Primo venerdì di giugno, ore 21 circa, sono al Ferrari’s Park di Mutina, insieme alla groupie. Incontro Ele e Gianluca e ci sediamo al loro tavolo. Al Millybar il Pike Boy, Mr Picca, Stefano Piccagliani insomma tiene una conferenza sul pezzo TUTTI FRUTTI. Malgrado la serata fresca (finiremo per indossare felpa e piumino) è un avvenimento da non perdere. Picca per Mutina è una figura di riferimento, è un po’ quello che ROBERT JOHNSON fu per Tunica & Robinsoville (e se vogliamo Clarksdale). Musicista, studioso e figadèinologo. Per evitare incomprensioni dovute alle prima quattro lettere della parola è bene chiarire il significato di questa parola, che traggo dal blog dello stesso Picca sulla Gazzetta Di Mutina:
Dal Vocabolario MODENESE-ITALIANO compilato da Ernesto Maranesi, Mucchi Editore.
Figadein: fegatini, frattaglie per preparare manicaretti.
Per i vecios della mia famiglia il termine ‘figadein’ (con un convinto accento sulla e) ha sempre avuto il significato di ‘piccolo particolare infinitesimale’, come direbbe Totò una ‘quisquilia’, una ‘pinzillacchera’. Una bazzecola, ma non da niente. Perché il figadino inganna e può rivelarsi un fegatino che rode il fegato e che non lascia indifferenti, una minuzia fastidiosa (altre volte esaltante) con la quale prima o poi si dovrà venire a patti, come la goccia cinese che tortura cadendo inesorabilmente sulla testa del malcapitato fino a portarlo ad una sclerosi da Guinness.
Dettagli, ma stracolmi di storie.
Ora, TUTTI FRUTTI è una canzone molto importante per lo sviluppo del Rock, non è esattamente un “figadino”, ma Picca è sublime quando va a curiosare tra le pieghe della storia della musica. Per quasi un ora ci narra dell’avvento di LITTLE RICHARD, dapprima stentato quindi deflagrante grazie alla canzone in questione. Canzone che in origine non eè altro che un insieme di volgarità a sfondo omosessuale e che poi, col testo modificato, diventa uno degli epicentri del primo rock and roll. Mentre sorrido, ridacchio e mi abbevero alla fonte del suo sapere, osservo compiaciuto questo mio amico, che eloquio, che magnifico storyteller.
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Finita la conferenza, Mr Pike scende dal palco piccolo e sale su quello principale, imbraccia la chitarra e dà il via allo show della PICCAGLIA BLUES BAND , con – tra gli altri – Wilko Zanni (RATS) alla chitarra solista e Daniele Bagni (LADRI DI BICICLETTE / LITFIBA) al basso.
Di solito i gruppi non gruppi non mi piacciono granché, le accozzaglie di (spesso) bravi musicisti messi insieme all’ultimo a far del blues lasciano il tempo che trovano, ma stasera questa sembra una vera band. Molti i classici (tra cui HOOCHIE COOCHIE MAN versione mash-up (sul MI il riff di WHOLE LOTTA LOVE / sul LA col quello di HEARTBREAKER, di nuovo in MI con THE LEMON SONG e quindi MOBY DICK) ma il pezzo che mi ha colpito di più è stato EVERYBODY OUGHT TO MAKE A CHANGE SOMETIMES di SLEEPY JOHN ESTES
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La versiona proposta è molto vicina a quella che fece CLAPTON nel 1983 nel suo ultimo buon album, MONEY AND CIGARETTES.
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Qualche sera dopo guardo su SKY “La Giovinezza” (Youth) di Sorrentino, film molto bello che commuove. Mi sembra che gli attori recitino davvero bene. Rimango a riflettere su quanto il tema vecchiaia inizi ad interessarmi sempre più e su quanto trovi sciocco il modo in cui la grande maggioranza della gente liquidi con superficialità le persone anziane e vecchie o come scherzi su di esse o su di essa, come se la vecchiaia non li riguardasse.
Continuano i confronti musicali e calcistici con, com’è che lo chiama Daniele Luzi… ah sì, “il poeta dell’Hard & Heavy”, BEPPE RIVA insomma. Divaghiamo sulle novità societarie della nostra INTER per poi disquisire sulle BBC sessions del 1977 dei LONE STAR di PAUL CHAPMAN e JOHN SLOMAN.
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Osservo la quantità di merda tirata addosso a ROBERTO BENIGNI soltanto perché questi ha espresso il suo punto di vista riguardo il referendum che si terrà in ottobre. Credo ci siano valide argomentazioni sia nel votare NO che SI’, e trovo dunque disgustosa tutta questa isteria e violenza verbale. Mi chiedo dove arriveremo.
Per rimanere a galla compro il nuovo numero di PROG (edizione inglese) con il dio delle tastiere in copertina. Quanto mi manca il grande KEITH.
In edicola do un’occhiata ai reparti che mi interessano, ovvero fumetti e riviste musicali straniere. In altri tempi non avrei esitato nel vedere i nuovi numeri di CLASSIC ROCK UK con i BLACK SABBATH in copertina (e articoli sui LONE STAR) e di BLUES Magazine con gli ALLMAN di AT FILLMORE EAST, ma incredibilmente non li acquisto. Insicurezza economica dovuta ai tempi o calo d’interesse nei confronti del Rock?
