Palmiro arrivò alla Domus Saurea nel giugno del 2012 per una curiosa serie di coincidenze: Daniela, una collega di Saura, andando al lavoro si accorse di una cosina nera spaventata in un sottopassaggio, si fermò, la cosina si infilò nel motore della sua macchina, furono chiamati i pompieri e la cosina – un gattino di 45 gg – fu portato al gattile di Reggio Emilia. Un volta appresa la notizia Saura mi telefonò: “Senti Tim, è successo questo, preparati che oggi pomeriggio lo andiamo a prendere”.
(chi volesse approfondire: https://timtirelli.com/2012/06/28/il-gatto-palmiro/ )
Palmiro arrivò con le tempistiche giuste: da un paio d’anni vivevo alla Domus Saurea, due mesi prima avevo perso il mio amato gatto Fidèl, il primo felino con cui avevo vissuto e condiviso la vita, gli altri gatti della Domus (Raissa e suoi tre figli Pato, Spaventina e Ragnatela) vivevano in pratica sempre fuori.
Lo svezzammo come non avevamo mai fatto, ci svegliavamo alle 3 di notte per dargli il latte col biberon e ci prendemmo cura di lui in maniera totale.
Pur essendo un gattino e quindi un diavoletto della Tasmania (questo soprattutto nei primi tre anni)
Palmiro si rivelò ben presto un gatto riflessivo, un gatto blues direi, visto che qui sul blog siamo in tema,
sembrava avere davvero una sfumatura diversa dagli altri gatti, pareva contemplare il mistero della vita e porsi le domande che qui sul blog ci poniamo in continuazione: chi siamo, da dove veniamo, dove stiamo andando.
Pensavo Palmiro fosse un gatto solo tenero e buono, gli piaceva l’AOR, era sentimentale… ma mi sbagliavo, ben presto Palmiro si trasformò in un gatto dominante, un vero maschio alfa e musicalmente passò dal rock melodico all’Hard Rock inglese degli anni settanta e al blues di Chicago. Diventò il capo della colonia felina (poi rinominata “Palmiria”) qui alla Domus Saurea e i gatti randagi maschi che capitavano qui dovettero o accettare la sua leadership o rassegnarsi ad essere inseguiti e rullati.
Sì, Palmiro diventò un gatto possente, 7 kg di eleganza felina pronta a scattare, un gatto fiero, da rispettare, al contempo però sapeva mantenere il suo aspetto sentimentale. Amava le asperità spartane della vita all’aperto ma quando verso sera rincasava era prontissimo a godersi le comodità che una vita con gli umani garantiva.
Una delle cose che mi ha sempre colpito è stata la assoluta fiducia che Palmiro aveva in noi, forse il fatto di essersi sentito salvato, di aver vissuto qui sin da piccolino, ma la sua fede in noi e negli umani era totale e questo lo rendeva speciale. Palmiro era inoltre una gatto socialista, condivideva tutto con gli altri felini della colonia, era sempre l’ultimo a mangiare, prima si assicurava che fossero gli altri a sfamarsi (tanto sapeva che avrebbe avuto la sua razione). Palmiro inoltre era (ovviamente) un cuore nerazzurro.
Palmiro è stato anche un gatto fortunato a trovare due umani decenti e finire a vivere in una casetta nelle campagne di Reggio Emilia, per di più sita su una stradina (lunga e tortuosa) chiusa… poche macchine e tanti campi da esplorare.
Fu anche fortunato a trovare Saura, una umana speciale a cui fare riferimento e con la quale instaurò un legame profondissimo. Lo stesso fece ovviamente con me, ma il nostro era più un rapporto di amicizia virile (seppur piena di momenti sentimentali) ma con l’umana femmina trovò la madre che da piccolino aveva – chissà come – perduto.
