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The Equinox live alla Bottega dei Briganti 20 marzo 2024

1 Apr

Dopo quattro anni la Bottega dei Briganti di Orologia di Quattro Castella (RE) ritorna ad organizzare concerti. La pandemia ha ovviamente picchiato duro, ma Valerio, il titolare, non demorde e anzi rilancia: a fine anno il locale raddoppierà gli spazi, ci vuole coraggio e forza d’animo di questi tempi. Eccoci dunque di nuovo qui, orgogliosi di calcare ancora una volta il palco della Bottega, uno dei locali a cui siamo più affezionati e uno dei pochi posti della Regium Mutina County a far suonare gruppi di musica Rock, intesa nell’accezione più genuina.

E’ l’equinozio di primavera e visto il nostro nome ci sentiamo stimolati. La giornata si svolge nella più profonda tradizione degli operai del Rock, al lavoro fino al primo pomeriggio, un salto a casa per il pranzo e una doccia, caricamento degli strumenti e via in direzione sud, oltre la città verso gli Appennini.

Io e Saura siamo i primi ad arrivare, scarichiamo e montiamo la strumentazione, poi arriva Mr Dynamite con tutti i suoi tamburi e infine, in tutta tranquillità, segue il cantante con … il microfono.

Soundcheck, quindi una rinfrescata, cambio vestiti, cena … nel frattempo arriva il nostro seguito, l’affezionato pubblico che ci segue fedelmente. C’è chi arriva anche dal mio paesello natale, a nord est di Mutina, mentre qui siamo a sud ovest di Regium … non è roba da tutti in una serata infrasettimanale. Amici, colleghi, conoscenti … il locale si riempie in ogni ordine di posti, certo la Bottega non è il Los Angeles Forum, ma nel nostro piccolo mondo è una soddisfazione.

Ore 21:30, si dia inizio alle danze. Benché ci sia qualche inconveniente tecnico (in Sibly la pedaliera basso di Saura in un paio di momenti smette di funzionare, il suonare incollato al mio Marshall non aiuta nel controllo del feedback e dell’effetto larsen e le frequenze che mi arrivano sembrano sballate il che mi fa pensare che la chitarra sia scordata o che io stia suonando qualcosa di sbagliato) tutto procede bene…

Scaletta senza grossi sussulti, con solo una serata e mezza di prove non si riescono a inserire nuove soluzioni figuriamoci nuovi pezzi.

Custard Pie/Over The Hills/Immigrant Song

Black Dog seguita da Heartbreaker

Dazed and Confused

Nobody’s Fault But Mine

Misty Mountain Hop e Since I’ve been Loving You

What Is And What Should Never Be

Moby Dick e The Song Remains The Same

Kashmir

Stairway To Heaven

e, come direbbe Riff, il “buraccione” finale, ovvero

Whole Lotta Love, Communication Breakdown (inclusa la presentazione della band) e Rock And Roll.

Il pubblico è come al solito generoso, i complimenti si sprecano, d’altra parte Pol ha cantato da par suo, Saura è stata immancabilmente superba (ogni volta che sento il lavoro al basso nella sezione funk di Whole Lotta Love mi eccito) e Lele ha confermato di essere lo scatenato tamburino che suona mischiando massima eleganza, passione e potenza. Mi ha fatto poi molto piacere che in molti si siano soffermati sul sound del gruppo e della chitarra, come dico ogni volta questo è un punto su cui sono sempre molto sensibile, ricreare il “senso” dei LZ e il suono della Musica Rock più autentica è la mia missione. Ho sorriso quando un conoscente di Saura le è venuto a dire “Sono stato a sentire anche gli ********** (altra LZ tribute band che ogni tanto suona in zona), loro fanno del cinema, voi della Musica Rock”. Ecco, non è una gara, ognuno interpreta i brani di altri come vuole, dico solo che occorre cercare di essere autentici e di rispettare il concetto di musica Rock, non c’è solo l’aspetto dell’intrattenimento, c’è la musica in primis. Per quel che mi riguarda se fai i LZ e il cantante enfatizza le mossettine effemminate di RP, i suoni sono quelli della musica metal e il gruppo è composto (stabilmente) da più di 4 persone, beh per me – come direbbe Riff – “sei bocciato”.

Lentamente il locale si svuota, Valerio e lo staff della Bottega iniziano a rassettare mentre noi smontiamo la strumentazione e la carichiamo sulle macchine. Vale si avvicina alla doppio manico, gliela porgo, la prende in mano e dice “è sempre un gran chitarra”. Prima di andare, ultime chiacchiere spese nel silenzio della notte che scende pesante, circoscritta dalle luci sempre più soffuse del locale, “siete stati molto bravi, siete sempre una grande band” mi dice. Lo abbraccio, se lui è contento io sono felice.

I lampioni ci guidano a casa come pietre miliari che conteggiano il cammino. E’ notte alta, poche le macchine in giro, la Sigismonda (la mia blues mobile) rolla tranquilla sui sentieri d’asfalto che ci portato a Nord Est, siamo stanchi sì ma è una stanchezza salutare, la adrenalina è ancora in circolo, potrei guidare per chissà quante miglia. Sì, certo, adesso bisogna arrivare a casa, riscaricare, sistemare, pensare che domattina la sveglia risuonerà alle 06:30 e maledire l’eterna condizione di operai del Rock, ma poi una doccia, un thè (o un ultimo Rum) e il Rock che è ancora sia ancora in circolo risistemano l’animo, nel nostro piccolo abbiamo fatto il nostro porco lavoro. New York, goodnight.

The Equinox live all’Ancora 378 – 18 novembre 2022

1 Dic

L’inizio non è dei migliori; dopo aver interloquito con la ragazza presente nel locale alle 18 e aver scaricato il nostro armamentario, sono sul palchetto del locale intento a spostare quanto vi è sopra visto che lo spazio non sembra sufficiente a contenere tutta la strumentazione. Vi è una pianta che devo spingere contro il muro se voglio posizionare almeno parte delle mie chitarre sul palco. Sto pensando a come fare quando sento una voce “Ehi, attenzione con quella pianta, se la rovini ti taglio le mani!. Mi giro e vedo quello che immagino sia il proprietario del locale. Il problema è che sia Stefano che Tim svaniscono ed entra in scena Ittod. “Guarda se vuoi tagliarmi le mani allora ripetimelo così ricarichiamo la strumentazione in macchina e ce ne andiamo subito!”. Il tipo rimane interdetto, intendeva la sua boutade come una battuta, ma non sapendo con chi ha a che fare non sa che con Ittod sempre nei paraggi vale sempre il detto “dont’ mess wit Mr T”. Dimostrandosi maturo e galantuomo Stefano, il proprietario del risto-bar in cui suoneremo questa sera, poco dopo torna sull’argomento e mi dice che gli dispiace se me la son presa, gli sorrido e gli do una pacca sulla spalla, evito di parlargli di Ittod, non voglio annoiarlo. Tutto si stempera, mi aiuta a spostare la pianta da un’altra parte e a liberare il palco da altri oggetti. Il locale non ha un impianto e dunque abbiamo dovuto portare noi casse, stativi, monitor vari e mixer.

THE EQUINOX live all'Ancora 378 - 18/11/2022 - foto TT

THE EQUINOX live all’Ancora 378 – 18/11/2022 – foto TT

Suonare in un risto-bar indoor significa farlo una audience che continuerà a chiacchierare tutto il tempo, per questo occorre essere concentrati, non perdere il filo e provare a lasciarsi comunque trasportare dalle onde sonore della musica Rock che portiamo in scena. Saura a fine concerto mi dirà che nel tavolo di fronte a lei durante Stairway una donna continuava a parlare incessantemente finendo per distrarla pesantemente.

Il locale è ottimo, il soffitto è insonorizzato e dunque il suono è molto buono e con Stefano il gestore e le Ancora 378 girls tutto procede bene.

Cambiarsi nel bagno degli uomini senza chiave mi fa sorridere (e imprecare), d’altro canto normale amministrazione per gli operai del Rock. Ad ogni modo soundcheck fatto, non ci resta che cenare e attendere le 22.

THE EQUINOX live all'Ancora 378 - 18/11/2022 - foto TT

THE EQUINOX live all’Ancora 378 – 18/11/2022 – foto TT

Il locale si riempie, il che è sempre una bella soddisfazione. Faccio due conti, solo io ho portato 26 persone, però! 14 colleghi, un paio di cugini, quattro illuminati del blues, Gio (alias the videomaker) and the Little Houses company … il Team Tirelli evidentemente non demorde.

Nessuna novità in scaletta, il medley iniziale, poi Black Dog e Dazed And Confused.

