IL BLOG DEL GATTO PALMIRO: Hey Hellas Have You Heard the News?

8 Lug

Fosse un nativo americano, chiamerei Tyrrell “colui che scuote la testa”. Non riesce più vivere bene, ogni volta che ascolta un tg, che legge qualcosa rimane basito dalla bassa qualità delle riflessioni, politiche e non, e dei commenti. Sono giorni che non si parla d’altro che di Grecia e Tyrrell è esterrefatto: tutti sono diventati improvvisamente dotti economisti e comunisti. Il Grillo parlante, la Santanché, Salvini ed altri esponenti del centro destra poi si schierano tutti con il no, con Tsipras, con il popolo greco. Tyrrell stenta a credere a quello che vede e legge.

Tyrrell non è certo un sostenitore del capitalismo, della Merkel, della oligarchia e del sistema bancario, Tsipras gli sta simpatico, ma qualche interrogativo se lo pone. Era davvero indispensabile il referendum? Un premier, un esecutivo, un governo non dovrebbe avere il coraggio e l’autorità di fare delle scelte, di dare delle risposte anche senza appoggiarsi di nuovo al popolo? Sì, certo, referendum come  strumento democratico, ormai lo dicono tutti, ma Tyrrell non è mica convinto. Col populismo imperante, con la demagogia dilagante il referendum va usato con assoluta parsimonia.

Tyrrell si chiede se non fosse stato il caso di continuare la trattativa ad oltranza, fino a trovare un accordo dignitoso che stemperasse le rigidità della troika e fosse sostenibile per le casse greche. L’Hellas, l’Ellade, sì insomma quella che noi popoli europei chiamiamo Grecia, è elemento fondante dell’umanità tutta, è chiaro che non può essere messa alla porta, dipendiamo e discendiamo tutti dalla cultura greca, persino questo piccolo blog è figlio di Atene (e di Roma e della Rivoluzione francese), come è possibile pensare di farne a meno? Ma che senso ha avuto il referendum se si torna a trattare? Ha vinto il NO, benissimo, ma è una cosa fine a se stessa, tu puoi votare no finché vuoi ma se gli altri paesi dai quali, per un diabolico disegno del capitalismo, dipendi non ti prestano altri soldi, tu te ne vai a ramengo. Ed ora tutti gli elleni lì ad aspettare domenica, terrorizzati dall’ipotesi che li vede fuori dall’Europa e dall’euro.

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Sì perché poi non è mica solo la Merkel, o Hollande, qui c’è un bel pezzo d’Europa che qualche domandina se la fa. Sì certo i Greci, poverini … ma tutti gli anni ad accettare solo contanti, a non pagare le tasse, ad accedere alla pensione in età bassissime e altre mostruosità simili? E’ colpa dell’Europa? Sicuro, non è colpa di Tsipras, l’Hellas ha avuto per decenni governi pessimi; Tyrrell pensa che l’Europa sia una grande opportunità e che non debba solo essere il simbolo di un capitalismo irresponsabile e di due o tre stati padroni, l’Europa deve rappresentare una nuova via all’umanesimo e all’unità, dove i più forti danno una mano ai più deboli, dove il denaro non può e non deve essere l’unico metro, dove demagogia e populismo siano messi all’angolo e chiunque riconosca i propri errori, Ellade in primis.

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Come se non bastasse la questione ellenica a tormentare l’anima inquieta di Tyrrell ci si mette anche Studio Aperto, sì insomma quella fatua rivista di avaspettacolo che una delle reti mediaset spaccia per telegiornale. Due o tre sere fa il mio umano ci inciampa sopra e finisce per guardarlo a sufficienza per cadere in un altro sconfortante blues. Venti minuti del telegiornale dedicati a tre servizi: uno sul caldo, uno sui saldi e uno intervistando gente al mare … il tutto condito da domande e risposte così stupide e banali da far venire l’orticaria. Tutto questo, ripeto, per venti minuti. Un telegiornale basato per metà della sua lunghezza sulla parola “caldo”. Tyrrell ad un certo punto sbotta “ma dio canta, mo’ non lo sapete che in Italia d’estate fa caldo e d’inverno fa freddo? Ràza ed ciocapiàt! L’anno scorso d’estate c’era troppo freddo, quest’anno troppo caldo. Mo’ vala a tor in dal cul!”.

Qui, dice Tyrrell, o che iniziamo ad elevarci un po’ tutti o è la fine, invece di postare su facebook idiozie del tipo “E’ tutto un magna magna, questa classe politica non deve andare a casa, deve andare in galera” e poi nel nostro piccolo quotidiano comportarci come quelli che critichiamo, faremmo meglio a darci una mossa, ad impegnarci in prima persona se vogliamo che cambino le cose.

Povero Tyrrell, spero solo che non impazzisca, se no chi ci pensa a me? Io cerco di fare la mia parte e di consolarlo il meglio che posso …

Tyrrell & Palmir (foto Terry)

Tyrrell & Palmir (foto Terry)

Quando non faccio consueling a Tyrrell, continuo con le mie cose da gatto: caccio le talpe, perlustro le terre intorno alla Domus Saurea e schiaccio dei bei pisoli. Cotto dal caldo mi adagio al ritmo di questa estate pigra ed indolente, lascio per un momento il mio AOR preferito e mi sdraio sui dischi che Tyrrell ascolta in questo periodo, oggi è il turno di DICKEY BETTS & GREAT SOUTHERN, album che arrivò a Tyrrell più di 7 lustri fa tramite il compianto ADRIANO VETTORE, che a quanto ho capito era un grande chitarrista blues italiano, nonché amico del mio umano preferito… ad ogni modo meno male che c’è la musica Rock a renderci meno amara questa vita da gatti e da umani …

Bougainvillea, sing your song
For my lover, for my love
I need
Sweet Bougainvillea
Let her wear your flowers in her hair
You will always be
Always be our love song
She was so afraid
To give her heart away
Now before she even know
I hold her close to me
Sweet Bougainvillea
Let her know, she’s free

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