THE SNOW SONG

11 Feb

Per non farmi mancare niente – relativamente al mio rapporto con la neve – mi sono organizzato un paio di commissioni per le 8 in centro a Mutina. Significa – visto il tempo – sveglia alle 6,15. Come previsto nevica. Esco dal posto in riva al mondo, mi immetto sulla stradina tutta bianca…due lepri sono a bordo strada, due macchie scure su di un tappeto immacolato. Mi dirigo verso Gavassae, tutto è ovattato e candido.

(verso Gavassae – foto di TT)

Penso al fatto che questa frazione di Regium Lepidi viene citata in un documento dell’anno 857. Strano, nulla più che tre case a quel tempo, senza niente di particolare. Mi chiedo anche che significato abbia il nome. Che abbia le stesse origini dei cognomi che lo hanno come forma principale e che verrebbe dunque da vocaboli ormai in disuso come gavazza o gavazzo che significavano baldoria? O più probabilmente viene da vecchi vocaboli dell’Italia settentrionale come “gaba” (altura) e “san” (luogo) e quindi borgo su una altura? Boh. Ad ogni modo sono le 7, pochissimi per strada, fiocca e fa freddo. Infilo TOO HOT TO HANDLE, il The Very Best of UFO appena uscito, nel lettore.

Penso a questo inverno, mi ricorda gennaio del 1985 e  febbraio del 1986…entrambe le volte un metro di neve preciso. Ripenso alle grondaie della palazzina dell’ufficio a Stonecity…

(le grondaie dell’ufficio a Stonecity – foto di TT)

Sono assorto nei miei pensieri, guardo la neve cadere…mi immetto su  Lenin дорога…insomma, via Lenin.

(Lenin road, Gavassae – Foto do TT)

Mentre Filippo Giovanni Margherita e  Michele Tavernari  (insomma Phil Mogg e Michale Schenker) cercano di darmi ritmo con il loro bel hard rock, vengo a patti col fatto che da alcuni giorni sono affetto dalla sindrome di Jeremiah Johnson. Vorrei dunque lasciare la società moderna e trasferimi sui monti dello Utah per cercare un po’ di pace per il mio animo…

(Unghia D’orso e Geremia Di Giovanni…Bear Claw & Jeremiah Johnson, Utah 1850/1972)

Ma tutt’al più dove potrei finire io, un po’ più su di Pavullo nel Frignano? A Cervarolo forse? Come può fare un uomo di blues dell’Emilia Romagna con la dispepsia funzionale ad andare a dissolversi in cometa? Boh.

Arrivo al Novi Sad Park di Mutina. Nessuno in giro. Parcheggio, scendo dalla macchina e sprofondo fin sopra le caviglie nella neve. Mi incammino verso il centro, non incontro nessuno, continua a nevicare, l’atmosfera è fredda seppur romantica ma mi sembra che non ci sia amore nel cuore della città  …

Every place that I go,
Well, it seems so strange.
Without you love, baby, baby,
Things have changed.
Now that you’re gone
Y’know the sun don’t shine,
From the city hall
To the county line, that’s why

Ain’t no love in the heart of the city,
Ain’t no love in the heart of town.
Ain’t no love, sure ‘nuff is a pity,
Ain’t no love ‘cos you ain’t around.

(Mutina in the snow – foto di TT)

(Mutina in the snow – foto di TT)

Poco dopo le nove arrivo da Brian. E’ relegato in casa ormai da parecchi giorni, il vecchio resiste, stoico, un po’ scombussolato e triste, ma determinato. Gli preparo la colazione, caffè, svedese, frutta, lettura dei quotidiani…Repubblica e Il Manifesto; bagno, vestizione e chiacchiere in libertà.

(Brian & Tim – autoscatto)

Scendo in cortile del palazzo a liberare dalla neve la macchina di Brian e a fare un po’ di rotta. Verso le 11 riparto, nevica forte e devo ritornare alla domus saurea. Bacio Brian e scendo. Lui mi saluta per due volte dalla finestra.