Palmiro però ebbe anche la sfortuna di avere un sistema linfatico difettoso. A fine 2017 scoprimmo una ciste (vabbeh, cisti) di liquido linfatico nel suo addome, collegata a vari linfonodi e quindi non operabile. Ogni due o tre mesi la si controllava tramite ecografia. Per più di cinque anni non causò problemi, ma nel maggio scorso le prime avvisaglie, una prima crisi, una corsa dal nostro veterinario di fiducia e quindi nei giorni successi una tac e esami vari in una clinica di Sasso Marconi. Il tutto più o meno si risistemò.
il 23 ottobre tuttavia il problema si manifestò in tutta la sua gravità. Da qualche giorno ci sembrava avesse il respiro più pesante, una visita dal nostro vet e il giorno dopo ricovero nella clinica di Sasso Marconi e chirurgia d’urgenza: kilo torace. In pratica Palmiro aveva dei versamenti di kilo (linfa) che finivano nelle pleure, nei polmoni insomma. Occorreva operarlo e sperare di ridurre o far cessare i versamenti. La chirurgia non funzionò, ogni tre o quattro giorni occorreva fargli una centesi (drenaggio del liquido), era tornato a casa, ma non potevamo mai lasciarlo solo perché ogni tanto dovevamo controllare quanti respiri facesse al minuto, avesse superato una certa soglia occorreva correre in clinica.
Si decise di provare una seconda chirurgia, questa volta nell’addome e sempre sul sistema linfatico, purtroppo nemmeno questa funzionò. Gli esami istologici confermarono la gravità della situazione, addirittura sembra che sia stato il secondo caso del genere diagnosticato in Europa. Certo, magari ce ne saranno stati altri, ma non sono stati scoperti perché evidentemente in pochissimi sono arrivati al punto in cui siamo arrivati noi. Quando la dottoressa della clinica ci disse che era una “patologia rarissima”, Saura mi sussurrò in un orecchio “come rarissimo è Palmiro come gatto”. E’ facile farsi suggestionare, ogni umano amante degli animali pensa che l’animaletto con cui vive sia speciale, intelligente, unico. Certo è che vivendo con diversi gatti da molti anni non nego che Palmiro fosse davvero particolare, nessuno capiva i momenti e le situazioni come lui, nessuno confidava negli umani come lui. Era diventato il beniamino della Clinica di Sasso Marconi, lo era già da anni nello Studio Veterinario in cui andavamo. Sì, era collaborativo, pareva capire che se i suoi umani lo avevano portato lì c’era un ragione.
Palmiro se ne è andato stamattina verso le cinque mentre correvamo dal veterinario perché era entrato in crisi; da sabato scorso ogni mattina ci recavamo allo studio per le terapie, il drenaggio, le flebo, le iniezioni, sapevamo che eravamo alla fine. Io e Saura arriviamo alla fine di questa cosa emotivamente, fisicamente ed economicamente provati, sono stati due mesi difficili, non potendo lasciarlo mai solo quando era a casa, andando a trovarlo un giorno sì un giorno no quando era ricoverato a Sasso Marconi (località non esattamente dietro l’angolo per noi), andare in clinica per le centesi ogni 3/4 giorni… abbiamo davvero fatto i salti mortali per districarci tra il lavoro e la sua gestione. Sì, abbiamo davvero fatto tutto quello che potevamo fare (senza scivolare credo nell’accanimento terapeutico), ne sono conscio, in diversi ce lo hanno detto, compreso il personale della clinica e dello studio veterinario, pur riflettendo attentamente sul da farsi passo dopo passo, decisione dopo decisione, non abbiamo mai avuto dubbi, per il nostro Palmir andava fatto tutto il possibile. Ma queste sono cose risapute, sono sicuro di non dire nulla di nuovo agli umani che vivono con gatti, cani o altri animali… gioie, dolori, sofferenze, spese mediche… fa tutto parte del pacchetto.