THE EQUINOX live all'Ancora 378 - 18/11/2022 - foto G. Calzavara

THE EQUINOX live all’Ancora 378 – 18/11/2022 – foto G. Calzavara

Il pubblico sembra caldo sin da subito e anche la band mi pare giri benino benché si sia fatta una sola prova, peraltro senza ripassare il repertorio completo. Segue Good Times Bad Times, in What Is And What Should Never Be il faretto che ho di fianco compromette la visuale e la visione e pasticcio un po’ l’assolo sbagliando la posizione sul manico. Saura si mette quindi alle tastiere e alla pedaliera basso (meglio specificarlo ogni volta … she’s the n.1) per Misty Mountain Hop e Since I’ve Been Loving You. E’ poi il momento di Lele, Moby Dick.

Le vibrazioni sono buone, proseguiamo con gioia con The Song Remains The Same (dove Pol è il solito incredibile rock and roll singer) e Hot Dog. Kashmir è accolta con un applauso convinto …l’incedere epico che dà sulle terre desolate colpisce sempre.

Prendo in mano la doppiomanico, alcuni se ne accorgono e sottolineano la cosa con urletti varii. Dal video fatto da Giovanni Sandri, amico di gioventù di Nonatown, si vede il mio collega e amico SimSca intento a parlare fitto fitto con una nostra giovane collega, ma non appena si accorge che ho indosso la doubleneck, molla tutto e con la birra in mano  viene sotto al palco con l’intenzione di salire la scala per il paradiso. Ma sì, quando si tratta di certo Rock non c’è pheega che tenga. SimSca uno di noi! Che ridere.

Come accennavo all’inizio, sarebbe bello che il pubblico restasse in silenzio almeno durante la parte iniziale di Stairway To Heaven, ma questo succede molto raramente, e di certo non stasera.

THE EQUINOX live all'Ancora 378 - 18/11/2022 - foto TT

THE EQUINOX live all’Ancora 378 – 18/11/2022 – foto Giovanni Sandri

Compiuto il rito di innalzare la doppiomanico al cielo, iniziamo col piombo zeppelin. Durante l’assolo di Heartbreaker improvviso  il riff di I’m A King Baby nell’arrangiamento di Frank Marino, per fortuna Saura e Lele mi seguono senza pensarci troppo su. In Whole Lotta Love, pezzo in cui scopro ogni volta che suono con la sezione ritmica Rock migliore dell’Emilia, inseriamo invece Going Down di Don Nix, come fecero i LZ ad esempio nel brillantissimo concerto al Los Angeles Forum il 03/06/1973.

THE EQUINOX live all'Ancora 378 - 18/11/2022 - foto M.Baggio

THE EQUINOX live all’Ancora 378 – 18/11/2022 – foto M.Baggio

Approfitto di Communication Breakdown per presentare la band e dire le solite quattro cosette … mi stupisco di come alcune di queste facciano ormai parte dello show, la gente si aspetta che citi il Madison Square Garden e che saluti col commiato zeppeliniano New York Goodnight! Che spasso.

THE EQUINOX live all'Ancora 378 - 18/11/2022 - foto TT

THE EQUINOX live all’Ancora 378 – 18/11/2022 – foto Foto Giovanni Sandri

Lele parte con Rock And Roll a cui segue il bis Thank You. Alla fine, trasportato di nuovo dal flusso sonoro, mi accovaccio con la chitarra davanti all’ampli e nelle vesti del Jimi Hendrix dei poveri lancio nelle profondità cosmiche il mio grido blues.

Poco dopo l’abbraccio di chi ha gradito lo spettacolo e i gesti d’affetto di chi è ormai legato a questa Rock band e al buraccione (come direbbe Riff) del blues che ho messo in piedi. La gente lascia il locale, rimetto nella scatola le mie blue suede shoes, infilo una paio di Adidas, una felpa e inizio il lunghissimo e pesantissimo “smonto tutto e ricarico in macchina blues”. Il titolare viene a farci i complimenti, li ripete più volte, lo farà anche con Francesca Mercury, la promoter che ha fatto da tramite. Tutto molto gratificante. Anche stasera abbiamo fatto il nostro porco dovere. Salutato l’Ancora 378 ci mettiamo in macchina. Ci infiliamo nella notte gelata, attraversiamo le brillanti luci delle cittadine che stanno tra Stonecity e Borgo Massenzio, quindi di nuovo a scaricare la strumentazione; segue doccia ristoratrice, thè e biscotti (e un doppio rum) e verso le tre eccomi nel letto…chiudo gli occhi, il brusio dei ventimila del Madison svanisce in lontananza, un ultimo sospiro … New York … goodnight!

Tutti i filmati © Giovanni Sandri 2022

Old River Rock And Roll Blues

24 Set

Ci sono feste aziendali e feste aziendali. Erano mesi che il Presidente della azienda in cui lavoro pazientava, il Covid ha fatto saltare quella prevista lo scorso anno, ma visto il miglioramento del 2022 ha subito colto l’occasione per riorganizzarla. La festa voleva essere un momento di aggregazione e di celebrazione per il senso di comunità dell’azienda, per i risultati ottenuti,  per mettere nuovo carburante nella navicella su cui viaggiamo, destinazione le profondità cosmiche. Tra le cose che il Presidente desiderava vi era quella relativa al carattere della festa, doveva essere assolutamente una Festa Rock! Vista la propensione a tale musica anche da parte dell’amministratore delegato e della dirigenza in generale, festa Rock è stata!

◊ ◊ ◊

Il locale scelto è il Vecchio Fiume, storica birreria di Modena che il Fab One e il collega Zlatan sono soliti frequentare, locale decisamente blues e ad alta gradazione Rock. Esco dall’ufficio alle 16, ho la blues mobile come sempre carica all’inverosimile. Arrivo in Willowed Panaro Street, in breve mi raggiungono anche Saura, Pol e Lele. Scarichiamo, montiamo e sacramentiamo, la vita dell’operaio del Rock è sempre dura, soprattutto se ti sei alzato alle 6 del mattino per caricare tutto in macchina. Per fortuna arriva Fabri, uno dei  gestori del locale, che ci offre senza indugio una birra, così il blues inizia a stemperarsi. Oltre alla nostra solita strumentazione questa volta abbiamo portato anche il mixer e un minimo di impianto voce e relativi monitor, la fatica è doppia (ma almeno in questo modo anche il cantante si dà da fare, per una volta non deve solo posizionare il microfono nell’asta).

Un veloce soundcheck, tutto sembra a posto, anche senza il tecnico del suono e un impianto vero e proprio il sound del gruppo sembra avere la giusta cazzimma. Lele dice sempre che questi sono i posti migliori dove suonare, per l’ambiente, per il groove che ne esce, per l’interazione con il pubblico che di solito è a ridosso della band. Sappiamo che è così, lo abbiamo già provato, in posti come quello di oggi di solito salta fuori un “buraccione” che ripaga i blues dati dai decenni spesi a suonare in provincia; ma io sospiro e penso al Madison Square Garden. Ad ogni modo speriamo che sia come dice Lele anche stasera. Poco dopo le 18 iniziano ad arrivare le prime colleghe, in primis quelle che fanno parte del mio clan, Mar, Enri e Stremmy, e via via tutti gli altri.

Sono le 19, un brevissimo discorso del Presidente e si parte.

The Equinox - Vecchio Fiume - Modena 21 set 2022

The Equinox – Vecchio Fiume – Modena 21 set 2022 (Foto Meu Amigo Silvio)

Abbiamo aggiunto alla scaletta qualche pezzo di altri gruppi per non risultare monotematici, niente di che, abbiamo potuto fare solo una prova per preparali, ma se non altro ci saranno anche sapori diversi dai soliti. Apriamo con Tie Your Mother Down dei Queen, a cui segue Black Dog del LZ, alla fine di questa Saura mi dice che ho fatto un salto pazzesco, ma io non lo ricordo proprio… deve essere colpa dell’heat of the moment. Segue Sweet Emotion degli Aerosmith e quindi Dazed And Confused. L’AD (col chiodo e maglietta con la scritta ZOSO) mi confesserà poi di essersi emozionato nel sentire quest’ultima.

(Dazed And Confused filmed by The Stremmy Girl / The Rockin’ AD)

Continuiamo con la nostra versione (decisamente Rock) di Can’t Find My Way Home dei Blind Faith. Non poteva mancare il blues bianco più bello di sempre, ovviamente Since I’ve Been Loving You. Fino a qui mi sembra che le cose siano andate bene, stiamo suonando con il giusto sentimento, siamo in forma, lo percepisco. Con Back In USSR dei Beatles (che dedichiamo al Presidente, amante dei quattro di Liverpool) l’ambiente inizia a surriscaldarsi, il tempo di infilare Hot Dog dei LZ e c’è di nuovo spazio per i Fab Four con Day Tripper. Gli animi sono accesi, davanti a noi abbiamo una masnada ormai imbizzarrita. Il pezzo successivo lo dedichiamo all’AD, il quale ha una predilezione per la versione del 1973 a NY. L’inizio di Stairway placa l’ambiente, chi ordina una birra, chi chiacchiera, chi canta il testo insieme a Pol, ma poi quando alzo la doppio manico per la fanfara che introduce l’assolo torna la bufera.

