GRETA VAN FLEET “Starcatcher” (Lava/Republic 2023) – TT¾

29 Ago

Due anni fa parlando del penultimo album dei GVF iniziai con queste parole:

Qui sul blog parliamo dei GVF dal 2017, quattro anni fa ci colpì l’aria sbarazzina con cui quattro monelli del Michigan portavano in giro il loro amore per i Led Zeppelin, ma già l’anno successivo iniziammo a ricrederci. Quest’anno mi sa che il giudizio continui a non essere proprio positivo. Non è per supponenza, invidia o chissà che, ma solo constatazioni circa lo stato della musica Rock al giorno d’oggi e la non riuscita maturazione del gruppo.

Le mie impressioni non sono cambiate, anche quest’ultimo lavoro uscito a luglio mi lascia perplesso; sarà che sono un grandissimo fan dei Led Zeppelin e, se da una parte capisco (benissimo!) le influenze giovanili, dall’altro non mi capacito della rinuncia a scrivere qualcosa che non provenga in parte dal gruppo di riferimento, i LZ appunto. E dire che i GVF sono arrivati ormai al 5° album (se consideriamo anche i primi due extended play), esistono da 11 anni, sono giovanissimi certo ma nemmeno più tanto (vanno dai 24 ai 27 anni) e comunque a furia di stare on the road e in studio si matura in fretta.

A mio modo di vedere il loro Rock non cresce, anzi tende a deperire all’ombra di un gigante da cui non vogliono allontanarsi. Forse sono io, ma rimango sempre sorpreso quando amici e conoscenti ne tessono lodi più o meno sperticate. Di recente ho letto un commento su FB di un mio amico – noto giornalista musicale – che definisce la band uno dei nomi più grandi del classic rock odierno, l’album grandioso e i costumi indossati dalla band bellissimi. Gulp … rimango di sasso. Capito in un locale della zona a buona gradazione Rock, posto dove ero solito suonare col mio gruppo, e il titolare mostra un entusiasmo senza confini quando salta fuori il nome dei Greta Van Fleet, sgorgo reazioni simili quando mi reco in una realtà di Correggio che commercia in prodotti per la agricoltura e il giardinaggio e parlo col titolare rockettaro.

Poi certo, ne discuto con i miei amici più stretti e i giudizi sono in linea con il mio, ma resta il fatto che attorno ai GVF vi è un clamore che mi lascia stupito visto il peso specifico della proposta. Al di là dei nuovi costumi pacchiani e il non riuscire a trovare una strada in qualche modo meno legata al dirigibile di piombo, uno dei motivi che me li rende a tratti insopportabili è la voce del cantante: è una continua iperbole di toni alti e di sovraesposizione, un po’ come se Robert Plant avesse sempre cantato col registro e l’intenzione del primo album del 1969; così rischiano di non essere più nemmeno una copia dei Led Zeppelin bensì dei Kingdome Come (intendo il gruppo americano/tedesco che con l’album di debutto del 1988 fece un gran botto ispirandosi pesantemente ai Led Zeppelin). Quel modo di cantare riporta anche a Geddy Lee.

greta van fleet starcatcher

Starcatcher si apre con Fate of the Faithful e sin dal primi accordi di piano e i relativi ricami non si può che pensare a No Quarter dei LZ. In alcuni momenti si rasenta il plagio. Al grande classico del gruppo di Page si aggiungono chiare influenze di Like I’ve Never Been Gone, dal primo album solista di Plant. I momenti precedenti all’avvento della chitarra solista e l’assolo stesso, sono imbarazzanti … provengono dritto dritto dalle versioni live di No Quarter. Il batterista usa gli stessi disegni di Bonham. Voce insopportabile.

In Waited All Your Life i movimenti della chitarra relativi alla strofa ricordano All My Love e soprattutto You’re Time Is Gonna Come (Led Zeppelin); dopo un minuto vanno a dissolversi in un uso degli accordi simile a quello di Hey Hey What Can I Do (Led Zeppelin). La voce è di nuovo indisponente. Pezzo di certo non memorabile.

