L’HIGHWAY BLUES e il CHELSEA che vince la Champions

20 Mag

Seconda parte della settimana rotolata verso un black mood fastidioso (soprattutto per gli altri), amplificato dall’ascolto di THE LAMB LIES DOWN ON BROADWAY dei Genesis, disco, diciamocelo, noiosetto e pretenzioso.

Sabato mattina, diretto da Brian as usual. Mi ascolto SECONDS OUT sempre dei Genesis:

A Campogallo passo sul ponte  dell’autostrada, quella che conduce alle porte del cosmo che stanno su in Germania. Viene voglia di entrarci, di perdersi tra quelle corsie nel tiepido sole del mattino, raggiungere mete, far  scartare di lato la tua vita, trovare significati che si rincorrono dall’età in cui si è diventati uomini di blues (in pratica da quel freddo solstizio d’inverno di secoli fa…).

Invece prosegui, arrivi a Mutina. Alla LittleCross vedi un vecchio arabo che mendica al semaforo del grosso incrocio. Sono le 09,09, sono in ritardo di 9 minuti. Sento squillare per la seconda volta il telefono, è Brian che mi cerca, la suoneria collegata al suo numero non lascia dubbi…

Solite faccende a Ninetyland, un gruppo di turisti veneti davanti alla’Abbazia di Thelema, la colazione al K2, una salto da Lasìmo e Brian che mi diletta coi suoi interventi:

Te t’è come un fiòl per me!” (Tu sei come un figlio per me)….vorrei anche vedere.

“Te piaci alle donne, cadono ai tuoi piedi” …Fosse davvero così sarei tutte le domeniche allao stadio accanto a Bedi Moratti.

T’è propria un Tim” (Sei proprio un Tim)…???

Mi propina poi la sua poca simpatia per i tedeschi “Ierèn gnu chè a cumandèr, lor e i fasèsta, c’ag vegna un azidènt” (Erano venbuti a comandare, loro e i fascisti, che gli venga un accidente). Sintomatica questa la metamorfosi. Negli anni sessanta e settanta per lavoro finiva spesso ai lidi ferraresi, così volle imparare un po’ di tedesco per poter comunicare con i turisti tedeschi. Al mare in vacanza metteva insieme compagnie di decine di persone italiane e tedesche e alla sera si facevano feste leggendarie sulla spiaggia con lui come mattatore. Adesso con la malattia che lo imprigiona nelle nebbie e nei pantani, dalla pancia salgono i sentimenti più istintivi e dunque la poca simpatia per quell’esercito che per alcuni anni della sua adolescenza gli peggiorarono la vita.

Verso le 13 ritorno. Basta progressive, provo a vedere se l’hard rock che piace a me mi colora di tinte meno scure il morale, AEROSMITH dunque, un bootleg del 1982 a Chicago, con Jimmy Crespo e Rick Dufay alle chitarre:

Non so perchè ma ho sempre preferito Crespo e Dufay a Perry e Whitford. Boh, misteri.

Serata di Champions league. Non amo particolarmente nè gli inglesi nè i tedeschi, ma tengo per il Chelsea, senza tentennamenti. E il Chelsea vince, un po’ inaspettatamente…questo è davvero il bello del calcio.

Sospiro un po’ pensando che due anni fa a quest’ora ero a girare per Reggio con Dennis e col bandierone nerazzurro, mi asciugo gli occhi pensando a Josè…mi ricompongo e inizio a bisticciare con la groupie, poco convinta che STRAMACCIONI sia il secondo miglior allenatore del mondo. Ma tiene il Milan, che ne può sapere. Intanto prego il padre dei quattro venti che arrivi presto il due agosto…preliminari di Europa League. Non vedo l’ora. (sì, cioè…insomma…)

