DELUXE EDITION BLUES

3 Set

Gianni Della Cioppa, giornalista musicale italiano, amico da quasi 5 lustri, dai tempi di METAL SHOCK, ancora attivissimo nella pur disperata scena dell’editoria rock italiana. Su Facebook Gianni puntualmente prende le distanze dal mondo delle special edition. Ha toccato l’argomento anche in questi giorni, così mi son chiesto se non valeva la pena di farci un post, copiaincollando alcune delle sue cose tratte dai recenti interventi su Faceb0ok. Gianni è d’accordo, così procedo dato che credo sia un buono spunto di conversazione. Mi scuso se la cosa è un po’ spezzettata, ma è tratta da confronti fatti su Facebook.  Se vi va fatevi sentire e dite il vostro pensiero riguardo questa faccenda che – almeno per la mia vita – è centrale (…sono in attesa da AMAZON.IT del primi due album degli ELP in deluxe edition -2cd e 1 DVD audio- e i miei pensieri sono tutti concentrati su due cofanetti che dovrebbero uscire tra poco, quello dei BOC e quello dei FREE che sembra conterrà 18, ripeto diciotto, CD)

POST DI GDC su Facebook:IL DELITTO SUICIDIO…( pubblicata da Gianni Dago DC il giorno Giovedì 30 agosto 2012 alle ore 10.43 )Vorrei chiarire un concetto che da tempo accenno su facebook e che noto suscita discussioni e scatena prese di posizione animate: le ristampe in di classici del rock, dove persino un album degli anni 2000 è diventato oramai un classico, o pur di vendere viene spacciato per tale. L’argomento è sfruttato e forse banale, ma merita una mia ulteriore precisazione e poi, lo giuro, non ci tornerò più sopra. Non mi dilungherò molto…

Credo che il compito delle ristampe non sia quello di pubblicare l’ennesima versione di un disco classico e noto ai più, ma offrire una nuova mappatura delle varie scene rock che hanno animato questa musica nel corso dei decenni, di (di)mostrare che ci sono stati gruppi minori solo nelle vendite e nella fama, ma non certo nella qualità.

Gruppi poco noti o addirittura sconosciuti che hanno lasciato testimonianze discografiche che meritano di essere recuperate e portate in superficie. Ecco, in questa ottica, ha senso il mondo delle ristampe, ma se l’obiettivo è farmi ascoltare una nota diversa di dischi storici o comunque noti al vasto pubblico, è un gioco a cui non voglio partecipare.

Tutte queste edizioni deluxe, con packing lussuosi, cofanetti che riciclano finti inediti, versioni rimasterizzate all’infinito o addirittura dischi risuonati (imbarazzante questa cosa…), forse hanno dato ossigeno alle casse della grande discografia, ma di fatto hanno (quasi) ucciso il rock come fonte di energia e rinnovamento.

Un delitto (im)perfetto e terribile: il rock ha ucciso sé stesso. E allora non di delitto si tratta, ma di suicidio.

Con “Suicide Solution” il buon vecchio Ozzy aveva già previsto tutto…

(Gianni Della Cioppa 2012)

PS:Poi se volete far girare, non è certo per il mio ego, ma per capire se sono l’unico o quasi che è arrivato al limite della sopportazione con l’argomento eristampe classici e dintorni…

L’opinione di GDC è chiara no? E’ chiara anche quella dei suoi seguaci, quelli che commentano i suoi post su facebook, quei sapientoni insomma che usano toni irrispettosi e offensivi nei confronti di chi, come me, acquista edizioni speciali e box set. Mi chiedo però una cosa, se le vendite dei dischi di catalogo hanno superato le vendite dei nuovi dischi, la colpa è delle edizioni speciali dei vecchi titoli o perché la nuova musica è solo una pallida sfumatura di quella che fu nei due decenni d’oro dei sessanta e settanta? E se ne è solo una pallida copia, di chi è la colpa? Se non esistessero le deluxe edition, io, ad esempio, comprerei le nuove uscite dei nuovi gruppi?

