REWIND (Riavvolgere)
Sono un adolescente, ho scoperto il Rock e amo passare i sabati pomeriggio al Peecker Sound di Furméżen, qui nell’Emilia Centrale, il più grande negozio di dischi della zona, accanto alla ben nota discoteca Picchio Rosso. Ho sempre una gran fame di Rock e acquistare LP (ellepì, insomma long playing, quelli che oggi vengono chiamati vinili) è una necessità spirituale, carnale, intellettuale, non ci sono (fortunatamente) internet e la possibilità di avere “tutto e subito”, i dischi o si comprano o si chiede ad un amico di metterceli su musicassetta, la formazione e il chilometraggio Rock te lo fai con sacrifici, ricerche, brividi continui; leggi i nomi di certi gruppi su Ciao 2001, Popster/Rockstar, Il Mucchio Selvaggio, Melody Maker (qualche copia arriva faticosamente sino alla stazione dei treni di Mutina), cerchi di capire di che Rock si tratti e se ti ispirano ti butti nell’acquisto (senza mai avere sentito nulla prima di allora). In realtà io vado molto a sentimento visivo, capito più o meno il genere sono le copertine ad irretirmi: Johnny Winter And/Live, Second Winter, Straight Shooter (Bad Company), Brain Salad Surgery (ELP) ad esempio … quegli album mi arrivano grazie a quelle copertine che ancora oggi mi fanno tremare. Nel grande negozio stavolta mi soffermo davanti alla lettera U degli scaffali/espositori, ho letto di recente qualcosa sugli UFO. Force It mi colpisce: in copertina due persone si baciano dentro ad una vasca da bagno contornata da un’orgia di rubinetti posizionati in una prospettiva surrealista quasi Magrittiana. L’edizione è una delle prime stampate per il mercato statunitense, con l’immagine ammorbidita, rendendo trasparente la coppia nella vasca col risultato di non mostrare chiaramente il sesso della coppia stessa e infatti, forse anche grazie ai pruriti adolescenziali, penso siano due donne. Per molti anni avrò questa convinzione (ma non sono il solo). Torno a casa, il sabato sera lo passo con gli amici – raccolti intorno ad un giradischi economico – a scoprire nuovi mondi. Let It Roll, High Flyer, Out In The Street, Mother Mary mi colpiscono in una maniera che risulterà indelebile.
FAST FORWARD (Avanti Veloce)
Autostrada del Sole, direzione Medhelan, o Mediolanun, qual dir si voglia; sosta all’Autogrill di Placentia, mi parte un ventello (come direbbe il mio amico Stivone) per un trancio di pizza margherita, un panino col crudo e un pezzetto di cioccolato. Con me la mia navigatrice preferita, la Yamaha Girl. Usciamo a Casalpusterlengo per rientrare a Lodi, visto la lunga coda dovuta ad un incidente. Lascio la Barriera Sud, mi immetto sulla tangenziale est e cerco di arrivare a nord della città; nemmeno il tempo di infilarmi in Via Valtellina che un furgone sta per lasciare vuoto un parcheggio a 100 metri dall’Alcatraz: what a stroke of luck! (che culo!, insomma). Due passi, un gelato, il ripensare che qui incontrai per la seconda volta il mio amico Polbi (colonna di questo blog e della mia vita) 26 anni fa (concerto di John Paul Jones) ed entriamo; sul palco gli Human Zoo, uno dei due gruppi spalla, heavy metal germanico anni duemila che naturalmente non fa per me. Alle 21 precise dall’impianto del locale parte Immigrant Song, si spengono le luci e poco dopo Michael Schenker, il grandissimo chitarrista degli UFO (e del MSG), appare sul palco. Con lui quattro musicisti di tutto rispetto pur con carriere in posizioni e gruppi di terza/quarta fascia: Erik Grönwall (cantante svedese classe 1987, venuto alla ribalta col talent show svedese Idol, e in passato cantante di Heat, New Horizon e persino degli Skid Row in una delle varie reincarnazioni), Bodo Schopf (batterista tedesco classe 1960, veterano di infiniti progetti e gruppi tra cui McAuley Schenker Group), Barend Courbois (bassista dei Paesi Bassi classe 1967 che ha suonato con Zakk Wylde, Adrian Vandenberg, White Lion, Mike Tramp, Michael Schenker Group), Steve Mann (chitarrista/tastierista londinese classe 1955, collaborazioni con Lionheart, McAuley Schenker Group, Sweet).