(Stairway To Heaven filmed by The Stremmy Girl / The Rockin’ AD)

Parto poi col riff di Whole Lotta Love ed entriamo in un altro mondo, il pubblico rolla e rockeggia con noi, uno spettacolo. Durante la presentazione sono costretto ad urlare nel microfono perché fatico a sentirmi, Il grido ritmico lanciato dal pubblico “Sau-ra Sau-ra Sau-ra Sau-ra” è sorprendente, succede lo stesso col mio soprannome, “Tim Tim Tim Tim…” sarà che è formato da una sola sillaba ma il tutto viene amplificato, sembrano in trance, un urlo liberatorio non tanto nei riguardi di me stesso ma del Rock, un urlo scandito con metrica precisione che raggiunge le profondità della (in)coscienza collettiva, che lascia a terra ogni fronzolo intellettuale, per un momento ritorniamo australopitechi, primati della famiglia degli ominidi alle prese con i primi istinti di gruppo. Rimango abbagliato, irretito, toccato. Avrei voluto che qualcuno avesse filmato quel momento, non per (vana) gloria personale, ma per cristallizzare in un file digitale un momento di passione collettiva scevra da qualsiasi retorica ragionata.

(Whole Lotta Love filmed by The Stremmy Girl / Meu Amigo Silvio)

Il concerto dovrebbe finire qui, alle 20 è prevista la cena, ma non ci lasciano andare via e siamo costretti ad aggiungere alla scaletta Rock And Roll e Communication Breakdown dei LZ. Il pubblico ormai si è lanciato in un ballo da strappamutande, urlano così forte che non riesco a sentire la chitarra e dire che ho un Marshall a pochi centimetri da me. Io, Lele e Saura ci guardiamo increduli e divertiti, non siamo in grado di sentirci, suoniamo col pilota automatico, ormai nessuno sa più quello che fa. Il pubblico balla, poga, urla, palpita… la vibrazione primitiva, quella scatenata dal suono dei tamburi delle tribù umane migliaia di anni fa, torna a galla da un passato remotissimo e fagocita ognuno di noi, l’interazione tra band e pubblico è pazzesco, ci scambiamo flussi di energia… la magia del Rock si è compiuta, in maniera definitiva e totale. Che cazzo di meraviglia.

(Rock And Love short clip filmed by The Rockin’ AD)

Finito il concerto ritorniamo piano piano sulla terra, Il Presidente mi abbraccia (e mi dice “nemmeno al concerto dei Metallica ho sentito un tale flusso di energia, pazzesco Tim, pazzesco), l’AD mi abbraccia, le colleghe e i colleghi mi abbracciano incessantemente; io e la band ci prendiamo un tavolo di fianco al palco, evitando di farlo nella sala riservata all’azienda, anche perché non appena mi affaccio lo strillo ritmico, gutturale ed ancestrale “Tim Tim Tim Tim” riprende incessante.

Pol e Lele sono entusiasti, capita di rado di trovare riscontri del genere. Certo, sono tutti colleghi, facile scatenare l’entusiasmo quando giochi in casa, ma sono sicuro che il fragore emotivo è andato al di là di tutto questo. Il Rock è una musica meravigliosa, devo ammetterlo di nuovo con me stesso, in questi ultimi anni il mio rapporto con questo tipo di musica è cambiato, quando diventi un uomo di una (in)certa età, i castelli che ti eri costruito da adolescente, sfumano, traballano, crollano e inizi a provare persino un certo fastidio, ma poi quando vedi il Rock sgorgare con tale impeto in maniere così schietta, beh, non hai che da inchinarti davanti all’ onnipotenza di un amplificatore Marshall, di una Gibson Led… ops Les Paul, una batteria Ludwig e un basso Fender Jazz… gli unici attrezzi adatti a creare quel sound primigenio. Mi inchino anche davanti agli Equinox, l’ho già scritto, ma sono così felice di aver creato un ensemble del genere, con una sezione ritmica sensazionale e una voce formidabile. A tal proposito la mia collega Mar, dopo avermi abbracciato cento volte riesce a rubarmi una affermazione che in pubblico non amo mai fare, tra di noi c’è questo scambio scherzoso quasi quotidiano, lei gioca sempre sul fatto che non sono mai soddisfatto (it’s in my soul baby…I just can’t be satisfied), che tendo sempre a sminuire le cose che faccio, etc etc, ma ecco … sarà forse colpa della quinta birra, ma trascinato dall’euforia mi scappa un “sì, Mar, hai ragione, siamo una band della madonna”. Ho con me dei musicisti molto, molto talentuosi, ma non è questo il punto, piuttosto il fatto che siamo tutti concentrati sul “senso” del Rock, e ci teniamo il più lontano possibile da atteggiamenti discutibili, dalla deriva metal, dai luoghi comuni ormai insopportabili, dal mainstream a tutti i costi. Ecco di questo ne vado fiero, molto fiero.

◊ ◊ ◊

Sulla via del ritorno la blues mobile rolla placida nella notte ormai iniziata, tra le campagne nere che attraverso nello specchietto retrovisore mi fanno compagnia i fari della macchina della bassista. Campogallo, L’Osteriola, Molino di Gazzata e infine Borgo Massenzio. Scarichiamo in fretta, sistemiamo i gatti, una doccia e a letto, domani si torna al lavoro. Prima però di scivolare sotto le lenzuola mi verso due dita di Rum in un bicchiere, un brindisi ai ventimila del Madison Square Garden … New York Goodnight.

PS: Eh sì, è vero, lavoro in un’azienda di pazzi (meravigliosi).

The Equinox live al Beer Stop di Maranello (MO) 10 settembre 2022

17 Set

Quasi tre anni che non suoniamo in concerto ed oggi è arrivato il momento di rifarlo. Il luogo è il Beer Stop Maranello, uno dei pochissimi locali rimasti a fare musica dal vivo con determinazione e dedizione, quattro concerti a settimana per tutta l’estate … uno spettacolo!

E’ sabato 10 settembre e già dal risveglio mi monta un umore per niente buono, c’è una incazzatura di fondo che mi corrompe l’animo, un senso di inadeguatezza, di fastidio, di blues profondo che mi sconquassa lo spirito. Dovrei starmene per i fatti miei oggi, ma come si fa visto il concerto?  In più sono preoccupato, si tratta di quisquiglie ma è da novembre 2019 che non salgo su un palco, c’è un po’ di emozione e di tensione, e le prove di martedì non sono andate per niente bene.

Carichiamo la macchina … ogni volta scuoto la testa, continuare a fare l’operaio del Rock dopo tutti questi anni non è il massimo, ma tant’è …

la dura vita degli operai del Rock - Domus Saurea 10 set 2022 - foto TT

la dura vita degli operai del Rock – Domus Saurea 10 set 2022 – foto TT

la dura vita degli operai del Rock - Domus Saurea 10 set 2022 - foto TT

la dura vita degli operai del Rock – Domus Saurea 10 set 2022 – foto TT

Alle 17:30 arriviamo al Beer Stop, Lele è già sul posto e sta montando la batteria, giusto un cenno d’intesa tra di noi. Scarichiamo la strumentazione e iniziamo a posizionarla sul palco. Pol arriva con il microfono e la asticella ultraleggera, bella la vita dei cantanti…

The Equinox - Beer Stop Maranello 22 set 2022 - foto TT

The Equinox – Beer Stop Maranello 22 set 2022 – foto TT

The Equinox - Beer Stop Maranello 22 set 2022 - foto TT

The Equinox – Beer Stop Maranello 22 set 2022 – foto TT

Il tecnico del suono oggi è Molinari, uno davvero bravo, Saura è contentissima per questo. Il soundcheck fila via liscio, cerco di farmi dare il meno possibile in spia, giusto un goccio di tastiere … le spie, i monitor insomma, spesso sono la rovina della musica Rock.

Davide, il titolare del Beer Stop, viene sul palco, facciamo due chiacchiere, è un ragazzo giovane, trent’anni o poco più ma ha una maturità e una convinzione notevoli.

Sono circa le 19, sono ancora sgrauso come diciamo qui nel reggiano, la bassista ci prende sotto … è più forte di me ma quando sono in questo stato dovrei davvero starmene da solo. Tuttavia è una donna accorta, scaltra, accusa il colpo con nonchalance e mi lascia bollire nel mio brodo. Chiedo una birra, la sorseggio mentre dagli schermi del locale guardo Inter – Torino. La mia squadra del cuore non ha iniziato la stagione in maniera brillante, ma ancora spero che si riprenda. La partita è lofi, ma all’88esimo Brozo, lo psycho boy, insacca, tre punti preziosi.

