Il Louisiana feel, SkySport speciale calciomercato e la “vita è bella” di Brian.

5 Lug

Di nuovo intrappolato nel vapore dei LOUISIANA LEROUX, ascolto e riascolto il primo album, quello indimenticabile. Attraverso le campagne in questa estate che inizia a farsi torrida e mi lascio andare ai ricordi dei pochi giorni passati a New Orleans (pronunciare alla francesce please) quattordici anni fa, all’immancabile giretto fatto su una steamboat …

a them creole babies thin and brown and downright lazy incrociate gironzolando per il french quarter…

noladie2

e alla colonna sonora dall’andamento allegro e lussurioso sempre sul punto di scivolare nell’abisso del funereo …

Difficile vivere con i piedi per terra quando la passione per la musica Rock è così forte che ti fa vivere in un immaginario tutto tuo e sposta i tuoi natali nel bayou…

Cajun cabin New Orleans bayou

Come ogni estate poi sono ossessionato da SKYSPORT24 speciale Calcio Mercato. Le edizioni delle 20,30 e delle 23 sono due appuntamenti fissi. Luca Marchetti è diventato una specie di dio. La groupie ormai non mi sopporta più,  occorre che me ne trovi una che tenga l’Inter e a cui piacciano i FIRM, JOHNNY WINTER e  i LOUISIANA LEROUX. Miranda, Murrillo, Montoya, Kondògbia, un altro centrocampista e un paio di nuovi attaccanti esterni in arrivo. Quest’anno Ausilio, Mancini e Thohir mi fanno sognare. Il prossimo campionato andrà come andrà, ma al momento lasciatemi godere. Come dice Picca poi, Kondògbia sembra Papa Legba nel film CROSSROADS (MISSISSIPPI ADVENTURE), uno di noi insomma …

Kondògbia

Kondògbia

La Pallacanestro Reggiana Grissin Bon, dopo sette entusiasmanti partite perde la finale scudetto per un canestro. La groupie insieme alle sue amiche la seguiva al palazzetto o in piazza a Reggio davanti al megaschermo. La sconfitta brucia anche a me, credo che la Reggiana abbia giocato il miglior basket e dopotutto le mie radici si fanno comunque sentire.

Mi consolo andando a vedere gli STONE FLOWER e il loro tributo a Santana in piazza Prampolini in occasione delle notti rosa. Il front man è il mio amico FAUSTO SACCHI. E’ sempre un piacere sentirlo cantare e vederlo dal vivo.

Stone Flower - Santana Tribute - RE Giugno 2015

Stone Flower – Santana Tribute – RE Giugno 2015

Spesso assisto allo spettacolo “Brian nel paese dell’alzheimer”, anzi ne sono partecipe visto che sono il figlio del protagonista e così per l’ennesima volta rifletto sugli effetti di questa malattia terribile e della vecchiaia in generale.

Giovedì, Brian è in preda alla tristezza. “Tim, an capeès più gnint” (Tim, non capisco più niente), con quel “gnint” lasciato a mezz’aria, senza decidere se dargli la connotazione reggiana (“gninto”) o modenese (“gninta“). Presa di coscienza di un povero vecchio che ancora non è stato risucchiato del tutto dal gorgo dell’alzheimer. Aggiunge“Ormai a sun alla fin” (ormai sono alla fine). “Tim fa te” (Fai tu, Tim) riferito al fatto se sia giusto o meno lasciarlo in una struttura. Non affronta mai direttamente la cosa, ma è chiaro che ogni tanto elabora il fatto che è rinchiuso in un ospizio; pare rassegnato, non si arrabbia, ma intanto mi manda il messaggio … fai tu Tim, se decidi che io debba stare qui, sto qui. Faccio lo spanizzo, controbatto sottolineando che è solo un momento di tristezza e che è normale che una persona di 85 anni sia un po’ confusa e con la memoria che non funziona più come una volta, ma poi, nei giorni successivi, queste richieste di aiuto da parte di mio padre pesano come un macigno. Gli chiedo poi se si ricorda chi sono e lui risponde “sei il mio santo”. Mi infilo i Ray ban e scappo via. In macchina mentre torno alla Domus Saurea incontro un uomo di mezza età, anzi di terza età, ha un borsello demodé, la maglietta infilata nei jeans a vita altissima, i sandali, sembra lo zio Fedele, ma ha la maglietta dei LED ZEPPELIN. Non so cosa pensare.