25 Risposte to “L’HIGHWAY BLUES e il CHELSEA che vince la Champions”

  1. Avatar di alexdoc
    alexdoc 20/05/2012 a 01:14 #

    INel calcio europeo ho sempre tifato Chelsea da quando era “la squadra degli italiani di Londra”, con “magic box” Zola e il saggio Di Matteo giocatori. Ho visto arrivare un giovane ambizioso arrogante e predestinato portoghese di nome José, poi la finale persa immeritatamente a Mosca contro il Man Utd, e la semifinale persa ingiustamente contro il nascente Barca dei fenomeni. Ho sospeso il tifo solo per la parentesi della gestione Ancelottiana. Il Bayern stasera ha patito un eccesso di sicurezza e presunzione, con uno stadio tutto a favore. E invece i miei grandi Blues si sono presi quel che gli spetta contro la curva rossa della muraglia umana di casa (non ho il ricordo di una squadra che ai rigori supera l’ostacolo del primo rigore sbagliato, ribaltando il punteggio). Fa piacere trovare tra i protagonisti i cari vecchi old boys Lampard Drogba e soprattutto Cech. Era destino, quest’anno le mie simpatie inglesi (loro e il Man City del Mancio, eterni “noisy neighbours” sbeffeggiati per una vita da quei gobbi inglesi dello United) mi regalano le soddisfazioni che mi nega il calcio italiano.

    Da “Genesista” a me piace, ma posso benissimo capire che uno trovi noioso e pretenzioso “The Lamb”. Invece faccio fatica a capire il preferire al “perfect pair” Perry & Whitford (uno dei più grandi e ignorati “ritmici” della storia) l’anonima coppia di mestieranti Dufay & Crespo (quest’ultimo cognome mi fa pensare con molto più entusiasmo all’omonimo centravanti argentino): da fan dei Fleetwood Mac sarebbe come dire preferire Burnette & Vito a Lindsey Buckingham, ma non discuto i gusti personali. Riconosco però che “Rock in a hard place” é un buon album, non inferiore alla loro media di quel periodo. E ti “perdono” perché sei uno dei pochi che come me pensa che “The song remains the same” sia quello che troppi sordi non vogliono sentire, ovvero un live della madonna.

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  2. Avatar di Francesco
    Francesco 20/05/2012 a 14:56 #

    Beh, una volta tanto non siamo d’accordo, e per ben due volte. Calcio: eh no, Bayern Bayern Bayern, dai tempi del grande Kalle e, prima ancora, da quelli del compagno Paul Breitner e poi del monumentale Lothar. Però ha vinto, meritatamente, il Chelsea dell’odioso Abrahmovich, nello stesso modo in cui i tedeschi avevano fatto fuori il Real. Che grande sport ‘sto calcio, anche se giocano due squadre delle quali te ne importa il giusto riesce comunque ad appassionarti e a tenerti appiccicato allo schermo, in fondo se alla mia età ancora non rinuncio alla partitella del martedì sera un motivo ci sarà! Musica: “The lamb”, per me che, come sai, “aborro” il progressive, resta il migliore dei Genesis, anzi, probabilmente si tratta del primo disco di Peter Gabriel senza gli ex compagni. Certo barocco, pretenzioso, però con tanti spunti interessanti, a cominciare dalla bellissima e stravagante storia che vi è raccontata. E poi “Carpet crawl”!… E che paura il terremoto, immagino che dalle tue parti si sia sentito anche più forte. Ciao Tim, ciao Alex, e perdonatemi ma io i preliminari di Europa Lig… sì, cioè, insomma…

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  3. Avatar di Beppe R
    Beppe R 20/05/2012 a 18:45 #

