Il gatto Fidél entrò nella mia vita un caldo sabato di agosto di quasi 14 anni fa; non ero affatto un appassionato di gatti, non ne volevo uno, né tantomeno bianco eppure per una serie di circostanze quella bianca cotolettina di pelo di poco più di due mesi arrivò. Dopo le prime due ore di confusione, iniziò a prendere confidenza con il suo nuovo mondo, si tranquillizò, mangiò qualcosa, mi saltò sul petto e si addormentò. Fidél il gatto aveva scelto me come umano di riferimento. In quell’istante la mia vita cambiò.
E’ così che Fidél iniziò a vivere con me, condividendo felicità, paturnie e blues. Mai avevo provato la struggente ebrezza di un rapporto stretto con un altro essere vivente che non fosse umano. Insieme abbiamo giocato, fatto a botte, dormito, mangiato, visto dvd dei Led Zeppelin, insomma … vissuto. E ascoltato musica. Sì, perché forse è vero che gli animali che vivono con noi finiscono per assomigliare ai loro umani o forse è che ci scelgono e capitano da noi proprio perché sono come noi, o meglio…noi siamo come loro. A Fidél infatti piaceva il rock (soprattuto hard e soprattuto inglese) degli anni settanta e il blues nero di Chicago; mentre gli altri gatti del quartiere scappavano non appena sentivano i lontananza il riff di WHOLE LOTTA LOVE, GOOD LOVIN’ GONE BAD, LET IT ROLL degli UFO o di I CAN’T BE SATISFIED di McKinley Morganfield, lui se ne stava lì in divano con me nel mio studio davanti all’impianto, affascinato a quel che usciva dalle casse. Non gli dispiaceva il progressive, ELP soprattutto, ciò che non tollerava era la musica commerciale e il funky. Se per caso qualcosa del genere usciva dalla radio lui si alzava, si stirava, sbadigliava e se ne andava. Gatto dominante, gatto di blues, era spesso preda di angosce esistenziali e allora veniva da me e, dopo avermi graffiato o essersi strusciato, mi si sedeva accanto interrogandomi con quei suoi magnetici occhi gialli circa il senso della vita.
Fidél, da batuffolo di pelo bianco si trasformò in un elegante e potente gatto bianco, dai lineamenti belli e fieri. Sguardo spesso incazzato, di solito poco propenso a confidenze con estranei, ogni tanto decideva di fidarsi e saliva sulle gambe degli amici che avevo a cena, in particolare di Jaypee e Lakérla. Lasìmo lo chiamava con vezzeggiativi quali Shiubushu, ma lui – da buon gatto rivoluzionario – preferiva essere chiamato Fidèl, al massimo Fiùfus.
Fidèl se ne è andato oggi, un sabato soleggiato e mite di primavera. Scrivere queste cose e il fatto che ora riposi sotto un bell’albero qui in campagna conta poco, ma serve a noi umani a rendere meno incomprensibile e doloroso il distacco, ecco il perché di questo piccolo tributo al gatto Fidèl.
Ciao Fiùfus, amico mio.




Sai che sono con te, Tim… io di gatti ne ho persi tre in questi ultimi due mesi: prima il mio amatissimo Jimmy Beige, poi Charlie il Biondo di Birmingham, ucciso da un branco di cani incustoditi entrati nel mio cortile (sono andata oggi a denunciare i proprietari), e infine, dieci giorni fa, Muffa. Mi è rimasto solo il gattone nero, Teufel… ma mi mancano gli altri, mi mancano tutti. Sono dei piccoli compagni di vita, degli amici… Muffa e Charlie sono qui in giardino, Jimmy non l’abbiamo nemmeno trovato, e mi manca ancora di più.
Ciao, piccolo Fidel… un abbraccio.
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Grazie.
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Ciao bel muso.
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Grazie Saurafumi.
