Il problema facebook

17 Mag

Il problema facebook per me è questo: diverse persone che non conosci (o conosci poco) ti chiedono l’amicizia (senza mai specificare perché), tu gliela dai perché vuoi essere cortese e ben disposto, ma poi se per un valido motivo decidi di toglierle dalla tua lista di amici succede un finimondo e vieni criticato.

Dunque vediamo un po’, mi chiedono l’amicizia perché sono amiche di qualche mio amico, perché sanno chi sono dai tempi pre-facebook e nel nome del rock vogliono diventare mie amiche (le persone intendo non le fighe), perché portano lo stesso cognome, perché hai fatto un commento su un post di un tuo amico che loro trovano divertente, perché in qualche modo durante la vita vi siete sfiorati.

Poi ti capita di vedere i loro post, i loro commenti, le loro preferenze e capisci che in quanto ad affinità elettive siete distantissimi. Io, che non sono uno che passa sopra alle cose con facilità, le cancello dalla lista degli amici. Per questo vengo tacciato di non essere democratico, di non rispettare le idee altrui, etc etc.

No aspetta un attimo…vedo un tuo delirante post dove fai apologia del fascismo, quello di mussolini per intenderci, e io dovrei fare finta di niente? Già faccio tanto a non offenderti, a non commentare, il minimo che posso fare è cassarti dalla lista. Tu che fai? Mi scrivi un messaggio dove blateri di democrazia e di rispetto delle idee altrui e che evidentemente ti sei sbagliata a giudicarmi. Ragazzina, per me  – e per la legge italiana – la apologia di fascismo è reato. Vai a fare in culo, te e mussolini.

Un altro fa un commento poco elegante sulla morte di Carlo Giuliani al G8 di Genova. E’ una cosa che mi tocca. Gli scrivo in modo pacato e diplomatico che non possiamo essere amici. Via, anche lì questione di democrazia, di non rispetto delle idee altrui…

Ancora, un amico pubblica un video da youtube intitolato IO ODIO L’INTER. Lo casso! Questi si interroga sul significato dell’amicizia e cose di questo genere…troppo profondo, se uno odia l’Inter su facebook non lo voglio tra le palle.

Io ho pubblicato note poco simpatiche sulla J**e, se uno J**entino vuole togliermi dai suoi amici, nessun problema, capisco benissimo, senza tante tragedie. Se uno è di destra e gli dà da fare che io sia dichiaratamente di sinistra, no problem, non me le prendo mica. Se i territori comuni non sono sufficienti a colmare il vuoto enorme che ci separa per quel che concerne la interpretazione della vita non facciamo tragedie, non ci frequentiamo su facebook (e magari nemmeno nella vita) e siamo a posto. Le amicizie (o presunte tali) non devono mica durare per forza tutta la vita.

Quindi, messaggio per: fascisti, fondamentalisti cristiani e religiosi in genere, berluskoniani, gobbi, milanisti, ascoltatori di musica di merda e di radio di merda, telespettatori di mediaset e di Rai1 e Rai2, amanti del grunge, amanti dei Rem dei Rush dei Nomadi, amanti del gioco del Barcellona, fan e lettori di Giancarlo Pansa, rompicoglioni in genere…non chiedetemi l’amicizia se poi ci rimanete male se ve la tolgo.

Bon, torno ad ascoltarmi THE DIVIDING LINE di ROBERT BERRY (solo un momento di spensieratezza prima di ributtarmi sui BLUE ÖYSTER CULT).

11 Risposte to “Il problema facebook”

  1. Avatar di Lorenzo Stefani
    Lorenzo Stefani 17/05/2012 a 01:13 #

    Il grunge ha prodotto anche album di notevole spessore, Temple of the dog e Soungarden su tutti (ammesso che siano definibili come grunge e non semplicemente come hard rock o heavy rock), ma naturalmente i gusti sono gusti. Certo la musica – ad esempio – dei Blue Oyster Cult regge benissimo il passare degli anni e probabilmente è più dinamica e piacevole dei Soundgarden, ma si fa fatica a trovare cantanti con l’estensione vocale e le tonalità di Chris Cornell (forse fin troppo esibite, dirai tu; mentre la grinta e il timbro evocativo, metallico e sinistro di Eric Bloom non lo costringevano a sputare le tonsille in tutte le canzoni). Comunque io su facebook non ci sono, per il momento!