    Ho visto la finale di Champions senza tifare per nessuno, pronto ad accettare il verdetto del campo. Dico solo che grandi giocatori come Drogba, Lampard e Cech (tutti da elogiare, ieri) meritavano di avvicinarsi al tramonto di una prestigiosa carriera con questo trionfo. Inoltre hanno fatto fuori il Barca che tutto il mondo incensa, quindi onore a loro. Un altro appunto: Drogba, fantastico centravanti e spirito indomito, alla fine ha definito Cech miglior portiere del mondo. Per una volta, non ci è toccato sorbire in tv la reiterata attribuzione di tale titolo a Buffon, quello dei ripetuti dribbling davanti alla porta contro il Lecce (finchè c’è scappato il goal), quello che manda in visibilio i telecronisti italioti anche quando para passaggi al portiere. Mi spiace per Kalle, questo si, uomo davvero molto signorile e top player della sua epoca, purtroppo giunto all’Inter con troppi guai fisici. Argomento musica: Tim, so che ti fa piacere esser in sintonia con GC (Giancarlino!?!) Trombetti. In effetti, pur con differenti personalità, amate dar mazzate psicologiche a destra e sinistra, ed esser dissacratori. Passi che a te gli High Tide dicano poco, passi che Atomic Rooster ti dicano ancor di meno, e che per te Montrose fosse poco più di una pippa, ma…Crespo-Dufay meglio di Perry-Whitford? Sai che per un fan di rock americano è come se si venisse da te (o dai molti ultras Zeppeliniani di questo blog) sostenendo che Page faceva miglior figura con Coverdale alla voce che con Plant? Comunque, parafrasando le femministe che alludevano a qualcosa di (spesso) molto interessante, il “blog é tuo e lo gestisci tu”. Io mi ritiro in buon ordine, mi hai demolito l’ennesimo mito. Ma sei sicuro che condividevi qualcosa di ciò che scrivevo? Bye.

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  4. Avatar di Paolo Barone
    Paolo Barone 21/05/2012 a 15:46 #

    The Lamb, alla lunga, e’ uno scassamento di palle. Come praticamente quasi tutta la carriera solista di Gabriel e i Genesis senza Gabriel. Quella e’ una storia che finisce con Sellin’ England, vetta insieme all’oscuro Trespass. Che e’ anche meglio!
    Gli Aerosmith hanno fatto un disco senza Perry & Whitford??? Ma vedi tu…manco lo sapevo.

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  5. Avatar di timtirelli
    timtirelli 21/05/2012 a 15:57 #

    Sì Polbi, mentre finivano di registrare NIGHT IN THE RUTS, Joe perry se ne va. Qualche tempo dopo fuoriesce anche Whitford. Per il disco ROCK IN A HARD PLACE del 1982 (album niente male) vengono chiamati Crespo e Dufay. come dice Alex due onesti mestieranti (Curiosità: Crespo finirà a suonare su un greatest hits di vecchi pezzi rifatti di Drupi di qualche lustro fa).

    Per i Genesis…fai un po’ il Tim Tirelli:-) Per me funzionano – e bene – fino al 1978 (ATTWT). Hai ragione per Peter Gabrel…il primo va bene, il secondo anche, se vuoi il terzo ma poi noia noia noia. Mi son sempre chiesto come mai sia così considerato. Per me non è il genio che vogliono farci credere (parlo della carriera solista).

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  6. Avatar di alexdoc
    alexdoc 21/05/2012 a 17:49 #

    Il “Genesiano” si aggiunge a voi due: col senno di poi sono arrivato alle vostre stesse conclusioni, partendo da premesse molto differenti (per anni l’ho osannato anch’io). Ora penso che Pietro Gabriele da solista sia equivalente nella scala dei valori ai Genesis senza di lui, vale a dire due bei dischi, un terzo un po’ meno, poi tanta professionalità a coprire un vuoto di idee, prese in giro tra la musica che girava intorno in quel periodo. Nessuno ha mai sottolineato questa cosa in comune tra PG “solo” e i tre reduci, i quali comunque hanno risentito molto di più dell’ignorata da tutti partenza di Steve Hackett che di quella, rimpiantissima, del cantante. Aggiungo che anche per me “Selling England” é il vertice assoluto di ogni epoca per tutti questi cinque attempati signori inglesi.

