AIR CONDITIONED BLUES (il caldo, la fine delle ferie e il ritorno al lavoro)

24 Ago

Ritorno alla domus saurea venerdì scorso, Lorenz mi chiede se alla sera ci facciamo un cinegiappo, ho la brillante idea di farmi la doccia prima di andare e di non asciugarmi i capelli…all’esterno ci sono 35 gradi di sera all’interno del cinegiappo -5 grazie all’aria condizionata, risultato: faringite, raffreddore, e spossatezza da antibiotici a tutt’oggi. Un bel modo per inaugurare la nuova stagione.

Sabato ritrovo Brian, tutto sommato in forma, SisterJeff (alias Lalalli) ha fatto un buon lavoro durante la mia assenza. La sera Lasàurit è a suonare coi WildTurkeys, io sono a casa con un mal di gola della madonna. Ripenso ad un uomo che ho visto una sera a Greendale, al mare, un uomo proveniente dall’India o località asiatiche lì vicine, tentava di vendere fiori ai clienti di una pizzeria, solo che lui era fuori, separato dal  mondo dorato che vedevano i suoi occhi da una interminabile vetrata pressurizzata. Aveva uno sguardo disperato e rassegnato, la gente all’interno della pizzeria cercava di non dargli peso, non li biasimo, forse anche io avrei fatto lo stesso…si potrà bene mangiare una pizza senza dover comprare due rose, no? Eppure quell’uomo mi ha colpito. L’ho fotografato ma nel momento in cui lo facevo mi sono vergognato: il violare quel suo elemosinare un momento di attenzione mi è sembrato forzato. Per fortuna la foto non è venuta affatto bene.

(L’uomo che vendeva mazzetti di fiori – foto di TT)

Domenica la passo in uno stato deprimente e lascio che passi il prima possibile (deprimente anche il pareggio 2 a 2 che l’Inter riesce a strappare all’Olympiakos nella amichevole di Ginevra).

Lunedì lo passo con Brian qui alla domus saurea: a casa sua non ha l’aria condizionata e alla sua età questo caldo è pericoloso. All’inizio è un dramma fargli accettare la cosa, ma poi inizia a gasarsi, una giornata diversa dalle solite gli solletica l’umore. Gli preparo da mangiare io: solito pranzo da uomo di blues….uova al tegamino e pomodorini. Con la complicità padre figlio gli sgancio anche una Bavaria fredda. Se la gode un mondo. Zuppa inglese, cocomero e sambuchina finale. Brian è un po’ in “cimbali” (come avrebbe detto mia madre) e si mette a canticchiare qualche blues, prende addirittura in mano una chitarra…

(Brian plays the blues – foto di TT)

(Brian Tirelli, Epiphone endorser – foto di TT)

Ci mettiamo poi a guardare un fiml su Sky “Mangia Prega Ama”, commediola esistenzialista con Julia Roberts. A Brian Julia piace, commenta spesso e spera che – nel film – lei non si metta con quello che a lui sta antipatico. Son sei sette ore che Brian parla più o meno interrottamente, ad un certo punto – forse preso da un rimorso…ma non credo – chiede qualcosa che interessi a me. “Vè Tim, e i Led Zeppelin?“.  Si sposta nello studiolo, osserva il poster della più grande rock band di tutti i tempi e aggiunge “Get anca te l’è” (Ci sei anche te lì?). “No, Brian, magari…lì c’è Jimmy…” e lui “Peigh” e “John B…” e lui “Bona, l’è vera, Gimmi Peigh e Gion Bona…ah, i Led Zeppelin. Po’ a gh’era Vasco Rossi e cos, là, scarpulèin (intende Sergio Endrigo)”.

(Father & son: Tim e Brian Tirelli – foto by LS)

La sera di nuovo con Lorenz, pastasciuttina e poi messa a punto dei suoni della pedaliera, giù nella stanzetta del garage ad una temperatura di almeno 40°. Torniamo in casa sotto il gelido abbraccio del condizionatore a sistemare le parti di chitarra  di BELLEZZA D’ARIA PURA e ED E’ UN ALTRO LUNEDI’ (“Io faccio quella” “No, la faccio io, tu fai l’altra“, “Tu fai l’assolo lì“, “No lo fai tu” “Ma che riff ci fai qui?” “Oh, ma che cazzo di accordo è quello?” “Misolidio? Zio can, ma non vorrai mica andar fuori dalla pentatonica eh?” roba da chitarristi insomma).

Martedì mattina passa Dennis per un caffettino. Ci raccontiamo i nostri blues e progettiamo mosse che chissà se si avvereranno mai. Il tardo pomeriggio lo passo con Barbara, la giovane dottoressa di Geriatria che segue il vecchio Brian. Torno a casa spossato. Gli antibiotici, che prendo di mia iniziativa, fanno effetto sulla faringite ma mi schiacciano a terra.

Stamattina torno al lavoro, soliti “scassamenti di minchia” (come direbbe Lakèrlit) da rientro, un giretto a Scandiano da Raffa il fotografo (sempre cose di lavoro), un allegra scappata alla farmacia dell’ospedale per il “Piano Terapeutico” di Brian ed eccomi di nuovo qui, con il condizionatore a canna, con un raffreddore che non so dove stare a contemplare i miei LP di Johnny Winter mentre ascolto BRASS AND THE BLUES di McKinley Morganfield.

Un pensiero a Polbi e a Laroby che stanno passando momenti molto dolorosi.

3 Risposte to “AIR CONDITIONED BLUES (il caldo, la fine delle ferie e il ritorno al lavoro)”

  1. Avatar di saurafumi
    saurafumi 25/08/2011 a 10:05 #

    Get anca te l’è?
    Micidiale Brian! :-)
    Un pensiero a Polbi e LaRoby anche da parte mia…

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  2. Avatar di paolo barone
    paolo barone 25/08/2011 a 17:27 #

    Grazie Tim, grazie Saura, anche io vi penso spesso e vi sento vicini in questi giorni strani.
    Oggi ho miracolosamente riparato il mio stereo mangianastri e ascoltavo Atom Heart Mother mentre guidavo lungo la costa viola a nord di Reggio Calabria. Posti di una bellezza struggente, la calabria è una terra estrema in tutte le sue espressioni. Ascoltando quel nastro pensavo molto a Saura, che da vera intenditrice di materia Floydiana lo nominava suo preferito. Alle volte penso abbia ragione…

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    • Avatar di saurafumi
      saurafumi 25/08/2011 a 19:55 #

      Ti invidio, Polbi.
      Vorrei anche io poter ascoltare Atom Heart Mother davanti ad uno scenario mozzafiato come deve essere quello che vedi tu…
      Chiudere gli occhi e cercare di immaginarselo non è la stessa cosa…

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