Sono un uomo di una (in)certa età ma pare che dentro di me vi sia a tratti ancora lo spirito del ragazzetto, infatti vedere Schenker entrare sul palco mi emoziona tantissimo; la partenza è classicissima, Natural Thing brano deciso in cui Michael divide gli interventi di chitarra con Steve Man; nemmeno il tempo di chiudere il pezzo che è già tempo di Only You Can Rock Me … volutamente avevo evitato filmati youtube, scalette e ogni notizia sul tour in atto, preferisco essere sorpreso e così è stato … mi commuovo, ho i tremori, sussulto, ah se il Tim adolescente potesse essere qui con me! Erik mi piace sin da subito, certo, qualche deriva metal, qualche cliché ma bella voce e, pur carico, non sfocia mai nel patetico come tanti, troppi cantanti heavy metal. Hot ‘n’ Ready e capisci definitivamente che MS è ancora in gran forma: bel suono (accoppiata Marshall e Gibson Flying V), gran begli assoli e il giusto approccio. Il super classico Doctor Doctor trascina il pubblico in un vortice elettrico; come sappiamo è un rock quadrato, molto teutonico, ma è pure molto trascinante. Mother Mary continua a mantenere alto il livello dell’Hard Rock proposto, Hard Rock che si quieta un attimo durante l’inizio della sempre bella I’m A Loser per poi riprendere a scintillare grazie al prosieguo di questo pezzo che ho nel cuore, dove Schenker alla solista suona da dio.
This Kid’s e il suo trasformarsi da Hard Rock potente a Blues ostinato e geometrico dove gli assoli di chitarra e di tastiere forgiati da fabbri esperti quali Michael e Steve parlano alle nostre pance. Il brano sfocia in Lights Out, cavalcata elettrica di derivazione Zeppeliniana, scritta da Schenker, Parker, Mogg e Way e che pare rifarsi agli scontri del 1976 tra i partecipanti del Notting Hill Carnival e la polizia (sempre poco tenera con immigranti e gente di colore), tra l’altro lo stesso evento ispirò i Clash per (il loro singolo) White Riot. Nata da un riff di Pete Way è chiaramente ispirata a Achilles Last Stand dei Led Zeppelin. In questo contesto live la prova di tutta la band è convincente. Schenker, anche qui, semplicemente stupendo.
Il Medley (Pipstick Traces – Between the Walls) non mi dice granché, non gradisco questo tipo di strumentali strappalacrime, ma Love to Love mi riporta in alto … misty green and blue Love to, love to love you … ah Michael Schenker, ah gli Ufo! Segue Let It Roll, il mio imprinting. La sezione lenta e melodica ad ampio respiro, rende questo tipo di Hard Rock memorabile, light and shade … è così che gli UFO spaccano. Parte Can You Roll Her e la reggiana dagli occhi di ghiaccio che ho di fianco parte le profondità cosmiche, uno dei suoi pezzi degli UFO preferiti; Michael alla slide. Reasons Love, ancora da Heavy Petting del 1976, pezzo che ho sempre reputato anonimo precede l’apoteosi finale: Rock Bottom. Il Riff potentissimo, l’andamento, il ritornello semplice ma efficacissimo, la parte più lenta riflessiva e lirica e poi, e poi l’assolo di chitarra, anche stasera uno dei suoi più belli … mistero, melodia, velocità, luce nel buio.
“Do you wanna hear one more? Two more?” ci chiede Michael alla fine, e allora via di nuovo lungo i sentieri dell’Hard Rock anni settanta, quello che ancora oggi è imbattibile: Shoot Shoot e Too Hot to Handle. Bella prova della band (e altri due assoli brillanti ) e Too Hot To Handle, nelle parole di Schenker stesso dedicata a due suoi compagni d’arme che non sono più con noi: “next song, in memory of Pete Way and Paul Raymond”.
Riassumendo, il concerto di Michele Tavernari all’Alcatraz è stato a tratti magnifico e comunque di ottimo livello. Finissimo Hard Rock proveniente da un’altra era reso con classe e coerenza. Grazie Michael, grazie Erik, Steve, Barend e Bod.
– VIDEO DI ALTA QUALITA’ (trattandosi di un audience) DEL CONCERTO COMPLETO –
un ringraziamento sentito all’autore
Tour Lineup:
Michael Schenker – Guitar
Erik Grönwall – Vocals
Bodo Schopf – Drums
Barend Courbois – Bass
Steve Mann – Keys/Guitar
Setlist:
Natural Thing
Only You Can Rock Me
Hot ‘n’ Ready
Doctor Doctor
Mother Mary
I’m a Loser
This Kid’s
Lights Out
Medley (Pipstick Traces – Between the Walls)
Love to Love
Let It Roll
Can You Roll Her
Reasons Love
Rock Bottom
Shoot Shoot
Too Hot to Handle
PER RICORDARE GLI UFO:







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