BOOTLEG: LED ZEPPELIN “Live Omega #13” Munich Olympiahalle 5 july 1980 – Winston Remaster

30 Dic

 

In questi ultimissimi mesi WINSTON REMASTER, noto fan del pianeta Zeppelin, ha pubblicato i remaster della seconda parte del tour del 1980 dei LZ. Il suo labour of love è disponibile sulle consuete piattaforme di download bootleg che ricordiamo sono assolutamente legali e sono frequentate da appassionati interessati alle registrazioni dal vivo. Non si tratta di pirateria dunque, ma di “scambio” di materiale live tra fan che non interferisce col materiale pubblicato ufficialmente dagli artisti.

Il segreto per gustarsi i concerti dei 1980 dei LZ è ascoltarsi bootleg tratti da fonte “audience”, semplici registrazioni fatte da qualcuno tra il pubblico con un registratore. Sì, meglio quelle piuttosto dei bootleg soundboard (registrazioni prese dal mixer), spesso troppo secchi e in questo caso impietosi nel mettere alla berlina il fragile chitarrismo dell’epoca di JIMMY PAGE. Ecco dunque perché scelgo di parlare del concerto di Monaco piuttosto che concentrarmi sui soundboard delle tre date precedenti. Mettersi in cuffia, magari sdraiati sul divano e con due dita di Matusalem invecchiato 15 anni a portata di mano, in una serata libera è l’ideale per ritagliarsi l’illusione di assistere ad un concerto del proprio gruppo preferito. La registrazione audience del concerto di MUNICH del 5 luglio del 1980 è eccellente, non è dunque faticoso mettersi all’ascolto del bootleg in questione. I pochi vuoti lasciati dalla fonte n.1 sono riempito con la fonte n.2, la qualità scade un po’ in quei momenti ma è tutto transitorio.

Come sempre scarno l’artwork di WR, ma è bella la foto scelta per la copertina con Simon Kirke alla batteria e con Jones e Plant sorridenti, foto che personalmente non avevo mai visto.

Led Zeppelin Live Omega 13 Munich 5 july 1980 Winston Remaster

TRAIN KEPT A-ROLLIN’ apre il concerto, tirata al punto giusto non fa prigionieri, sebbene all’epoca mica tutti i fan conoscevano quel pezzo reso famoso dagli YARDBIRDS e usato dai LZ per aprire i primissimi concerti del 1968/69.

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La ferocia con cui il gruppo affronta NOBODY’S FAULT BUT MINE è notevole. Siamo agli albori degli anni ottanta, la musica sta cambiando, l’atteggiamento dei LZ è consono al mood in voga. Dall’assolo si capisce che non siamo davanti al PAGE di THE SONG REMAINS THE SAME (il live del 1973), ma il tutto risulta convincente. Molto bello l’attacco del basso Becvar di JONES. Finito il brano PAGE si avvicina al microfono.

JP “Good evening. Good evening! Right, a happy gathering? Yes. Well we got a little number now from the annals of rock history, and it’s called ‘Black Dog.’

Con l’ascolto in cuffia la potenza del gruppo è impressionante nononstante la precaria condizione fisica e psichica di PAGE e BONHAM. Di nuovo il basso Becvar 8 corde su BLACK DOG è spaventosamente efficace.

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PLANT saluta il pubblico.

RP “Well alright! Uh, it’s very nice to be, to, uh, good evening to Munich, Munchen. It’s been quite a while since we’ve been here, nonetheless, we haven’t been wasting our time. Before we carry on there is a plea from the front here. If you could move back a little bit, there’s lots of people gettin, uh, so can you move back one meter please, everybody. From the back, from by Benji is what we have hope. Move back. Thank you. I trusted that you could do that. This is a track from the last album, In Through the Out Door. It’s called ‘In The Evening.’
IN THE EVENING viene accolta con grande calore, l’album IN THROUGH THE OUT DOOR uscito l’anno prima, non sarà oggi uno dei capisaldi del gruppo, ma ricordo che allora fu un gran successo in termini di vendite anche qui in Europa. Forse un pelo veloce la versione dal vivo di questo pezzo, con un incedere meno frenetico avrebbe mantenuto il groove greve che avrebbe giovato alla performance. Inizio concerto ad ogni modo assai possente, quattro pezzi veloci, quattro cannonate.