Esco da Mutina e mi dirigo verso Campogallo, sono dietro ad una macchina, procediamo sui 45/50 kmh. Una cinquecento nera ci supera in modo spericolato e a discreta velocità…“Mo’ in du devt andèr?” penso. Alla rotonda circa 300/400 metri dopo, noto che è uscito di strada e che la sua macchina sì è infilata sotto un cumulo di neve. Lui esce dalla macchina, non si è fatto nulla. Sembra uno di quei giovinastri che san tutto loro. Forse anche noi eravamo così. L’impulso è quello di fermarmi e di aiutarlo, ma poi non lo faccio, “così impara” mi dico, ma non sono fiero di questa cosa.

Ho bisogno di qualcosa di forte. Infilo HOUSES OF THE HOLY nel lettore.

Di questi tempi è il mio disco preferito del gruppo di Giacomino Paggio. Che effetto ascoltare certe canzoni mentre nevica e tu stai guidando. Mi chiedo se esista una canzone più bella di THE RAIN SONG…

…Talk Talk I’ve felt the coldness of my winter
I never thought it would ever go. I cursed the gloom that set upon us
But I know that I love you so

These are the seasons of emotion and like the winds they rise and fall
This is the wonder of devotion  I see the torch we all must hold.
This is the mystery of the quotient Upon us all a little rain must fall.

(Stiolo city limits – foto di TT)

Arrivo al poplar grove di Magpie Mill (insomma, il pioppeto di Molino di Gazzata), non so perché ma tutte le volte che passo di lì sento la presenza del demonio e rabbrividisco nel sentire i cani del destino che ululano. Il lettore sta passando NO QUARTER…non è un caso. Accosto, metto le quattro frecce, scendo. Il demonio è lì, lo sento, ma non si fa vedere, deve essere infreddolito anche lui, vorrei dirgli due paroline…si è preso la mia anima e io son ancora qui che aspetto di vedere i camerini del Madison Square Garden…

(Poplar grove – Magpie Mill – Foto di TT)

Close the door, put out the light.
You know they won’t be home tonight.
The snow falls hard and don’t you know?
The winds of Thor are blowing cold.
They’re wearing steel that’s bright and true
They carry news that must get through.

They choose the path where no-one goes.

They hold no quarter.

Walking side by side with death, The devil mocks their every step
The snow drives back the foot that’s slow, The dogs of doom are howling more
They carry news that must get through, To build a dream for me and you

They choose the path where no-one goes.

They hold no quarter. They ask no quarter.
The pain, the pain without quarter.
They ask no quarter.
The dogs of doom are howling more!

Mi sparo poi una collection fatta in casa del ROBERT PLANT che preferisco (1982/85), LITTLE BY LITTLE ben si adatta al ritmo del mio cuore e al tempo atmosferico…

Un pasto caldo, una birra e un southern comfort dopo scendo a controllare il posto in riva al mondo. La Borgo Massenzio skyline, una di quelle schiette e senza troppe pretese, mi placa un po’ l’animo, ma sento la sindrome di Jeremiah Johnson trafiggermi il costato…meglio salire e fare un mini ordine su amazon uk, magari questo cazzo di Utah blues allenta la presa…

(Borgo Massenzio Skyline – foto di TT)

8 Risposte to “THE SNOW SONG”

  1. Avatar di Beppe R
    Beppe R 12/02/2012 a 20:40 #

    Tim, quelle che io definisco le tue “storie di blues” sono sempre molto sentite, vivono di umanità ed emozione. Sarebbe bello che suscitassero altri commenti, ma forse si dà per scontato che tu ti esprima con efficace naturalezza quando parli della quotidinanità, oppure, anche qui hanno più successo (almeno apparentemente) le polemiche e gli “opinionisti” ad oltranza. Preferisco intervenire per un plauso a questo tuo genere di scrittura piuttosto che discutere sulla stampa musicale italiana. Quando ho letto del “fuori pista” del prode pilota di un prodotto della Fabbrica Italiana Automobili Torino mi è venuta voglia di uno spunto velenoso, ma in omaggio a quanto premesso mi astengo. Complimenti anche alla documentazione fotografica. Bel lavoro.

