Winter solstice blues

21 Dic

Solstiziereggio a ritmo di blues in questi giorni, tutto sommato quello tra il 13 dicembre e il 24 è il periodo dell’anno che mi piace di più, i dodici giorni che preferisco. Non amo l’eccesso di decorazioni, i sentimenti forzati, il romanticume che ci propinano, non amo le forzature provenienti dagli stati uniti, ogni volta che in un film o in una pubblicità vedo un babbo natale che fa “ho ho ho” mi vien voglia di vomitare, tuttavia amo l’atmosfera natalizia sebbene il culto del cristianesimo abbia da tanti secoli sostituito il culto del sole. Il gesto di scambiarsi un dono, una buona parola come augurio per la nuova stagione è uno dei pilastri dell’umanesimo. Sarebbe bello avere un po’ di neve, un manto bianco che per un giorno o due ci faccia rallentare, che ci riporti un po’ di candore, che ci faccia illudere che per un momento siamo meno meschini di quello che in realtà sembriamo. Cerco di evitare i trabocchetti dell’umore, degli impicci quotidiani e mi rifugio nei bagliori delle luci ad intermittenza, nei sentimenti di felice malinconia che ogni dicembre mi porta in dono. Detto questo, naturalmente vivo e osservo le minuzie quotidiane a cui un uomo di blues miserello come me è sottoposto.

WORKS 

La tipa della reception ci fa accomodare in una delle due sale riunioni. Sono insieme alla mia socia Kerlit, a minuti abbiamo una riunione con un cliente. Ci accomodiamo. Lei scrive su un grosso blocco note i punti salienti da affrontare, io riguardo un paio di documenti e poi volgo lo sguardo all’alto soffitto dell’edificio. Vengo da giorni di ascolto di CLASH (il primo e il terzo) e FINARDI (1976/79), il mood è un po’ ribelle, fatico più del solito nel “far la fila per tre, risponder sempre di sì e comportarmi da persona civile”. Entrano i due della controparte. Affrontiamo subito le questioni meno simpatiche, me ne occupo io, quindi procediamo sulle restanti faccende, se ne occupa la Kerlit. In alcuni momenti l’attenzione cerca di sfuggirmi, nella testa mi frullano i soliti blues: le mie canzoni, i miei racconti, il Rock, l’Inter, la donna scarlatta, il Paul Gauguin blues: da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? Scuoto il capo, riacciuffo l’attenzione e la incollo al tavolo. La riunione dura più o meno 90 minuti. Usciamo. Sono le 19. E’ una sera cupa, nebbiosa, fredda. Salgo sulla Aor-blues mobile. Aziono lo scalda sedile. Sul lettore ENZO JANNACCI 1975-79.

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QUELLI CHE… e FOTO RICORDO sono due tra i più bei album di musica italiana e il JANNACCI di quegli anni è la colonna sonora perfetta per questa serata: sono nella Regiun Lepidi county e sto andando al paesello natio, ho una cena col mio amico, quello che è carne della mia carne, quello con cui ho passato parte dell’infanzia e tutta la adolescenza, quel tipo di amico che ti capisce come nessun altro, a maggior ragione quando sei sul procinto di ricordare gli anni andati e sei travolto dalla nostalgia.

LET IT BICCIO

Veleggio a velocità di crociera, quando deve rallentare in prossimità di centri abitati mi diverto ad osservare i lampadari che si intravedono dalle finestre illuminate. Quasi tutti sono di una bruttezza inenarrabile. Quelle che osservo sono case o palazzine degli anni sessanta e settanta, ma immagino ci viva anche gente di generazioni più recenti, e nessuno che abbia sentito il bisogno di cambiare il lampadario. A forza di guardare cose brutte, ci si abitua a non ricercare il bello, a non cercare stimoli per l’animo. Mi piacerebbe che nelle scuole insegnassero il senso per il buon gusto, perché non è vero che è bello ciò che piace, è bello ciò che è bello.