Mi intrattengo un po’ con gli amici nel frattempo arrivati, Mario, la Patty, la mia “nipotina” del cuore Maya (figlia di Mario), la Jess, Picca, l’amico Jaype, Riff, Gio, Maura, Donatella e compagnia, Doris e Andrea, Gian Luca ed Eleonora, Adriano e Mirna, i Willy Betz …

Ci sono anche tre colleghi, Gian, Dave e Marco B, e chi se lo aspettava?

Ceniamo, mi sparo una Weiss media, e poi vado a cambiarmi. Mi rifiuto di farlo nel bagno degli uomini, lo faccio in macchina. Il locale si riempie, nell’ampio giardino all’aperto (giusto di fianco al museo della Ferrari) ogni tavolo è occupato, alcuni indossano una t-shirt dei Led Zeppelin. Ore 21:30, siamo sul palco, controlliamo che sia tutto a posto e si parte.

The Equinox – Beer Stop Maranello 10-09-2022 – Foto Giovanni Sandri

Iniziamo col solito medley Custard Pie/Over The Hills/Immigrant Song. Con Black Dog iniziamo a scaldarci…

Segue Dazed And Confused, un pezzo che “sentiamo” sempre parecchio, uno di quelli in cui si palesa il fifth element di zeppeliniana memoria, ovvero quella entità, quella vibrazione che si aggiunge a quanto noi quattro siamo in grado di dare e porta il risultato finale ad un livello cosmico (riferito al nostro piccolo mondo, s’intende).

Procediamo con Good Times Bad Times …

Saura si accomoda alle tastiere per Misty Mountain Hop e SIBLY. La pedaliera basso su cui agisce con i piedi mentre suona le tastiere ha il volume un po’ basso durante la prima, per poi tornare al giusto livello nella seconda.

The Equinox – Beer Stop Maranello (MO) 10 set 2022 – foto Giovanni Sandri

What Is And What Should Never Be, Moby Dick, The Song Remains The Same e Hot Dog si rincorrono …

The Equinox – Beer Stop Maranello (MO) 10 set 2022 – foto Giovanni Sandri

poi di nuovo Saura alle tastiere per Kashmir, io imbraccio la Danelectro …

The Equinox – Beer Stop Maranello 10-09-2022 – Foto Dave Miani

Poco prima del minuto 04:00 alzo lo sguardo, la luna sopra Maranello è piena, il nostro satellite è dunque interamente visibile dal  pianeta in cui siamo, il plenilunio mi irretisce sempre un poco, il lupo mannaro spirituale che è in me inizia ad ululare…

All I see turns to brown
As the sun burns the ground
And my eyes fill with sand
As I scan this wasted land
Try to find, try to find the way I feel.

Già, il mio Shangri La sotto la luna estiva, a cui tornerò di nuovo, come la polvere che fluttua alta a giugno
sto attraversando il Kashmir …

My shangri la beneath the summer moon – La Luna sopra Maranello – The Equinox – Beer Stop Maranello (MO) 10 set 2022 – foto Giovanni Sandri

E’ il momento di Stairway To Heaven, prendo la doppiomanico un po’ preoccupato, sono ormai alcuni anni che l’anulare della mano sinistra (il dito più importante per un chitarrista Rock) mi duole quando lo sforzo, e la 12 corde naturalmente peggiora le cose. Infatti non è certo la nostra versione di STH più riuscita, ma in qualche modo riesco a concluderla senza disastri.

Via quindi con il piombo zeppelin del finale, in rapida successione: Heartbreaker, Whole Lotta Love (incl. Going Down), Communication Breakdown e Rock And Roll.

The Equinox – Beer Stop Maranello (MO) 10 set 2022 – foto Giovanni Sandri

The Equinox – Beer Stop Maranello (MO) 10 set 2022 – foto Giovanni Sandri

Dopo avere augurato la buonanotte a New York, partono i bis: Thank You e Train Kept A Rollin’

The Equinox – Beer Stop Maranello (MO) 10 set 2022 – foto Giovanni Sandri

Ecco, anche questo piccolo rock and roll show finisce, abbraccio gli amici che vengono – bontà loro – a complimentarsi. Mi metto un attimo in disparte, osservo Saura, Pol e Lele, li vedo chiacchiere con i propri amici … sono fiero del gruppo che ho messo insieme, sono tre musicisti di alto livello, con Lele suono da vent’anni esatti, con Saura da diciannove, con Pol da sedici … mi piace il “senso” che riusciamo a ricreare, il fatto che pur suonando un Rock a tratti molo duro non andiamo mai alla deriva, non diventiamo la solita tribute band dei LZ che la butta sul metal.

Il mio amico John Luke Littlesimons mi scrive un messaggio: “A little rusty but always top notch, man”…Un po’ arrugginiti ma sempre di prim’ordine, amico ….

L’indomani pubblicherò su facebook il video di “Dazed And Confused” e tra i diversi commenti tutti molto positivi vi troverò pure questo:

“… molto bravi e curate nei dettagli l’esecuzione poi a parer mio questo sforzarsi di tributare una band o un cantante è in parte tempo perso artisticamente parlando.”

Ognuno può ovviamente scrivere ciò che vuole, ma i duri e puri mi danno sempre un po’ da fare, troppo facile sentenziare, perché poi non è detto che certa gente con i propri gruppi sia poi così entusiasmante.

La mia risposta sarà immediata: “Ti capisco, a me i tributi fanno venire spesso l’orticaria, ma se suonassi le mie canzoni non verrebbe nessuno a vedermi, i locali non mi chiamerebbero e io non suonerei mai dal vivo. Se non altro non suono in uno dei tributi di cui non se ne può più (queen, liga, vasco etc etc), non faccio tanti medley e cerco di ricreare il “senso” che avevano i LZ. E d’altra parte, visto che sei sincero, lo sono anche io, anche per me quello che proponi tu è tempo perso artisticamente parlando.”

Questa mia risposta scatenerà l’ilarità dei miei amici, riceverò loro messaggi molto spiritosi dove “artisticamente parlando” sarà la chiosa finale di ogni commento. Che ridere. Saura dopo averlo letto mi dirà: “Oh Tyrrell, non gliele mandi poi mica a dire a … (e cita il nome del tizio)” … e che devo fare? Il tipo crede che non lo sappia? Come ho scritto fosse per me proporrei solo le mie canzoni, l’unica cosa che mi piacerebbe fare in questa porca vita, ma se non diventi famoso e hai una passione smisurata per la musica rock dopo tanti anni l’unica alternativa è adattarsi e fare comunque qualcosa che ti piace, e farlo con tutta l’onestà e sentimento che puoi permetterti. Come cantava Vasco “E se qualcuno la vuole menarecon quella vecchia storia sull’educazione, abbiamo già bruciato tutti i libri, bruciamo lui, bruciamo anche lui”…in altre parole se non ti va bene amico mio, vai mo’ a farti dare dove si nasano i meloni.

Rimaniamo a chiacchierare con Moli e Camma (il titolare del Beer Stop), il quale mi dice che è rimasto molto, molto contento e che ci prenota già per il prossimo anno. Ci offre un ultima birra e brindiamo così agli Equinox e al Beer Stop. Ricarichiamo tutto in macchina e ritorniamo verso Borgo Massenzio. Sono quasi le tre di notte, la Domus Saurea sembra riposare quieta…

Ore 3 di notte, ritorno alla Domus - Foto TT

Ore 3 di notte, ritorno alla Domus – Foto TT

Per una attimo mi sovviene di tuffarmi in piscina, poi desisto …

Ore 3 di notte, ritorno alla Domus - Foto TT

Ore 3 di notte, ritorno alla Domus – Foto TT

Torniamo a scaricare e sistemare il tutto, la Stricchi va a posizionarsi sulla doppio manico mentre io mi butto sotto alla doccia. Concludo la serata facendo quello che avrebbe fatto il Dark Lord dopo un concerto… city lights are oh so bright, as we go sliding, sliding, sliding, sliding, sliding, sliding, sliding, sliding …

La Stricchi sulla doppiomanico - Domus Saurea sett 2022 - foto TT

La Stricchi sulla doppiomanico – Domus Saurea sett 2022 – foto TT

Ho ancora adrenalina in circolo ma la stanchezza si fa sentire, spengo la abat jour, mi immergo nel regno di Morfeo, il brusio dei ventimila del Madison si attenua … New York goodnight.