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  2. Avatar di Lorenzo Stefani
    Lorenzo Stefani 13/02/2012 a 00:41 #

    Anche a me piacciono queste storie di vita quotidiana in chiave rock, con introspezione influenzata dalla natura e dall’alternarsi delle stagioni, le leggo molto volentieri. E guarda caso anch’io in questo periodo ho in auto il cd di Houses of the Holy … certo che sia The song remains the same sia The rain song sono molto più efficaci dal vivo che in studio, non c’é che dire … a parte ciò, una domanda a chi legge questo blog: nel vostro stereo avete un amplificatore a valvole o a transistor? I vinili li ascoltate ancora e, se sì, cosa ci trovate, a parte il formato gustoso da maneggiare e il fascino vintage? Il suono analogico è davvero diverso e magari migliore del digitale? Non so se riacquistare uno stereo, e non riesco ad orizzontarmi dopo molti anni che vado avanti solo con i cd in macchina e con l’Ipod che uso mentre corro … grazie, ciao!

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  3. Avatar di picca
    picca 13/02/2012 a 07:27 #

    Io ascolto vinili, cd, mp3, acc, flac e altro. Il vinile suona da Dio per la musica incisa fino agli anni ’80, dopo è lana caprina. L’lp è bello come oggetto ma per gustarlo devi avere tempo, casa libera, casse a volume sostenuto e poche mogli rompicoglioni in giro. Altrimenti fai come me: compri un vinile di 180 grammi, lo paghi 25 euro, godi come un nibbio nel palpare la cover, poi prendi il cd del disco, lo rippi nell’ipod e, mentre lo senti in un mp3 di merda con due cuffie di merda, pensi a come sarebbe bello ascoltarlo in vinile.

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  4. Avatar di timtirelli
    timtirelli 13/02/2012 a 11:09 #

    BEPPE: apprezzo moltissimo questo tuo commento. Mi chiedo sempre – come ho già scritto – se continuare con questi post, d’accordo che è il mio blog ma magari sono ripetitivi e monotoni. Continuo però a ricevere – soprattutto privatamente – feedback positivi a tal proposito, feedback che – insieme alla mia naturale propensione a questi “writes of winter” – mi inducono a continuare. Ho già citato in passato quanto mi ha detto Giancarlo Trombetti: “invidio il fatto che tu abbia un blog, parlare dei cazzi propri per parlare del mondo”. Picca poi mi dice che sono una delle cose più gustose del blog. Ora arrivi tu con questo lusinghiero commento, beh…non mi resta che continuare. Scandaglio l’animo umano, il mio è quello che ho più a portata di mano, ma deve essere simile a molti di quelli che frequentano questo blog…altrimenti non avrei toccato il record quotidiano di contatti proprio ieri con The Snow Song a fare da traino…466. Mica male per il blog di Tim Tirelli! Grazie ancora Beppe.

    LORENZO: grazie anche a te per il supporto ai post che finiscono nella categoria Tim’s blues. Per venire alle tue domande:
    In casa ho un impianto stereo discreto: due buone casse, un buon amplificatore, un buon lettore cd, una buona piastra (per le audiocassette) e un giradischi miserello. E’ un bel po’ di tempo che mi dico che devo cambiarlo, ne ho avuto un paio di molto buoni negli anni settanta e ottanta ma poi, una volta gettati perché ormai usurati, ne presi uno da due soldi. Rimando da troppo tempo l’acquisto, quest’anno devo trovare qualche centinaio di euro per prendermene uno togo.
    Ascolto naturalmente molto più spesso i Cd, ma ogni tanto un bel vinile – magari di stampa americana o giapponese – va ascoltato, per non perdere il contatto con il tepore che il vinile irradia nell’animo e per rinsaldare un rito essenziale per il genere umano: estrarre l’ellepì dalla busta di plastica di protezione, contemplare la copertina (possibilmente apribile), sentirne l’odore, togliere il vinile, posizionarlo sul piatto, adagiare con cura la puntina sui solchi e sentire la chitarra di GUESS I’LL GO AWAY che irrompe nella stanza.

