TT’s SCHOOL OF ROCK XI: Queen

31 Gen

Undicesima School of Rock quella del solstizio d’inverno del 2024 e dunque nuovo ritrovo modello “Dopolavoro” nei locali della azienda per cui lavoro. Sospinto dall’inarrestabile volontà del nostro dirigente GLB eccomi di nuovo davanti al gruppo dei fedelissimi e affezionati colleghi che con dedizione e passione si assiepano – dopo l’orario di lavoro – nella (mia amatissima) Sala Blues (where the dreams come blue), la grande sala informale dell’azienda dotata di un vero e proprio impianto hifi.

Mi prendo una mezz’oretta prima dell’inizio per raccogliere i pensieri, immergermi nella silenziosa sala vuota e preparare ellepiì e cd.

Tim Tirelli’s School Of Rock XI – Queen – foto Tim Tirelli

Tim Tirelli’s School Of Rock XI – Queen – foto Tim Tirelli

Tim Tirelli’s School Of Rock XI – Queen – foto Tim Tirelli

Tim Tirelli’s School Of Rock XI – Queen – foto Tim Tirelli

Tim Tirelli’s School Of Rock XI – Queen – foto Tim Tirelli

Stasera c’è il completo sold out, siamo in overbooking, anzi no, piantiamola con questo maledetto inglese, siamo in numero superiore ai posti disponibili, d’altra parte il gruppo in questione è borderline, Rock ma non solo, infatti una volta inviato l’invito di questa undicesima School of Rock ho ricevuto feedback variegati, alcuni si sono mostrati molto soddisfatti della scelta (in primis il grande Albi “Tim, erano 4 anni che aspettavo questo momento) e altri più scettici (“Tim, ti hanno pagato per fare la puntata sui Queen”).

Questa ambivalenza mi ha ricordato un articolo (provocatorio) scritto parecchi anni fa sul  blog:

 

MA I QUEEN, SONO UN GRUPPO ROCK?

Parto con una prima visione d’insieme facendo, ahimè, una sorta di compitino veloce:

I Queen sono stati fondati nel 1970 a Londra da quattro musicisti che combinavano background artistici molto diversi ma complementari: Freddie Mercury, Brian May, Roger Taylor e John Deacon. Sono diventati uno dei gruppi rock più influenti della storia, noti per il loro stile eclettico, spettacoli dal vivo potenti e innovazioni nell’uso di tecnologie musicali e video. Aggiungo anche che la componente grandeur/kitsch – vista la debordante personalità del cantante – è stata, particolarmente nella seconda parte della carriera, una costante. Qualche notizia biografica su Farrokh Bulsara, Brian Harold May, Roger Meddows Taylor e John Richard Deacon, l’impatto commerciale (enorme successo, soprattutto negli anni ’70 e ’80, vendendo complessivamente oltre 300 milioni di dischi a livello mondiale) e una ancor più veloce storia del gruppo, storia che inizia inizia nei tardi anni ’60, quando Brian May (chitarrista) e Roger Taylor (batterista) formarono il gruppo Smile insieme al bassista Tim Staffell, che abbandonò la band nel 1970. Fu proprio grazie a Staffell che May e Taylor conobbero Freddie Mercury (al tempo, Farrokh Bulsara appunto), un giovane cantante e artista con un’evidente vena creativa. Con l’ingresso di Mercury, che suggerì il nome “Queen”, e successivamente del bassista John Deacon nel 1971, la band trovò la sua formazione definitiva.

Il loro album di debutto, “Queen” (1973), pur non ottenendo subito grande successo, fu seguito da “Queen II” (1974), con cui cominciarono a guadagnare popolarità. Con “Sheer Heart Attack” (1974) e soprattutto “A Night at the Opera” (1975), i Queen si affermarono come fenomeno mondiale. “Bohemian Rhapsody”, dall’album del 1975, è diventata una delle canzoni più iconiche della storia del rock.

Con dischi come “News of the World” (1977) e “Jazz” (1978), i Queen consolidarono il loro successo internazionale. Con brani come “We Will Rock You”, “We Are the Champions”, “Don’t Stop Me Now”, e “Bicycle Race”, il loro stile divenne sempre più riconoscibile e amato dal grande pubblico. L’album “The Game” (1980), grazie a “Another One Bites the Dust”, segnò un altro punto di svolta nel suono della band, le influenze decisamente ballabili del fortunatissimo (bel) singolo scritto da Deacon li mantenne su vette altissime.