Certo io sono uno particolare, passo per “passatista”, per uno che guarda e che rimpiange il passato…sarà anche vero, ma cerco tuttavia di rimanere attento alle cose del presente. Il fatto è che non escono più cose che mi piacciono, non sento più musica che mi arrivi all’anima, che mi faccia dire “oh, devo comprare questo disco”. Come detto capisco il discorso di Gianni, ma devo comprare dischi anche se non mi piacciono? Il rock come lo intendo io ormai è diventato classic rock, e le band o gli artisti dediti a questo filone scimmiottano semplicemente il passato, mi sembra che non cerchino di ripartire da esso, ma solo di copiarne il look e il sound senza trovarne l’anima da cui si potrebbe (forse) ripartire. L’heavy metal ha avuto una deriva che non fa per me, è diventato quasi fastidioso, inascoltabile. Il rock blues si è trasformato in un teatrino insignificante, il rock cosiddetto modernista mi annoia a morte…ma  in definitiva il mio vero problema è che non trovo più nessuno che scriva delle belle canzoni, dei bei pezzi.

C’è ancora qualcosa che mi solletica, ultimamente THE FLOWER KINGS  e gli HOWLIN’ RAIN, ma i nomi sono sempre meno così mi rifugio nel passato con l’illusione che con ogni deluxe edition che mi arriva io possa riscoprire da capo un album meraviglioso. Le deluxe edition poi mi servono anche dal punto di vista tattile per ricreare, in parte, la magia dell’LP.

Certo, molte special edition di speciale non hanno granché e l’ultima moda del rimixaggio ci porta verso strade pericolosissime. Rimixare i vecchi capolavori, aggiungendo o togliendo cose all’originale è roba da pazzi, come se -dice Picca- usassimo photoshop per riaggiustare i vecchi capolavori tipo l’Ultima Cena o la Gioconda. L’ultimo in ordine di tempo è DESTROYER RESURRECTED dei KISS.

La situazione ci sta scappando di mano. Dicevo  comuque che molte edizioni speciali contengono del materiale in più che vale davvero poco: un conto è aggiungere un dischetto con un concerto finora inedito come ad esempio in THE STRANGER di BILLY JOEL  un conto qualche alternate take, qualche radio edit, qualche crunch guitar mix, qualche pezzo live da DVD già presenti sul mercato (vedi l’ultima vergognosa sfornata di deluxe edition dei QUEEN). C’è poi la questione inediti, che interessano davvero solo i fan in senso stretto di un gruppo, ma che se vogliamo hanno un senso. Rileggendo queste ultime righe capisco che sono conscio del problema, ma non credo rinuncerò: troppo stimolanti le edizioni digipack, o i box set con l’opera omnia di un gruppo in versione ripulita e con un lavoro grafico e di cartotecnica spesso davvero bello; certo è la musica che conta, ma il visual, la confezione, gli odori e i colori la rendono ancora più leggendaria, e se il rock deve implodere…che imploda, non posso sentirmi responsabile solo perché acquisto delle deluxe edition di vecchi dischi.

11 Risposte to “DELUXE EDITION BLUES”

  1. Avatar di Pierluigi
    Pierluigi 03/09/2012 a 17:16 #

    L’ultimo disco che ho comprato si chiama The Dark Side of the Moon, deo Pink Floyd.

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  2. Avatar di bodhran
    bodhran 03/09/2012 a 17:33 #

    Io tendenzialmente concordo con Della Cioppa, quanto meno ritengo “inutili” packaging deluxe e “dannose” le versioni remaster (io voglio che un disco del ’71 suoni del ’71, se è stato fatto in un certo modo non lo voglio cambiato, non lo voglio più compresso, così come se guardo un quadro di non so chi non voglio che il rosso sia “più o meno rosso secondo supposti gusti attuali.
    Io li ascolto volentieri certi suoni cartonati di batteria, o quelle chitarre zanzarine anni ’60, proprio come se proponessero un restauro del Colosseo per riportarlo com’era ai suoi tempi, a me farebbe strano.
    Certo, le confezioni deluSS son belle, talvolta molto belle, ti rifilano magari anche un un po’ di gadget, ma con l’invecchiare preferisco puntare al sodo (sarà mica anche colpa della caratura dello stipendio?).