Parcheggiare a Nonantulae ormai è come cercare un biglietto di un concerto di un grande nome del Rock un’ora dopo che i tagliandi sono stati messi in vendita. D’accordo che si è passati in pochi anni da 10.000 a 15.000 abitanti, ma ogni sera che vengo sembra che ci sia la reunion dei Pink Floyd. Trovo un buco. Mi stringo nel paletot, svolto l’angolo e lo vedo, sotto la Torre dell’Orologio. Biccio, il mio amico, è identico a come era sua padre…mi sembra di essere proiettato indietro nei decenni. Ho prenotato al BISTROT PREMIERE, piccolo e  accogliente locale sotto la Clock Tower. Tortellini in brodo, Faraona D’Autunno e Lambrusco. C’è qualcosa di meglio? Parliamo fitto fitto per un paio d’ore. Essere sempre rivolti al passato non sarà il massimo, ma rivivere nei discorsi certe esperienze rafforza le radici, aiuta a volte a comprendere meglio il presente. Magari i decenni della nostra infanzia e adolescenza, gli anni sessanta e settanta, sono stati davvero meglio di questi ultimi (beh, francamente non ci vuole granché) ma il tutto è filtrato attraverso i nostri sedici anni, ed è naturale che ci sembrino più belli quegli anni lontani, eravamo ragazzi, avevamo il futuro davanti e meno preoccupazioni. Non eravamo a New York o Londra, bensì in un paese di provincia, ma tutto sommato ci sentivamo ugualmente titanici dinnanzi al futuro.

Usciamo e ci giriamo due volte il centro. Un flashback ci rapisce, ritorniamo al 1977, rammentiamo con chiarezza una sera di dicembre, esattamente 39 anni fa, … facevamo la stessa cosa, respirando le suggestioni blues che respiriamo oggi, in fondo siamo rimasti gli stessi.Le luci dei lampioncini che si riflettono sulla pavimentazione di via Maestra Del Castello, noi due che parliamo della vita, delle speranze, delle disillusioni, dei nostri sogni, le vecchie mura del paese che pazientemente ci stanno a sentire.

Locus Nonantulae una sera di dicembre 2016 - foto TT

Locus Nonantulae una sera di dicembre 2016 – foto TT

La nostra Inter, le nostre fighe, i Genesis e i Led Zeppelin, le cazzate fatte da ragazzi…non si può chiedere troppo a due uomini di una (in)certa età come noi, ricordare i bei tempi è naturale, il futuro spaventa, il passato è un qualcosa di famigliare a cui appoggiarsi nei momenti di difficoltà, sì perché aver raggiunto questa età mette in difficoltà uomini come noi, chi se lo spettava che la avremmo raggiunta così in fretta e a velocità supersonica?

Biccio e Tim alias Joe & Slim - Locus Nonatulae15/12/2016 - autoscatto

Biccio e Tim alias Joe & Slim – Locus Nonatulae 15/12/2016 – autoscatto

Mi chiedo quanta pazienza debba aver portato Biccio, come “tastierista” deve aver passato momenti non facili con un “chitarrista” come me, ma se siamo ancora qui, legati da un forte affetto, significa che deve essere passato sopra alle asperità del mio essere. Salgo sulla sua macchina mentre mi accompagna alla mia. Nel lettore ha il doppio dal vivo ELP Live At Nassau Coliseum ’78, un bootleg ufficiale. Lo abbraccio e ci diamo appuntamento al prossimo anno (quindi a tra due o tre settimane insomma). In macchina, mentre torno, seleziono la nostra canzone.

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LED HEADS talking about Jimmy Poige

Conversazione esoterica col mio amico STEFANO LUMMI di Roma sul messanger di facebook (Stef mi manda un commento a proposito delle foto limited edition che Page pubblicizza e vende in questi giorni sul suo sito a prezzi alti).

WARNING: for Zeppelin fans only! 

