Ho lasciato passare un po’ di tempo prima di parlare di questo nuovo album dei Rolling affinché si placasse un po’ la fustinella* dovuta alla sua uscita; sì perché un nuovo album di Mick & Keith non è certo robetta da poco per uomini di blues di un (in)certa età come noi. Evito di impantanarmi, qui nelle righe introduttive, nelle considerazioni che hanno fatto un po’ tutti e prendo l’album per quello che è, cercando di non farmi condizionare dalle inevitabili sovrastrutture riguardo i grandi gruppi Rock che amo. Detto questo, faccio una eccezione solo per citare un commento di David Browne, il critico di Rolling Stone dove ha scritto che il disco vale molteplici ascolti, che il drumming di Steve Jordan è di valore e soprattutto che la band ha scritto testi rilevanti senza “the late-in-life introspection heard on recent records by some of the Stones’ peers” … “l’introspezione in età avanzata ascoltata nei dischi recenti da alcuni dei colleghi degli Stones”.
Ecco, questo punto mi piace molto, intendiamoci, io sono il primo a scivolare nella introspezione di cui si parla, ma che a ottant’anni i Rolling rimangano immuni da questo aspetto mi fa ha molto piacere. A fine articolo vi sono i dati tecnici relativi al disco, mi concentro dunque subito sulle canzoni, aggiungo solo che Hackney Diamonds è arrivato al terzo posto negli USA, al primo in UK (100.000 copie vendute), in Germania (100.000 copie vendute) e in Francia (50.000 copie vendute), quinto in Giappone, secondo in Italia e nei primissimi posti delle classifiche di moltissimi altri paesi.
Di Angry (Jagger–Richards, Andrew Watt) ne avevo già parlato qui sul blog il 14 settembre poco dopo l’uscita del singolo, copio-incollo quello scritto a suo tempo:
“Nuovo singolo dei Rolling, che devo dire … non mi dispiace nemmeno un po’. Meno banale di quel che mi aspettassi e la melodia nella sezione con gli accordi (diciamo così) mi pare carina. Per gente che scrive pezzi da 60 anni e che ha 80 anni Angry è un bel prodottino, chapeau! Godibilissimo l’assolo centrale di chitarra, minimal ma con un senso Rock mica da ridere. Mi piace anche il video, certo … vi è la bella pheega vestita di Rock che fa le mossettina su una decapottabile che attraversa la città assolata, ma il gioco con i video nei billboard dell’epoca è vincente. Ragazzi, che fighi i Rolling!”
Get Close” (Jagger–Richards, Watt) è un altro buon momento, nessuna rivoluzione musicale ma neppure odore di stantio, fresco e dinamico. Bene Steve Jordan alla batteria (di questo mi preoccupavo molto), bene Jagger, buono il basso di Andrew Watt.
Depending On You (Jagger–Richards, Watt) mi piace, un sorta di ballata mid tempo, nulla di nuovo, ma molto piacevole; belle chitarre, uno di quei testi amari ma lontani dall’auto indulgenza, schietto, semplice, diretto. Cazzo, che grandi.
Bite My Head Off (Jagger–Richards) è un roccaccio affrontato con spirito punk. Curioso avere Macca al basso in un brano così. Testo riuscito, diretto, cattivo e credibile … e sì, ai meno svegli sembrerà inadeguato che un ottantenne canti cose del genere, ma siamo qui con i Rolling Stones baby, con loro tutto è possibile.
Whole Wide World (Jagger–Richards) ha un ritornello ruffiano che crea una dicotomia con la strofa dalla foggia new wave, ma accidenti tutto sembra funzionare comunque. I testi mi piaccio molto, con questo poi mi ritrovo nella mia comfort zone obliqua:
Well, the dreary streets of London
They never promised much
A dead-end job to nowhere
And all your dreams are crushed
When the whole wide world’s against you
And you’re standing in the rain
When all your friends have let you down
And treat you with disdain
And you think the party’s over
But it’s only just begun
Let’s raise a glass, get up and dance
‘Cause life’s just hit and, hit and, hit and run
Dreamy Skies (Jagger–Richards) ha il classico andamento country tanto caro al gruppo, chitarra slide, chitarra acustica, qualche zampata elettrica di Keith Richards, tutto già sentito, eppure è una meraviglia, vi è come una patina nuova che rende frizzante il tutto, e poi di nuovo Jagger e un testo che funziona. Indomiti Rolling Stones .
Mess It Up (Jagger–Richards) ha alla batteria Charlie Watts il che mi fa scappare qualche sospiro. Rock alla Rolling Stones con ritornello efficace che a me ricorda gli umori del primo album solista di Mick Jagger (She’s The Boss 1985).