    Addossare la colpa delle mancate vendite del rock odiernoa riedizioni di roba vecchia mi pare invece un po’ forzato. Per per me, che apprezzo anche roba più recente (anche se ammetto non troppo recente) il rock è in buona parte “morto”: è un genere assodato, con i suoi clichè oramai consolidati, forgiato e modellato in quasi tutte le direzioni. E’ realmente un “genere”, e quindi con una forma oramai chiusa, e tutto sommato sapere che le orecchie umane considerano un giro rock-blues come “classico” mi fa anche piacere. Se aggiungiamo (o aggiungo, dato che è la mia personalissima opinione) che negli ultimi 30 anni l’industria discografica è riuscita ad autodistruggersi con queste XXXXX di politiche di marketing, come se una forma d’arte fosse equiparabile a tubetti di dentifricio, linee di mutande (mi rifiuto di chiamarlo “intimo”), che la fruizione del pubblico- a internet e playlist di mp3- è cambiata: c’è meno voglia di seguire l’evoluzione di una band, poca voglia/tempo di sciropparsi un album di vetta in fondo ma saltapicchiare di singolo in singolo (mi chiedo perchè mai…), penso proprio che come dice TT certa roba non verrebbe comprata comunque.

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  3. Avatar di Luca82
    Luca82 03/09/2012 a 19:19 #

    Ciao Tim interessantissima discussione . Non sono d’accordo con quanto ha scritto il giornalista sopracitato , io parlo da ventinovenne che acquista cassette cd e vinili da quando avevo almeno dieci/undici anni . Per quanto mi riguarda le special edition sono una manna dal cielo che non vanno assolutamente a scalfire il mito del rock , anzi offrono nuove e differenti prospettive al pubblico più attento . Certo esistono pure Special Ed. o cofanetti di dubbia qualità (privi di veri inediti pezzi rari registrazioni live interessanti e via dicendo) , che fanno leva sulla confezione e basta , ma se ci si attiene a quei BOX ben fatti costosi ma ricchi di nuovi spunti ben vengano . Nel mio caso acquisto box o riedizioni di album che già posseggo nella versione originale talvolta beccando qualche delusione ma per un appassionato , anche delle piccolezze valgono la spesa .
    Per quanto mi riguarda queste riedizioni non tolgono assolutamente nulla alle nuove leve del rock , il problema sta nel fatto che le band emergenti ma anche quelle degli ultimi dieci /vent’anni non hanno mai avuto molto da dire rispetto a quelle di trenta quarant’anni fa . Vengo simpaticamente accusato dai miei amici di snobbare le band recenti a favore di dinosauri che fanno musica datata , mentre dal mio punto di vista la buona musica non è mai datata , quindi se la ristampa di Wish You Were Here ha venduto più dell’ultimo degli Strookes o Jack White (nomi presi a caso) io dico ben venga !!!

    PS
    Qualche anno fa ho acquista un bel box degli ELP contenente delle registrazioni live annata 73/74 più un box di 2 DVD contenete esibizioni della loro intera carriera da L’isola di White al tour USA di Works fino alle reunion , impreziosite da recenti interviste e spezzoni curiosi (tra i quali una gara automobilistica .)
    Il tutto a meno di trenta euro .. un AFFARE !!!

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    • Avatar di Luca82
      Luca82 04/09/2012 a 14:44 #

      Mi correggo ” Nel mio caso HO ACQUISTATO box o riedizioni di album già in possesso beccando qualche delusione” . Non amo particolarmente le riedizioni remix e cavolate varie (vedi le ultime trovate dei Pink Floyd e Queen) ma ad esempio la riedizione dell’album The Song Remain The Same del 2007 l’ho trovata interessante (pur continuando a preferire la vecchia edizione) dato l’aggiunta dei brani precedentemente esclusi . Ripeto le deluxe edition o special edition se offrono del materiale interessante ben vengano altrimenti restano dove sono !! Le versioni originali sono sempre le migliori (parere personale) , se su vinile ancora meglio !

