L’Eternauta (la serie TV e tutto il resto) – TTTT½

18 Mag

La storia politica dell’Argentina fu spesso tribolata, colpi di stato, derive autoritarie e instabilità si susseguirono quasi senza sosta. Il periodo che ci interessa in relazione al titolo di questo post vede la transizione dai due governi peronisti a dittature militari legate ovviamente alla destra estrema. Dal 1946 al 1955 il generale Juan Domingo Peron governò il paese con un misto di populismo, patriottismo e socialismo, con l’intento di attuare un sistema politico, sociale e culturale alternativo a quelli capitalisti e comunisti. Se non altro di distinse per la vicinanza agli strati popolari della società e per aver sostenuto il distacco dell’Argentina dall’influenza degli Stati Uniti.

l’Argentina poi entrò in una lunga fase di instabilità segnata ahimè dall’autoritarismo militare. Ci furono  una serie di colpi di stato, l’ultimo dei quali, nel 1976, sfociò nel regime più repressivo della storia della nazione in oggetto. Nel 1983, infine, tornò  la democrazia.

Nel 1955 le Forze Armate, con un golpe sotto il comando del generale Eduardo Lonardi, rovesciarono Perón e stabilirono la cosiddetta Revolución Libertadora (il nome fa piuttosto ridere se non fosse che ci sarebbe ancora oggi da piangere). La Marina Militare bombardò la Casa Rosada tentando di uccidere il presidente. Il 18 giugno Perón è costretto a fuggire in esilio prima in Paraguay e poi nella Spagna di Franco.

Nel 1962 altro golpe militare, idem nel 1966

La dittatura militare più feroce ebbe inizio con il colpo di Stato militare del 24 marzo 1976, che rovesciò il governo democraticamente eletto di María Estela Martínez de Perón e tutte le autorità costituzionali, nazionali e provinciali, imponendo una giunta composta dai tre comandanti delle forze armate.

L’Argentina tra il 1976 e il 1983 fu retta da diverse giunte militari. Si caratterizzò con una forte repressione dell’opposizione e numerose violazioni di diritti umani. Il primo ad assumere la presidenza fu il generale Jorge Rafael Videla, presidente de facto tra il 1976 e 1981, a cui successe il generale Roberto Eduardo Viola.

Tutto questo per ricordare il substrato da cui nacque la grande opere de l’Eternauta. In breve:

L’Eternauta (El Eternauta) è un fumetto di fantascienza scritto da Héctor Oesterheld e disegnato da Francisco Solano López, pubblicato dal 1957 al 1959 sulla rivista Hora Cero, in Argentina, dove raggiunse una notevole fortuna, venendo ristampato più volte, un successo estesosi nel resto del mondo, che gli ha fatto raggiungere una fama tale da venire considerato un capolavoro del fumetto mondiale. La saga fu riscritta da Oesterheld nel 1969, rendendo più espliciti i riferimenti alla situazione geopolitica del Sudamerica del periodo e fu ridisegnata da Alberto Breccia in una personalissima e innovativa versione che viene considerata un capolavoro dalla critica. La trama è spesso considerata una sorta di anticipazione del golpe argentino del 1976 di Jorge Rafael Videla, del quale rimarrà vittima lo stesso Oesterheld, desaparecido nel 1978.

In Italia fu pubblicato per la prima volta a puntate sul settimanale a fumetti Lanciostory nel 1977 e per il Tim adolescente fu una scoperta incredibile, mi influenzò molto tanto che iniziai ad usare l’alias Juan Galvez (il nome italiano del protagonista, in origine Juan Salvo).

 

Quando lessi la notizia che stavano lavorando su un serie TV tratta da L’Eternauta sobbalzai sulla sedia e quando seppi che il protagonista sarebbe stato il grandissimo Ricardo Guarin entrai in modalità fustinella.

Già da un po’ la serie è disponibile su Netflix ed è stato emozionante vedere i sei episodi della prima stagione (è chiaro che ve ne saranno altre). Mi ci è voluto tutto il primo capitolo per adeguarmi all’approccio scelto, diverse le libertà prese rispetto all’originale, una su tutte l’aver ambientato il racconto ai giorni nostri, la società isterica e violenta di questi tempi è un nemico in più contro cui combattere. Non voglio svelare la trama, ma l’arrivo di qualcosa di terribile che renderà il futuro imminente distopico e paralizzante è messo in scena in maniera convincente.

La serie ha ricevuto critiche, in parte le capisco ma le trovo comunque eccessive; ho già parlato delle libertà prese ma potrebbe essere stato altrimenti? Una graphic novel così leggendaria la si traduce in immagini con enorme fatica, pur essendo una produzione argentina e la lingua originale lo spagnolo, mi pare fisiologico che l’umore originario dell’opera abbia subito variazioni, che la tensione sia diversa, che la Buenos Aires contemporanea sia lontana da quella del fumetto, che il respiro generale sia creato per un pubblico ampio abituato a correnti narrative sul grande e piccolo schermo più tradizionali. Personalmente il concetto di mainstream non mi entusiasma nemmeno un po’, questo modo di creare statunitense spesso per un pubblico di bocca buona mi urta, ma se è un sfumatura che influenza ma non snatura del tutto le trasposizioni in pellicola di capolavori letterari, grafici, musicali, bisogna pur conviverci, perché altrimenti non si vedrebbero sullo schermo certe cose.

A me pare che nonostante tutto L’Eternauta di Netflix sia una riduzione ben più che accettabile, i capisaldi del fumetto sono in qualche modo rispettati pur modificando e modernizzando il resto. Per questo blog la serie TV El Eternauta è da guardare, punto.

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