The Falling Sky è un rock anonimo, giunto a metà ti sorprendi che non ci siano riferimenti diretti, nemmeno il tempo di formulare il pensiero che entra in scena un’armonica effettata presa pari pari da When The Levee Breaks (Led Zeppelin). I GVF sono senza speranza. Cantato noioso.

Sacred the Thread comincia con il tempo di batteria di When The Levee Breaks (Led Zeppelin). Questo gruppo è troppo ossessionato dalla creatura di Page. 

Runway Blues …un minuto e 17 secondi inutili e incomprensibili.

The Indigo Streak porta a galla qualche coro alla Yes, il carattere progressive è evidente. In alcuni passaggi non è nemmeno male. Certo, il cantato non lo reggo, ma …

Il riff di Frozen Light ricalca quello della strofa di In The Light (Led Zeppelin), quando entra la voce il riferimento è ancora più evidente, stesso andamento e arrangiamento. Le aperture vagamente psichedeliche sono gradevoli ma quando si ritorna all’hard rock il cantante non si sopporta. Buono l’assolo di chitarra.

Una chitarra acustica di maniera apre The Archer, tuttavia la furia elettrica arriva poco dopo. Ogni tanto si insinua un giro acustico molto bello, mi sembra la cosa migliore del brano.

Meeting the Master è il primo singolo tratto dall’album ed è costruito intorno ad una chitarra acustica suonata con lo stile di Jimmy Page. Se proprio si vuole approfondire non è complicato rintracciare reminiscenze di Thank e Over The Hills And Far Away (Led Zeppelin), ma resta il fatto che il tutto risulta di buona fattura. Vi sono di nuovo aperture psichedeliche gustose. Il video con loro 4 in costume sfiora il ridicolo.

Si continua sulla stessa gamma espressiva anche con Farewell for Now, il che contribuisce a bilanciare gli aspetti elettrici ed acustici dell’intero disco. Vorrei evitare di ripetere che sotto ci sento sempre qualcosa di zeppeliniano ma non riesco. L’intenzione dell’assolo di chitarra ricalca quella usata da Page in Bye Bye Black Bird sul primo album di Joe Cocker. Il finale del brano è un omaggio (chiamiamolo così) a The Rain Song (Led Zeppelin).

greta van fleet starcatcher band

Starcatcher è arrivato al N.8 in UK e in USA, n.18 in Italia. Con questo album i GVF provano la carta del progressive e del rock psichedelico, oltre al solito hard rock bona fide. Led Zeppelin, un po’ di Rush e una spruzzata di psichedelia.

Io penso che buona parte del successo del gruppo sia dovuto alla riproposizione di temi musicali famigliari a buona parte del pubblico che ancora brama il rock classico degli anni settanta. Sia chiaro, buon per loro e se il pubblico li segue e li ama che vadano in pace. Io non riesco ad apprezzarli.

I Greta Van Fleet sul blog:

GRETA VAN FLEET

5 Risposte to “GRETA VAN FLEET “Starcatcher” (Lava/Republic 2023) – TT¾”

  1. Avatar di Lucatod
    lucatod 29/08/2023 a 15:26 #

    Proprio qualche giorno fa leggevo sul sito italiano di Rolling Stone del catartico coming out del cantante e della “nuova fase” del gruppo. Se prima li trovavo una noiosa rivisitazione , oggi sono una pacchianata colossale. Mi ricordano i Darkness , band che plagiava Zeppelin e Queen , una vera baracconata che piaceva a tantissime persone e poi completamente dimenticata. Il pubblico generalista identifica in questa formula (riff , voci acute e look glam anni ’70 di dubbio gusto) il senso della musica rock .
    A mio parere l’inevitabile paragone con il giovane Plant ci sta fino a un certo punto. Il cantante dei GVF è troppo sguaiato rispetto al golden god del primo album. Percy aveva un timbro vocale e certe sfumature che sto gnomo si può solo sognare.