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Ciao Timoteo, non sentendoti ieri ho pensato che potesse essere successo qualcosa e l’ho associato al tuo gatto. Mi spiace perché so quanto eri ne affezionato, ma pensa solo che magari adesso sta ascoltando John Bonham in uno dei suoi furibondi assoli o magari Robert Johnson che gli ha dato il benvenuto omaggiandolo con uno dei suoi blues.
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Grazie Dan.
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Mi spiace tanto amico mio
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Grazie mille Lorenz.
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Ciao Tim. Io non sono tanto per i gatti. Amo i cani che sono tutt’altra cosa e ti auguro di avere il coraggio di farne entrare uno nella tua vita. Ma capisco perfettamente la tua solitudine, adesso. Gli animali entrano ed escono dalle nostre vite più volte, tante quante noi si scelga di lasciar loro la porta aperta. Anche il mio Ike è vecchietto e lo vedo lentamente stancarsi ogni giorno sempre più. Mi sto preparando, anche se so che non lo sarò mai abbastanza. Non sostituirlo, non ci riuscirai mai. Accogline un altro, semplicemente. Ti abbraccio. Gc
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Belle parole Giancarlo. Grazie e una carezza a Ike.
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Tim mi dispiace tantissimo per la perdita del tuo Fidel, forse uno dei gatti più blues d’Italia.
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Grazie Frank. Apprezzo molto.
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Mi spiace vecchio, cavolo ti chiedevo suo notizie proprio l’altro giorno…sai che anche io non sono mai stato un grande fan dei gatti, e che però conosco l’argomento e posso ben capire il dolore, memore ancora oggi in modo vivissimo di quel che provai quando con mia madre portammo dal veterinario per le sue esequie il povero Rommel, il mio carissimo e fraterno amico bassotto, il piccolo grande cane, compagno di tante battaglie, e di tante coccole sul divano, e di infiniti inseguimenti disperati nel cuore della notte su per i boschi dell’appennino, quando scappava alla ricerca di qualche improbabile avventura sentimentale o quando si ricordava di essere nato come cane da caccia, e di…
Un abbraccio, vecchio.
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mi sembra di vedere, nelle sue immagini da cucciolo, il mio piccolo Sparkle (che hai visto nelle mie foto di facebook). quindi un filino di vicinanza e simpatia in più. ciao cotolettina bianca.
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Sì, infatti…non ho commentato le foto del tuo Sparkle perché la somiglianza era davvero tanta e non volevo franare nel sentimentalismo spicciolo (e comunque è davvero bellissimo). Grazie per aver scritto, Roberta. Apprezzo molto. Ciao.
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dimenticavo… Sparkle compie gli anni il 21 dicembre… sarà un segno del destino…
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Se non del destino (a cui io non credo) perlomeno è un segno blues… gli voglio già a bene a Sparkle. Sprimacciala per me, quella polpetta di pelo bianco :-)
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ciao Fidel. RIP.
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Grazie Clod, apprezzo molto.
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ciao,
anche il mio gatto si chiama fidel gatto (ha anche un profilo facebook che però non usa molto). chi ha un nome così è per forza un personaggio di spicco e lascia il segno, e spero che stia con me ancora a lungo, penso abbia sugli 8 anni. e sono sicura che i nostri fidel gatti siano gatti felici, perché come te e Fidel, anche noi siamo in simbiosi.
spero che ora pensare a Fidel ti faccia venire in mente dei bei ricordi, oltre che la sua mancanza.
Stammi bene
Alessia e Fidel Gatto
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Grazie Alessia, ho letto con piacere il tuo messaggio…bella questa cosa dei gatti Fidel. Naturalmente lo ricordo spesso (anche adesso che è arrivato quasi per caso il gatto Palmiro
https://timtirelli.com/?s=il+gatto+palmiro&submit=Cerca)e finisce sempre che mi commuovo. Grazie per aver scritto, un bacio sul muso al tuo Fidel.
