Vediamo un po’, facciamo mente locale … nell’estate del 1969 Jeff Beck fa qualche session con Appice e Bogert, due musicisti americani con cui da un paio d’anni ha voglia di lavorare; verso fine anno i manager iniziano a stilare contratti ma poco dopo Jeff è vittima di un incidente in macchina e tutto salta. Jeff si riprende lentamente e solo ad inizio 1971 mette insieme il Jeff Beck Group II (ma senza Carmine e Tim). Il gruppo però si scioglie nell’estate del 1972, al che Jeff lo rinnova, tenendo il grandissimo Max Middleton al piano e aggiungendo Appice, Bogert e il cantante Kim Milford, poco dopo sostituito dal rientrante Bobby Tend. Esistono alcuni bootleg audience di quel breve tour, personalmente avrei preferito che Jeff avesse continuato con quella formazione (Jeff Beck Group III), Ma Middleton e Tench a fine tour lasciano la band e Beck decide di formare un power trio con Appice e Bogert (col sottinteso intento di dare al pubblico americano quello che vuole, ovvero musica più dura sulla falsariga dei Led Zeppelin che in quegli anni stanno spopolando). A fine 1972 i tre iniziano a lavorare sul loro album da studio che esce a fine marzo 1973. Arriva al n.12 della classifica USA, diventa disco d’oro ma non va più in là … è chiaro fin da subito che al gruppo mancano i pezzi (e un cantante vero e proprio), non ci sono compositori naturali nel gruppo, manca il songwriter dal tocco magico. Il progetto BBA è dunque un mezzo successo, gente che sa suonare, che si mette nella scia dei LZ ma che non raggiunge nulla di propriamente leggendario. Appice e Bogert a tratti suonano troppo, non hanno il senso dell’eleganza che hanno Jones e Bonham per dire, e soprattutto non hanno un produttore/leader che li tenga a bada. I BBA passano il 1973 in tour, dalle date in Giappone viene tratto un doppio live previsto solo per il mercato del sol levante, il tour prosegue tra Usa, Europa e UK, iniziano le prime tensioni. Nel gennaio 1974 cominciano le sedute in studio di registrazione per il secondo album, il 26 dello stesso mese suonano al Rainbow Theatre di Londra (lo show viene registrato) … è il loro ultimo concerto dal vivo, in maggio il gruppo annuncia lo scioglimento.
Nel 2021 muore Tim Bogert, nei mesi successivi Beck e Appice iniziano a lavorare sul box set di cui stiamo parlando, rispolverando i vecchi nastri dal vivo di Live In Japan e del concerto di Londra, ripulendoli, rimixandoli, aggiungendo qualche overdub (di chitarra) e dunque preparandoli per un box set come si deve. Nel gennaio di quest’anno se ne va anche Jeff Beck, perdita molto dolorosa per questo blog … non ci resta che riascoltarlo in versione Hard Rock Blues.

Live In Japan 1973
Stevie Wonder scrisse Superstition mentre cazzeggiava in studio con Jeff Beck (il quale aveva iniziato a suonare un tempo di batteria), il pezzo doveva essere per Jeff Beck appunto ma poi Stevie decise di registrare anche la sua versione. Superstition è un superclassico dei BBA, ne danno una interpretazione pesante, un hard rock blues senza compromessi. Vale un po’ per tutto il materiale dei BBA: ci fosse stato un cantante vero e proprio il risultato sarebbe stato più eclatante. L’uso del piatto China (sempre che non sia un crash) da parte di Appice per me è insopportabile.
Lose Myself With You (Carmine Appice, Jeff Beck, Peter French, Tim Bogert) pare un brano nato da una jam non certo indimenticabile, melodia inesistente, sviluppo compositivo nullo. E’ sempre bello ascoltare Jeff Beck alla chitarra ma il pezzo non decolla. Il suono del basso è piuttosto lofi (come diciamo qui). Il lungo intermezzo di basso e batteria contiene momenti di rilievo, ma nella parti dure il basso con quel suonaccio non si può sentire.
Jeff’s Boogie (Jeff Beck) è uno strumentale che proviene dai tempi degli Yardbirds, qui è ovviamente un esercizio più muscolare; il lavoro di Beck alla chitarra è superlativo. Uno dei pezzi memorabile del trio in questione.
Going Down (Don Nix) era un classico del Jeff Beck Group II (brano ripreso dal vivo anche da Led Zeppelin e Who). I BBA ne danno una versione ovviamente più pesante che personalmente non mi fa impazzire.
