovo un gran successo.
Le Gibson e le Fender di Mick Ralphs fischiano in LIVE FOR THE MUSIC, HONEY CHILD e SWEET LITTLE SISTER, mentre la voce magica di Paul Rodgers si stende su intriganti ballate come SIMPLE MAN, LOVE ME SOMEBODY e SILVER BLUE AND GOLD.
YOUNG BLOOD, cover dell’omonimo classico dei COASTERS, arriva nelle Top 20 single chart, mentre l’album debutta nelle Top 5 americane ed inglesi.
Di nuovo in tour, la Bad Company raggiunge (in appena tre anni) l’apice. Negli Usa
Il gruppo viene scortato dalla polizia, spostandosi da città a città col proprio aereo personale. Sono così popolari che vengono invitati dal presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter ad un party alla casa bianca, ma solo due del gruppo accettano l’invito!
Mick Ralphs: “IO CREDO CHE SENZA PETER GRANT NON AVREMMO MAI RAGGIUNTO QUELLA NOTORIETA’; LE SUE INTUIZIONI E IL SUO SAPERCI FARE, FURONO ESSENZIALI PER ELEVARE IL NOSTRO STATUS. FU UN GRANDE MANAGER E UN OTTIMA PERSONA.”
E’ nel 1977 che qualcosa inizia a deteriorarsi. BURNIN’ SKY è un bell’album, ma risente dei primi segni di stanchezza della band. La stampa inglese diventa meno tenera e il disco fatica ad arrivare in cima alle classifiche. Lo standard compositivo rimane alto, ma le vette raggiunte dai primi tre magnifici album sono lontane.
Dopo un periodo di riposo la Bad Company ritorna in studio determinata a ritrovare gli antichi splendori; DESOLATION ANGELS del 1979 centra il bersaglio. Entra nella Top 5 americana e riceve recensioni positive (anche qui in Italia!). ROCK AND ROLL FANTASY e OH ATLANTA sono i pezzi di punta.
Il tour mondiale che segue riporta il gruppo ai fasti dei primi tre anni, ma guardando i pochi filmati d’epoca e ascoltando i bootleg del 1979, si intravedono le crepe che porteranno alla fine del gruppo.
“IN QUEL PERIODO CAPII CHE GLI IMPEGNI DELLA BAND STAVANO ASSORBENDO IN MODO TOTALE LA MIA VITA” spiega Rodgers” AVEVO BISOGNO DI RIPORTARE I PIEDI PER TERRA E DI AVER TEMPO PER VEDERE I MIEI FIGLI CRESCERE.”
Alla fine del tour il gruppo si ferma quindi in modo più o meno definitivo.
Nel 1982 esce ROUGH DIAMONDS, disco svogliato e forse inconcludente ma tuttavia elegante, ma è solo un momento prima del letargo definitivo.
Anche la morte di JOHN BONHAM, batterista dei Led Zeppelin, avvenuta nel settembre del 1980, contribuì alla fine della Bad Company.
“LA MORTE DI JOHN BONHAM HA AVUTO UN IMPATTO DEVASTANTE SUL GRUPPO” confessa Kirke” VISTO IL RAPPORTO SPECIALE CHE C’ERA TRA LE DUE BAND. PETER GRANT SI ISOLO’ E SENZA DI LUI, IL COLLANTE CHE TENEVA INSIEME IL GRUPPO SI SCIOLSE.”
Nel 1983 Paul Rodgers fa uscire CUT LOOSE, suo primo disco da solista e dal 1984 al 1986 è in giro con i FIRM, il gruppo formato insieme a JIMMY PAGE.
Nel 1986 Kirke e Ralphs decidono di formare un nuovo gruppo ed il loro nuovo manager li convince ad usare il vecchio nome Bad Company (entrambi si pentiranno di questo) e ad assumere come cantante BRIAN HOWE (Ralphs: “non mi piaceva né la sua voce né lui come persona.”).
Nei dieci anni che seguono la “nuova” Bad Company sforna alcuni album (l’ultimo paio con Robert Hart alla voce), e sebbene riscuotano un buon successo commerciale, sono dischi da dimenticare. Robetta e nulla più.
RODGERS, KIRKE, BURRELL e RALPHS si rincontrano di nuovo nella seconda metà degli anni novanta ai funerali di Peter Grant e da lì iniziano a ipotizzare la reunion.
Nel 1999 esce THE ORIGINAL BAD COMPANY ANTHOLOGY che la ricostituita band promuove con un tour americano.
Poi ecco che quest’anno la Bad Comany (senza però Ralphs –che rinuncia per problemi familiari – e Burrell – ormai perso nel Jazz più intransigente) riparte per un nuovo tour,
pubblica il live MERCHANTS OF COOL e si propone di entrare in studio per un nuovo album (uscirà nei prossimi mesi per la Sanctuary).
