Addio a CHRIS CORNELL

19 Mag

Lo shock è stato grande nell’apprendere della scomparsa di Chris Cornell. A 52 anni, così all’improvviso, sembra impossibile. I giornali iniziano a parlare (mentre sto scrivendo è giovedì 18 maggio) di suicidio.

Ricevo a caldo il commento incredulo di due super appassionati di CC che sono colonne della comunità dei questo blog:

LOLLO STEVENS: “Fratello rock, condivido con te questa gravissima perdita per il mondo della musica rock e per il mio pantheon di voci super. L’ho visto con gli Audioslave, i Soundgarden e due volte da solo. Non era secondo a nessuno per estensione vocale e presenza scenica! Anche come creatività e capacità di scrivere melodie rock orecchiabili era tra i grandi. Ci sono rimasto veramente male. Lo sentivo come se fosse una specie di amico, fighissimo e saggio soprattutto dopo l’ultimo splendido album Higher Truth, in cui sembrava che avesse voluto riflettere una grande serenità anche per la sua bella famiglia.

Invece non escludono che si sia suicidato, pensa alla moglie, alle due figlie e al figlio … aveva una casa meravigliosa a Parigi, una carriera ancora lunga e stimolante davanti a sé con i Soundgarden, come solista quando aveva voglia di suoni acustici, con i Temple of the Dog quando gli girava di far rivivere quello splendido supergruppo (come qualche mese fa per il minitour / reunion negli USA), con gli Audioslave che si erano riuniti a gennaio contro Trump suonando quattro canzoni … hai sentito che l’ultimo pezzo del concerto dei Soundgarden, ieri sera, è stato “Slaves & Bulldozers” che includeva un estratto di “In my time of dying”? Che fosse un’anticipazione di quello che aveva in mente mi sembra improbabile, l’avevano già suonata altre volte, ma la coincidenza farà pensare a lungo e magari alimenterà le solite leggende sulla musica diabolica degli Zeppelin (anche se quel testo non lo hanno scritto loro).
Chris aveva un bel rapporto con gli Zep: penso alla sua cover acustica di “Thank you”, di WLL (con Santana), di “Achille’s last stand” (con i Temple of the Dog), alla sua intervista a Jimmy Page, che con tutto il suo alone sulfureo e la sua aria di mistero si vive la sua tranquillissima vecchiaia senza pensare a suicidarsi, almeno apparentemente. Invece – forse – Chris aveva l’inferno in testa, come Kurt Cobain.
Ognuno ha i suoi personali miti rock, per me la morte di Chris si può paragonare a quello che ha rappresentato per te la perdita di Johnny Winter. Il suo timbro e la sua estensione vocale, insieme al misto di energia e malinconia che a volte traspariva dalle sue canzoni (non per niente il titolo che avrebbe voluto dare al suo primo album solista sarebbe stato “Euphoria mourning”, non “Euphoria morning” come poi fu chiamato) mi accompagneranno sempre”
.
BODHRAM: “maccheccazzo,  pure quelli giovani però,…mi pare ieri di averlo visto al Uonna club a Roma nell’89…”

Soundgarden Roma 1989

Secondo un giornale di Detroit durante l’ultimo concerto al Fox Theatre certi comportamenti sono stati sintomatici:

http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/cornell-icona-grunge-suicida-detroit-gesto-estremo-senza-perche-f5b0933b-c1fc-415c-ade3-8152ac8052bc.html

Poi, certo, è facile lasciarsi suggestionare, ma evidentemente qualcosa che non andava c’era. Ora sembra si sia impiccato nel bagno.

Pare inverosimile. Non è che seguissi attentamente la sua carriera, ma una figura così la “incontri” nelle tue peregrinazioni rock: lo vedi fare musica sincera, lo senti come una persona profonda, lo vedi in salute, bello, solare, lo vedi frequentare il tuo musicista preferito …

Photo Ross Halfin

e poi scopri che anche uno così, uno che fa – con successo – il lavoro più bello del mondo, che scrive musica appassionata, è intrappolato nelle tenebre. Troppo presto Chris, troppo presto. Addolorati ti salutiamo. Per quel che puoi, fa buon viaggio.