Boogie Carmine Appice, Jeff Beck, Tim Bogert) è vicina come concetto all’intermezzo boogie woogie (Boogie Mama/Boogie Chillum) che mettevano in scena i Led Zeppelin nel 1970/71 all’interno di How Many More Times e nel 1972/73 in Whole Lotta Love). Mentre è bello ascoltare Beck alla chitarra alla prese con questo genere, Carmine e Bogert risultano più centurioni (grossolani poi gli incitamenti al pubblico). Sarà che a me Bogert non piace ma ritengo il brano in questione una occasione sprecata.
La bellissima Morning Dew (Bonnie Dobson, Tim Rose) proveniente dal disco di debutto (1968) del primo Jeff Beck Group e affrontata con nuova verve e in maniera assai dilatata. Peccato per il cantato. 14 minuti di un gran Jeff Beck con annesso buon assolo di batteria.
Lady (Carmine Appice, Duane Hitchings, Jeff Beck, Tim Bogert) in qualche modo funziona, seguire la chitarra di Jeff è facilissimo; Jeff Beck sfodera l’effetto Talk Box per Black Cat Moan (Don Nix), hard rock blues potente che di solito piace ai gatti neri (infatti Palmiro si diverte quando gliela faccio sentire). Include Blues De Luxe e You Shook Me.
I limiti dei cantati in Why Should I Care (Ray Kennedy) sono evidenti, il pezzo poi non è indimenticabile, ma come sappiamo c’è Jeff Beck alla chitarra. Plynth / Shotgun ([Plynth] – Nicky Hopkins, Rod Stewart, Ron Wood [Shotgun] – Autry DeWalt) è il doppio brano con cui chiudono gli show del tour del 1973, niente di particolare.
Live In London 1974
Rispetto a Live In Japan 1973 cambia il suono della batteria, lo si percepisce subito in Satisfied (Carmine Appice, Jeff Beck, Tim Bogert), un hard rock funk mica da ridere.
Livin’ Alone (Carmine Appice, Jeff Beck, Tim Bogert) confronto al live in Japan sembra più efficace, probabilmente il missaggio è più equilibrato. Beck scatenato alla slide (e non).
Laughin’ Lady (Carmine Appice, Jeff Beck, Tim Bogert) è un brano più che discreto, uno di quei pezzi lenti in qualche modo influenzato dalla musica soul ma trattato con lo spirito del trio in questione. Assolo di chitarra emozionante.
Lady (Carmine Appice, Duane Hitchings, Jeff Beck, Tim Bogert) non si discosta troppo dalla versione di Live In Japan. Solid Lifter (Jeff Beck) è uno strumentale, preludio a quello che verrà dal 1975 in poi e in qualche modo si può dire lo stesso per Jizz Whizz (Carmine Appice, Jeff Beck, Tim Bogert).
Name The Missing Word (Prayin’) (Bettye Crutcher, Homer Banks, Raymond Jackson) è una cover dell’omonimo brano degli Staple Singers, qui ovviamente in versione rock duro.
Torna l’andamento boogie/blues (Get Ready) Your Lovemaker’s Coming Home (Unknown), l’approccio non è elegantissimo, la formula BBA non regge due album live di seguito (in verità nemmeno uno soltanto).
Superstition (Stevie Wonder) ha l’introduzione col Talk Box, all’epoca magari questa manfrina funzionava ed era una novità, oggi appare consunta. Rispetto alla versione del live precedente questa appare meno caotica.
Blues De Luxe / You Shook Me ([Blues De Luxe] – Jeffery Rod [You Shoook Me] – JB Lenoir*, Willie Dixon) rappresentano il momento blues e quando Jeff Beck si immerge in quel mood non ce n’è per nessuno o quasi. Anche in questo caso sembra tutto più chiaro rispetto alla versione live del 1973.
Per (Rainbow) Boogie (Carmine Appice, Jeff Beck, Tim Bogert) vale un po’ quello scritto per la versione dal vivo in Giappone, ma questa sembra riuscita meglio, sarà per il calore del pubblico o appunto per il missaggio.

Un cofanetto dunque preparato con cura e dovuto ma anche la conferma che ai BBA mancava qualcosa per arrivare all’Olimpo del Rock.