Durante i primi anni ’80, la band tuttavia attraversò una fase controversa con “Hot Space” (1982), un album che per metà propone disco music e che deluse gran parte dei fan storici (compreso il sottoscritto). “The Works” (1984) segnò in qualche modo un ritorno al rock e una discreta rinascita commerciale, con successi come “Radio Ga Ga” e “I Want to Break Free”. Nel 1985, i Queen parteciparono al Live Aid a Londra, con una performance considerata con buona ragione la migliore di quel grande evento.

L’album “A Kind of Magic” (1986) confermò il successo della band anche nelle colonne sonore (dopo il mezzo pasticcio di Flash del 1980) associandosi al film Highlander. Nel 1987, a Mercury fu diagnosticato l’AIDS, ma continuò a lavorare con la band. Il modesto (artisticamente parlando) “The Miracle” (1989) e il ben più convincente “Innuendo” (1991) riflettono la faccia dei Queen in questa fase. La morte di Mercury nel novembre 1991 significò ovviamente la fine dei Queen (sebbene May e Taylor abbiano continuato con un paio di cantanti assunti come “guest”), “Made in Heaven” (1995) diventò il classico album postumo  completato dai membri rimasti usando le ultime registrazioni di Freddie.

Aggiungo qualche dato tecnico sui primi tre album che comunque salto quasi a piè pari (ben sapendo che i fan in senso stretto non mi perdoneranno).

Queen (1973)

  1. Keep Yourself Alive
  2. Doing All Right
  3. Great King Rat
  4. My Fairy King
  5. Liar
  6. The Night Comes Down
  7. Modern Times Rock ‘n’ Roll
  8. Son and Daughter
  9. Jesus
  10. Seven Seas of Rhye (strumentale)
  • Tecniche: Registrato ai Trident Studios, prodotto da Roy Thomas Baker.
  • Classifiche e vendite:
    • UK: posizione n. 24; oltre 100,000 copie vendute (Disco d’argento).
    • USA: circa 500,000 copie.
    • Giappone e Italia: Riconosciuto successivamente, con modeste vendite iniziali.

Queen II (1974)

  1. Procession
  2. Father to Son
  3. White Queen (As It Began)
  4. Some Day One Day
  5. The Loser in the End
  6. Ogre Battle
  7. The Fairy Feller’s Master-Stroke
  8. Nevermore
  9. The March of the Black Queen
  10. Funny How Love Is
  11. Seven Seas of Rhye
  • Tecniche: Album più orchestrale e sperimentale.
  • Classifiche e vendite:
    • UK: n. 5; Disco d’oro. 150.000 copie
    • USA: vendite inferiori rispetto al Regno Unito.

1974: Sheer Heart Attack

Il terzo album dei Queen rappresenta il primo successo commerciale del gruppo. Dopo l’uscita di “Queen” e “Queen II”, che avevano avuto riscontri positivi soprattutto in Inghilterra, “Sheer Heart Attack” si apre al mercato internazionale, grazie a un suono più accessibile, vagamente glam e singoli niente male.

  • Brani principali:
    • “Killer Queen” (singolo di successo in UK e USA, con elementi di pop rock e cabaret)
    • “Now I’m Here” (un pezzo più hard rock scritto da Brian May)
    • “Stone Cold Crazy” (considerata una delle prime canzoni proto-thrash, influenzando generazioni di band hard rock e metal)
  • Classifiche e vendite:
    • UK Albums Chart: Raggiunge il n. 2 –  600,000+ copie (disco di platino)
    • USA Billboard 200: Entra in classifica alla posizione n. 12 – circa 1.000.000 di copie (disco di platino)
    • Giappone: circa 100,000 copie
    • Italia: circa 70,000 copie

Video TT’s SoR – primi anni – filmato da Jona H & Marzia P

 Passo quindi al periodo d’oro dei Queen, quello che va dal 1975 al 1980.