Non lo capisco, anche perché poi subito dopo spendo più di 6 euro per un numero speciale de IL COMANDANTE MARK, questo solo nella speranza di rivivere per un momento quella “sbrusia” che avevo da ragazzino quando arrivava un nuovo numero di uno dei miei fumetti preferiti (tra i mensili IL COMANDANTE MARK, ZAGOR, MR NO). Povero me.
Sono proprio un uomo di blues, incline alla malinconia, alla nostalgia e al tormento esistenziale. Come vorrei essere capace di farmi scivolare di dosso certe cose. Sorrido quando amici che si fanno vivi per i più disparati motivi esordiscono con “Ciao Tim, come vanno i tuoi blues?”. Il nostro Mike Bravo poi spesso mi dice che sono troppo serio qui sul blog, ma che ci posso fare… sono così è questo è un blog per l’uomo di blues…
Per cercare di sfuggire a tutti queste paturnie organizzo un paio di giorni a Glasgow in ottobre, il tutto per vedere finalmente la BAD COMPANY dal vivo. Visto però che sembra non bastare raddoppio ordinando un paio di “pedalini” (effetti a pedale per chitarra): il “cremoso” booster EP della Xotic che mi ha consigliato il Rick Derringer di Vignola (Lorenz insomma) e il reverbero BlueSky della Strymon. Non so nemmeno se fanno al caso mio, ma sono così belli che mal che vada li uso come soprammobili ( poi il nero e l’azzurro insieme stanno molto bene…).
Intanto mi preparo psicologicamente per passare qualche giorno a Londra insieme alla groupie, il 19 giugno RICK WAKEMAN suonerà con l’orchestra alla O2 arena all’interno del festival STONE FREE, e …poteva mancare la groupie? Ovviamente no. E’ così che ci giochiamo le ferie, tra la O2 arena, un salto in Kings Roads per tornare a vedere l’ingresso di quello che un tempo fu la Swan Song, uno alla vuota Tower House (Il Dark Lord in quei giorni sarà in America in tribunale per la faccenda di STAIRWAY TO HEAVEN), magari una visita al GOLDERS GREEN per un minuto di raccoglimento per PAUL KOSSOFF e in fin dei conti bighellonare un po’ in una città che dovrebbe aiutare a sbarazzarci di noi stessi.
Nella speranza di trovare un po’ di sollievo e smetterla con tutti questi blues…
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Non si smette mai con il BLUES: è la vita!!
Ma quante passioni in comune: Led Zeppelin, Inter e ora anche gli stessi fumetti!!
Scrivo per la prima volta, stavolta non mi son fermato…
Complimenti per il Blog (tanti anni fa ho acquistato il tuo libro su Jimmy Page) e .. alla prossima.
Ettoredal
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Ettore, grazie per aver scritto e per le belle parole.
I commenti sono sempre importanti per un blogger.
Blues on, my friend.
Tim
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…Xotice Strymon…ti tratti bene, se ti va, fammi sapere come vanno…
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..beh in effetti roberto benigni (minuscolo) è semplicemente un toscanaccio indisponente ed irritante, così come il fiorentino mateo rensi capocomico di questa stamberga peninsulare….. gente che parla, parla, parla, strapagata per dire vaccate su vaccate……niente a che vedere col Blues!!
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A proposito di TUTTI ABBIAMO UN BLUES DA PIANGERE ( perigeo ), anche
adolf trincerato nel suo bunker nell’aprile 1945 , con l’armata rossa ormai a ridosso,
trovava piccola consolazione nell’ascoltare WAGNER, il suo compositore preferito,
per lenire il dolore della fine imminente.
E fu cosi’ che, tramite la sua segretaria, fece convocare il suo direttore prediletto.
HERBERT VON KARAJAN, che fu portato quasi a forza nel bunker, al suo cospetto.
Nascondendo il tremito alla mano, adolf gli chiese del futuro della musica dopo la
sua morte.
Von karajan lo rassicuro’ parlando di NEMESI STORICA.
Nel futuro, disse herbert, gli odiati paesi anglosassoni sarebbero stati dominati
da musiche di chiara provenienza germanica.
Hitler lo guardo’ negli occhi e pronuncio’ la parola WAGNER.
Karajan con coraggio lo contradisse : No, saranno orchestre che si rifaranno alle
nostre armi segrete .
Hitler sorrise compiaciuto.
Karajan parlo’ chiaro.
ZEPPELIN e U2 domineranno i gusti degli anglosassoni per decenni.
Hitler sorrise e per un attimo il tremito della mano cesso’.
E DITEMI HERBERT, CHE MUSICA SARA’ ?
Non sara’ una cavalcata delle valchirie ma bensi’ una scala per il paradiso.
Mi chiameranno, gli anglosassoni, per giudicarla.
Io sentenziero’ che la scala per il paradiso sara’ perfetta cosi’, come la scrivera’ un
tale jimmy page.
JIMMY PAGE chi é costui ?
Mein furher, un inglese, nato l’anno scorso,1944.
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…e per fortuna non gli nominò tale Hendrix di Seattle, forse per il colore della pelle, troppo scura per uno di pura razza ariana…
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Sì sarebbe bello non stare a rigirarsi nella malinconia , nostalgia , senza porsi domande , ci sono persone che non lo fanno . Ma sono dei mostri .
Per quanto abbia perso parecchio , soprattutto negli ultimi anni (parlo di negozietti rock) Londra è una città che amo profondamente e che visito e rivisito sempre con grande piacere . Tower house sempre .. o quasi .. l’ultima volta a novembre c’era pure qualcuno … anche solo passeggiare in quella zona mi mette di buon umore .
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