Scrivo tutte queste considerazione intime con un po’ di pudore, non sono cose per tutti, chi non vive con animali domestici, chi non ama ogni essere vivente, chi ha una visione antropocentrica (come quel tipo vestito di bianco che sta in san Pietro che continua a blaterare frasi senza senso a tal proposito) non può capire, non può concepire questo approccio. Questo però è un blog “personale”, qui non parliamo solo di musica Rock, qui riflettiamo sui blues della vita, dunque cedo all’enfasi e al sentimentalismo per salutare il gatto Palmiro, qui sul blog era un figura importante.
Noi umani di blues siamo consci che tutto è un mistero, noi non crediamo nell’aldilà, nel “ponte” verso un’altra vita, non crediamo forse nemmeno nell’aldiquà come abbiamo detto più volte in questo blog, ma essendo umani, pur essendo combattenti per la scienza, non possiamo evitare di cullarci sulle suggestioni… il 17 ottobre, qualche giorno prima che Palmiro avesse la sua prima grossa crisi, si è presentato all’improvviso davanti alla porta della Domus Saurea un gattino di 45 gg circa, gattino che abbiamo finito per tenere.
(per chi fosse interessato: https://timtirelli.com/2023/10/20/una-gattino-di-nome-honecker/ )
Honny, una volta fattosi accettare da tutti i felini della Domus, ha scelto Palmiro come guiding light, nei suoi momenti di calma (Honecker è una vera “teppa”, come dice Saura) non perdeva occasione di accovacciarsi di fianco a Palmiro, di leccargli il muso, di stare appiccicato a lui, come fosse il suo riferimento felino. Questo ci ha intenerito moltissimo.
Oggi è un giorno difficile per noi, ma è bene ricordare che Palmiro, seppure abbia vissuto non esattamente tantissimo (11 anni e 7 mesi), ha avuto una vita bella, qui in campagna, in mezzo ad altri felini, amato, anzi amatissimo da due umani, libero di scorrazzare per le campagne durante il giorno, al sicuro e al tepore di una casetta accogliente la sera e la notte.
Palmiro ad ogni modo è stato fortunato anche di aver trovato uno studio veterinario che lo ha seguito con cura e dedizione, Fausto, Esmeralda e Katia hanno sempre fatto un lavoro splendido. Torno a sottolineare che per lui aver trovato Saura è stata una fortuna indescrivibile, vederla in questi ultimi due e mesi e soprattutto in questi ultimi giorni fare il possibile e oltre è stato commovente. Una dedizione totale, una amore infinito. Riusciva a farlo mangiare anche quando lui non ne voleva sapere, apriva una scatoletta dietro l’altra fino a quando non trovava quella su cui Palmiro cedeva, lo imboccava letteralmente con le mani, lo coccolava e lo inondava di baci. Anche se le due chirurgie non sono andate a buon fine, lei non si è arresa, sapeva che doveva trovare scatolette con grassi grezzi prossimi allo zero perché questo cibo poteva aiutare a rallentare il versamento… ho ancor qui un foglio excel di otto pagine fatto da lei con le scatolette scelte divise per marca, nome, confezione, quantità, percentuale di grassi e con relativa immagine. Già lo sapevo, ma che donna!
Oggi è un giornata per noi piena di dolore, di lacrime e di tristezza infinita, ma verranno giorni in cui questo malessere spirituale in qualche modo si attenuerà, giorni in cui ricorderemo soprattutto i tantissimi momenti belli, le gioie date e ricevute, la felicità di vivere insieme ad un gatto come lui.
Buon viaggio Palmir, amico mio, spero tu abbia capito quanto amore ho provato per te e quanta bella vita abbiamo passato insieme, ti porterò per sempre con me, ti ricorderò ogni giorno. Sono stato fortunatissimo ad averti. Mi mancherai moltissimo ma so che la scintilla di quello che ancora ti rappresenta aleggerà qui sui prati intorno alla Domus Saurea, quei campi che hai tanto amato e dove adesso riposi. Addio patato, addio Palmir… di gatti come te non ce n’è.
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