Tirando le somme, possiamo dire che la Bad Company è stata una ottima band degli anni settanta, tenuta in piedi dal grande talento di Paul Rodgers e dalle belle canzoni che Rodgers e Ralphs hanno saputo scrivere.
Malgrado il mondo della musica sia così cambiato, e anche a costo di sembrare nostalgici, non possiamo fare a meno di finire questo articolo gridando “ WE CAN’T GET ENOUGH OF BAD COMPANY”.
D I S C O G R A F I A:
F R E E
TONS OF SOBS (Island 1969) ****
Blues rock pesante sulla scia dei Cream. Walk in my shadow, The Hunter, I’m a Mover e Over the green hills su tutte.
FREE (Island 1969) ****
Album di transizione verso la maturità, sospeso tra il rock di Ill’ be creepin’, Songs of yesterday e Trouble on double time e momenti riflessivi (Lying in the sunshine in primis).
FIRE AND WATER (Island 1970)*****
Il disco della consacrazione. Oltre all’Hit single All Right Now contiene Mr Big, Fire and Water, Heavy Load, Remember e le struggenti ballate Don’t say you love me e Oh I wept.
HIGHWAY (Island 1970) *****
The stealer non replicò il successo di All Right Now, ma Highway contiene canzoni straordinarie come On My Way, Be my friend, Sunny Day e Love you so, alternate a momenti più duri come The highway song e Ride on Pony.
FREE LIVE (Island 1971) ****
Registrato dal vivo a Sunderland nel 1970 Free Live è un potente disco di hard rock che contiene la versione definitiva di Mr Big. L’album si chiude con la maliconica melodia di Get Where I belong (bellissima!).
AT LAST (Island 1972) ****
Se non fosse per alcune sbavature dovute ad una registrazione frettolosa e alle non perfette condizioni fisiche di Koss, Free At Last meriterebbe 5 stelle.
La potenza di Catch a Train e Travelling man contro le atmosfere intime di Sail on e Goodbye, senza scordare Little bit of love, altro singolo di successo.
HEARTBREAKER (Island 1973) ****
Anche senza Fraser e con Kossof a mezzo servizio, Paul Rodgers riesce a chiudere brillantemente il capitolo Free. Contiene Wishing Well, Heartbreaker, Travelling in style, Muddy water.
(I sette dischi sopradescritti sono usciti recentemente in versione rimasterizzata ed arricchita con diverse bonus tracks.)
FREE STORY (Island 1974)****
Antologia che raggiunse il 2° posto nelle classifiche inglesi. Contiene l’inedito Lady.
THE BEST OF FREE – ALL RIGHT NOW (Island 1991)**
Contiene 14 classici rimixati. Il nuovo missaggio però interferisce troppo snaturando la pura bellezza originale.
MOLTEN GOLD (Island 1993)****
Doppio cd contenente una buona selezione delle migliori cose del gruppo oltre ad un paio di episodi dal disco solista di Kossoff del 1973.
WALK IN MY SHADOW – AN INTRODUCTION TO FREE (Island 1998)***
Non un vero greatets hits, ma un coraggioso (All right now non è presente) preludio rimasterizzato al cofanetto “Songs of Yesterday”.
SONGS OF YESTERDAY (5CD Box Set Island 2000) *****
Cofanetto essenziale ad uso esclusivo degli ammiratori dei Free che possiedono già gli album del gruppo. Tutti i pezzi sono presentati infatti in versioni inedite o alternative, rimasterizzate o rimissate. Contiene inoltre molti inediti ed outtakes (RAIN ad esempio è una canzone assai carina mai apparsa prima, e HONKY TONK WOMEN dei Rolling Stones è una curiosa jam session fatta in studio).
Il quarto Cd è interamente dal vivo è possiede una “sound quality” impressionate.
La performance del gruppo è ottima ed include una grande versione di CROSSROAD”.
Il quinto Cd contiene pezzi dei gruppi satellite e dunque PEACE, SHARKS e KKTR.
Songs of yesterday è stato curato da David Clayton della fanzine FREE APPRECIATION SOCIETY e quindi luminare massimo.
BAD COMPANY
BAD COMPANY (Swan Song 1974)*****
CAN’T GET ENOUGH fu ciò che All Right Now fu per i Free, un singolo potente che trascinò con sé l’album in vetta alle classifiche. Disco vivo e pulsante con in evidenza
MOVIN’ON, BAD COMPANYe READY FOR LOVE.
STRAIGHT SHOOTER (Swan Song 1975)*****
Hard rock inglese della miglior specie: GOOD LOVIN’ GONE BAD, SHOOTING STAR, DEAL WITH THE PREACHER e il famoso successo FEEL LIKE MAKIN’ LOVE.
RUN WITH THE PACK (Swan Song 1976) *****
Altro titolo completamente riuscito. Hard rock e ballate di grande spessore.