SL: “sono nauseato. Le cose per me stanno così: ‘sti fotografi che hanno immortalato Page in passato sono in bancarotta. Hanno telefonato a Jimmy chiedendogli se poteva autografargli ‘ste foto di merda per poi venderle a 3000 euro ognuna. Il nostro per pietà ha acconsentito”.
TT: “Che i fotografi nell’era internet dove tutto è disponibile e gratis abbiamo bisogno di soldi è indubbio. Però in generale lui ci tiene a far pagare salato gli articoli Limited Edition…”
SL:” solite storie Tim….. spreco immane di tempo e talento…”
TT: “Guarda Stef io cerco di non pensarci … sono razionale e tutto sommato illuminato ma non voglio rovinare del tutto l’ardore che sentivo e sento per lui. Dormire sugli allori, lui non fa altro, atteggiamento disdicevole ma voglio concentrarmi sul tour europeo del 1973, voglio continuare a sognare…il presente di Page è tragicomico e preferisco rivolgere il pensiero altrove. A proposito, hai un bootleg preferito?”
SL: sì Tangible Vandalism perchè più che i live amo le sessions e gli outtakes e poi ho gusti un po’ necrofili in tema Zep, mi piacciono le cose in embrione, vedere la luce nel buio, amo ad esempio la data di rodaggio a Brussels del 1975, prendono una clamorosa imbarcata su Kashmir, con Bonham che prova delle variazioni e manda fuori gli altri ma l’energia emanata è bestiale.
TT: “Grande. Stef. Abbiamo tutti le nostre ossessioni. Io per sentire inediti dei LZ non so cosa farei”
SL:” in termini di pura adrenalina ti dico Montreux 07-03-70 poi ovviamente da anzianotto citerei il mitico Blueberry Hill (LA Forum  4/9/70 ndt)
TT :“Io per il 70 sono fissato con Vancouver 21 marzo e poi lo sai… Three Days After (LA Forum 3/6/73) é la mia ossessione”
 SL: “poi metterei Knebworth (4 e 11/8/79 ndt) miscelando alcune cose della prima data con la seconda”
TT: “Io preferisco Copenhagen 79 (23 e 24 luglio ndt) …uscisse il soundboard fare salti di gioia.”
SL: “la versione di Ten Years Gone del 4 (agosto 79 Knebworth ndt) la trovo superba, nonostante le diverse imperfezioni, Page a pezzi, ma l’assolo finale è pura poesia. Sì, Copenaghen è da brividi.”