RP New York Goodnight

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©The Equinox live at the Beer Stop 2022 filmed by Giovanni Sandri

TheEQUINOX, live at Bottega dei Briganti, Montecavolo (RE) 06/11/2019

24 Nov

Dopo qualche mese di sosta dovuto a vari fattori, gli Equinox tornano sul palco, e lo fanno alla Bottega dei Briganti di Montecavolo (RE) in concomitanza col compleanno di Saura, la polistrumentista del gruppo. Sulla locandina ho battezzato la serata Saura Birthday Party, con chiaro riferimento alla data del 31/5/1973 dei LZ. Fino alle 13 al lavoro, poi la corsa a casa per caricare l’armamentario, a cui seguono pranzo, doccia e breve relax. Verso le 17 siamo già in macchina, attraversare Regium Lepidi a quell’ora è uno sport estremo. Ore 18: siamo davanti al locale. Il palco è piccolo, dobbiamo centellinare ogni centimetro in attesa che arrivi Lele con la sua batteria. Verso le 19,30 il sound check è terminato. Do un’occhiata al palco, tutto sembra a posto.

The Equinox live in Montecavolo (RE) 6-11-2019

The Equinox live in Montecavolo (RE) 6-11-2019

Seduti al banco ceniamo. Inizia ad arrivare gente. Molti i colleghi di Saura (c’è anche il suo capo arrivato da Torino), c’è anche il mio, seduto al tavolo proprio sotto al palco insieme al mio amico (e ora di nuovo collega) Mario. Non è che il mio capo sia esattamente un rockettaro, ma questo è già il terzo concerto degli Equinox a cui assiste e benché venga per vedermi all’opera con la doppio manico, qualche mattina dopo, in attesa dei ritardatari, prima della riunione del mattino, fischietterà inconsapevolmente il riff di Misty Mountain Hop (continua l’opera di evangelizzazione. Non avrai altro dio all’infuori del Dark Lord!)

Mezz’ora prima del concerto parte Thunderstruck degli AC/DC e iniziano i festeggiamenti per Saura. La torta è un vero spettacolo e riporta l’immagine iconografica dei LZ che la pollastrella preferisce in assoluto, il Monaco (come lo chiamava lei) … L’Eremita del IV album insomma.

The Equinox live in Montecavolo (RE) 6-11-2019

Saura’s birthday custard pie – The Equinox live in Montecavolo (RE) 6-11-2019

Ore 22 si parte. Il medley du Custard Pie-Over The Hills-Immgirant Song, poi Black Dog e Dazed And Confused. Debutta in scaletta Good Times Bad Times…

Saura si siede alle tastiere (e alla pedaliera basso) per MM Hop e SIBLY. Seguono Moby Dick, You’ve Lost That Loving Feeling (versione FIRM), Ramble On, TSRTS, Hot Dog e Kashmir. Il pubblico sembra seguirci con passione e calore, ed è per questo che mi commuovo quando sento il religioso silenzio che ci accompagna durante i soffici momenti iniziali di Stairway To Heaven. Di solito il pubblico durante i brani lenti e più appoggiati coglie l’occasione per parlare e far casino, così apprezzo molto … un vero segno di rispetto verso i musicisti e la musica. La doppio manico ancora una volta incanta tutti.

Sprint finale: Heartbreaker-Whole Lotta Love (including Boogie Chillum e Goin’ Down), Communication Breakdown, Rock and Roll. Bis: Thank You.

Pensavo sarei stato poco carico e spento ed invece l’energia dell’ambiente mi ha ringalluzzito. Il concerto mi piaciuto molto e mi sono davvero divertito. Durante l’assolo di Heartbreaker mi sono lasciato trasportare e ho accennato a You Don’t Love Me ( Willie Cobbs ) versione Allman Brothers, Spoonful (Willie Dixon) versione Cream, Knife Edge degli Elp (qui Pol mi ha seguito senza tentennamenti) e per finire Mannish Boy di Muddy Waters.

Avremmo voluto suonare solo un’ora e mezza più eventuale bis (si trattava di un mercoledì sera dopotutto) ma abbiamo finito per suonare ben più di due ore, dovrò potare la scaletta ancora un po’.

Mentre il pubblico lascia il locale e noi siamo intenti a smontare l’equipaggiamento, Valerio – titolare della Bottega – viene da me e mi dice Tim, bravi, molto bravi, stasera non avete sbagliato un colpo, siete sempre un band di gran livello”. Lo guardo, sembra la copia di Russell, il chitarrista degli Still Water la band del film Almost Famous, e lo abbraccio. Che soddisfazione quando il titolare di un locale ti dice così.

Poco dopo pure Lele mi prende da una parte e mi dice “Tim, stasera hai suonato particolarmente bene, bravo, davvero bravo”. Abbraccio anche lui, non capita spesso che mi faccia complimenti così espliciti; ma sono gli altri tre ad aver suonato bene: lo stesso Lele che è di sicuro il miglior batterista rock della nostra zona, Pol che canta come il Robert Plant dell’immaginario collettivo e Saura, una polistrumentista degna di John Paul Jones.

In macchina verso casa, sono le due, attraversiamo la notte nera, stelle non ce ne sono, ma so che ad ogni modo stanotte “riempiranno i miei sogni”

New York, good night.

Just another night in Gualtieri (The Equinox live al Livello 30/3/2019)

4 Apr

E’ un tardo pomeriggio di sabato, procedo a velocità di crociera sulla mia blues mobile tra le lowlands della pianura in cui vivo. Nel mondo che mi sono costruito nella maruga sono invece seduto su di una balla di fieno con una chitarra dobro a tracolla, nell’angolo più in ombra di una vagone di un treno merci che procede lento e la cui ciminiera sbuffa lampi di fumo. 

Il treno è lungo sedici carrozze, le iniziali del mio nome sono RLJ e sento di avere i cani dell’inferno sulle mie tracce.

Costeggio le rive del canale Bondenus fino a che, parecchi chilometri più in là mi metto a seguire quelle del torrente Crostolo. Siamo a ridosso del MississiPO, nella contea di Gualtieri. Imbocco Level Road, mi infilo nel bosco e, una volta uscito, vado a incontri agli spazi aperti che dilagano tra argini e golene.

C’è una strada nel bosco… – The Equinox, Il Livello 30-03-2019 – Photo Saura T.

The Sun Goes Down at Il Livello – The Equinox, Il Livello 30-03-2019 – Photo TT

Raggiungo il juke joint in cui stasera suonerò con gli Equinox. E’ un locale dove ormai siamo di casa, Yurj, il titolare, ci vuole evidentemente bene. Mentre scarico la strumentazione mi attardo a contemplare il paesaggio ancora una volta. Non vi è molta differenza con la Lousiana o con lo stato del Mississippi.

Il Livello – The Equinox, Il Livello 30-03-2019 – Photo TT

Il Livello – The Equinox, Il Livello 30-03-2019 – Photo TT

The Sun Goes Down at Il Livello – The Equinox, Il Livello 30-03-2019 – Photo TT

Yurj decide di farci suonare nella dépendance esterna, noi naturalmente siamo più che d’accordo, visto il nostro armamentario per noi è d’obbligo preferire uno spazio consono alle nostre esigenze.

Il soundcheck va via senza grossi intoppi, oltre alla voce amplifichiamo la cassa della batteria. Provo la doppio manico … con la temperatura che ci sarà stasera sarà un problema tenerla accordata.

Souncheck – The Equinox, Il Livello 30-03-2019 – Photo Morri

Verso le 20,30 terminiamo. E’ ora di cena.

The Equinox, Il Livello 30-03-2019 – Photo TT

Nella mezz’ora che segue il locale si riempie degli avventori che hanno sfidato strade lunghe e tortuose per venire a sentirci. Sono quasi tutti nostri supporter. Mi sorprendo nel constatare ancora una volta la loro fedeltà: il Livello è sito in un posto assai fuori mano e vedere gente arrivare dall’altra parte di Reggio e da Modena, Bologna e Padova mi scalda il cuore.

The Equinox, Il Livello 30-03-2019 b – Photo TT

Mi cambio, infilo scarpe che in qualche modo ricordano quelle di Page (tour 1972/77), mi infilo la maglietta Marshall Amplifiers, una camicia e il gilet.

Niente sigla introduttiva stasera, io e Saura non troviamo pace a tal riguardo. Ne abbiamo provate diverse (Jupiter di Gustav Holst come usarono i Firm negli anni ottanta, l’intro di In The Light, Shadow In The City di Page da Death Wish II), negli ultimi giorni abbiamo giocato con l’idea di Damask, sempre di Page, tratto dalla colonna sonora di Lucifer Rising, ma poi ci siamo detto che saremmo solo io e lei a inginocchiarci davanti a quelle demoniache disgressioni sonore …

It’s showtime. Parto in maniera diretta col riff di Custard Pie e sia quel che sia. Concerto nella norma per quanto mi riguarda, mi sono preparato bene nelle ultime settimane, ho la mano allenata a dovere ma ho troppi pensieri per la testa, non sono concentrato a sufficienza, mi sento un po’ fuori fase e con poca energia; capisco in fretta che non sarà una serata speciale per me. Non sento bene né Saura né Pol, mentre invece sono stretto contatto con Lele: stasera il tigrotto di Mompracen, Il Sandokan della Sacca, il CR7 delle percussioni è in splendida forma, percuote i tamburi con rinnovata potenza e con la talentuosa eleganza che lo contraddistingue.

