Addio a Jon Lord

17 Lug

Ero al telefono con Polbi ieri sera sulla linea sospesa tra le due Reggio quando Saura viene a dirmi che è morto Jon Lord. Lo sapevamo che era ammalato da tempo, uno di quei mali che se ti prendono in certi posti proprio non hai scampo, ma quando un musicista che ti ha accompagnato tutta la vita se ne va è sempre un colpo al cuore.

Penso a Biccio, che per Lord aveva una passione grande quasi come quella che aveva per Tony Banks. Per qualche anno abbiamo abitato vicino, e dalla finestra della mia cameretta lo sentivo giù in garage darci dentro col suo organo insieme a suon fratello Màrcel alla batteria…WRING THAT NECK… il riff che lo faceva impazzire. E infatti oggi Biccio mi scrive:

“Carissimo Tim vorrei ricordare J. Lord, il grandissimo tastierista dei Deep Purple. Lo ringrazio perché grazie ai suoi virtuosismi  e al suo originalissimo modo di suonare, un misto di jazz,blues e rock, è stato per me fonte di ispirazione musicale. Riposa in pace Jon. Biccio”

Che figura quella di Jon Lord, pur nella sua riservatezza e col suo carattere scevro da qualsivoglia prurito da leader, è una icona del rock, e dal punto di visivo e dal punto di vista musicale. Quell’immagine col baffo, il capello lungo e gli aviator è ormai sinonimo di rock di gran classe…quell’intro a CHILD IN TIME su MADE IN JAPAN ormai fa parte della cultura dei nostri tempi.

E poi che uomo…tenere a galla i DEEP PURPLE per tutti gli anni settanta, sopportare le bizze di Blackmore, le forzature di Hughes, l’ego gigantesco di Coverdale. Ti ho molto ammirato per questo caro Jon e poi sappi che, oltre al tuo celebratissimo lavoro con i Deep Purple (di cui eri la colonna portante),  i tuoi anni con gli Whitesnake han fatto sì che una discreta pub rock band diventasse un gruppo rock come si deve. Sebbene in secondo piano, sappi che non sei mai passato inosservato e infatti, quando te ne sei andato gli Whitesnake hanno iniziato a non interessarmi più.

Immagino tu abbia avuto una buona vita, pertanto alzo il calice e brindo alla tua memoria. Addio Jon.

12 Risposte a “Addio a Jon Lord”

  1. Riccardo 17/07/2012 a 19:24 #

    Un pilastro, uno di quelli che si faceva notare anche se non si è mai comportato da prima donna.. mi piacerebbe trovare il video in cui lui e Ian Paice suonano insieme al nostro Robert nel Sunflower Jam del 2006. Ci mancherà.

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  2. Pigi 17/07/2012 a 23:54 #

    …ma quanto assomiglia Biccio a Jon Lord e a Tony Banks, sia come tecnica che come eleganza?

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  3. mauro bortolini 18/07/2012 a 08:00 #

    Un grandissimo tastierista.
    Per aver sopportato i capricci di Blackmore per anni, santo subito!

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  4. Sandro Kata 19/07/2012 a 01:43 #

    Un duro colpo ancora al cuore del Kata !!!
    Tin por bota Tim ! Vecchio rocker ci rimangono i dischi ma ogni volta che un grande se ne va mi viene una crepa nell’anima ostia !!!

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  5. Beppe R 19/07/2012 a 16:12 #

    Impossibile non provare ammirazione per Jon Lord. E’stato anche il tastierista più incline alla disciplina di gruppo, limitando a progetti ben mirati le sue incursioni nell’amato campo della musica classica, nel quale i vari Emerson e Wakeman, militando in formazioni prog, potevano sfogarsi con maggior libertà. Lord ha invece impersonificato il magistrale prototipo del mago delle tastiere in ambito heavy, quindi con un ruolo più “economico” ma non per questo strutturalmente meno significativo nel caratterizzare i riffs e le orditure strumentali. Inoltre, in qualità di fondatore dei Deep Purple, la sua influenza sulle generazioni rock a venire è pressocchè incalcolabile. Perpetua riconoscenza.