In Live By The Sword (Jagger–Richards) si risente al basso Bill Wyman, alla batteria vi è ancora Charlie Watts. Strofa banalotta, ponte passabile, sviluppo seguente che ha il suo perché. Elton John al piano. Assolo di chitarra convincente.
Driving Me Too Hard (Jagger–Richards) è figlia di Tumbling Dice, è carina, soffice eppur decisa; belle chitarre, Steve Jordan porta rispetto a Charlie Watts. La formula del songwriting può apparire consunta ma in realtà vi è una freschezza intrinseca che aiuta a respirare a pieni polmoni questa gradevole aria sonora.
Tell Me Straight (Jagger–Richards) la canta Keith Richards … è uno di quei pezzi medio lenti, un po’ obliqui tipici di Keef, di solito ne vado matto, ma questo non mi colpisce granché.
Sweet Sounds Of Heaven (Jagger–Richards) vede la partecipazione di Lady Gaga e Stevie Wonder, sento dire in giro che è un pezzo geniale che mischia gospel, etc etc … sì ci sono accenti gospel che si sposano ad una matrice soul/doo woop ma non ho nessun timore a dire che non è un pezzo geniale; l’intermezzo (20 secondi dal minuto 3:10) funziona ed è bello, ma il resto è imbastito su aspetti compositivi piuttosto logori.
L’ultimo pezzo è Rolling Stone Blues (Muddy Waters), il brano di McKinley Morganfield da cui il gruppo prese il nome. E’ così che si chiude il cerchio, un blues fangoso, al contempo luminoso e tenebroso. Chitarra, voce e armonica. Keith e Mick così come avevano cominciato. Un Blues senza compromessi, schietto, dissoluto, autentico. Lo sapevamo già, ma che cazzo di band quella dei Rolling Stones!
All songs written by Jagger–Richards, except where noted.
- “Angry” (Jagger–Richards, Andrew Watt) – 3:46
- “Get Close” (Jagger–Richards, Watt) – 4:10
- “Depending On You” (Jagger–Richards, Watt) – 4:03
- “Bite My Head Off” – 3:31
- “Whole Wide World” – 3:58
- “Dreamy Skies” – 4:38
- “Mess It Up” – 4:03
- “Live by the Sword” – 3:59
- “Driving Me Too Hard” – 3:16
- “Tell Me Straight” – 2:56
- “Sweet Sounds of Heaven” – 7:22
- “Rolling Stone Blues” (Muddy Waters) – 2:41
The Rolling Stones
- Mick Jagger – lead and backing vocals, guitar, percussion, harmonica on “Dreamy Skies” and “Rolling Stone Blues”
- Keith Richards – guitar, bass guitar, backing vocals, lead vocals on “Tell Me Straight”[100]
- Ronnie Wood – guitar, bass guitar, backing vocals
Additional personnel
- Paulina Almira – illustration
- Ron Blake – trumpet on “Get Close” and “Sweet Sounds of Heaven”.
- David Campbell – string arrangement
- Matt Clifford – keyboards, piano, Wurlitzer[
- Matt Colton – mastering at Metropolis Studios
- Karlos Edwards – percussion
- Serban Ghenea – mixing at MixMaster Studios, Virginia Beach, Virginia, United States (except “Rolling Stone Blues”)
- Elton John – piano on “Get Close” and “Live by the Sword”
- Steve Jordan – drums
- James King – saxophone on “Get Close” and “Sweet Sounds of Heaven”.
- Lady Gaga – vocals on “Sweet Sounds of Heaven”
- Paul Lamalfa – mixing on “Rolling Stone Blues”
- Paul McCartney – bass guitar on “Bite My Head Off”
- Studio Fury – art direction and design
- Benmont Tench – keyboards and organ on “Depending On You” and “Dreamy Skies”
- Marc VanGool – Technician, Guitar Technician [Studio Assistant]
- Don Was – additional production on “Live by the Sword”
- Andrew Watt – bass guitar, guitar, percussion, keyboards, backing vocals, string arrangement, mixing on “Rolling Stone Blues”, production
- Charlie Watts – drums on “Mess It Up” and “Live by the Sword”
- Stevie Wonder – keyboards and piano on “Sweet Sounds of Heaven”
- Bill Wyman – bass guitar on “Live by the Sword”
1 | Angry | 3:47 | |
2 | Get Close | 4:11 | |
3 | Depending On You | 4:03 | |
4 | Bite My Head Off | 3:31 | |
5 | Whole Wide World | 3:58 | |
6 | Dreamy Skies | 4:38 | |
7 | Mess It Up | 4:04 | |
8 | Live By The Sword | 3:59 | |
9 | Driving Me Too Hard | 3:16 | |
10 | Tell Me Straight | 2:57 | |
11 | Sweet Sounds Of Heaven | 7:23 | |
12 | Rolling Stone Blues | 2:45 |
di Stefano Piccagliani (da La Gazzetta di Modena ottobre 2016)
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