Lele nella parte de La Tigre della Malesia

Quando riesco nell’intento di liberare la magnifica fiera hard rock che è il lui, il successo della serata è assicurato. In alcuni momenti si lascia andare a rullate e a stacchi ritmici mai provati prima, sorrido, a tratti sembra il John Bonham del 21 giugno 1977 al forum di Los Angeles …

Per la prima volta stasera presentiamo You’ve Lost That Lovin’ Feeling, il classico degli anni sessanta dei Righteus Brothers, scelta forse azzardata, non è che c’entri molto con i LZ, ma Page ne fece una ottima versione con i suoi Firm nel 1985, e avevo voglia di arricchire la scaletta con un po’ di melodia.

Non facile per Saura replicare il giro del basso fretless (senza tasti insomma) che usò a suo tempo Tony Franklin, ma con l’aiuto di qualche effetto a pedale il risultato è comunque ottimo, d’altra parte è una gran musicista, ci salta sempre fuori …  stasera nella presentazione l’ho anche chiamata “la Hermione Granger di Gavassa” visto che mette sempre un po’ di magia in quello che fa.

Saura as Hermione Granger

Notevole anche l’interpretazione di Pol, lo stallone reggiano, il Pavo Cristatus (il pavone blu insomma … come l’ho presentato stasera), il nostro usignolo d’altra parte ha lo stesso nome di colui che canta nella versione dei Firm (Paul Rodgers naturalmente, mio cantante preferito in assoluto … a pari merito col Golden God).

Pol as Pavo Cristatus

Non facile nemmeno per me cercare di duplicare l’effetto b-bender della Telecaster di Page. Il B-Bender è quel marchingegno che permette di tirare la corda di Si con un semplice movimento della chitarra (muovendo il manico verso l’alto). L’assolo è apparentemente gnocco, semplice insomma, ma l’effetto non è facile da replicare, e comunque la scelta delle note di Page è, come spesso capita, superlativa.

Jimmy Page playing the Telecaster with the B string bender

B Bender

In un modo o nell’altro il concerto termina. Spossato e annoiato dai mie soliti fastidiosi blues interni, mi accingo a ringraziare gli amici che vengono a complimentarsi e a salutare. E’ la notte dell’ora legale, le lancette dello smartphone saltano direttamente alle 3. Rimaniamo solo noi, l’intrepido Riff (road manager extraordinaire, il richard Cole di Cavriago) e qualche ragazza che tira tardi chiacchierando al bar. Mi accomiato da Yurj col solito affetto maschio e vigoroso. Mi colpisce poi l’abbraccio che mi dà Lele prima di salire in macchina. C’è amicizia e premura in quel gesto, non che sia una novità, ma i batteristi di solito sono meno sentimentali e più diretti. Guardo questo pezzo d’uomo a cui voglio un gran bene allontanarsi … per me rimane sempre il giovane ragazzo che conobbi diciassette anni fa e che doveva restare nella band di allora solo per un paio di concerti che avevamo in programma. Dopo più di tre lustri siamo ancora insieme, niente male davvero.

In macchina ripercorro il sentiero che mi riporta alla Domus. C’è una starry night lassù, le campagne sono nere, le strade deserte, i pochi lampioni rimandano una luce sfuocata che cola giallastra sull’asfalto; vecchie case da contadini ormai derelitte stanno lì a ricordarmi l’Emilia che fu, il tempo che fu, il giovane uomo che fui. Immerso nel liquido amniotico della blues mobile vago pur avendo una meta, interrogando il cielo stellato sopra di me, sospinto da una irrequietezza che da sempre mi appartiene, sono un uomo di blues, lo so.

Sono le 4 quando arrivo alla Domus. Scarico e sistemo la strumentazione, mi faccio un thè coi pavesini, mi butto sotto la doccia e poi a letto. Prima di chiudere gli occhi, misuro la serata, giusto un’altra notte da operaio del rock. Sento Strichetto correre su in soffitta, mentre Palmiro, con quel suo muso blues, si stende di fianco a me.

Nel mio animo le luci della città che brillano così forte iniziano a stemperarsi, così come l’eco del pubblico … Baton Rouge goodnight.

THE EQUINOX live al LIVELLO, Gualtieri (RE) 30/3/2019 ore 22

22 Mar

A fine mese saremo di nuovo al LIVELLO.

THE EQUINOX live al LIVELLO, Gualtieri (RE) 30/3/2019 ore 22

https://www.facebook.com/circoloillivello/

Nuovo clip di THANK YOU, filmato da Giovanni Sandri live al Livello 8/12/2018

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Kisaragi blues

20 Feb

Kisaragi era il vecchio nome nipponico di febbraio che significava letteralmente “il mese del cambio delle vesti”; sarebbe un mese invernale ma il cambiamento climatico fa sì che perlomeno alcune delle settimane del mese siano di aspetto primaverile. Mese al contempo neutro e interlocutorio: il lento sciogliersi dell’inverno, folate di aria gelida o primavera in largo anticipo? Mentre cerco di adattarmi a queste ipotesi, rimango come sempre appeso alle mie riflessioni blu.

L’amore al tempo della musica rock

Contemplo un paio di vecchie classifiche, gennaio 1972 e 1974. Oltre ai soliti sospiri mi chiedo dove sia andata a finire la musica. E’ vero, tendiamo a ritenere oro tutto ciò che luccicava negli anni della nostra giovinezza, credo sia un sentimento molto umano e comprensibile, dipingere con colori più vividi di quelli che erano in realtà gli anni più felici e spensierati della nostra esistenza serve a rendere la nostra vita meno opaca di quella che forse fu (o è), un modo del nostro subconscio per non farci cadere in crisi esistenziali.

Detto questo però, pur sforzandomi di essere freddo, razionale e intellettualmente onesto, non posso che meravigliarmi ancora una volta della qualità della musica che andava in classifica in quei primi anni settanta. Album di certo impegnativi e difficili come ad esempio LZ IV, BSS degli ELP o Tales degli Yes arrivavano nelle primissime posizioni. Davvero impensabile oggi.

US album chart january 1972 – photo Dave Lewis

E’ vero che adesso ogni tipo di musica ha la propria nicchia e i proprio “follower”, ma si tratta appunto di nicchie. Album complessi, articolati, densi e pieni di musica avevano un enorme successo commerciale e il Rock era davvero un fenomeno sociale di grandissima portata. Sarà anche una banale conclusione di un uomo di una incerta età, ma come erano belli musicalmente quegli anni.

UK album chart january 1974 – photo Dave Lewis –

SERIE TV: True Detective – Stagione 3 –  TTTT 

HBO – USA 2019 . Bella la terza stagione di True Detective. Con la seconda avevo perso interesse, ma questa qui mi ha di nuovo appassionato.

TRAMA

TRUE DETECTIVE, LA SERIE TV 
Creata da Nic Pizzolatto nel 2014, per conto della statunitense HBO, ‘True Detective’ è una serie TV antologica: prevede cioè che ogni stagione racconti una storia nuova e autonoma, con attori differenti e ambientazioni diverse. 
Il filo conduttore è quello di essere un crime/drama incentrato su storie di detective della polizia: nella prima stagione siamo stati in Louisiana, insieme a Matthew McConaughey e Woody Harrelson, mentre nella seconda ci siamo spostati in California, dove abbiamo seguito le vicende interpretate da Colin Farrell e Rachel McAdams. 

TRUE DETECTIVE, STAGIONE 3 
La terza stagione si sposta nell’altopiano d’Ozark, negli Stati Uniti centrali, e ha per protagonisti Mahershala Ali (premiato con l’Oscar grazie a ‘Moonlight’) e Stephen Dorff (‘Blade’, ‘Somewhere’). 
La trama si dipana attraverso tre differenti periodi e ruota attorno al tentativo di due detective di fare luce sulla misteriosa scomparsa di due bambini: un caso davvero intricato e che metterà a dura prova i tutori dell’ordine. 

Flashes from the Archives of Oblivion:  Il Libro Del Jazz

Pomeriggio spompo di domenica, sistemo i libri musicali nella libreria Ikea che ho di fianco al divano. Me ne capita in mano uno che mi riporta indietro negli anni. Libro regalatomi da mia madre decenni fa per il mio compleanno. Lo apro: stampato da Garzanti nel settembre del 1979. Presumibilmente dunque mi arrivò nel solstizio d’inverno di quello stesso anno. Lo faccio vedere alla pollastrella: “Scomoda tua madre!”. Già, a lei piaceva il Jazz di Benny Goodman, di Glenn Miller e di Henghel Gualdi, aveva una passione per certo swing che mi passò senza alcuna fatica; con questo libro evidentemente cercava nuove chiavi con cui confrontarsi con quel giovane figlio cappellone che le era capitato e che da qualche anno non pensava che alla musica (Rock). Un paragrafo del libro parla anche di blues, di rock blues e di rock, citando grandi nomi e artisti più di nicchia. Lo sfoglio, me lo coccolo un po’, lo spolvero e lo ripongo nella libreria. Bei ricordi.