5 Risposte a “Addio a CHRIS CORNELL”

  1. Enri1968 19/05/2017 a 13:30 #

    Sono rimasto senza parole.
    Mi è piaciuto il tuo post.

    Ho scritto due parole anch’io

    http://www.sullamaca.it/musica/chris-cornell-qui-canta-ancora/

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  2. bodhran 19/05/2017 a 16:32 #

    Non ho vissuto i Led Zeppelin in diretta, quindi quella musica l’ho ascoltata solo su disco, e dopo la morte di Bonham non c’è reunion o tour solista che tenga il confronto, quindi niente da fare, io me li sono persi, non è un rimpianto – sono nato nel ’69. Ma quella espolosione di potenza, grezza e senza fronzoli, che ho subito in quel locale a Roma nel 1989, quattro musicisti praticamente senza palco, è un’esperienza che non dimentico e che mi fa dire da allora che almeno una volta mi sono trovato realmente di fronte ad un gruppo rock. Di lì in poi ho seguito i Soundgarden e quello che gli è ruotato intorno, li ho visti altre volte e sono riuscito a vedere Cornell da solo, in un gran bel concerto acustico a Firenze (che la voce era sì incredibile, ma dal vivo non sempre all’altezza dei dischi).
    Se ne va uno dei musicisti della mia generazione che ho preferito, se ne va un coetaneo che “mi è stato vicino” per 28 anni.
    Non ci sono cazzate su artisti “maledetti” o 27 che tengano; se n’è andato, come tanti, in un modo incomprensibile per chi resta.

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  3. Beppe 20/05/2017 a 14:54 #

    Sono e sempre sarò un grande fan di Chris Cornell. Quando presi la non agevole decisione di tornare a scrivere sul mensile che pubblicò le mie prime recensioni, ebbi il privilegio di occuparmi in prima persona dei gruppi nei quali rifulgeva il suo straordinario talento vocale: Soundgarden, Temple Of The Dog ed Audioslave. Fu l’occasione per ridefinire le mie passioni musicali, a fine anni ’80 un po’ cristallizzate in generi ben identificati, aprendomi verso la nuova generazione di Seattle, e non solo. Quel movimento grunge che per la stampa di “tendenza” era il nuovo giustiziere dei costumi multicolori dell’hair metal, risultava in realtà molto più vicino all’hard rock classico di quanto veniva propagandato. Nel corso degli anni ’90, Soundgarden, Pearl Jam, Alice In Chains etc. diventeranno nuovi tradizionalisti, ma con un taglio originale che li consegnerà alla storia recente. Dopo di loro, davvero molto poco… Chris Cornell per me resterà il miglior cantante della sua epoca: voce spettacolare, versatilità espressiva ed un’immagine apparentemente immune al trascorrere degli anni. Ma dentro non era così, lui che sembrava possedere “tutto”, evidentemente era tormentato da demoni che si agitavano dentro…Meglio ricordarlo nell’urlo esacerbato di “Rusty Cage”, dove Chris appariva davvero invincibile. Grazie di tutte le emozioni.

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  4. timtirelli 20/05/2017 a 19:14 #

    Grazie del commento; anche un grande giornalista come te (per i nuovi arrivati: stiamo parlando di Beppe Riva, firma di prim’ordine del giornalismo musicale italiano) non può evidentemente sottrarsi dall’omaggiare una figura così.

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  5. mikebravo 22/05/2017 a 13:50 #

    Dispiace e stupisce la morte di Cornell.

    Ma quanti di noi non hanno accarezzato l’idea nata da una vertigine ?
    Quanti di noi non hanno guidato spericolatamente in un sorpasso
    favorito da un’ebbrezza alcolica ?
    Quanti di noi non si sono arresi alla dipendenza di qualche pillola ?

    E parlo di persone che apparentemente conducono una vita normale.

    Chris era una rockstar.

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