Ricordi di una bassista alla ricerca del suo padre putativo.
Estate 2007.
Decido di fare qualche giorno di vacanza al mare, nel mio hotel preferito, l’Apollo di Valverde, dove ormai sono di casa. Carico armi e bagagli sulla carolina, e per armi intendo la mia minimoto, dato che vicino a Valverde c’è la pista di San Mauro Mare, dove è iniziata la mia “carriera” minimotistica, quindi non mi lascio sfuggire l’occasione di fare qualche bella pistata durante questa settimana di relax.
Arrivo a Valverde in mattinata, faccio una scappata al mare, ma a metà pomeriggio rimonto in macchina e mi metto in strada, meta Modigliana di Forlì, dove in serata suonerà Robyn Hitchcock, cantautore folk londinese, affiancato dal grande John Paul Jones, bassista dei Led Zeppelin e mia personale fonte ispiratrice.
Arrivo a Modigliana dopo aver percorso una long and winding road che mi fa dubitare più volte della direzione presa, parcheggio la macchina e inizio a dirigermi verso la piazzetta dove ci saràil concerto. Modigliana è un grazioso paesino adagiato sulle colline romagnole, ad una trentina di chilometri da Forlì. Ora ho in mente solo JPJ, ma di sicuro è un posto da visitare meglio, in futuro.

Sono le 7 di sera, si sente già della musica nell’aria, probabilmente stanno facendo i suoni. Mi affretto, presa dall’ansia, perché nonvoglio perdere nemmeno un secondo di quello che sta per succedere. Infatti… all’improvviso, alla fine di una via, si apre un varco, ed ecco il palco… ed eccolo lì. John Paul Jones. JPJ. Jonesy. E’ proprio lui. Ci sono circa 30 persone ferme sotto il palco, non ho nessuna difficoltà ad avvicinarmi. Sono proprio sotto di lui, e lo ammiro incantata. Non dimostra per niente i suoi 61 anni, o forse sì, ma è comunque un gran signore. C’è una rilassatezza insolita nell’aria. Non mi par vero di trovarmi a due metri da uno dei più grandi bassisti (e musicisti) della storia del rock. Confesso che le mie simpatie, inizialmente, vanno tutte a lui. Robyn Hitchcock quasi non lo degno di uno sguardo. Durante la serata avrò modo di farmi perdonare.
Finiti i suoni, JPJ scende dal palco, viene verso di noi sorridendo e si concede per qualche autografo e fotografia. Attendo pazientemente il mio turno, e quando sono finalmente al suo fianco lo ghermisco con un braccio e mi faccio scattare due fotografie da un ragazzo conosciuto cinque minuti prima. Poi mi faccio fare un autografo. Ho 36 anni, e sono lì che bramo per un autografo. Mah… C’è un tizio che arriva con un basso uguale al mio, e se lo fa autografare. Lo invidio, avrei voluto far firmare anche il mio… Ma poi chi lo avrebbe riconosciuto il suo autografo, mentre suono?
Mentre si concede pazientemente alla gente, JPJ ha sempre un sorriso per tutti. Lo osservo, e penso che sembra proprio una brava persona . Sono felice di essere lì. Arriva qualcuno dell’organizzazione che scorta Jonesy e Robyn dentro una casa dove probabilmente ceneranno e si prepareranno per la serata.
Io trovo una pizzeria al taglio, mangiucchio qualcosa, giro un po’ per Modigliana e scatto qualche foto, poi decido di andare a sedermi accanto al palco. Voglio stargli il più vicino possibile, non voglio perdere nessun dettaglio di quella serata. So che non faranno nemmeno un pezzo degli Zep, ma non m’importa.
Le attese sembrano sempre lunghe, quando ci sei, mentre quando le racconti non ti sembra vero che il tempo sia passato così in fretta. Arriva sempre più gente, finché la piazzetta si riempie completamente. Sono stupita di vedere così tante persone, e mi chiedo se siano lì per JPJ o per Hitchcock. Alla fine, quando i due arrivano sul palco e cominciano a suonare, capisco che la maggioranza della gente è lì per il cantautore londinese. Robyn Hitchcock è un artista di nicchia, come si dice e ha una vero e proprio seguito di fan affezionati che lo segue nelle sue apparizioni live . Davanti a me c’è una coppia di cinquantenni che conosce a memoria ogni sua canzone e io manco so chi sia. Ma le canzoni comunque mi piacciono, sono molto
gradevoli. Lui suona una chitarra acustica e canta, John Paul Jones lo accompagna con un basso acustico, una chitarra dobro a mò di steel guitar, una mandolino e fa qualche coro. .. il tutto con un gran gusto.
C’è un gruppetto di ragazzi, alla mia sinistra, che ogni tanto richiede a gran voce Whole Lotta Love o Ramble On, ma i due sul palco non si lasciano intimidire, e proseguono
per la loro strada. Dopo un’ora e mezza di piacevole musica, in mezzo ad un’ovazione generale, Robyn Hitchcock e John Paul Jones lasciano il palco.