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  2. Avatar di Clod_60
    Clod_60 17/05/2012 a 11:58 #

    Anch’io il problema Facebook l’ho risolto non iscrivendomi. Sapete, sono abbastanza grande da aver conosciuto il mondo prima dell’avvento dei social networks e – sentite questo scoop – non si stava molto diversamente da adesso.
    E come allora non mi sento obbligato a dare relazione a persone che non conosco (cosa spero reciproca), che non mi frega di conoscere o che da sempre evitano di cagarmi se incontrate nella vita reale. Tutto ciò non mi pare molto compatibile con Facebook, quindi decisamente evito.

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  3. Avatar di Beppe R
    Beppe R 17/05/2012 a 20:02 #

    In riferimento alle considerazioni di Lorenzo, penso anch’io che il grunge, un movimento musicale ben identificabile anche geograficamente, sviluppatosi a Seattle, abbia prodotto dischi fra i migliori del suo tempo (sebbene generalmente avversati dai fans dell’hard rock e del metal). Per quanto mi riguarda, non imputo al grunge il crollo dell’hair metal e dell’AOR, generi che ho molto amato, e stimo decisamente i Soundgarden. Inoltre giudico Chris Cornell uno dei più grandi cantanti degli ultimi trent’anni. Lo testimoniano anche le sue prove negli Audioslave, un gruppo che fatico a credere possa non esser apprezzato dai fans di Zeppelin e Free. Anche nelle concessioni commerciali della sua carriera solo, penso ad esempio al singolo “Long Gone”, il supertalento vocale di Cornell emerge in modo scintillante.

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  4. Avatar di Francesco
    Francesco 17/05/2012 a 21:17 #

    Facebook lo trovo solo poco più che un gioco, e comunque sono felice di non appartenere a nessuna delle categorie sulla tua lista nera! Ecco, a parte gli EL&P… beh, per il resto ci siamo. Ciao Tim!

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  5. Avatar di timtirelli
    timtirelli 18/05/2012 a 00:43 #

    Beppe, leggo sempre con molto piacere ogni tuo scritto, ogni tuo commento…come sempre mi fanno pensare. Spesso tu citi band o musicisti scrivendo che dovrebbero piacere ai fan dei LZ. Visto che ogni volta sono nomi che non seguo, e visto che sei tu a scrivere…mi chiedo se non sono io ad essere un ledhead atipico…o forse sono come Giancarlino Trombetti, mi piacciono così tanto i LZ che non amo chi li scimmiotta (in modo più o meno elegante)…me compreso,ben inteso!
    Tu mi conosci bene, sai quanto ami i LZ e e i Free, ma gli Audioslave non li ho mai sopportati. Capisco naturalmente ciò che intendi, ma i loro due (mi pare) dischi sono di una noia mortale. Sono d’accordo con te (e con Lorenzo) per Soundgarden e Temple Of The Dog, ma il resto a parte qualche isolatissimo episodio il grunge lo evito come la peste. So che sono un po’ troppo duro e rigido, ma non sopporto quel valore intellettuale che si vuol dare in generale al grunge, corrente per me modestissima.

    Francesco, questo post su facebook spinge un po’ sull’acceleratore, ormai mi conoscete preferisco essere diretto, anche sgarbato piuttosto che annoiare. Però non è che chi ha idee diverse dalle mie viene automaticamente eliminato dalla mia vita, tutt’altro. Voglio solo il diritto di poter non frequentare su facebook gente che si rivela incompatibile. La groupie è milanista (ahimè), Paolino Lisoni mio grandissimo amico è milanista, Giancarlino Trombetti è…beh lo sapete…uno scriteriato supporter della squadra innominabile…altri cari amici sono di destra…insomma non sono poi così estremista…certo se qualcuno fa un post dove scrive che i Nomadi o i Rem sono la miglior band del mondo rischia parecchio :-)

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    • Avatar di Lorenzo Stefani
      Lorenzo Stefani 18/05/2012 a 01:41 #