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TT: “Anche lì, per Knebworth…sai che state per fare la rentrée, cazzo preparati un po’ meglio no?”
 SL: “maledizione sì!”
TT: “Secondo me tra Copenhagen e Knebworth Page non ha suonato la chitarra”
SL: “ad esempio, il lavoro fatto da Kevin Shirley sul dvd (uscita ufficiale del 2003) per Knebworth ha del clamoroso, penso ad Achilles e tu Page mi piazzi il solito solo improvvisato di merda…i nervi guarda…”
TT: “Vogliamo parlare dell’assolo di Whole Lotta Love (sempre da Knebworth 1979 ndt) …ma santo demonio, sono le sei frasette che suoni da 10 anni…vuoi dargli una ripassata e farle bene? È uno stacco iconico non puoi buttarlo via così!”
SL: “gli riconosco un coraggio unico per la sua ostinazione nel cambiare ad ogni show le carte in tavola, ma farlo richiede preparazione…”
 TT: “Questo sì, ha molto coraggio, cerca sempre nuove soluzioni anche quando non è il caso.”
 SL:  “nel film It Might Get Loud riesce a sbagliare anche il riff di WLL”
TT: “Non mi parlare di quello…preferisco dimenticare…anche il mandolino davanti alla Headley Grange fa piuttosto schifo”
SL: “…e lì pensi cazzo, ma è un film, avrà avuto la possibilità di rifare il tutto, rendere il tutto dignitoso…niente, one shot, prendere o lasciare”
TT: “Il fatto è che lui non va in internet, non rivede le cose dunque non gli fanno male come a noi. Certo mi piacerebbe sapere cosa pensa quando ascolta certi bootleg del 77 o dell’80”
SL: “eh, tu la domanda a Cole (https://timtirelli.com/2014/01/06/interview-with-richard-cole-tour-manager-extraordinaire/la facesti pure, ricordo, su ‘sto tema ma lui elegantemente sorvolò”
TT: “Mah, chiudiamo pensando ai bei momenti, Amburgo 21 marzo 1973, cristo che gruppo…nessuno ha suonato il Rock come loro.”
SL: “concordo, io ci metto anche Vienna però di quel tour. Okay, alla prossima allora, ti abbraccio forte, Palmiro incluso”
TT: “Tutte le date tedesche del 73 sono incredibili! Palmir ricambia con affetto. Ciao Stef. La prossima volta che scendo a Roma ci vediamo.”
 SL: “Ci conto”. 
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COOP TALES:
Sabato. Lascio la groupie iniziare la spesa mentre io mi fermo al reparto telefonia e piccoli elettrodomestici. Devo comprarmi un rasoio.  Prendo il numerino: 35, stanno servendo il 30.
Uno dei commessi parla almeno un quarto d’ora con una donna, sulla quale è ovvio voglia far colpo, si dilunga nel spiegare inezie. C’è poi una ragazza insieme ai genitori che acquista uno smartphone. Hanno le idee chiare, se la sbrigano in fretta. Una signora avanti con gli anni prova a saltare davanti a tutti con la scusa che fatica a stare in piedi. Uno dei commessi le offre una sedia. Lei rifiuta. Ha un forte accento del sud, i capelli lunghi, riccioluti e neri ma la tinta non è perfetta e così sembra male in arnese. Il marito ogni tanto arriva per mettere qualcosa nel carrello: una confezione di cotton fioc, due yougurt… Entra poi in scena Long Tall Sally, una tipa alta almeno 1,85. Vuole uno smartphone per qualcun altro che le ha detto di non spendere più di 70/80 euro. Il commesso le spiega le specifiche del modello che avrebbe scelto, le fa notare che ha solo 512 mb di ram e 8 GB di memoria e che funziona bene ma in internet è piuttosto lento. Ci sarebbe quello con 1 GB di ram e che è decisamente consigliato per avere un minimo di velocità, ma costa 98 euro. La cavallona Sara è indecisa, “sa, mi hanno detto di stare sui 70/80 euro…mi dia il primo”. Finalmente tocca a donna Concetta, la ricarica la vuole da 20 euro. Tira fuori il bigliettino col numero del cellulare e lo passa al commesso. “35, chi è il 35?” “Sono io, vorrei un rasoio”. Il Commesso esce dalla postazione della telefonia, ci avviciniamo alla vetrina riservata ai rasoi “Vorrei quello, il Braun Series 3 340s”. “Ah, ha già scelto allora” mi chiede il commesso, sollevato e incuriosito dal fatto che non starò a tempestarlo di domande per 20 minuti. La scelta è stata semplice: BRAUN era la marca dei rasoi usati da Brian negli anni sessanta, BRAUN recentemente ha avuto come testimonial JOSE’ MOURINHO, il rasoio è nero con il bordo blu. Nella vetrina c’è anche il modello un pochino meno caro, quello da 89 euro, ma è nero con il bordo rosso, non posso farcela, così spendo 30 euro in più solo per il bordino blu…INTER, guarda quanto sono innamorato di te! Mentre pago e aspetto la ricevuta della carta di credito, vicino a me c’è un nero, ha due cellulari in mano, non sono smartphone, ha due numeri in un foglietto e venti euro in mano. E’ vestito in modo sobrio: maglione giallo, scarpe rosse. Evito di giudicare, magari tiene la Roma.
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INTORNO A TE O ALBERO
L’abero della Domus Saurea (courtesy of the groupie) non è uno di quegli alberi di natale da fighini attenti a certe regole del design e del gusto contemporaneo, è un albero di natale con richiami dei decenni passati della terra di cui fa parte. E’ un po’ démodé ma mi piace così.
Domus Saurea 2016 - foto TT

Domus Saurea 2016 – foto TT

Il presepe laico invece l’ho fatto io. Tra i teneri ricordi d’infanzia, il presepe fatto insieme a mia madre, e la presa di coscienza che feci da adulto, sono ateo, ho trovato un compromesso: fare il presepe con qualche variazione. Nella prima scenetta al posto del bambin gesù c’è il figlio del dio del Rock ad esempio…
Presepe laico di TT 2016 - particolare: Il bambinello Giacomino