Prima di metterlo via mi accordo che al suo interno vi è infilato un vecchio adesivo. Sorrido della grafica e mi chiedo se andai o no a quella fiera. Erano gli anni in cui l’Hi-Fi era preso sul serio, avevo amici con impianti stereo per l’epoca incredibili. Gli equalizzatori, i subwoofer, i piatti, le puntine, gli ampli, le casse …  bei momenti.

Flashes from the Archives of Oblivion:  Il Libro “David Crockett in guerra contro i Creek”

Quella scalmanata della (gattina) Stricchi, durante una delle sue corse a tutta velocità per casa, urta contro la libreria. Un libro cade per terra. Lo raccolgo. E’ un vecchio titolo per ragazzi. Sfoglio le pagine dalla carta grezza, annuso l’odore della mia infanzia, cerco di ricordare qualcosa di quella storia;  mi accorgo che all’interno vi è un segnalibro che si prende tutta la mia attenzione …

Flashes from the Archives of Oblivion:  vecchio segnalibro Fila

… un moto di affetto e di chissacché mi pervade. Quando era un bambino questi erano i segnalibri. Ricordo di averne avuti molti altri. Un reperto importante per un uomo di blues come me, un oggetto che mi riporta a quel periodo in cui sono stato anche felice e in cui tutto mi sembrava andasse bene.

Uomo con fisarmonica

Mattino lavorativo. Devo fare qualche commissione in centro. L’ufficio dista da Stonecity downtown un chilometro circa, non spreco mai l’occasione per fare un po’ di moto. Il cielo è sereno, la mattina fredda; cammino spedito sul marciapiede zigzagando per evitare gli alti platani che costeggiano il viale. Mi fermo a prelevare contanti in un bancomat. Ci sono due donne col velo in testa alle prese con la macchinetta, impiegano un po’. Mi guardo intorno, un uomo presumibilmente di origine slava suona la fisarmonica nella speranza di raggranellare qualche spicciolo. La gente passa incurante. L’uomo allora timidamente si fa incontro ad una signora e con la mano chiede la carità; la signora tradisce una smorfia di fastidio e lo evita come si eviterebbe un lebbroso. Assisto rassegnato alla scena. L’uomo torna a suonare. Faccio il prelievo. Tolgo un euro dal portamonete e lo do all’uomo. Mi guarda con un sorriso triste “Grazie. Buona giornata capo.” Vorrei dirgli che non sono il suo capo, ma temo che forse troverebbe incomprensibile il mio inflessibile politicamente corretto. Gli do una pacca sulla spalla “Tieni duro. Arrivederci”. Mi pento di avergli dato del tu ma vado di fretta non ho tempo per spiegazioni in caso non avesse capito il lei.

Petrol Station Man

Un paio di settimane fa mi fermo a fare rifornimento nel distributore in cui sono solito andare. Daniel, il simpatico nigeriano che il titolare ha assunto, mi chiede se voglio la fattura elettronica (certo che la voglio Daniel, lo sai) e nel farlo mi dà del lei. Sebbene sia un po’ in ritardo non resisto e gli spiego che se io gli do del tu, non mi deve dare del lei, altrimenti anche io dovrò dargli del lei. L’italiano di Daniel non è niente male, ma è chiaro che concetti che esulino dalle banalità quotidiane siano un po’ ardui da afferrare. Daniel rimane interdetto. Pensa che il mio discorso verta sulla fattura elettronica e il pagamento con la carta di credito. “No, Daniel, quello che voglio dirti è che io e te siamo amici, e se lo siamo quando ci rivolgiamo l’uno all’altro ci diamo del tu, che è la forma che usano le persone che hanno confidenza. Il lei si dà quando le persone non si conoscono, quando si vuole usare rispetto o in situazioni formali. Se decidiamo di darci del lei a me va bene, ma avevamo detto che si saremmo dati del tu, quindi …”

Daniel appare ancora un po’ disorientato, ma si capisce che sta elaborando. Dopo poco arriva a capire e il sorriso che mi fa mi ripaga della fatica. Il titolare (bianco) ci guarda da lontano e arriva chiedendo spiegazioni in modo scherzoso ma con quei sottintesi che non tollero? “La fa arrabbiare? Combina sempre dei pasticci”. Daniel in realtà è sempre preciso, svelto e puntuale. In questi mesi l’ho visto stoico al lavoro sebbene avesse quasi una paralisi facciale dovuta al freddo e ustioni su una mano dovuta ad una fuoriuscita dalla pompa di GPL. “No guardi, tutt’altro, mi complimentavo con lui perché è sempre pronto, disponibile e gentile. Mi rifornisco da voi proprio perché c’è lui. “ gli faccio. Il titolare mastica amaro, ma io quel modo di scherzare non lo tollero e devo sempre puntualizzare da che parte sto se stimolato a farlo. Lo so, sono un bel rompiscatole.

I Giudizi Tranchant di Ittod Tirelli

Breve scambio su messenger tra me e Polbi. Il Michighan Boy mi chiede che ne penso di un pezzo dei Rossofuoco

Canticchiando i Riff di Tim Tirelli

Mercoledì mattina di febbraio. Mi alzo di buon ora; devo consegnare al poliambulatario di Stonecity campioni biologici per i soliti controlli annuali. La pollastrella ha la giornata di smart working, lavorerà da casa dunque. Mi sveglio per tempo, voglio comunque prepararle la colazione come faccio tutte le volte che lavora da casa. Patetico tentativo di (cercar di) ricambiare tutto quello che lei fa per me nel quotidiano. Thè, spremuta, fette biscottate. Sono più indaffarato del solito, devo correre per arrivare per tempo al poliambulatorio. Sono concentrato, lei dà da magiare ai gatti: per primo Palmiro, poi la Ragni, quindi i due che sono già davanti alla porta d’ingresso ovvero Artemio e Spaventina. A seguire libera le altre due che di notte chiudiamo nel sottotetto, Raissa e Strichetto. Io sono un po’ scontroso come tutte le mattine, lei (benché sotto sotto sia un po’ una tipa alla Saga Norèn) solare e ben disposta verso il nuovo giorno. Va avanti e indietro per il corridoio, la sento canticchiare, tendo l’orecchio … Ehi, ma quello è un mio riff. Non è che lei sia poi così interessata alle mie canzoni, non è una musicista da songwriting, quindi la sorpresa è tanta. Recentemente deve aver sentito il pezzo Avrò La Luna (del 1989 scritto insieme a Tommy Togni) mentre si passavano vecchi nastri live del gruppo in formato digitale. Glielo faccio notare. “Mi piace quel riff, ti rimane in testa e non va più via.”

Mi metto in macchina, attraverso la nebbia che avvolge le campagne, sono meno sconfortato del solito. A volte basta poco.

Cattiva Compagnia “Avrò La Luna” (Tirelli-Togni 1989)

(Tommy Togni – Voce / Tim Tirelli – Chitarra / Luigi Mammi- Tastiere / Claudio Saguatti – Basso / Mixi Croci – Batteria)

(prodotto da Mel Previte – 1991)

 

Otto anni di blog

Il 18 febbraio di otto anni fa acquistai da wordpress il dominio e lo spazio su cui siete ora. Dopo aver sistemato le prime faccende e aver scelto il tema del layout grafico, comparve un primo post automatico, tipo “Welcome World” o qualcosa del genere, che eliminai. Nei giorni successivi iniziai a pubblicare i primi timidi e un po’ sciocchi articoli, dopo otto anni non è che sia cambiato granché, ma mi sorprende non poco essere ancora qui.

727.000 visite, follower da email e wordpress, 1780 articoli scritti. Si passa di 528 del 2011 ai 74 del 2018, ma è sempre così … nei primi anni si hanno tanti pensieri e articoli arretrati da mettere online.

In questo periodo si sono cementati rapporti con quella che chiamo la comunità del blog, uomini e donne di blues che si raccolgono intorno a riflessioni metafisiche mentre il rock batte nelle loro anime.

Tramite il blog ho conosciuto amici con affinità elettive, alcuni sono solo un nickname che appare puntualmente su queste pagine, altri sono figure in carne ed ossa. A questo proposito mi viene in mente Lollo Stevens. Sette/otto anni fa si imbatté su una paginetta di questo blog, ne capì il tenore e si appassionò. Abita in quella che era la mia città, e la sera in cui insieme a qualche altro amico andai al cinema a vedere Celebration Day dei LZ, si presentò di fianco a noi e disse: “Tu devi essere Tim Tirelli, la tua faccia blues ormai la riconosco“. Diventammo amici. Ci siamo visti anche domenica scorsa e tra i tanti discorsi fatti e argomenti trattati uno in particolare mi è rimasto in mente, quello dove candidamente mi diceva che “mi son trovato a leggere anche il tuo ultimo post su Icardi, e mi è pure piaciuto … a me che del calcio non me ne frega nulla.”. Così per farmi perdonare gli ho porto la doppiomanico, lui l’ha indossata, l’ha alzata replicando la mossa del nostro chitarrista preferito e per cinque secondi si è sentito un dio del rock. Ci vuol poco per farsi perdonare dagli amici quando hai una doubleneck.

