Ti metti a letto, ormai è tarda sera, sei in quell’età strana in cui da bambino stai per diventare ragazzino, i muri della tua stanzetta sono ancora pressoché intonsi, oddio, c’è un poster di una moto da cross, c’è il poster di Sandokan ma poco di più..forse il poster della prima grande Inter. Tra non molto quei muri non saranno sufficienti per tutti i poster che vorrai appendere dei gruppi rock che verranno a piacerti.
Domani a scuola, chissà se interroga, non hai studiato tanto, sei preoccupato, ci pensi un po’ ma poi la mente si libera e vola … chissà come andrà a finire la partita di sabato al campo della chiesa, chissà quando potrò avere un motorino, chissà quando diventerò campione di motocross e chissà … ecco, un chissà si ferma lì, solo soletto senza pretese di andare, ma deciso a non tornare indietro. Il chissà che non conosci, quello che ti fa stare con gli occhi aperti, quello che non riesci a capire, qualche decennio dopo lo avresti definito un chissà blues, ma intanto non sai cosa è il blues e questo chissà rimane lì. Non riesci a comprendere che probabilmente è il chissà di come sarà la tua vita, magari lo intuisci nel profondo, ma senza rendertene conto. Fantastichi senza fantasticare, ti sorprendi senza rimanere sorpreso, c’è quel qualcosa di indefinito che ogni tanto ti viene a trovare, non sai cos’è ma forse lo sai non sapendolo … mi sa che lo senti già il senso che hai per il blues ma ancora non lo capisci. Rimani lì, contempli il nulla, la tua testolina è un incrocio in cui sfrecciano, che cosa non si sa, ma sfrecciano. Apri ancora di più gli occhi, sei quasi divertito, ma anche stupito, ma non sai da cosa. Chissà, chissà, chissà.
Si apre la porta, entra la mamma, controlla che tutto sia a posto e prima di uscire ti da un bacio sulla guancia mentre tu fai finta di dormire. Sarà uno degli ultimi baci sulla guancia, tra poco sarai troppo grande, ma intanto, ti giri, ti scordi il chissà, sospiri beato e ti metti a dormire.
(breve racconto di Tim Tirelli – Copyright 2011)
Bella atmosfera, tra il crepuscolo dell’infanzia e l’alba di un’adolescenza rock…e molto ben descritta. Mi ha fatto venire in mente Peter Pan che osserva dalla finestra i ragazzini addormentati e le loro mamme affettuose, forse perchè a me mancano dei ricordi così belli!;-)
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Grazie.
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….”Si apre la porta, entra la mamma, controlla che tutto sia a posto e prima di uscire ti da un bacio sulla guancia mentre tu fai finta di dormire”.
Che dolce immagine! Bravo Tim, le tue parole prendono forma!!
Nonostante un’infanzia ed un’adolescenza serene….non ho mai ricevuto un bacio della buona notte. E’ mancato tanto.
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Grazie Betty. Sì, il bacio della buonanotte sistemava tutto.
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Questo mi e’ piaciuto molto, bravo Tim.
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Grazie Polbi.
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