1975: A Night at the Opera

Considerato uno dei massimi capolavori dei Queen, sottolineo che “A Night at the Opera” segna un nuovo standard nella produzione musicale per complessità e costi. Registrato utilizzando tecnologie avanzate per l’epoca, è un album che esplora rock, ballate, opera e cabaret, culminando in “Bohemian Rhapsody”. Quasi inutile farla ascoltare ma non si può evitare anche perché divenne un enorme successo globale, grazie anche all’iconico video musicale trasmesso in anteprima sulla BBC, aprendo la strada all’era del video musicale.

  • Classifiche e vendite:
    • UK: Primo posto, tre volte disco di platino, pari a circa 1.100.000 copie vendute. L’album è stato il primo della band a raggiungere il primo posto nella classifica britannica, restando in vetta per settimane​
    • USA: Multi platino, raggiunge il quarto posto, 3.000.000 di copie
  • Giappone: circa 300,000 copie
  • Italia: circa 200,000 copie

Video TT’s SoR – ANATO – filmato da Jona H & Marzia P

1976: A Day at the Races

L’album con cui mi sono arrivati i Queen. Dico ai colleghi che proseguendo sulla scia di “A Night at the Opera”, “A Day at the Races” riprende alcuni temi e lo stile del precedente, ma con arrangiamenti forse più accessibili benché la produzione rimanga sofisticata. È il primo album dei Queen interamente autoprodotto. I pezzi cardine sono “Somebody to Love” (ispirata dal gospel e uno dei brani più emotivi di Mercury) e “Tie Your Mother Down” (un classico hard rock scritto da Brian May)

  • Classifiche e vendite:
  • USA: 1,000,000+ copie (platino)
  • UK: quasi  600,000+ copie (due dischi di platino)
  • Giappone: circa 200,000 copie
  • Italia: circa 150,000 copie

Tim Tirelli’s School Of Rock XI – Queen – foto Jona H

Tim Tirelli’s School Of Rock XI – Queen – foto MARZIA P

Video TT’s SoR – ADATR – filmato da Marzia P

Arriva poi il momento di quello che forse è il mio disco preferito, di certo uno dei due a cui sono più affezionato.

1977: News of the World

Certo, due delle canzoni più iconiche e rappresentative della band, “We Will Rock You” e “We Are the Champions”, che sono diventate inni universali, ma anche diverse deep cut, ovvero i brani forse meno conosciuti ma profondi, come Spread Your Wings, All Dead All Dead, Sleeping On The Sidewalk, Who Needs You, la meravigliosa (!!!) It’s Late e il blues notturno da cuore infranto di Melancholy Blues.

La copertina dell’album “News of the World” dei Queen, pubblicato nel 1977, è a mio avviso l’unica copertina del gruppo ad essere di livello superiore, la più iconiche nella discografia della band. L’immagine raffigura un gigantesco robot che tiene in mano i corpi senza vita dei membri della band, trasmettendo un senso di drammaticità e fantascienza.

La copertina fu creata da Frank Kelly Freas, un celebre illustratore di fantascienza appunto. L’immagine originale, disegnata nel 1953 per la rivista Astounding Science Fiction, mostrava un robot che teneva un uomo ferito.

La band chiese a Freas di adattare l’opera, sostituendo l’uomo con i membri dei Queen.

Il robot è rappresentato con un’espressione malinconica, come se fosse addolorato per ciò che ha fatto. Questo contrasto tra la potenza meccanica e la fragilità emotiva o comunque umana è parte del fascino dell’immagine. Questa copertina è diventata un simbolo del periodo più ambizioso della band. Il design ha contribuito a rendere l’album visivamente memorabile, abbinandosi perfettamente all’energia innovativa e ai temi di sfida dell’album.

  • Classifiche e vendite:
  • USA: 4,000,000+ copie (quadruplo platino)
  • UK: 600,000+ copie (multi-platino)
  • Giappone: circa 250,000 copie
  • Italia: circa 180,000 copie

Tim Tirelli’s School Of Rock XI – Queen – foto Jona H.

Tim Tirelli’s School Of Rock XI – Queen – foto Jona H

Video TT’s SoR – NOTW – filmato da Marzia P

Inizio ad accelerare, il tempo scorre in fretta:

1978: Jazz

“Jazz” è un album di Rock vario, eccentrico e vario tipico dei Queen.