      In effetti, Tim, hai ragione sul fatto che il grunge si è circondato di un certo alone intellettuale: tanto i Soundgarden quanto i Pearl Jam, così come i Nirvana, sono sempre stati tendenzialmente serissimi, per nulla goliardici, in alcuni casi tragici. Comunque, al di là delle preferenze soggettive e dell’eccesso di serietà, Eddie Vedder è un grandissimo come Cornell, e sentirli duettare in Hunger Strike fa venire i brividi. Così come la colonna sonora di Into the wild è uno dei dischi più emozionanti degli ultimi anni. Lo stesso vale per il film di Sean Penn, peraltro: tristissimo, d’accordo, ma meraviglioso. Chris Cornell fa un tour acustico, da solo sul palco, in giugno (dopo il concerto dei Soundgarden dell’8 giugno a Milano). Io lo vado a sentire a Verona, il 28 giugno al Teatro Romano. Ciao!

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  6. Avatar di Giancarlo T.
    Giancarlo T. 18/05/2012 a 10:07 #

    A) Mi pare che molti siano off topic…si parlava di Feisbuk. Direi che Tim sia un talebano del mezzo. Se dovessimo tagliar via tutti quelli che non la pensano come noi, resteremmo ognuno con una decina di contatti. Io, ad esempio, chiedo sempre il perché di una richiesta; e quelli che non danno una risposta, li cancello. A prescindere. Due giorni fa ho cancellato uno che conosco di persona: metteva troppi post post-nazisti. Cazzi suoi, lo so, ma a me ha dato fastidio.

    B) Il grunge per me non esiste. E’ una corrente di nuovi gruppi provenienti dalla medesima città, peraltro già segnalata positivamente. Alcuni non li ho amati, ma altri li adoro, come Temple of the Dog che per me è uno dei dischi dei ’90 più belli. Molto sixties/seventies, molto ispirato, brani tutti belli, suonato e cantato da Dio. Soundgarden mi sono piaciuti, come altre cose e credo che Beppe abbia ragione: Audioslave hanno una carica a cavallo tra le decadi che li rende un po’ più speciali….e sì, Cornell è un grande. Ma non credo che nel mio giudizio ci possa essere una comparazione di quel fenomeno con i Led Zep. Altra roba, altra qualità, altri spazi. Forse Cornell da solo ci sta provando a seguirne le tracce.

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  7. Avatar di alexdoc
    alexdoc 18/05/2012 a 11:03 #

    Su Fb mantengo chi ha idee e gusti diversi dai miei, alcuni di questi sono miei grandi amici anche nella vita reale. Cancello invece chi mi invia di continuo richieste assurde di affiliazione a non meglio precisati “gruppi” o chi mi invita a giochi elettronici da supernerd che non m’interessano minimamente.

    Del “grunge” (definizione di comodo che mette insieme gruppi fin troppo diversi tra di loro, spesso senza niente in comune se non la provenienza geografica) all’epoca ho amato solo Soundgarden (e Temple Of The Dog) e Screaming Trees, guarda caso le due band coi due cantanti più fenomenali, dalla vocalità opposta: quella acuta e lancinante di Cornell e quella bassa cupa e ombrosa di Mark Lanegan. Come ho già avuto modo di scrivere su questo blog, non ho apprezzato altrettanto la loro carriera post-scioglimento delle relative band di appartenenza, né la tanto (per me troppo) osannata discografia di Lanegan, né gli Audioslave, con punte massime di disapprovazione per l’album solista di Chris di 3 anni fa, una robaccia kitsch pop al di là del bene e del male, senza senso motivo e risultati, che non dimentico e non gli perdono.

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  8. Avatar di alexdoc
    alexdoc 18/05/2012 a 11:09 #

    P.s. gli Audioslave li ho sempre considerati poco più di un esperimento: i R.A.T.M. (che non mi sono mai piaciuti) con la voce di un cantante molto differente, Cornell appunto, un progetto paragonabile ai Black Sabbath di “Born again” con Ian Gillan.