    Piace a 1 persona

  2. Avatar di giancarlo trombetti
    giancarlo trombetti 29/08/2023 a 15:50 #

    Premetto : sono anzianotto e sempre più consapevole del minor tempo che ci resta per ascoltare null’altro che non sia ottima musica.
    Detto questo non ho mai capito come sia stato possibile paragonare il cantante dei GVF con Plant. Io ci ho sempre sentito solo Geddy Lee… senza quei due mostri di tecnica a fianco, però.
    Posso accettare il gusto di prendersi un disco nuovo, ma se le sonorità sono simili o riproducenti cose che hanno una qualità compositiva non paragonabile… è giusto perdere tempo rubandolo ai 16mila bambini che ho in casa ?

    PS : Se il tuo amico è il medesimo che ha descritto un nuovo video dei GVF come “bellissimo con costumi eccezionali”… beh dato che qualche video credo di averlo visto, per amore o per forza, a mio parere è semplicemente ridicolo, al limite del comico.
    Esattamente per le medesime motivazioni che hanno indotto all’amico comune le iperbole di cui sopra.

    Piace a 1 persona

  3. Avatar di Luce
    Luce 30/08/2023 a 22:32 #

    Mi chiedo se mai qualcuno di noi italiani si sofferma sui testi delle canzoni straniere o tende solo a criticare l’insulsa capacità italica di mettere una penna su di un foglio….Ho ascoltato bene il testo del brano di cui si posta qui un video (patinatissimo e fatto di citazioni): sicuri sicuri che le cantilene in rima baciata delle canzonette dei vari format televisivi non siano a volte ben più pregnanti? Perché noi italiani ci beviamo canzoni solo perché in una lingua straniera ci sembrano più impegnate? Solo perché non le capiamo del tutto al primo ascolto e gli diamo fiducia perché tutto sommato funzionano all’ascolto? Io non ve lo so descrivere cosa significa sentire un testo scialbo e misero lessicalmente senza tradurlo nel proprio cervello perché – essendo avvezza ad altra lingua – ti passa da un orecchio all’altro senza bisogno di elaborazione e lo senti all’istante, nudo e crudo nella sua eccessiva e scialba ovvietà….Mi è venuta curiosità di leggermi il testo delle altre ma suppongo che se questa è il singolo apripista non andremo oltre.
    Dobbiamo farcene una ragione, noi oltre negli ANTA: i GVF sono – come i Maneskin in Italia – la coperta di Linus della generazione post adolescenziale a coprire il vuoto generazionale creatosi dalla voglia di ciò che è stato meravigliosamente costruito nell’era dei loro padri fino al nulla cosmico e alla destrutturazione musicale trapperiana e defilippiana dei loro fratellini minori….

    "Mi piace"

  4. Avatar di tom
    tom 31/08/2023 a 14:14 #

    In effetti il cantante rende insopportabile quel poco di buono reperibile.

    "Mi piace"

  5. Avatar di bodhran
    bodhran 05/09/2023 a 11:28 #

    Mi è capitato di ascoltarli alla radio anni fa e poi in occasione degli post sul blog, restando sui loro video sempre per pochi minuti. Il problema per me non è tanto se la voce assomiglia a tizio o caio, ma ascoltare un gruppo così derivativo, che non riesce ad esprimersi se non citando direttamente o facendo qualche modifica ad un riff già esistente, non mi interessa, non aggiunge niente a quello che so della musica e a quello per cui mi piace certa musica. Peter Brook diceva che il teatro si può dividere in 3: quello utile, quello inutile e quello dannoso. Il concetto si può estendere credo un po’ a tutte la arti. Sono questi ragazzi dannosi? Direi di no, ma inutili senz’altro.

    Piace a 1 persona

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.