LE MISERIE DELLA STAMPA MUSICALE ITALIANA

5 Ago

Ieri Lorenz ha fatto un salto qui a Stonecity,  mi ha sistemato un paio di cosette nella pedaliera e dovevamo vederci.  Quattro chiacchiere tra noi (sui pezzi su cui stiamo lavorando che ormai sono già 10 in versione demo) e due passi per Puccini Street: panini e birre al Sigma, velcro (per attaccare un overdrive alla pedaliera) in un negozietto molto blues e sosta all’edicola. Lorenz si compra l’ultimo Dylan Dog e tre giornali di chitarre: uno ha in copertina Brian Setzer, uno Rory Gallagher e l’altro si chiama  “Chitarre e chitarristi rock”…mai sentito nominare. Non gli do troppo peso ho la dispepsia che mi da da fare e ho altro quindi per cui star male.

(Nella foto: Lorenz – foto di LG)

Verso sera Lorenz mi manda questa email:

Ti ricordi la rivista che ho comprato oggi in edicola quella che titolava “Tutto quello che devi sapere” e che io scherzando ho detto “Ah, quello che dovrei sapere lo so già”?

Non avevo poi tutti i torti se l’informazione che danno è questa…premetto dicendo che non lo avevo notato ma deve essere una nuova rivista chiamata “Chitarre e chitarristi rock” io la avevo scambiata per “Chitarre” altro mensile dello stesso genere ma a quanto pare su tutt’altro livello.

Dopo che ti ho lasciato mi fermo a fare Gpl e nell’attesa inizio a sfogliarla velocemente, vengo attratto da una foto dei Led Zeppelin (dal look direi 68-69) e la didascalia sotto dice “I Led Zeppelin, Jimmy Page è il secondo da sinistra”… peccato che il secondo da sinistra sia Plant e Page è quello di fianco (da notare che gli altri tre musicisti sono indicati come tre mercenari al suo servizio…).Va bè piccolo errore di stampa, ci puo stare non facciamo i pignoli! 

Sorvolando il fatto che i Pink Floyd vengono presentati come “Pop rumorista”, i Led Zeppelin come “matrice blues, sound super potente in un formato POP” e che secondo l’autore solo Jeff Beck e Jimi Hendrix sono riusciti a impersonificare il rock e l’unico chitarrista degli anni settanta che si salva è Frank Zappa, giro pagina e sotto una foto di Jeff Beck vedo: “l’eclettico Beck suona ANCHE una Stratocaster” … zio can sono 40 anni che è passto alla Fender…sarebbe stato più logico ” L’eclettico Beck con la sua Stratocaster signature ma agli esordi ha suonato anche diverse Gibson e Telecaster”

Ma fa niente, di fianco vedo: “Scheda Tecnica della Fender TELECASTER” e leggo:


Specifiche costruttive:  corpo in legno massiccio privo di cassa armonica, ponte fisso (…)
Pick Up : due pick up single coil
Genere musicale associato: Rockabilly, surf, punk

Ora a parte che casomai la Tele è la chitarra country-blues per eccellenza, pick up 2 single coil? Legno massiccio? Ponte fisso? Non possiamo essere un po’ più specifici o forse l’autore pensa che tutti i ponti fissi i pick up single coil e i legni per chitarra elettrica siano uguali? E questa sarebbe una scheda tecnica?


Sarebbe come se Quattroruote pubblicasse:

Scheda tecnica Porche Carrera
Ruote: 4 in materiale gommoso
Motore: 1 funzionante
Interni: ci sono

Giro pagina ancora,
Foto di Santana 40 anni fa presa da Woodstock, la chitarra non si vede (ma chiunque abbia visto Woodstock sa che aveva una GIBSON SG)  e sotto la didascalia: ” Santana e la sua inseparabile Paul Reed Smith a Woodstock”… mi dico va bè ora suona una Paul Reed Smith forse nella didascalia hanno riassunto… ma sotto nell’articolo vedo:  ” (a Woodstock) Carlos Santana si esibisce con la sua Paul Reed Smith (PRS per gli amici) nell’agosto del 69 sullo stesso palco ecc.(…)”  Ora, zio schifoso, io carico furgoni e prendo merda addosso tutti i giorni e non saro’ erudito come il sig. Autore in questione ma la PRS (per gli amici eh…) è stata fondata nel 85! Diciamo 16 anni dopo Woodstock? Vogliamo dire che prima Santana usava la SG e poi la Yamaha SG2000 prima di approdare alla PRS-only for friends?
Sono nozioni che ho fatto mie a 14-15 anni, possibile che in redazione non ci sia stato un pirla qualsiasi che abbia detto ” Cerchiamo di essere un pochino più precisi…”?