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Mi sono imbattuto per caso in questo blog cercando un’immagine di gatto bianco da mettere nel computer come screen saver, e subito mi sono appassionato (e commosso…) a leggere questa storia, che mi ha immediatamente riportato a sette anni fa, quando se ne andò il mio Tobia, il gatto che andava in estasi di fusa e di amorose capate, accoccolato sui miei ginocchi, al suono del pianoforte in generale, e di Chopin in particolare. Il che non vuol dire che all’occorrenza disdegnasse l’ascolto di un nitido assolo di batteria di John Bonham o di Bill Bruford, se capitava. Quello che non reggeva, guarda caso anche lui, era il suono standard delle canzonette più o meno simil-sanremesi che era costretto a sorbirsi quando sostava nei pressi della TV, allora come ora mezzo di diffusione per eccellenza di musicaccia. In tal caso il suo disprezzo era espresso senza ombra di dubbio da un’espressione sdegnosa dei baffi. Eppure se racconto che avevo un gatto con veri e precisi gusti musicali quasi tutti mi guardano con l’occhio furbetto e diffidente che si riserva a chi sta raccontando una boiata, ragione in più per aver letto volentieri questa testimonianza. Ora così quando l’immagine di Fidel ruoterà nel mio screen saver alternata a quella di circa altri cento gatti altrettanto belli ma più anonimi, ripenserò a questa bella storia e al mio Tobia, che a quest’ora spero stia godendosi per sempre i Notturni di Chopin suonati da Rubinstein… Grazie
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Grazie del commento Luca, mi piace che questo blob attiri nella propria orbita anche amanti degli animali e di gatti in particolare. Tenera la storia tua e di Tobia, gatto senza dubbio fortunato: i notturni di Chopin suonati da Rubinsten sono una sciccheria. Sorrido al pensiero che adesso Fidèl faccia ogni tanto capolino sul tuo schermo. Grazie ancora.
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Da circa 4 mesi sono il ” mammo ” di una gattina che le mie figlie hanno
adottato in quanto abbandonata.
” mammo ” perchè mi ha scambiato per sua madre e nonostante abbia gia’
5 mesi, mi cerca per le coccole e per un impossibile allattamento ( é gia’
svezzata da tempo ).
Di fatto muove le zampe anteriori e la bocca ad occhi chiusi come se stesse
tittando.
E per un rocker come me é una gioia inaspettata………………
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Bene, Mike, allora benvenuto nel club. Come si chiama la fortunata?
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Era da un po’ che volevo lasciare un commento a questo post, essendo anch’io un amante dei gatti ed avendo avuto gatti da quando sono nata. Gatti di ogni forma, dimensione e colore. Gatti che sono vissuti con me per 18 anni, altri solo per un istante. Ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa, quel qualcosa formato felino che va oltre la forma di una testolina impellicciata. Perciò, un pensiero a tutti i Fidel che ora vivono nel paradiso della memoria di chi li ha avuti come compagni di avventure per un breve tratto della propria vita.
Una domanda, ma Palmiro è un omaggio a Palmiro Togliatti? Perchè se è così è figherrimo :D! Da figlia di genitori comunisti e padre operaio (e iscritta all’ampi), non posso che approvare.
PS: la mia attuale gatta si chiama Lucy, un omaggio a Lucy di Charlie Brown. Lucy purtroppo niente sfumature Blues, solo “scorbutaggine” e pessimo carattere – come Lucy appunto.
Marta
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“Paradiso della memoria di chi li ha avuti come compagni” bella frase Marta, complimenti. Per quanto riguarda Palmiro, beh da uno che ha chiamato un gatto Fidèl,(come il rivoluzionario cubano) non puoi che aspettarti che la scelta del nome abbia qualche attinenza politica (e poi è un nome “simpatico”…avevo anche pensato a Ho Chi Minh, ma si sarebbe trasformato in Ho Mi Chin :-) Che poi tu sia iscritta all’Anpi non può che farmi molto piacere. Un abbraccio dunque, a te e a Lucy.
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Giusto XD! Divertente anche Ho Chi Minh comunque. Ricambio l’abbraccio a te e a Palmiro.
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