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RP “Eye thank yew. It’s, uh, it’s getting a little warm in here, yeah? This is, uh, a song that will maybe cool things out just a touch. It’s a little quieter, and a little more laid back. It’s called ‘The Rain Song.’

Non appena il pubblico risente il famigliare giro inizale scatta l’ovazione; anche in THE RAIN SONG il chitarrista parte troppo veloce, ma d’altra parte erano anni di alterzaione chimica per PAGE, normale purtroppo che si facesse prendere dalla foga del momento. Il lavoro chitarristico è spartano, mancano le finezze e gli abbellimenti del 1973. Bravissimo JONES con la pedaliera basso; PLANT canta le parti lente con molto pathos.

Led Zeppelin Munich 5-7-1980

Led Zeppelin Munich 5-7-1980

RP “Thank you. May we please, uh, first of all let me thank you. And certainly, can you keep on moving back? ‘Cuz there’s a lot of people here who aren’t enjoying it as much as you are, so just push it back a little bit. This is not Wolverhampton Wanderers winning the European Cup Final, you know. Eye thank yew. It’s a song that deals with the preoccupation for, uh, the southern states of, uh, United States of America. It’s about Texas. It’s called ‘Hot Dog.”

HOT DOG, pur essendo un pezzo sciocchino e semplice nello sviluppo, chitarristicamente parlando è piuttosto impegnativo, non è dunque del tutto comprensibile il perché fu messo in scaletta in quegli anni. Come di consueto durante l’assolo PAGE evita le difficili frasi della versione da studio e se la gioca su note tirate allo spasimo con lo stringbender. Va evidenziato ancora una volta il gran lavoro di JONES che mentre suona una parte al piano tutt’altro che semplice con i piedi tiene un giro da pazzi sulla pedaliera basso.

Led Zeppelin Live Omega 13 Munich 5 july 1980 Winston Remaster

RP “Lifting your right hand in the air, please, everybody, right hand in the air. With the fingers spread like this, see. Take them down to your nose and then say, Eye thank yew. After three: one, two, three. Excellent, the show begins”

Il pubblico gradisce molto l’intro di ALL MY LOVE, è chiaro che i nuovi pezzi sono molto apprezzati. Tutto bene sino all’assolo di PAGE, al solito sconclusionato. Salta all’orecchio di quanto JONES fosse imprescindibile nei latter days dei LED ZEPPELIN. Quando suona in contemporanea tastiere e pedaliera basso è in modo evidente il punto focale del gruppo. Bello comunque il finale del pezzo.

RP “Ok, we’re gonna hot things up a little bit, but you gotta move back in exchange. Just push a little bit. Push, push, push! Move it back a little bit. Eye thank yew. Ok, well we’ll dedicate this to all the wonderous times that we’ve all had in Munich, both recording here, and all that sort of thing, and, uh, and, uh, especially to Vera, wherever you are, Vera.”

In TRAMPLED UNDERFOOT il pubblico tiene il tempo con le mani, pur essendo un pezzo dal punto di vista strumentale vagamente sinistro la voglia di ballare e di lasciarsi andare non viene meno. Il gruppo è solido e convinto e sembra quasi che voglia cantarle ai gruppi punk del periodo…vecchi dinosauri un cazzo sembra vogliano dire; JONES pompa sul clavinet che è un piacere. Assolo tipicamente trascendentale da parte di Jimmy. Hardrock-funk psichedelico.

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Led Zeppelin Munich 5-7-1980

Led Zeppelin Munich 5-7-1980

 

SIBLY è il sesto pezzo di fila con JONES alle tastiere. Il pubblico tiene il tempo sul terzinato del più bel blues bianco di sempre. JONES al piano elettrico pulito fa scendere un manto di candore quantomeno insolito rispetto alla carnalità elettrica del passato. Le differenze tra il PAGE del 73 e quello del 1980 si notano tutte in questo blues. Non ho mai capito il perché dell’allungamento della parte dedicata all’assolo di chitarra proposta negli anni 1979/80. Sarebbe stato uno stratagemma efficace per far risaltare ancora di più il cosmico chitarrismo di PAGE del 1973, ma nel 1980 forse non era il caso.