Io nel frattempo ho fatto amicizia con dei modenesi seduti dietro di me, uno dei quali è un grande amico del mio chitarrista preferito, così gli telefono e glielo passo. Com’è quel luogo comune, il mondo è piccolo? Vero, specialmente il mondo della buona musica, che diventa sempre più ristretto, ma è bello sapere che puoi andare in un posto sconosciuto per trovarti accanto a persone che ti sembra facciano parte del tuo mondo.
Riprendo la macchina e torno lentamente verso Valverde. Nel lettore cd, ovviamente, un disco degli Zep. E’ stata una notte magica, e me la voglio assaporare ancora un po’. Mentre torno verso la costa, mi rendo conto che deve essere successo qualcosa, perché ci sono rami e foglie sparsi dappertutto, un’insolito caos. Franco, il proprietario dell’hotel, che mi viene ad aprire, mi dice che c’è stato un mezzo uragano, mentre ero via. Noi, lì, a Modigliana, siamo stati fortunati, solo qualche goccia …una “pioggia leggera che doveva cadere su di noi” poi, solo un cielo di stelle “Oh, let the sun beat down upon my face with stars to fill my dreams…”
(John Paul Jones & Saura T. – Modigliana summer 2007)
Saura T. 2011

Grande Saura, questa mi e’ veramente piaciuta tantissimo!!!!!!
Bella foto e belle emozioni, sei stata bravissima a raccontarle.
E poi JPJ con…Hitchcock!!!! Ma pensa tu, hai visto due giganti della musica, che meraviglia, e io che non sapevo nemmeno che stessero collaborando. Vedrai che se prendi qualche disco del buon Robyn H. ti piacera’, sia come solista che con i Soft Boys. E se poi ti piace….ti mando qualcosa di un altro signore inglese che del buon Robyn e’ stato nume tutelare. Che classe il nostro JPJ, che classe….altro che andare in giro con ben harper o nei backstage dei pitoni pallidi…..altro che!
Che sorpresa, quest’uomo non finira’ mai di stupire…..!
"Mi piace""Mi piace"
Grazie mille Polbi!
Non mancherò di ascoltare altre cose di Hitchcock, e comunque le poche cose che ascoltai quella sera mi piacquero molto.
Sono curiosa di sapere chi è quell’altro signore inglese…
Per quanto riguarda la classe del nostro JPJ… eh sì, concordo con te. :-)
"Mi piace""Mi piace"
L’altro signore inglese e’ il diamante pazzo, il pifferaio alle porte dell’alba, il cappellaio matto che ride…..insomma il grande Syd Barrett, creatore dei Pink Floyd, musicista alieno proveniente da altre dimensioni spazio temporali, attualmente felicemente Interstellar Overdrive da qualche parte nel cosmo. Che se la ride a vedere JPJ suonare con il suo discepolo migliore, Robyn Hitchcock.
Dai che appena finisco questa pazza estate di diving ti mando qualcosa di tutt’e due!
"Mi piace""Mi piace"
Anch’io ricordo ancora la gioia di incontrare john paul jones al pomeriggio durante le
prove sulle quattro assi di legno che facevano da palco.
Ed alla mia domanda LED ZEP REUNION? john storse la bocca senza rispondere.
Invece poi…..
"Mi piace""Mi piace"