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  4. Avatar di Paolo Barone
    Paolo Barone 04/09/2012 a 10:12 #

    A me le deluxe edition piacciono. Le rimasterizzazioni fino a un certo punto, i remix e altre alterazioni varie mi fanno orrore. Detto questo, personalmente, se ho un album in vinile originale difficilmente spendo soldi per la versione cd, ma se lo voglio fare la deluxe edition mi sembra una opzione migliore, più sensata. Stessa cosa per dischi che non ho mai avuto, se e’ disponibile la deluxe opto per quella. Non mi piace affatto invece, ricomprarmi lo stesso disco più volte in diverse salse. Mi sembra di fare un torto al mio portafoglio e, soprattutto, alle migliaia di dischi che ancora non ho, e che aspettano chi da decenni, chi da mesi, di essere ascoltati, di essere scoperti. Per me il succo e’ tutto la’, nel piacere dell’esplorazione di nuovi mondi sonori che ancora non conosco. Da molti anni a questa parte mi sembra una scelta più appagante che andare a risentire all’infinito le solite, seppur bellissime, cose….
    Per il resto della discussione, direi che rock and roll can never die, così come per il blues il jazz, la classica, ecc… Ogni cosa, ogni arte umana, ha il suo momento e per la nostra cultura occidentale in genere gli anni 60 e 70 sono stati un apice. Cinema, letteratura, musica, architettura, moda, teatro, televisione, era tutta un esplosione di idee fantastiche. Oggi…beh, non va proprio così, inutile nasconderlo, pero’ specie uscendo dalla palude del mainstream roba interessante se ne trova ancora. Ancora una volta, secondo me, il piacere dell’esplorare, la voglia di avventure culturali ed esistenziali, e’ la chiave di tutto.
    Pero’, detto fra noi, questo cofanetto dei Blue Oyster Cunt…..!

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    • Avatar di timtirelli
      timtirelli 04/09/2012 a 10:25 #

      Blue Oyster Cunt? la figa dell’ostrica blu? Dimmi che è una distrazione, o ti metto dietro la lavagna :-)

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  5. Avatar di Giancarlo T.
    Giancarlo T. 04/09/2012 a 12:39 #

    Questo è il classico dilemma cui il primo istinto è di rispondere: “…e ‘sti cazzi?”. Poi l’educazione anni sessanta riemerge e si tenta una spiegazione, personale, ovviamente. A mio parere si tratta di due diverse impostazioni della visione dell’oggetto. A chi crede sia più giusto rieditare e riproporre il passato andando solo a scavare nei meandri di quei gruppi da “un colpo e via”, sfuggiti persino alle cronache dell’epoca, pregne di mirabilie e creazioni da sogno, certi che in quelle riproposizioni sia nascosta la nuova via al rock oppure si tratti di reliquie imperdibili, si contrappone chi – con pochi o tanti denari in tasca, non importa – preferisce andare sul sicuro e acquistare un voluminoso cofanetto di un vero pezzo di storia. Ognuno è libero di suonarsi quel che gli pare. Tenendo sempre fermamente presente, però, che con i tempi correnti (mala tempora…) e con l’inesistente accesso alle fonti primarie musicali e ad una informazione “giustificata”, ciò che per un appassionato è l’ennesima versione, per la maggioranza dei bipedi rappresenta o può rappresentare il primo incontro ravvicinato. Se però con un occhio più pratico pensiamo al solo mercato, direi che non c’è storia. Le minuscole etichette che recuperano e acquistano i diritti di dischi fuori catalogo di band esplose e li ripropongono (con uno sforzo economico inesistente, tutta la pappa è già pronta!) campano di flani sui giornaletti specializzati esteri per promuoversi e di vendite nell’ordine dei …mila, se non dei …cento. Al contrario, le rimanenti cosiddette majors resistono attaccate alla macchina che gli permette di respirare solo grazie alle riedizioni deluxe. E’ oramai notorio che mentre qua si preparano all’uscita della Grecia dall’euro, là si preparano da tempo alla cancellazione della vendita dei cd che resisteranno solo, appunto, nelle edizioni deluxe, ossia in quella forma di prodotto accessibile solo a chi ha denari da investire in questo terzo millennio privo di futuro. Che poi, con la musica ridotta a un file da scaricare dalla rete, possano sopravvivere sufficienti negozi da permettere alle due (…o tre?) majors di continuare a fare i regali di Natale, questo è tutto da vedere. Proprio ed esattamente come riflettevo su un articoletto pubblicato su Suono e dal titolo simpaticamente analogo…”Il delitto perfetto”… 

    PS : A titolo del tutto personale: all’alba del 2013, avere ancora denari da sputtanare in riedizioni mancanti dei Sassafras o degli Schiekel Grueber vuol dire non passarsela male. Così come avere voglia (e tempo e coraggio) per andarsi ad ascoltare la milionesima uscita del milionesimo gruppo uguale a miliardi di altri…e magari trovarci anche qualcosa di interessante dentro. Ma il mondo è bello perché vario.