Oltre a Lollo ringrazio ognuno di voi naturalmente: chi interagisce più frequentemente, chi ci segue nell’ombra, chi collabora o ha collaborato col blog, chi pur avendo visioni diverse ci legge, chi lo fa per trovare riparo dalla inquietante condizione dell’essere umano perduto su un pianeta minuscolo che volteggia nelle profondità siderali.

I love you all, my pretty boys and girls.

 

Immacolata Blues (The Equinox al Livello – Gualtieri 8/12/2018)

12 Dic

Sabato sera al Livello. E’ la terza volta in poco più di un anno, ormai è uno dei locali dove ci sentiamo a casa. Essendo dicembre stavolta suoniamo nel palchetto all’interno del locale e non della dépendance esterna. Dobbiamo stringerci e montare la strumentazione uno alla volta. Ho rinunciato alla Danelectro per evitare di avere altre custodie tra i piedi, vorrà dire che suonerò Kashmir con la Les Paul n.2.

The Equinox – Il Livello – Gualtieri (RE) – 8/12/2018 – Foto TT

Durante il soundcheck ci diamo dentro con Tie Your Mother Down dei Queen, poi ripassiamo un paio di stacchi e cerchiamo il giusto equilibrio sonoro, il locale non è grande, ho il volume del Marshall nemmeno a 1.

The Equinox – Il Livello – Gualtieri (RE) – 8/12/2018 – Foto TT

Una volta finito mi metto a filmare Saura e Pol che improvvisano Bohemian Rhapsody. Essendo un siparietto mai provato prima e nato dal nulla, rimango colpito: Pol la canta come si deve e la Saura la suona con la consueta maestria. Che spettacolo.

Arriva la claque che ormai ci segue imperterrita ad ogni concerto, anche nei posti più lontani e nascosti come questo (siamo sulle rive del MississiPo): la Patty, Blacksmith Mario, Gio, la Maura, Riff. Ci mettiamo al tavolo tutti insieme, è ora di mangiare. A sorpresa Saura ha un regalo per i membri della band. Non ne sapevo niente, apriamo i pacchetti e vi troviamo gli asciugamani da concerto personalizzati Equinox. Rimango a bocca aperta. Quella donna non la ferma nessuno. Riff, il nostro Richard Cole, ne vorrebbe ordinare 50.

Gli asciugamani degli Equinox courtesy of Saura Terenziani – foto TT

Il locale si riempie; sono quasi le 22,30 la gente sta ancora cenando, dobbiamo spostare l’inizio alle 23. Vado sul palco ad accordare le chitarre quando mi vedo arrivare davanti Antonio Catenazzo, un amico della Milano connection a cui appartengo grazie al mio storico amico Doc Marena. Tutti pezzi grossi, tutti amanti del rock e tutti interisti. Sono sbalordito. Antonio viene da Milano da solo per vedersi un concerto degli Equinox. Che razza di amici e che razza di uomini: saremo anche tutti ormai nel club dei 50, ma non ci ferma ancora nessuno! Invece di stare a casa a poltrire davanti a Sky, ci spendiamo nel nome del rock. We are the champions, my friends!

Antonio e Tim – Il Livello – 8/12/2018 foto Saura T.

Ore 23, si inizia. Il concerto scivola via senza troppe magagne. Qualche attimo di panico quando qualcuno spegne le luci del locale, sul palco è buoi pesto, fatico a vedere la tastiera ma penso a Saura: è alle prese con Since I’ve Been Loving You, dunque sta suonando il brano più complicato tenendo conto che agisce contemporaneamente su tastiera (con le mani) e pedaliera basso (con i piedi). La sento maledire qualcosa o qualcuno, poi per fortuna la luce ritorna. Lele fa una The Song Remains The Same da paura, meno male che 9 giorni fa alle prove ci ha detto che è un pezzo che lo ha un po’ stufato. In alcuni momenti mi è sembrato di sentire il John Bonham di Listen To This Eddie (bootleg – Los Angeles Forum 21/6/77) sul brano omonimo.

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Non ci sono spie sul palco, riesco a malapena sentire le tastiere di Saura, la voce di Pol proprio non mi arriva, ma non mi preoccupa, il nostro usignolo non mi delude mai, cantanti di quel calibro ce ne sono pochi in giro.

The Equinox – Il Livello – Gualtieri (RE) – 8/12/2018 – Foto Antonio C.)

Il pubblico è tutto raccolto intorno a noi, l’atmosfera è da Juke Joint della Lousiana.Ci avviciniamo alla fine, Kashmir, Stairway e poi il piombo Zeppelin. Da un po’ di tempo a questa parte siamo soliti legare Heartbreaker a Whole Lotta love, come facevano i LZ nel tour del 1973. Dopo lo stacchetto centrale di batteria, partiamo col riff di Whole Lotta Love e la gente diventa matta. Sorrido e scuoto la testa … mi faccio sempre mille scrupoli riguardo l’aspetto obliquo del nostro tributo, cerchiamo di presentare anche pezzi meno scontati, ma poi, alla fine, la gente vuole Whole Lotta Love. Ci rifacciamo più o meno alla versione del 1973, sezione funk e Theremin inclusi. Per la prima volta io e Pol mettiamo in scena lo scambio voce/chitarra di Boogie Chillum che mi pare venuto benino. Invece di buttarci su Boogie Mama viriamo su Goin’ Down, il brano di Don Nix inciso dal Jeff Beck Group nei primi anni settanta, suonato dal vivo anche dai LZ. Chissà se in sala c’è qualche amante del bootleg Three Days After (LA Forum 3/6/1973) che possa apprezzare davvero questa nostra piccola divagazione.

Communication B e Rock And Roll chiudono la serata. Qualcuno chiede il bis, e allora via con Thank You. Ci rifacciamo alla versione di Page e Plant, col lungo assolo di chitarra finale. E’ uno dei momenti che preferisco, finalmente mi posso lasciare andare, per una volta mi allontano dal seminato pageiano e lascio che Mr Tyrrell (per dirla con Saura e Tomay) salti fuori. Inserisco qualche frase di Jeff Beck e poi ci metto del mio. Chiudo col ricamo di People Get Ready ritornando a Jeff Beck. Sono così preso, o almeno mi sembra di esserlo, che trascino l’accordo finale verso i riflessi elettrici del feedback e della saturazione, sfrego il manico della Les Paul contro il Marshall e lancio nello spazio profondo il mio grido blues disperato.

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Torno in me, per fortuna Lele e Saura mi hanno assecondato con aplomb perfetto.

Scendo dal palco, saluto gli amici, abbraccio Antonio che adesso deve tornare fino a Milano e ringrazio le persone che sono venute a fare i complimenti. Iniziamo a smontare l’attrezzatura, ed è forse il momento meno simpatico delle nostre serate live. Sei lì ancora preso dalle vibrazioni del concerto, sudato e un po’ in bambola e devi metterti a fare il roadie. Che dire poi della gente che non si sposta e che se ne sta ammassata davanti alla porta d’ingresso a parlare e a bere? Tu sei lì che vai avanti e indietro con amplificatori, tastiere, chitarre, valige e loro non di degnano di spostarsi e anzi sembrano infastiditi dal tuo continuo passaggio.

Saluto Yurj e gli chiedo se tutto è andato bene: vuole fissare la prossima data (30 marzo 2019). Direi che – seppur indiretta – la risposta è chiara.

Sono le 2,30 le mattino. Le nere lowlands reggiane sono placide, la blues mobile veleggia a velocità di crociera verso Borgo Massenzio.

Lowlands crossing – foto Saura T.

Sono perso nel mio mood …

Lowlands crossing – foto Saura T.

lo stereo passa musica classica in modalità random … l’animo si distente …

Infilo il muso in garage alle 3 del mattino.

Late night with The Equinox – Il Livello – Gualtieri (RE) – 8/12/2018 –

Una doccia, un thè e via a letto. Leggo qualche pagina del libro Evenings With Led Zeppelin

e poi spengo la luce. Sono le 4. Tra me e me sussurro: “New York, goodnight”

 

NEWS: THE EQUINOX Circolo Il Livello Via Livello 32 – Gualtieri (RE) – Sabato 8 dicembre 2018

5 Dic
Sabato 8 dicembre 2018 ore 22
THE EQUINOX
Circolo Il Livello
Via Livello 32 – Gualtieri (RE)