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  7. Avatar di Pol
    Pol 21/05/2012 a 21:06 #

    The Lamb alla lunga, oggi come oggi, stanca un po’ anche me. E anche di Gabriel solista non riuscirei a reggere un intero disco.
    Tim, non fulminarmi ma io personalmente apprezzo anche Duke.

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    • Avatar di alexdoc
      alexdoc 21/05/2012 a 21:40 #

      A piccole dosi, soprattutto in passato, anch’io. Il problema é che era diventata un’altra band, senza più niente in comune coi dischi precedenti, e avrebbe dovuto cambiare nome. L’imperdonabile inizia con Abacab, un anno dopo. Da lì in poi piuttosto, a parità di “pop”, tutta la vita meglio il Phil solista, che almeno a quella fin troppo redditizia svolta ci credeva davvero, ne era convinto fino in fondo, a differenza dei due compari.

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    • Avatar di timtirelli
      timtirelli 22/05/2012 a 09:30 #

      Ci mancherebbe Pol. Io ho i Cd originali versione remaster di Duke e di Abacab, ci ho provato ma non riesco a farmeli piacere, al di la dei singoli che sono piacevoli canzoni commerciali.

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  8. Avatar di Paolo Barone
    Paolo Barone 21/05/2012 a 22:26 #

    Per anni ho considerato anche io Gabriel solista un grande. Ma oggi posso dire che non ha retto la prova del tempo, e quello che aveva da dire di geniale lo ha detto con i Genesis nei primi dischi. Ho rivisto su Blob alcuni suoi filmati anni ’80 a dir poco imbarazzanti rivisti oggi. All’epoca mi sembrava un fico, come cambia la nostra percezione delle cose col passare del tempo. Al contrario mi sembrava buffo vederlo nei travestimenti degli anni ’70, mentre oggi mi sembrano bellissimi! I Genesis post Gabriel potrei pure ascoltarli in un momento di nostalgia totale, con bei ricordi di me stesso all’epoca. Ma dal punto di vista artistico a me sembrano assolutamente inutili. Un altro contenitore perfetto ma vuoto. Ovviamente ciò non toglie che uno si possa godere Seconds Out o Gabriel che si schianta sul palco di San Remo, ci mancherebbe altro, io ho appena finito di ascoltare i Kiss…

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  9. Avatar di alexdoc
    alexdoc 21/05/2012 a 22:43 #

    … e un cerchio si chiude, visto che col trucco facciale che sfoggiava nei primi ’80 (vedi copertina di “Plays live”) Gabriel mi faceva pensare ai Kiss. Solo esteticamente s’intende, sto ridendo all’idea di una collaborazione tra i due all’epoca: Gene che sputa fuoco e vomita sangue, poi arriva Peter in versione “americà (o meglio, inglé), facce Tarzan” che si lancia sul pubblico aggrappato a una corda… poteva anche funzionare.

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  10. Avatar di Clod_60
    Clod_60 22/05/2012 a 10:50 #

    Vi prego illuminatemi (la domanda non è retorica): ma non è che anche P. Gabriel è stato vittima (come i Genesis, Bowie, ecc. ecc. ecc. – di nomi se ne possono aggiungere a volontà) della c.d. “maledizione degli ’80”, per la quale fior di musicisti che negli anni ’70 erano al top artistico, non appena scollettato nella decade successiva hanno attaccato compulsivamente a produrre robaccia commerciale nel tentativo di inseguire i gusti del nuovo pubblico? Lo chiedo per mia ignoranza: qualcuno ha idea di cosa capitò (a Gabriel e a tutti gli altri) in quel decennio?

