Nuova versione per LIVE IN PARIS 1975. Si dice che l’album dovesse uscire a suo tempo, nel 1975 appunto, ma poi BLACKMORE lasciò la band proprio dopo la data di Parigi e non se ne fece più nulla, fino agli anni duemila quando fu pubblicato per intero per la prima volta. Oggi esce con un nuovo missaggio e con una lunga intervista a COVERDALE, HUGHES e PAICE. Mi sembra che il cd sia registrato molto alto (come vuole la moda odierna), al limite della distorsione, a tratti la musica non sembra respirare, ma potrebbe anche essere un’ impressione: i DP all’epoca avevano un suono molto “pieno”.
Scaletta interessante (soprattutto per chi ama i DP MARK III) e ottima performance del gruppo. Ascoltati oggi, certi gorgheggi di COVERDALE danno un po’ da fare, così come gli atteggiamenti sempre over the top di GLENN HUGHES, ma con un po’ di buona volontà ci si può anche passar sopra perché anche in questa incarnazione di DP erano una grandissima band di hard rock inglese.


A quell’epoca i DP avevano raggiunto l’apice in termini di suono, tecnica e successo: in poche parole spaccavano di brutto. Il volume della chitarra di Blackmore era triplicato rispetto a quello dei tempi del Mark 2, probabilmente in virtù del fatto che ora suonavano in spazi molto più ampi, in stadi, in manifestazioni di portata gigantesca, uno su tutti il California Jam del 1974. Anche il suo stile si era modificato: più cacofonico, più squadrato, sempre con una tecnica ed una sicurezza di esecuzione che temeva ben pochi rivali. Possiedo anche io il CD, e devo decisamente dire che la qualità, la produzione e il set-up stracciano senza pietà quella sciocchezza di Made In Europe, il cui materiale appartiene appunto a quell’ultimo tour.
Piccola segnalazione personale: l’opening di Hammond dell’indimenticabile Mr. Jon Lord,che fa da preludio ad una strepitosa You Fool No One, è qualcosa di magistrale. Ascoltare per credere.
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si concordo pienamente con Pol,a suo tempo comprai prima il vinile poi il cd di made in europe,molto meglio il disco come suono,ma questa nuova versione e molto buona con una bella pulizia musicale. oltre a lord,paice e magistrale.
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Sto leggendo la biografia di BLOOM su Blackmore..
Molte le similitudini con gli inizi di Page.
La frequentazione di BIG JIM SULLIVAN che gli insegno’ molto.
L’entrata nei Savages di Lord Sutch fu importante .
Bloom parla del suo ingaggio negli Outlaws affermando che anche
jimmy Page era interessato e che la loro abilita’ tecnica era quasi
sullo stesso livello.
Alla fine Page rinuncio’ perchè riteneva le esibizioni troppo fisiche.
Muoversi troppo sul palco non gli interessava e non lo attraeva.
Voleva stare fermo sul palco e lasciare che la sua arte brillasse di
luce propria..
Quando Blackmore é ancora con Lord Sutch i suoi genitori lo vanno
a vedere e lui si nasconde dietro gli amplificatori e lo devono spingere
a forza sul palco.
Lord Sutch lo trasformo’ in chitarrista estroverso.
Ma continuando la lettura del bel libro, oltre alla bravura di Blackmore,
si evidenzia il suo carattere cattivo e oscuro che amava mostrare alla
gente.
Anche a me ha avuto occasione di mostrarlo ……..
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Continuo la lettura della biografia del grande Blackmore.
Le caratteristiche che vengono maggiormente poste in risalto sono
innanzitutto la tecnica chitarristica inarrivabile del nostro, vero fulcro
del gruppo,ed i suoi comportamenti sul palco e fuori dal palco.
Un carattere veramente difficile ed egoista che lo porta di frequente
a fregarsene del pubblico e dei componenti dei suoi gruppi.
Divertente l’episodio in cui, dovendo i purple suonare su un palco in
riva al tamigi col rischio di allagamento, Blackmore suona l’intero
concerto da un camerino asciutto ma nascosto alla vista del pubblico.
Frequentemente lascia il gruppo durante l’esecuzioni di canzoni senza
preavviso lasciando gli altri ad improvvisare.
Insomma genio e sregolatezza.
Ultima la musica medioevale che lo porta lontano dal rock.
Meglio blackmore o page ? Chissa’ ?
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Dalla biografia di JERRY BLOOM : nel 1966 Ritchie Blackmore accetta
un ingaggio con altri 3 musicisti inglesi in un club a Riccione ma, arrivati sul
posto,delusi se ne vanno a Miiano dove ottengono di fare da supporto a Riki
Maiocchi che si mostra divertito dal loro set ma il progetto muore subito.
In un numero di QUI GIOVANI del nov 1966 si legge che blackmore e soci
in ottobre suonano diversi concerti senza Maiocchi.
Blackmore riceve da Londra la notizia del suo imminente divorzio cosi’ riparte
in treno dalla Stazione Centrale grazie ad una colletta degli amici ed in 24 ore
giunge a Victoria Station.
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Mauro, voglio acquistare anche io la biografia quando la trovo in giro, ma di questo passo me la leggo qui narrata da te e risparmio i soldi :-)
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Da Feltrinelli é scontata del 15 %.
Recuperi senz’altro su quello da me anticipato :-)
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