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  6. Giancarlo T. 19/07/2012 a 21:05 #

    Ha detto tutto Beppe. Posso solo aggiungere che era un uomo cortese, educato e gentile, disponibile. Un vero “lord” d’altri tempi, un soggetto anomalo in un mondo composto da egomaniaci, tossici, ignoranti e presuntuosi.

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  7. Pol 20/07/2012 a 19:48 #

    Mi è venuto un tuffo al cuore quando ho letto la funesta notizia. Jon Lord, la vera spina dorsale dei DP, non è più tra di noi. Per un Purplemaniac come me, un vero e proprio lutto, come se mi fosse morto uno di famiglia. E’ davvero difficile spiegare ciò che ha rappresentato per me…..prima di scoprire i vari Emerson, Wakeman e Banks, per me “Il Tastierista” era lui, indissolubilmente legato al suo Hammond C3 col quale mi ha dato emozioni irripetibili. Quando sentivi quell’organo dicevi “questo è Jon Lord”, punto. Quel suono e quello stile erano inequivocabili….
    E poi, che persona. Un signore, nel cognome e nei modi. Quasi una figura ottocentesca nei Deep Purple, con quei mustacchi cespugliosi e le giacchette portate con il foulard, una figura autorevole, che si faceva rispettare senza bisogno di alzare la voce e fare i capricci come un certo Ritchie Blackmore.
    Nel rock, al nome di Jon Lord tutti quanti si inchinano con riverenza: ha saputo emergere al pari del chitarrista in una band di hard rock (progressivo, in verità) come i Deep Purple, in cui le tastiere in teoria sarebbero servite come un condizionatore serve in Groenlandia. Quando effettuarono la svolta hard rock dopo 3 dischi di pop romantico/tardopsichedelico, capì che se voleva dare un marchio solido e rilevante non poteva accontentarsi di fare il classico tappetino di Hammond come accompagnamento, tramutò quindi il suo innocuo C3 in una vera e propria “bestia” amplificandolo, anzichè col complementare Leslie, con un Mashall da chitarra. Il risultato fu praticamente simile ad una seconda chitarra, qualcosa di mai udito prima.
    Per questo e per tanto altro ancora lo venero alla stregua di un dio.
    Mi mancherai tantissimo, Jon….

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  8. saurafumi 20/07/2012 a 22:08 #

    Un grande dispiacere per me non essere riuscita a sentirlo dal vivo… quando vidi i Purple nel 2001 doveva esserci lui, ma sul palco si presentò Don Airey… una perdita enorme…

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    • Lorenzo Stefani 20/07/2012 a 23:34 #

      Ciao Saura, ho fatto in tempo a vederlo in azione all’Arena di Verona nel 1987, lottava con l’Hammond come un leone, grande rocker (anche se in quell’occasione sfoggiava occhiali con montatura bianca simil-Ruggeri invece dei soliti Ray-ban). Non so come mai, ma ho letto solo ora un tuo post del 2 giugno sul terremoto, mi ha commosso. Se hai bisogno di trasportare ancora cose ingombranti fammi sapere, ho una specie di furgone molto capiente. Ciao, buon weekend

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  9. Luca Alle 21/07/2012 a 19:43 #

    Un addio sincero ad uno dei grandi maestri del rock!! Mi torna in mente il concerto milanese con orchestra in cui c’erano come special guest Dio e Iommi.
    Che tristezza!!!

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  10. alexdoc 11/09/2012 a 18:40 #

    Voglio ricordarlo così, semplicemente lui al suo amato Hammond e la voce in quel periodo inarrivabile di David Coverdale bastano per 3 minuti di magia. Grazie di tutto Jonathan Douglas Lord, eroe del Rock nato il mio stesso giorno. http://www.youtube.com/watch?v=d-Y1DL99di0&feature=share

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  11. mikebravo 16/05/2016 a 15:44 #

    Come tanti grandi musicisti inglesi, Jon Lord ha suonato come session man
    in tanti dischi dei primi sessanta.
    In una intervista ha dichiarato di avere suonato il piano in molti dischi dei kinks :
    HO SUONATO IL PIANO ANCHE IN YOU REALLY GOT ME.
    L’ASSOLO IN YOU REALLY GOT ME LO FECE JIMMY PAGE.
    ANCHE SE I KINKS LO HANNO SEMPRE NEGATO.

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