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    • Avatar di picca
      picca 23/05/2012 a 09:18 #

      Forse il ‘riflusso’, forse una impellente necessità di alleggerire le cose, forse la promessa di guadagni mostruosi, ma negli anni ’80 i protagonisti ‘classic rock’ si ritrovarono in un battito di ciglia a dover reggere l’impatto di MTV che divenne il nuovo grande distributore musicale planetario e che magari preferiva promuovere un bel video dei Lotus Eaters piuttosto che un playback degli Humble Pie. Ci fu un certo spiazzamento. Alcuni riuscirono ad adeguarsi e anzi ad approfittarne mentre altri hanno fatto più fatica. In più aggiungiamo una repentina seppur relativa accelerazione tecnologica che spinse tutti ad uniformarsi a certe novità (batterie Simmons, drum machines Roland, Yamaha DX7) che allora parevano modernissime ma che oggi suonano spesso come polverose anticaglie di modernariato. Inoltre mi pare d’aver capito che negli anni ’80 con la musica si cominciano a fare i soldi ‘sul serio’ con conseguenti scelte più commerciali e attente al marketing e al merchandising. Mi pare che, negli anni ’80, fosse improvvisamente impossibile non fare cazzate. Anzi, la cazzata diventò d’obbligo. Springsteen per esempio si è dovuto pompare i muscoli e vestire da Big Jim davanti alla bandiera per entrare nello stesso campionato di Madonna e Michael Jackson (missione compiuta) e Morgan forse ha ragione quando dice che i jeans mirabilmente ‘autentici’ del boss in copertina di BITUSA non erano più ‘autentici’ dei completi rosa di Simon LeBon ma che anzi, esagerando sull’autenticità, erano forse più strumentali.
      Non mi pare (parere personale) che si possa accusare Gabriel di poca rilevanza artistica negli eighties, semmai Winwood, Clapton, Cocker, gli stessi Stones e altri mille eroi del classic rock dei sixties e seventies. I Genesis hanno rifiutato un destino di ‘nostalgia act’ e di girare il mondo a suonare ogni sera Supper’s Ready per un pubblico di fans sempre più in sclero. Se non apprezzo totalmente le loro scelte artistiche rimango ammirato dal tentativo riuscito di Collins & Co. di costruire un ‘greatest hits’ micidiale da seconda giovinezza, molto più lucroso del primo.
      Come diceva McLuhan in uno dei più consunti e citati postulati di sempre ‘Il Medium è il messaggio’, che in un certo senso significa che ‘il wah wah non esiste perchè esiste Jimi Hendrix ma semmai il contrario’.. Negli anni ’80 non esisteva MTV perchè c’era la musica, semmai il contrario’.

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  11. Avatar di alexdoc
    alexdoc 22/05/2012 a 11:22 #

    Per Bowie, Plant, Queen, i “residui” Genesis e molti altri parlerei di un fenomeno di spostamento dei riferimenti sonori e visivi dal Rock al Pop. Per anni ho creduto a quel “blame it on the Eighties”. Poi riflettendo bene penso che si possa parlare più generalmente di “maledizione del secondo decennio”. Gli artisti, come gli atleti, salvo rare eccezioni restano al “top” di freschezza e dinamismo per la prima decade d’attività. Molti grandi dei ’60 e degli ’80 sono sfioriti rispettivamente nei ’70 e nei ’90.

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  12. Avatar di picca
    picca 23/05/2012 a 11:16 #

    A proposito di MTV negli 80’s e del suo ingresso e consolidamento nel mondo della musica, e non solo, con conseguenze terrificanti sia per la creatività artistica che per le pettinature di vari nostri beniamini, si può segnalare un libro in english di cui si dice un gran bene in vari forum di music-obsessed. Ecco il link di Amazon per chi fosse interessato

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  13. Avatar di picca
    picca 23/05/2012 a 11:58 #