Presepe laico di TT 2016 – particolare: Il bambinello Giacomino

la seconda scenetta è rappresentata nel modello Standard (senza camere tonali of course), la statuina della donna con le anfore vicina alla fontana(da cui sgorga acqua vera) proviene dal presepe che fu di mia madre e in qualche modo la rappresenta…
Presepe laico di TT 2016 - particolare: Mother Mary

Presepe laico di TT 2016 – particolare: Mother Mary

 per la terza scenetta ci sono delle Revolution Blues Variation: è quella dove si canta Adeste Fidel(es) per i due rivoluzionari che dalla Sierra osservano il tutto…
Presepe laico di TT 2016 - particolare: il Che e Fidel sulla Sierra Maestra

Presepe laico di TT 2016 – particolare: il Che e Fidel sulla Sierra Maestra

Quest’anno fa il suo debutto anche l’alberino illuminato. Non è un abete, ma un semplice prugno, alberello blues.
Il Prigno Illuminato 2016 -foto di TT

Il Prigno Illuminato 2016 -foto di TT

Alla Domus Saurea, in questo dicembre inoltrato, sembra di essere nella tundra. La galaverna adorna gli alberi e rende dura la terra. Scendo a prendere sacchi di pellet per la stufa, respiro la nebbia, penso a te.
Galaverna alla Domus Saurea - dicembre 2016 - foto TT

Galaverna alla Domus Saurea – dicembre 2016 – foto TT

Oggi è il 21, la notte scorsa è stata la più lunga dell’anno ed è ormai passata, abbiamo davanti un lungo inverno ma da oggi i giorni si fanno più lunghi e il sol invictus riprende il suo cammino. Oggi sul blog si festeggiano due compleanni, il mio e quello di Francesco B, ma soprattutto si festeggia la festa del solstizio d’inverno, quella del Sole Invitto appunto; a tutti voi, donne e uomini di blues che vi siete raccolti intorno a questo blog, giunga dunque il mio augurio affinché il  padre dei quattro venti gonfi le vostre vele, il sole batta sul vostro viso e le stelle riempiano i vostri sogni. Ricordate sempre che benché il loro corso a volte possa cambiare, i fiumi sempre raggiungono il mare.
Ego benedico vos in nomine Emerson, Lake et Palmer. Il post è finito, andate in pace ad ascoltare il vostro vinile preferito. Buone feste, my pretty boys and girls.

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6 Risposte to “Winter solstice blues”

  1. Francesco Boccia 21/12/2016 a 10:40 #

    Grazie Tim, è un onore per me festeggiarlo qui insieme a voi.

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  2. lucatod 21/12/2016 a 11:56 #

    Un doppio augurio di buon compleanno e che Jimmy Page (quello con tutti i denti sani) vegli su di voi … Bellissimo post Tim , davvero .
    Di recente ho guardato i due Dvd non ufficiali di Knebworth , ammetto di aver saltato qualcosa perché ci sono lungaggini a non finire , però nel complesso me lo sono goduto soprattutto la parte finale e i bis . Il secondo è molto più discontinuo e difficile da digerire , anche se certe immagini sono state prese in prestito per DVD del 2003 . Proprio ieri ho pensato “magari nel 2019 verrà pubblicato ufficialmente..” .
    Le foto autografate le trovo di cattivo gusto , ma se potessi buttare un po di soldi le comprerei . Tutto il set .

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    • timtirelli 21/12/2016 a 11:59 #

      Grazie Luca. Che il Dark Lord porti gioia e prosperità (e magari qualche uscita d’archivio degna di nota).

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    • Francesco Boccia 21/12/2016 a 23:15 #

      Grazie anche da parte mia Luca. Sotto le candeline ho trovato libro e cd del Boss (e ora anche la vittoria dell’inter).

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  3. tiziano the V° cavaliere in Zianigo...naaaaa 22/12/2016 a 15:39 #

    …ostia, se non disturba, il 21 compio gli anni anch’io …

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