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  9. Avatar di Giancarlo T.
    Giancarlo T. 18/05/2012 a 11:36 #

    Mi sono dimenticato, ovviamente, di ricordare Alice in Chains, Mad Season, Screamin Trees, Stone Temple Pilots e…Pearl Jam di cui continuo a vantarmi di aver prodotto per la tv il primo concerto in Europa, nel 1992, grazie a un illuminato amico DG della Sony, Massimo, che credette nel gruppo che all’epoca, da noi, non era proprio nessuno. Costo operazione: zero lire. Stessa cosa avvenne con Nirvana , Roma, grazie a BMG. Altri tempi, altri televisioni, altri personaggi. Un’altra vita, non fosse altro più remunerativa…

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  10. Avatar di picca
    picca 19/05/2012 a 11:41 #

    Mi pare chiara una cosa: il nostro Ospite Timmy Tirelli è interessato, come il sottoscritto, alla MITOLOGIA della musica rock, una mitologia tutta sua che si è costruito nella testa in anni e anni di fantastica e creativa passione per quell’Olimpo degli Dei e quella personale cosmogonia rock scaturita da chissà quale suggestione adolescenziale e poi sviluppatasi proprio come un poema epico, o un universo Marvel Comics se preferiamo.
    Tim mi pare sostanzialmente interessato al PASSATO, giusto o sbagliato che sia (del resto nessuno va da uno studioso di antiche civiltà semi scomparse accusandolo di vivere nel passato…è il suo mestiere, cazzo vuoi?), e le uniche ‘novità’ che riescono a smuoverne la consolidata impalcatura del suo fan-autismo sono sempre con lo sguardo rivolto a quell’Olimpo deja dead, le ristampe, le deluxe edition, i cofanetti box set che sono i coffins delle divinità di allora.
    Non c’è ovviamente nulla di male in tutto ciò, una passione non si discute.
    Il sottoscritto, che condivide con entusiasmo assieme a Timmy Boy questa ossessione per le anticaglie, già capì la sua condizione da ragazzino quando decise che ascoltare gli Stiff Little Fingers o i Saxon o i Joy Division era tempo perso e che invece sarebbe stato mooolto più eccitante andare a ritroso e rivivere le gesta dei Buffalo Springfield o dei Jefferson Airplane, in cuffia nella cameretta a immaginazione spalancata.
    Allora la cosa venne vissuta come una ‘scelta di campo’ quasi politica, almeno nell’ambito dei ragazzi della compa: ci siamo ritrovati ripiegati sul passato a vagheggiare di epoche lontane e meravigliose in contrapposizione ai detestati ‘new wavers’ o ‘fashion victims’ impegnati a costruirsi una colonna sonora che cadenzasse il loro presente.
    Ci mancava che organizzassimo dei ‘campi hobbit’ per inneggiare al Walhalla di Zeppelin, Cream, Beatles e Who e alla ‘bella morte’ romantica e disperata di Jimi, Janis e Jim e poi saremmo stati a posto….
    Il mio ‘vizio’ passatista assume a volte contorni paradossali e ridicoli, ne sono conscio, ne è l’esempio un mio recente ‘interessino’ per la scena gothic/dark degli anni ’80, Siouxsie, Cure, Sisters Of Mercy eccetera, roba che allora detestavo troppo impegnato a inseguire le flanelle di Neil Young, è come se avessi dovuto attenderne la morte e il passaggio nell’aldilà delle musiche per ritrovarmi interessato, lo stesso per la disco music o il primo metal: ora posso apprezzare sia un lp di Donna Summer (R.I.P.) o un cd dei Judas Priest.
    Tornando a Tim, mi verrebbe da consigliargli di non cadere nella trappola del doversi esprimere in pareri su artisti, musiche e momenti che non gli interessano minimamente (trappola nella quale cado assieme a lui troppo spesso).
    Nel mio caso è la frègola dell’ opinione a tutti costi (un male dei nostri tempi) che altro non è che una nevrosi data da bassa autostima e paura di non essere all’altezza (devo esprimermi su tutto altrimenti capiranno che non valgo una cazzo).
    Ma Tim è very opinionated e penso che giocherà fino alla morte e a viso aperto con le sue analisi e i suoi giudizi su Soundgarden (Sabbath riscaldati, vero Tim?) Black Keys (vuoi mettere con Howlin’ Wolf, vero Tim?) o Jack White (erano meglio gli Stone The Crows, giusto Tim?) prima di rituffarsi completamente e inguaribilmente in un frammento di reperto di un polveroso bootleg audience registrato male dei New Yardbirds e ritrovarsi, felice, nel suo brodo.

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