    Scusate l’eccesso di postaggi odierno, ma mi devo distrarre da terremoti e minacce di bombe in centro storico.
    Propongo di segnalare alcuni dischi anni ’80 da voi molto amati per un motivo o per l’altro. Eccone alcuni del sottoscritto:
    Tom Petty – Southern Accents
    XTC – Skylarking
    Lloyd Cole & The Commotions – Rattlesnakes
    Joan Armatrading – Walk Under Ladders
    Police – Synchronicity
    Blasters – Hard Line
    Dream Syndicate – The Medicine Show
    Stan Ridgway – The Big Heat
    Paul Simon – Hearts & Bones
    The Firm (of course)

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  14. Avatar di alexdoc
    alexdoc 23/05/2012 a 17:18 #

    Prefab Sprout – Steve McQueen
    Dire Straits – Making movies
    Bruce Springsteen – The river
    John Hiatt – Bring the family
    John Mellencamp – The lonesome jubilee
    Lou Reed – New York
    Stevie Ray Vaughan – Texas Flood
    Tom Waits – Heartattack and vine
    Fleetwood Mac – Tango in the night
    Robert Plant – Pictures at eleven
    Black Sabbath – Heaven and hell
    Guns n’Roses – Appetite for destruction
    Van Halen – 1984
    Whitesnake – Slide it in
    Iron Maiden – Killers
    Marillion – Misplaced Childhood
    The The – Mind bomb
    Joe Jackson – Night & day
    Lloyd Cole & Commotions – Rattlesnakes
    Dukes of Stratosphear – Psonic Psunspot
    Lucio Dalla – Dalla
    Pino Daniele – Nero a metà
    Paolo Conte – Paris Milonga
    The Firm (of course)

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  15. Avatar di alexdoc
    alexdoc 23/05/2012 a 17:22 #

    Donald Fagen – The Nightfly

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    • Avatar di picca
      picca 23/05/2012 a 18:42 #

      Per adesso guidano la tappa Lloyd Cole e i Firm. I favoriti.

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  16. Avatar di Paolo Lisoni
    Paolo Lisoni 23/05/2012 a 20:58 #

    negli 80’s ascoltavo soprattutto delle songs (dischi interi solo 60/70’s), eccezion fatta per:
    Shot of love
    Infidels
    Empire Burlesque (lungimirante come sempre His Bobness)
    Knocked out Loaded
    Down in the groove
    The Firm (of course)

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  17. Avatar di alexdoc
    alexdoc 25/05/2012 a 09:45 #

    Hall & Oates – Private eyes (come ho fatto a dimenticarlo!)
    Daryl Hall – Sacred songs
    Rickie Lee Jones – Pirates

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    • Avatar di picca
      picca 25/05/2012 a 09:54 #

      Pirates capolavoro. Hall & Oates li gradii pure io all’epoca, Private Eyes H2O e pure Big Bam Boom. Erano commerciali ma non offensivi e Mr. Hall cantava bene. Aggjungo Warren Zevon – The Envoy, il primo Peter Case, Le Chat Bleu di Mink DeVille e Proof Through The Night di T Bone Burnett, anche se il disco del decennio rimane forse Voice Of America di Little Steven (Firm a parte…)

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      • Avatar di alexdoc
        alexdoc 25/05/2012 a 10:48 #

        Hall & Oates sono stati due ottimi autori Pop con in più la magica voce di Daryl, uno dei miei cantanti preferiti in assoluto. Grande Mink DeVille, anche “Coup de Grace” dell’anno dopo.

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  18. Avatar di Clod_60
    Clod_60 25/05/2012 a 13:31 #

    Beh, lasciatemi dire “La Voce del Padrone” – Franco Battiato. C’è un disco più “anni ottanta” di questo?

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  19. Avatar di Paolo Barone
    Paolo Barone 25/05/2012 a 14:54 #

    Cure
    Dead Kennedys
    Siouxsie
    Living Color
    Pinodaniele
    De Andre’
    NWOBHM
    Wall of Voodoo
    Plant(!)
    Andrea Pazienza
    Diva Futura
    17 Re Litfiba
    Alcune delle cose belle degli ’80 secondo me…Che decennio triste.

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