BURNIN’ SKY (Swan Song 1977) ****
Appena più opaco dei precedenti, Burnin’ Sky rimane comunque disco assai godibile.
Anche qui rock duro (BURNIN’ SKY, LEAVING YOU, EVERYTHING I NEED e TOO BAD, HEARTBEAT) alternato a canzoni lente (da citare MORNING SUN).
DESOLATION ANGELS (Swan Song 1979) ****
L’album è buono, ma come il precedente risente della stanchezza a cui il gruppo sta cedendo. Ma ROCK AND ROLL FANTASY, CRAZY CIRCLES, EVIL WIND, OH ATLANTA e RHYTHM MACHINE sono dei gioiellini.
ROUGH DIAMONDS (Swan Song 1982) ***1/2
Il gruppo è ormai alla frutta. Solo ELECTRICLAND è un gran pezzo, e se togliamo CROSS COUNTRY BOY, BALLAD OF THE BAND e OLD MEXICO il resto è scivola via.Album comunque rivalutato negli ultimi anni.
TEN FROM SIX (Atlantic 1985) ****
Greatest Hits che contiene dieci pezzi da 5 dei 6 album del gruppo (a dispetto del titolo, nessuna traccia di Burnin’ Sky è presente).
FAME AND FORTUNE (1986 **), HOLY WATER (1990 **), HERE COMES TROUBLES (1992 **) e WHAT YOU HEAR IS WHAT YOU GET (live- 1993 ***) hanno il poco simpatico Brian Howe alla voce e propongono pseudo hard rock di maniera nel più noioso stile made in usa.
COMPANY OF STRANGERS (1995 **) e STORY TOLD AND UNTOLD (1996 ***) sono registrati con Robert Hart alla voce e rispetto ai dischi registrati con Brian Howe propongono un hard rock venato di boogie.
THE ORIGINAL BAD COMPANY ANTHOLOGY (Elektra 1999) ****
Interessante antologia di 2 cd riguardante l’era della formazione inedita, con alcuni inediti e rarità. Peccato che i nuovi 4 pezzi registrati dal gruppo nel 1999 siano scarsi.
BAD COMPANY IN CONCERT – MERCHANTS OF COOL (Sanctuary 2002)***
Live registrato nel maggio 2002 in Usa. Solo Paul Rodgers e Simon Kirke rimangono della formazione originale. I classici ci sono (compare anche ALL RIGHT NOW dei Free), ma le esecuzioni mancano del mordente che caratterizzava la vera Bad Company. Disponibile anche in DVD, con bonus tracks (tra cui CROSSROADS) e ospiti (SLASH e NEIL SCHON).
PAUL RODGERS
CUT LOOSE (Atlantic 1993) ***
Primo disco da solista. Il limite è che Rodgers suona tutti gli strumenti, batteria compresa, mostrando la grande versatilità del suo talendo ma condizionando il tutto viste certe rigidità ritmiche.
THE FIRM “ omonimo “ con Jimmy Page (Atlantic 1985) ***
Gruppo creato insieme all’ex Zeppelin. Nessuno dei due musicisti era in quel periodo all’apice della forma, ma dato che la classe non è acqua, il disco è dignitoso.
Hard Rock e pezzi lenti di discreta fattura. Con Tony Franklin al basso e Chris Slade alla batteria
THE FIRM ‘ Mean Business” con Jimmy Page (Atlantic 1986) ***
Secondo ed ultimo disco della formazione. Vale lo stesso discorso fatto per il primo.
THE LAW “ omonimo” con Kenny Jones (Atlantic 1991) **
Paul Rodgers insieme all’ex batterista di Faces e Who alle prese con materiale leggero.
MUDDY WATER BLUES (Victory 1993) ****
Tributo al grande bluesman Muddy Waters, con Jason Bonham alla batteria e tanti ospiti alla chitarra: Jeff Beck, Slash, Brian May, Gary Moore, Brian Setzer.
Le leggendarie canzoni di Muddy in versione elettrica e tirata.
THE HENDRIX SET (Victory 1993) ***
Mini CD contenente 5 classici di Jimi Hendrix registrati da l vivo con Neal Schon alla chitarra. Purple Haze, Foxy Lady, Little wing tra questi.
NOW (Spv 1997) **1/2
Disco da studio abbastanza convincente, con Jeff Whitehorn alla chitarra.
LIVE (SPV 1997)**
Registrazioni live del tour del 1995. Comprende pezzi dei Free, della Bad Company e dell’album Muddy Water Blues. Esecuzioni impeccabili ma fredde.
ELECTRIC (Spv) **1/2
Altro disco da studio registrato con la stezssa formazione di Now. Discreto ma nulla più.
(Tim Tirelli 2002 – pubblicato in origine su CLASSIX).












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