RP “Thank you very much. Jimmy Page was on guitar there. Now as this tour is the first tour we’ve done for three years and, uh, it’s been quite an, uh, an interesting sketch actually, but it’s getting a little bit towards the end now. We’ve got one more show after this, and then who knows, you know? Perhaps we’ll have to do another one after that one. But this is about where it leaves us, ‘Achilles Last Stand.”

Led Zeppelin Live Omega 13 Munich 5 july 1980 Winston Remaster

Pure la scelta di suonare ACHILLES LAST STAND, pezzo impegnativo, con un PAGE un po’ in confusione non fu azzeccatissima. Il Becvar 8 corde di JONES comunque spinge a tutto vapore. L’assolo di chitarra non è un granché; a circa metà pezzo la qualità audio peggiora per poi tornare a quella ottima della source 1.

Anche in questo concerto trova conferma il fatto che JOHN BONHAM fa giusto il suo nl tour del 1980. Rimane il batterista formidabile che conosciamo, ma il suo drumming è più controllato e meno appariscente.

RP “A little virtuoso piece, and there are a few about. Jimmy Page, guitar.

Altra scelta discutibile  fu quella di riproporre i lunghi ricami chitarristici di WHITE SUMMER / BLACK MOUNTAIN SIDE, un poco per l’inadeguatezza rispetto ai tempi musicali che correvano in quegli anni un po’ perché PAGE non era in grado di offrire prestazioni convincenti. WHITE SUMMER ad ogni modo entusiasma il pubblico nella parte veloce con BONHAM a supporto. Il pubblico torna a scaldarsi durante il giro di BMS. Tra i tanti orpelli ridondanti PAGE porta comunque in scena alcune figure molto molto interessanti, fino a che il tutto non sfuma in KASHMIR, che si distingue per una coda finale interminabile…sembra quasi che i tre musicisti non sappiano decidere quale sia il giro conclusivo.

RP “John Bonham was on drums, John Bonham. John Henry Bonham, ‘Moby Dick.’ Well, alright.Did that sound a bit American to you? Sorry about that”


Led Zeppelin Live Omega 13 Munich 5 july 1980 Winston Remaster

 

Page parte con l’arpeggio di STAIRWAY a cui segue il prevedibile boato. La velocità data al brano è ancora errata, troppo veloce, ma l’arpeggio ha sempre un qualcosa di virginale e candido, l’incanto è assicurato. In momenti come questo mi chiedo ancora come abbia fatto a perdermi il concerto di Zurigo di qualche giorno prima. Uno dei miei rimpianti più grandi.

 

Led Zeppelin Munich 5-7-1980

Led Zeppelin Munich 5-7-1980

Al “Does anybody remember laughter?” la risposta del pubblico è commovente. La versione convince e anche l’assolo di Page non è niente male, da segnalare l’accompagnamento reggae. In cuffia si percepisce la convinzione del gruppo e il sound tutt’altro che spiacevole, ricordo che in quegli anni tutti i grandi gruppi Rock avevano un sound spesso modesto e incerto. La frase finale cantata insieme al pubblico dà qualche brivido. Plant saluta un pubblico a quel punto caldissimo.

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RP “Good evening! I said, good evening! Good evening!! Eye thank yew”

Il gruppo torna per una tonante ROCK AND ROLL. Ancora, sembra una risposta al punk in voga all’epoca. Assolo di Page sghembo mentre Plant appare molto determinato.

RP “Thank you. Thank you very much. It’s extremely nice of you. Right now we’re, uh, before the clubs shut we’d like to do, uh, one more. We’d also like to say that what you read in the papers today, and in the … magazine, is not true. The doctor isn’t in fact behind the stage, he’s playing the drums. And we’re gonna bring on a drummer, a very good friend of ours, uh, a guy from a group called Bad Company. Does anybody remember Bad Company? Simon Kirke on drums. Simon Kirke. Another man from mother England, Simon Kirke. And this is gonna be, uh, a little bit of an experiment for the, uh, next show that you’ll have in town. In other words, it sells more if there are more people on stage. Thank you.”

