Doc & Brown Sugar arrivano dalla città da bere per condividere un pranzetto niente male courtesy by LaBassistaPreferita: cappelletti, bollito, arrosto, patatine, Gutturnio, insomma quei lavori tipici dell’Emilia profonda. Dolce e macedonia, caffè e grappa fatta in casa, due parole sull’unità d’Italia e poi è ora di dare una occhiata alla limitatissima edizione della autobiografia fotografica di Jimmy Page. Doc naturalmente è uno di 2500 fortunati ad averne una copia e me la ha portata in visione. Maneggio il volume con la massima cautela, come fosse l’autoscatto di Leonardo Da Vinci (quello che alcuni testardamente chiamano ancora Sacra Sindone). Il libro è uno spettacolo, e non posso fare a meno di chiedermi come sono riuscito a resistere alla tentazione di compralo, certo…roba extra lusso, super costosa, ma essendo un discreto studioso dei Led Zeppelin, non avrei dovuto esitare.
Mah, a volte mi chiedo come faccio a perdere certi treni, e dire che io di solito sono in orario.
Ad ogni modo bella giornata, malgrado il tempo incerto (come direbbe Brown Sugar “c’è piove”).
Viva l’Italia.




Viva l’Italia certo, ma anche e soprattutto viva la motard più dolce del mondo, viva ours truly the one & only the Screwdriver of the Gods, viva la bassa, anche con quel cielo di oggi un po’ cosi, forse anche un po’ reminiscent of Snowdonia, e viva la nostra vita un po’ nostalgica, un po’ fuori dal tempo, e un po’ spericolata…che se c’e’ piove…you get a tan from standing in the Italian rain…repeat and (not) fade…viva the Holy Grail…thank you mate…
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Azzurro
Il pomeriggio è troppo azzurro
E lungo per me
Mi accorgo
Di non avere più risorse…..
…nella speranza di non ammalarsi, i tanti libri comprati e non letti
possono costituire una piccola risorsa per trascorrere un po’ di tempo
e mettere a prova la fede rock.
Perché se il rock anche di questi tempi ti da’, nei limiti del possibile,
un po’ di ristoro e magari ti fa volare la mente……..beh, trattasi di
una fortuna che non tutti hanno.
Dagli archivi dell’oblio ho ripescato in questi giorni un libro tradotto in
italiano CRONACHE DEL ROCK una storia visuale dei 250 artisti
piu’ grandi al mondo.
Uscito intorno al 2012 in uk credo abbia avuto anche aggiornamenti.
Si consulta con piacere e come concezione è diverso.
In alto le foto dei componenti ( anche minori o temporanei ) del gruppo
con relative date anagrafiche.
Sempre in alto le vendite ( in numero ) degli album.
Biografia e critica sotto.
In basso degli schemi lineari che, per strumento, anno e album
rappresentano la presenza dei vari componenti nel gruppo.
E’ divertente vedere che gruppi di AOR americani hanno venduto
milionate di dischi, mentre gruppi meno commerciali ma rispettati dalla
critica hanno venduto magari 250.000 copie del loro disco piu’ valido.
Poi l’ età’ dei rocker che avanza inesorabilmente e si desume
spietatamente dal dato anagrafico di nascita ( ed eventuale morte).
Il numero dei componenti ( rappresentati ciascuno da una foto tessera )
per alcuni gruppi ( tipo grateful dead ) è estesissimo, mentre per alcuni
è lo stesso da sempre ( vedi U2 ).
Il libro é stato concepito da David Roberts e la varie schede sono firmate
anche da altri collaboratori.
Un librone che si maneggia bene, e non è poco, e che presenta
per i gruppi maggiori pagine in aggiunta con tante foto a loro
dedicate.
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Ci sono Area, Nino Ferrer e Glenn Branca?
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Nino Ferrer, uanto bella è ” Il Sud” ? Credo sia l’uno pezzo italiano nel mio repertorio…
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Chiaro che questi 3 hanno moltissime pagine a loro dedicate.
Si parla molto di DONNA ROSA cantata da nino ferrer
( 52 pagine con tanto di intervista a pippo baudo )
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scusate , mi correggo, che vergona gli strafalcioni senza rileggere prima di postare : “Nino Ferrer : quanto bella è ” Il Sud” ? Credo sia l’unico pezzo italiano nel mio repertorio…”
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I libri sui led zeppelin ho iniziato a comprarli dai primi ottanta e credo che prima
ne fossero usciti pochissimi.
Ne ho accumulati un bel numero.
Battuto solo da DAVE LEWIS, il giornalista CHRIS WELCH ne ha scritti tanti sul
gruppo.
LED ZEPPELIN THE BOOK é uscito nel 1984.
Welch scriveva sulle maggiori riviste rock inglesi quando il dirigibile non era nato.
Il libro é pieno di dirette testimonianze dell’autore
E si riesce ancora a trovare.
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