  • Brani principali:
    • “Bicycle Race” (pezzo irriverente con un famoso videoclip)
    • “Don’t Stop Me Now” (inno all’energia e alla vitalità di Mercury)
    • “Fat Bottomed Girls” (brano rock classico scritto da Brian May
  • Classifiche e vendite:
    • UK: n. 2, disco di platino, 300.000
    • USA: n. 6, disco di platino, 1.000.000
  • Giappone: circa 150,000 copie
  • Italia: circa 150,000 copie

1980: The Game

Con “The Game”, i Queen sfornano il loro secondo album più venduto negli USA. Due i singoli di enorme successo: “Another One Bites the Dust” (un bel Rock in formato funky scritto da John Deacon) e”Crazy Little Thing Called Love” (brano in stile rock and roll anni cinquanta)

  • Classifiche e vendite:
  • USA: 4,000,000+ copie (quadruplo platino)
  • UK: 900,000+ copie (multi-platino)
  • Giappone: circa 300,000 copie
  • Italia: circa 200,000 copie

1982: Hot Space

“Hot Space” rappresenta l’album più controverso della band, caratterizzato da un forte orientamento verso la disco music, con pochi brani rock classici. Per il giovane Tim di quegli anni fu un colpo al cuore. Tuttavia contiene Under Pressure” (collaborazione con David Bowie).

  • Classifiche e vendite:
    • UK: n. 4, disco d’oro 150.000
    • USA: disco d’oro, 500.000
  • Giappone: circa 75,000 copie
  • Italia: vendite modeste, circa 50,000 copie

Video TT’s SoR – JAZZ/THE GAME/FLASH HOT SPACE – filmato da Marzia P

1984: The Works

“The Works” segna un ritorno dei Queen a uno stile rock più tradizionale dopo l’esperimento dance di “Hot Space”. L’album riflette la risposta della band alle critiche e il desiderio di ritornare al proprio nucleo rock. Non è un album spettacolare, ma pur con influenze anni 80 è un disco ben più che dignitoso che  personalmente mi riconcilia col gruppo. “Keep Passing the Open Windows”, “Radio Ga Ga”, “Hammer to Fall” i brani a me più cari.

  • Classifiche e vendite:
    • USA: circa 1,000,000 copie (platino)
    • UK: 600,000+ copie (multi-platino)
    • Giappone: circa 200,000 copie
    • Italia: circa 150,000 copie

1986: A Kind of Magic

“A Kind of Magic” è un album strettamente collegato al film Highlander – L’ultimo immortale, diversi pezzi sono stati creati come colonna sonora della pellicola. Il suono del disco e del Rock dei Queen si veste di anni ottanta e inevitabilmente diventa più grossolano seppur funzionale a quel periodo.

  • Classifiche e vendite:
    • USA: circa 1,000,000 copie (platino)
    • UK: 600,000+ copie (multi-platino)
    • Giappone: circa 250,000 copie
    • Italia: circa 180,000 copie

1989: The Miracle

“The Miracle” segna il ritorno dei Queen in studio dopo un periodo difficile per la band. Freddie Mercury scopre di essere malato di AIDS, ma la band decide di continuare a registrare e conseguentemente far uscire il nuovo album. “Breakthru”, “The Miracle”, “The Invisible Man” i pezzi di maggior valore a mio avviso. Il resto piuttosto bruttino.

  • Classifiche e vendite:
    • USA: circa 500,000 copie (oro)
    • UK: 600,000+ copie (multi-platino)
    • Giappone: circa 150,000 copie
    • Italia: circa 130,000 copie

1991: Innuendo

Con “Innuendo”, ultimo album pubblicato dai Queen durante la vita di Freddie Mercury, la band torna ad avere credibilità Rock. Nonostante le sue condizioni di salute peggiorino, Freddie registra cose egregie. “Innuendo” è una meraviglia … epica, rococò, intensa, bellissima. “I’m Going Slightly Mad” e “These Are the Days of Our Lives” le altre due perle. A me è sempre piaciuta anche Headlong.

La copertina dell’album è senza dubbio una delle più artistiche e significative della band.

