Un film di Bernard MacMahon. Con Robert Plant, Jimmy Page, John Bonham, John Paul Jones Documentario, durata 137 min. – Gran Bretagna 2025. – Uscita giovedì 27 febbraio 2025.
Per un tipetto come me, per il cagacaxxo che sono, è sempre problematico andare a vedere queste nuove uscite relative ai grandi gruppi della musica Rock, figuriamoci poi se riguardano i Led Zeppelin, gruppo di cui penso (naturalmente sbagliando) di aver capito (e di sapere) tutto.
Sarà che il Rock, come d’altra parte tutte le altre attività umane, ha preso una piega che non mi si addice, che non condivido e con cui tendo ad avere poco a che fare; già, sono sempre arroccato sulle mie posizioni, sulla voglia di musica contenutistica, articolata, grandiosa o comunque sincera e schietta e tendo a sbeffeggiare la deriva che invece ha preso ( vale anche per musica in generale). Amo ovviamente anche cose leggere e di facile ascolto, ma altresì rimango comunque esigente.
Ci è voluta la pollastrella affinché io andassi, lunedì sera, a vedere questo “nuovo” docufilm “Becoming Led Zeppelin”, presentato al festival di Venezia qualche anno fa e finalmente uscito nelle sale; tra l’altro sembra che stia avendo un successo notevole, in alcuni paesi sta tornando nelle sale vista la grande richiesta e le illustri riviste musicali (e non solo) ne stiano dando recensioni che sfiorano il 10 e lode.
Io non è che mi aspettassi molto, sapevo che non vi sarebbero stati nuovi filmati live e infatti è tutto materiale che i fan in senso stretto avevano già visto grazie ai DVD Bootleg usciti negli ultimi 4 lustri, eppure, vedere il tutto assemblato con cura sul grande schermo è stata una emozione che a tratti mi ha travolto. Certo, sono stati costretti ad utilizzare i pochi filmati disponibili più volte, dando spazio anche al fastidioso effetto dei video non in sincrono (o meglio non relativi) con l’audio del momento, tuttavia, grazie anche al volume alto tenuto dai cinematografi, il risultato in alcuni momenti è strabiliante; lo si deve alle ripuliture del suono e ai missaggi che hanno permesso ad ogni strumento (voce inclusa) di essere perfettamente in primo piano. Ovvio che si partisse da una resa sonora già eccezionale (Page fu davvero un apripista in questo campo), ma è stato molto, molto bello scoprire come questo aspetto sia stato rispettato in pieno.
Gradevoli le nuove interviste ai tre superstiti, tutti ben disposti e assai fieri della musica creata senza per questo diventare stucchevoli o autocelebrativi, vi è quasi un’aria di sorpresa in loro stessi nel rivedere certe scene e risentire quel sound, quelle trame musicali, quel rombo cosmico.
E poi, e poi … commovente l’intervista (solo audio) mai sentita prima di John Bonham, e non solo perché siamo tutti legati al ricordo del magnifico batterista e prima di tutto del giovane uomo morto a soli 32 anni, ma pure per le cose che dice, per il sentimento che mette nelle sue parole.
Di inedito vi sono alcuni filmati della vita personale di Bonham … il suo matrimonio, la sua famiglia e le foto dei quattro musicisti da piccoli o da giovanotti insieme a genitori e parenti.
Mentre scorrevano le due ore davanti al grande schermo, mi sono detto più volte “ma senti che cazzo di grandissimo chitarrista che era Jimmy Page, ma senti qui!” come se non fossero quasi cinque decenni che lo ascolto con estrema attenzione e (quasi sempre) con massimo godimento. Lo sarebbe stato (un grande chitarrista) per altri 3 / 4 anni, diciamo (dal punto di vista live) fino al 1973, ma ad ogni modo è stato davvero notevole riscoprirlo in quei primissimi due anni dei Led Zeppelin.
Sia chiaro, lo stesso discorso vale per Jones, per Bonham e per Plant, le loro prestazione lasciano a bocca aperta.
Quando poi Page parla di quello che voleva ci fosse nel bel mezzo di Whole Lotta Love, beh, come direbbe il mio amico Liso, “fa venire i brividi”. La lucidà con cui inseguì – in quella giovane età – il concetto di sperimentazione, di avanguardia è certo fuori dall’ordinario! Ah, che meraviglia quegli anni, che meraviglia quella Musica Rock, che meraviglia i Led Zeppelin.
Come dice la pollastrella: BEST BAND EVER!


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