    Poche cose per me sono altrettante belle: L’Inter che vince la Champions o che batte la J**e,certi momenti speciali in cui la spada luccicante entra nel fodero (if you know what I mean :-)), guardare il film JEREMIAH JOHNSON, tenere tra le braccia una Les Paul Standard, avere le stelle che riempiono i propri sogni e sentire che il padre dei quattro venti gonfia le mie vele. Per me dunque, è basilare per provare ad avere una vita soddisfacente, possedere un buon impianto stereo da casa, giradischi compreso.

    Sono poi d’accordo con Picca, fino alla metà degli anni ottanta i vinili suonano bene, dopo suonano come o peggio dei CD.
    Io ascolto la musica a casa, sul mio stereo appunto, la sera, il sabato pomeriggio e la domenica.
    I macchina, un paio d’ore al giorno durante il viaggio casa-lavoro-casa, e occasionalmente in ufficio tramite il disco fisso del PC e le due casse Creative che non sono affatto male.
    Cerco di non ascoltare mai degli mp3, perché credo siano un volgare insulto alla musica e all’amore che un essere umano dovrebbe provare per essa. E non venitemi a dire che sono comodi, che in un walkman/ipod/lettoremp3 ce ne stanno tanti…gli mp3 fanno cagare. Sempre e comunque. Anche nel mio cellulino, per i pezzi musicali abbinati ad alcuni numeri della mia rubrica (in modo da avere suonerie personalizzate) uso WAV.
    Certo, a volte sono costretto ad averci a che fare non avendo trovato altro, come ad esempio per la colonna sonora del film JEREMIAH JOHNSON, ma una volta che mi arriverà il Cd orginimale, con un paletto di legno di frassino spaccherò il Cd contenente gli mp3 in questione e lo butterò nella spazzatura, dopo aver invocato il perdono al padre onnipotente: Robert Johnson.

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    • Avatar di Lorenzo Stefani
      Lorenzo Stefani 14/02/2012 a 01:25 #

      Grazie per i consigl, Tim, e grazie anche a Picca. Avrei voglia, per sparagnare in tempo di crisi, di riesumare il vecchio stereo che giace inutilizzato a casa di mia madre da tempo immemorabile: piatto Technics con cinghia rotta da cambiare, piastra paleolitica Teac dotata del prestigioso Dolby C, ampli Luxman color Champagne con contatti ossidati e ricambi ormai pressochè introvabili, casse Mordaunt Short (se ricordo bene si chiamano così) che mi dissero render bene la musica classica, mai ascoltata. Ma temo ci sia da spendere comunque parecchio perchè dopo anni di disuso le membane degli altoparlanti saranno sicuramente sclerotizzate se non necrotizzate. Comunque io non sono così intransigente con gli MP3 e trovo che l’Ipod sia una delle invenzioni più straordinarie degli ultimi 20 anni insieme al navigatore satellitare, stregoneria impagabile per chi è totalmente privo di senso dell’orientamento come il sottoscritto, per questo soprannominato Bussolo. Correre con 1400 e più canzoni in modalità random e con un peso irrisorio da portarsi appresso è fantastico

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      • Avatar di Paolo Barone
        Paolo Barone 14/02/2012 a 12:15 #

        Ciao Lorenzo, mi permetto di dirti una cosa…
        Ho cambiato molti amplificatori nel corso degli anni, ma continuo a preferire il mio Luxman L2 del 1981. Magari cambia le casse, ma prova a riparare il resto. Ci sono ottime probabilità che suoni benissimo.

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  5. Avatar di Paolo Barone
    Paolo Barone 14/02/2012 a 12:17 #

    Dimenticavo! A Roma e a Reggio Calabria, dove attualmente risiede il mio amato Luxman, non ho avuto alcun problema a trovare i ricambi. Vedrai che non sarà difficile.

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  6. Avatar di Lorenzo Stefani
    Lorenzo Stefani 14/02/2012 a 18:34 #

    Grazie Paolo, proverò senz’altro a raccogliere informazioni sui ricambi del mio ampli; sei il primo che sento che abbia il Luxman (non ho mai capito se Audiocanalgrande mi abbia tirato una sola: solo Tim e pochi altri delle mie zone possono capire, era uno che se la tirava parecchio, e in anni più recenti si era messo a vendere gli impianti Bang&Olufsen).

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