  • Classifiche e vendite:
    • USA: circa 500,000 copie (oro)
    • UK: 300,000+ copie (disco di platino)
    • Giappone: circa 200,000 copie
    • Italia: circa 100,000 copie

1995: Made in Heaven

Pubblicato postumo dopo la scomparsa di Mercury, “Made in Heaven” è composto da tracce vocali registrate prima della sua morte, con arrangiamenti e produzione finale curati dai membri rimasti. L’album è caratterizzato da toni malinconici ma celebra anche il contributo artistico di Freddie. Questo quello che si dice. Non roba per me, quindi evito di giudicarlo.

    • Classifiche e vendite:
      • USA: circa 500,000 copie (oro)
      • UK: 1,200,000+ copie (multi-platino)
      • Giappone: circa 400,000 copie
  • Italia: circa 150,000 copie

Un accenno anche a Live killer de 1979, e poi via verso i saluti finali (vedi video qui sotto). Un’altra serata niente male, un’altra illusione che il Rock sia ancora quello che era.

NEW YORK GOODNIGHT! Sant’Orsola thank you … it’s been great.

Video TT’s SoR – Finale – filmato da Marzia P

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RP New York Goodnight

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la School Of Rock sul blog:

X

TT’s SCHOOL OF ROCK X: Santana

IX

TT’s School Of Rock Episodio IX PFM è contenuta all’interno di:

When the blues is in league with the freeway

VIII

TT’s SCHOOL OF ROCK VIII: Free & Bad Co

VII

TT’s SCHOOL OF ROCK VII: Led Zeppelin

VI

TT’s SCHOOL OF ROCK VI: DEEP PURPLE

V

TT’s SCHOOL OF ROCK V: Eric Clapton

IV

TT’s SCHOOL OF ROCK: Emerson Lake & Palmer

III

– TT’s School Of Rock Episodio 3 GENESIS è contenuta all’interno di:

https://timtirelli.com/2022/07/29/il-terrore-del-sabato-mattina-e-altri-blues-assortiti/

II

Tim Tirelli’s School Of Rock – episode 2

I

Tim Tirelli’s School Of Rock

3 Risposte to “TT’s SCHOOL OF ROCK XI: Queen”

  1. Avatar di Lucatod
    Lucatod 31/01/2025 a 14:28 #

    Ho scoperto la musica con i Queen ai tempi di The Miracle , quando ero ancora un bambino. Nel giro di qualche anno avevo tutta la collezione su cassetta , comprese le varie VHS (Magic Years , i due Greatest Flix , Wembley ’86 , We Will Rock You/Montreal’81, Rock in Rio , la non ufficiale Live In Japan ’85..). Cresima , natale e compleanni , qualsiasi pretesto era buono per scroccare ai miei un loro album. I Queen sono il gruppo ideale per fare appassionare un novizio alla musica Rock. Prima di tutto hanno delle grandi canzoni , orecchiabili ma molto varie , validi musicisti e dal vivo uno spettacolo. Per non parlare di tutta la loro iconografia. Cosa si può chiedere di più? Crescendo sono passato ad altri nomi e ho smesso di ascoltarli. Ma per tanto tempo sono rimasti il mio metro di giudizio con i quali valutavo i vari gruppi che scoprivo. Penso ai Led Zeppelin. Per assimilare LZII (la prima cosa che ho ascoltato di loro e probabilmente anche la più immediata) mi c’è voluto molto più tempo rispetto a qualsiasi album dei Queen. Pink Floyd e TDSOTM? Stessa cosa. Quando a 12 anni ascoltai Zenyatta Mondatta dei Police (un album che amo parecchio) sulle prime mi sembrò robetta rispetto al sound molto più appagante al quale ero abituato fino a quel momento. I Nirvana e simili completamente dimenticati una volta passata la cottarella.

    Probabilmente i Queen oggi sono un marchio più popolare dei Beatles. Sicuramente lo sono tra le nuove generazioni , per le quali mi auguro che poi vadano oltre il fenomeno inaugurato dalla favoletta raccontata sul biopic e magari scoprano anche altri nomi (Mott The Hoople, Free , Bowie etc).

    PS: Il mio album preferito del gruppo è stato Sheer Heart Attack e il pezzo Brighton Rock , la causa della mio amore per la chitarra elettrica , i chitarristi e compagnia bella..

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