Ma il culmine arriva nella pagina successiva quando inspiegabilmente speranzoso giro la pagina e sotto la didascalia “Gli Eredi” vedo il nome di Rory Gallagher… cerco di focalizzare, vado all’inizio dell’articolo e capisco che sarebbero gli eredi di Hendrix (unico e indiscusso chitarrista per il sig. Autore) e leggo testualmente ” Impossibile peraltro non citare Rory Gallagher strappato al folk irlandese proprio dalla musica di Hendrix “…


A questo punto è arrivato il benzinaio a riscuotere per il pieno e forse avrà pensato che le mie bestemmie tra i denti fossero per il prezzo del carburante ma in realtà non ho neanche sentito quanto era il conto tanto ero sconcertato… non lo so Tim, io questa similitudine tra Hendrix e Rory a parte la strato non ce la vedo… o io non capito un cazzo della musica per cui vivo da quando ero ancora un bambino oppure sono proprio stronzo a fare il lavoro che faccio e magari, pur nella mia rozzezza stilistica, riuscirei a fare un articolo sui chitarristi rock più veritiero, meno di parte e un pò più dettagliato.

Non più avuto il coraggio di girare un’altra pagina.

Poi ci lamentiamo che i ragazzini non sanno nulla di rock.

Poi ci lamentiamo che le riviste non vendono più.

Tutto quello che devi sapere…

I got the same old blues again…

Spero che ti risveglierai in ottima forma, domani dobbiamo insegnare un po’ di rock a questa gente! :-) (Lorenz si riferisce al concerto della Cattiva di stanotte ndTim)

Your guitar tech, Lorenz

PS:Alla fine l’ho girata la pagina, articolo di una pagina intera su Ritchie Blackmore con tanto di foto a tutta pagina nella pagina di fianco… ma la foto era del figlio di Blackmore in concerto con gli Over the Rainbow… non se ne sono accorti…

C’è bisogno di qualche commento? Un rivista di chitarre per chitarristi che scrive quelle cose! In Italia il rock sarà sempre questo, un qualcosa da non prendere seriamente (parlo degli “addetti al lavoro”), riviste “specializzate” che riciclano concetti ed articoli apparsi su riviste straniere, riviste “specializzate” che pubblicano articoli superficiali e inutili che denotano una pigrizia giornalistica e mentale avvilente. Non che mi meravigli, ma ogni volta la conferma di queste cose è una lancia conficcata nel petto.

 

 

 

3 Risposte to “LE MISERIE DELLA STAMPA MUSICALE ITALIANA”

  1. Avatar di saurafumi
    saurafumi 06/08/2011 a 09:11 #

    Mah… già in Italia la cultura rock e musicale in generale fa schifo (per fortuna che ci sono i vari Riva, Trombetti, ecc), se poi escono a piede libero riviste di questo tipo… devianza mentale completa… mah…

    "Mi piace"

    • Avatar di Massimo
      Massimo 06/08/2011 a 15:27 #

      L’episodio rappresenta perfettamente la drammatica situazione che sta vivendo la Cultura in Italia, sebbene questo mi sembri davvero un caso limite. Io ormai raramente compro riviste musicali, ma quando le compro mi affido alle stesse che compravo da ragazzino, e mi sembra che la serietà e soprattutto la competenza siano rimaste invariate. Non mi sembra un caso che questo avvenga nel momento peggiore dei nostri ultimi sessant’anni; credo che parte dell’editoria italiana stia lavorando duramente al fine di svilire l’immagine degli eroi degli anni ’60/’70, poichè questi ultimi rappresentano Valori che il mondo della produzione globalizzata “deve” temere.

      "Mi piace"

  2. Avatar di paolo barone
    paolo barone 08/08/2011 a 17:51 #

    Hai ragione. Purtroppo il Rock, e specialmente il R’N’R’ non è mai stato considerato cosa seria in italia. E a parte un paio di riviste decenti il resto è una tragedia, un vero disastro culturale. La cosa merita una riflessione che magari si potrà fare insieme sul blog in futuro.

    "Mi piace"

Scrivi una risposta a paolo barone Cancella risposta

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.