◊ ◊ ◊
| Live In Japan 1973 | |||
| 1-1 | Superstition | 5:17 | |
| 1-2 | Lose Myself With You | 10:50 | |
| 1-3 | Jeff’s Boogie | 3:34 | |
| 1-4 | Going Down | 3:33 | |
| 1-5 | Boogie | 4:58 | |
| 1-6 | Morning Dew | 14:12 | |
| 2-1 | Sweet Sweet Surrender | 4:43 | |
| 2-2 | Livin’ Alone | 6:11 | |
| 2-3 | I’m So Proud | 5:43 | |
| 2-4 | Lady | 6:17 | |
| 2-5 | Black Cat Moan | 9:14 | |
| 2-6 | Why Should I Care | 7:21 | |
| 2-7 | Plynth / Shotgun (Medley) |
| Live In London 1974 | |||
| 3-1 | Satisfied | 4:54 | |
| 3-2 | Livin’ Alone | 6:06 | |
| 3-3 | Laughin’ Lady | 5:36 | |
| 3-4 | Lady | 7:10 | |
| 3-5 | Solid Lifter | 3:37 | |
| 3-6 | Jizz Whizz | 8:27 | |
| 4-1 | Name The Missing Word (Prayin’) | 6:41 | |
| 4-2 | (Get Ready) Your Lovemaker’s Coming Home | 5:39 | |
| 4-3 | Superstition | 5:40 | |
| 4-4 | Blues De Luxe / You Shook Me | 5:30 | |
| 4-5 | (Rainbow) Boogie |
- Warner Music Group / Rhino Entertainment Company
- Copyright fonografico ℗ – Deuce Music, Ltd.
- Studio di registrazione – Koseinenkin Hall, Osaka
- Studio di registrazione – Rainbow Theatre London
- Studio di registrazione – Rogers Boat Studios
- Progetto grafico – Gilmour Design
- Rimasterizzato presso – Air Lyndhurst Hall
- Bass, Vocals – Tim Bogert
- Coordinator [Mix Coordination] – Carmine Appice (tracce: 3-1 to 4-5), Jeff Beck (tracce: 3-1 to 4-5)
- Coordinator [Project Coordination] – Bruce Pilato
- Design – Hugh Gilmour
- Directed By [Production Director] – Yuji Takahashi (tracce: 1-1 to 2-7)
- Drums, Vocals – Carmine Appice
- Engineer [Recording & Remix Engineer] – Kenichi Handa (tracce: 1-1 to 2-7), Tomoo Suzuki (tracce: 1-1 to 2-7)
- Guitar, Talkbox, Vocals – Jeff Beck
- Liner Notes – Bruce Pilato
- Mixed By – Ben Findlay (tracce: 3-1 to 4-5)
- Overdubbed By [Additional Guitar Overdubs By] – Jeff Beck (tracce: 3-1 to 4-5)
- Photography By – Barry Plummer (tracce: 3-1 to 4-5), David Warner Ellis, Rik Walton (2), Todd Gray, Sam Emerson
- Photography By [Inside Photos] – Hirohisa Ohkawa (tracce: 1-1 to 2-7), Kenji Miura (tracce: 1-1 to 2-7)
- Producer [Produced By] – Beck, Bogert & Appice
- Product Manager – Mike Engstrom
- Production Manager – Kristin Attaway
- Project Manager [Business Project Management] – Colin Newman
- Recorded By [Additional Guitar Overdubs Recorded By] – Ben Findon (tracce: 3-1 to 4-5)
- Recorded By [Additional Vocal Overdubs Recorded By] – Jorgen Carlsson (tracce: 3-1 to 4-5)
- Remastered By [2023 Remaster] – Barry Grint (tracce: 1-1 to 2-7)
- Research [Photo Research] – Amelia Halverson (tracce: 3-1 to 4-5)
Box includes:
• Live in Japan 1973, packaged in a 4-panel digisleeve
• Live in London 1974, packaged in a 4-panel digisleeve
• 60-page hardbound book with liner notes and photos
• Replica tour book
• Poster
Live in Japan 1973 recorded live at Koseinenkin Hall, Osaka, Japan, May 18 & 19, 1973. Originally released in Japan as “Beck Bogert & Appice Live.”
Live in London 1974 recorded live at the Rainbow Theatre, London, January 26, 1974. Previously unreleased.
Additional vocal overdubs recorded at Rogers Boat Studios.
Carmine Appice published by Bianic Music.
Tim Bogert published by Tim Bogert Music.
Jeff Beck published by Deuce Music Limited.
Publishing information for other songwriters is not specified.
The back cover of Live in Japan contains the following typographical errors:
• Kenichi Handa is credited as Kenichi Pando. The correct credit is on the inner sleeve and is the one used on this submission.
• Yuji Takahashi is credited as Yogi Takahashi. The correct credit is on the inner sleeve and is the one used on this submission.
Dedicated to the memories of Jeff Beck (1944-2023) & Tim Bogert (1944-2021).


Beck maiuscolo, però l’insieme sembra i Cream con suoni un po’ più moderni ma molte meno idee…
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