Il sabato invece Brian è in forma. vado a trovarlo insieme a mia sorella e ad un certo punto ci dice “la vita è bella”. Facciamo una sgambata in cortile, in modo che le sue esili zampette siano stimolate, ogni cosa lo colpisce, le macchine, la strada, il campanile. Stessa cosa succede il mercoledì successivo, sono in giro per Mòdna, mi fermo 10 minuti, sono le 11,30, Tiràl è già in sala mensa …come antipasto si sta gustando un po’ di fragole. E’ carico il vecchio Brian, mi bacia, mi abbraccia ma non vuole staccarsi da quello che sta facendo …quelle fragole devono davvero essere buone.

Venerdì, controllo pace-maker all’ospedale di Bazvèra. Questa è l’avventura semestrale del vecchio Brian. La sedia a rotelle agganciata sull’apposito furgone, l’autista che veloce sfreccia in tangenziale (e Brian ad ogni sorpasso un po’ azzardato ci sprona a stare attenti con i suoi “Op op op!”), i campi di malghetti che sfrecciano sulla destra. L’interno dell’ospedale lo colpisce “Mo dio bon sle bel!”. Ore 13, tocca a noi. L’infermiera posiziona le apparecchiature e chiede a Brian di stare fermo, lui dice sì, ma intanto è attratto da una confezione di gel particolare che è lì a portata di mano. “Sì, sì, sto fermo” mi dice, ma intanto non riesce a resistere all’impulso di prendere quell’oggetto. Riusciamo comunque nell’impresa, tutto bene, anche stavolta.

Brian

Bazvèra Brian

Ritorno in struttura, baci e saluti. “Ciao Brian, ci vediamo domattina”. “Va bene, ciao Renzo”. “Brian, Renzo era un tuo amico di gioventù, quello con cui andavi in giro sul Saturno della Moto Guzzi. Me a sun to fiòl, io sono tuo figlio”. “Sè, et ghe ragiòn. Ciao pirìn”.

Domattina, cioè ieri, Brian è in forma, anche auto ironico. Gli chiedo, toccandogli la testa, “Brian sa gh’è che dentèr… Brian cosa c’è qui dentro?” e lui “Gninto, l’è tot sec…niente, è tutto secco”. Come ho detto l’alzheimer è una malattie terribile, per chi ne soffre, per i famigliari, per la società, ma è anche interessante, l’essere umano perde i filtri, per alcune cose ritorna l’essere primitivo che era (diciamo dall’uomo di Cromagnon di 40.000 anni fa in poi). Io mi perdo giorni interi a riflettere su queste cose. Ad ogni modo come ogni volta osservo Brian, guardo nell’abisso dei suoi occhi, lo stringo a me, cerco di fargli capire che in quel dedalo di stradine senza indicazioni in cui si è perso io sono il suo navigatore, un tim tim insomma. Lui lo capisce e mi dice “Tè fort Tim…sei forte Tim”. Un ultimo bacio e lo affido alle cure di una operatrice.

Mi infilo i Ray ban, salgo sulla fornace mobile parcheggiata al sole, accendo lo stereo: ELF. Rinaldo* Giacomo Padavona canta di Annetta l’irritante, una buona vecchia ragazza del sud, con le rughe nei punti giusti, con un modo di parlare pieno di negatività, ma che alla fine è una sentimentale… e allora alzo il volume, alzo l’aria condizionata, mi bevo una Tassoni e vado a versarmi liquido sulla tangenziale. Let’s Rock, baby.

* don’t break my balls: Ronaldo è una forma variata del nome Rinaldo :-)

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