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  6. Avatar di Giancarlo T.
    Giancarlo T. 04/09/2012 a 12:41 #

    …PS : Tim…cunt non è esattamente “figa”, quanto l’offesa peggiore che tu possa fare a una donna. Una parola che in Inghilterra pare faccia arrossire persino i camionisti e che qua in Toscana utilizziamo anche mentre compriamo il pane… ;)

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  7. Avatar di mauro bortolini
    mauro bortolini 04/09/2012 a 15:41 #

    Minestre riscaldate od oggetti lussuriosi da avere assolutamente?
    Fortunatamente le deluxe edition, sapendo attendere, si trovano gia’ a prezzi
    bassi, spesso molto bassi, nei negozi che importano dagli usa.
    Per non parlare dei cofanetti.
    Nel ricordi mediastore ho pagato 14 euro e 99 per un lussuoso cofanetto di 5 cd
    con tanto di libro dei POLICE con brani ufficiali, primi 45 e rarita’.
    A Roma ho comprato 2 cofanetti a 9 euro e 99 cadauno dei MARLENE KUNTZ.
    Vol 1 coi primi 5 lavori e vol 2 coi 5 successivi.
    Allo stesso prezzo un cofanetto con 5 album di FRANCO BATTIATO.
    Tutti rigidamente sigillati.

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  8. Avatar di Riccardo
    Riccardo 04/09/2012 a 16:20 #

    Secondo me come sempre ci sono prodotti fatti bene e altri no, come l’orrenda versione deluxe di the wall 6cd riempiti con il nulla, una operazione che certo non ti aspetti da un gruppo del genere. Viceversa ho preso 2 cofanetti degli Yes “Yesyears” e “In a word” e sono decisamente un altro paio di maniche.

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  9. Avatar di picca
    picca 07/09/2012 a 17:10 #

    A 15 anni ho comprato Quadrophenia degli Who in lp edito in Italia dalla Polydor. Poi qualcuno mi ha detto che la versione stampata in America era di qualità migliore. Un giorno ho trovato l’edizione canadese e l’ho comprata. Mi sembrava che si sentisse meglio. Un giorno è arrivato import il made in U.S.A., l’ho comprato e mi sembrava che si sentisse meglio. Poi qualcuno mi ha detto che il miglior vinile del mondo era quello giapponese. Un bel giorno ho trovato l’edizione nippo e l’ho comprata (c’erano i testi!) pagandola un rene. Mi sembrava che si sentisse meglio.
    Poi sono arrivati i cd, e tra gli ‘immancabili’ che dovevo assolutamente avere in digitale c’era Quadrophenia, così l’ho comprato. Niente salti, niente fruscii…mi sembrava che si sentisse meglio. Poi un giorno è uscito rimasterizzato, con un libretto più curato e un suono più nitido. L’ho comprato e mi sembrava che si sentisse meglio. Poi qualcuno mi ha detto che l’edizione SHM giapponese era la meglio di tutte. Così me la sono procurata, l’ho messa nel lettore, mi sono concentrato su dettagli del cazzo tipo se l’hiss’ di sottofondo fosse stato più o meno compresso o se la cassa di moon avesse o no qualche ‘gate’…mi sembrava che si sentisse meglio. Poi qualcuno ha cominciato a dirmi che i cd fanno cagare, i remasters pure e un bel dì ho visto l’edizione in vinile ‘classic records’ su vinile vergine pesante mezz’etto: ho venduto l’altro rene e l’ho comprata. Mi sembrava che si sentisse meglio. Poi è uscita la versione anniversary deluxe in CD: l’ho vista alla Coop a un prezzo ragionevole e l’ho comprata (ci sono dei demos!). Mi sembrava che si sentisse meglio. Ora però, tutte le volte che passo di fronte ad un certo negozio, vedo in vetrina far bella mostra di se’ la mostruosa versione SuperDeLuxe a 150 euro e passa. Chissà se si sente meglio…(continua)

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