Per WHOLE LOTTA LOVE si aggiunge alla band SIMON KIRKE della BAD COMPANY. Page accenna a MOBY DICK e poi si lancia nel riff che immortale il piombo zeppelin nella sua precisa essenza. La doppia batteria aggiunge ulteriore groove, il gruppo si lancia in una furiosa sezione funk compresa tra la fine del secondo ritornello (cantato dal pubblico) e l’assolo di Page. I cinque musicisti sperimentano e improvvisano, ci sono dei cambi di tempo sempre sull’onda del funk più spericolato e dissoluto. Le sei frasette dell’assolo di chitarra sono suonate in modo quasi ridicolo. C’è da chiedersi perché Page non abbia mai voluto ripassarle o suonarle nel modo classico e abbia sempre preferite, negli ultimi due tour, gettarle via senza motivo. Seguono ad ogni modo BOOGIE CHILLUM e BOOGIE MAMA. Il risultato non è esattamente quello del film THE SONG REMAINS THE SAME (sempre NY 1973), ma va riconosciuto a Page il coraggio: buttarsi (nelle sue condizioni) in parti come quelle non è da tutti. Il risultato non è malaccio. I ragazzi chiudono un po’ a fatica la sezione rock and roll, si sente che stanno improvvisando, ma per il finale di WLL tornano in pista con la potenza della doppia batteria.

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RP “Simon Kirke on drums. Goes to the back of the stage, where there’s, uh. Thank you very much, Munchen. Good night and thank you very much, good night.”

Questo di Monaco di Baviera fu il penultimo concerto dei LED ZEPPELIN. Due giorni dopo a Berlino per il final acclaim e nemmeno tre mesi dopo, con la morte di BONHAM, la chiusura definitiva. Rimane questa testimonianza, questa gran bella registrazione audience che ci lascia cintendere che, sebbene alle prese con uno stato di forma certamente non ottimale, vedere i LZ in concerto era comunque una esperienza da non lasciarsi sfuggire.

Il seguente spezzone video è relativo a Munich 5-7-1980  

(e non a Zurich come erroneamente scritto nel corso del filmato)

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4 Risposte a “BOOTLEG: LED ZEPPELIN “Live Omega #13” Munich Olympiahalle 5 july 1980 – Winston Remaster”

  1. lucatod 30/12/2016 a 14:41 #

    Di questo spettacolo ho due versioni , una delle prime uscite della Tarantura e Back To Munich . Il suono è pulito , ma distante .
    Le uscite curate da Winston Remaster sono probabilmente le migliori messe a nostra disposizione sul web , lavoro di grafica inesistente ma contenuto sostanzioso . Ho scaricato diversi Live Omega (Cologne , Brussels , Bremen e Hannover) e ho trovato non solo un netto miglioramento nella qualità audio , ma anche la possibilità di potermi ascoltare l’intero (o quasi) spettacolo senza fastidiose dissolvenze .
    Per quanto ho potuto constatare i soundboard dell’ultimo tour sono tutti di ottima qualità , forse i migliori . Purtroppo Vienna e Monaco (e parte di Rotterdam) non sono mai venute alla luce se non come audience . ed è un peccato . A mio parere il concerto tenuto a Monaco è uno dei migliori , sicuramente la fonte audience fa la differenza , ma siamo ai livelli di Zurigo e Francoforte . Eliminata la noiosa (e mal suonata) parentesi White Summer /Black mountain Side , avevano una scaletta niente male . La sequenza iniziale Train, Nobody’s e Black Dog è tra i migliori opening dei LZ . Anche se su Royal Orleans ho votato altro …………………………………………………

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  2. claude65 01/01/2017 a 23:49 #

    Prima serata dell’anno. Su Rai 4 il live dei RS a Cuba su Rai4. Un caleidoscopio di emozioni, per me che ho amato la Revolucion e i Rolling. Poco prima stavo leggendo questa tua ultima precisa recensione sul concerto dei nostri a Monaco.
    Da tempo non partecipo attivamente alle discussioni sul blog pur seguendolo quasi quotidianamente con straordinario interesse. Il motivo del mio silenzio è semplice, in questi anni grazie a questo blog ho avuto l’opportunità di conoscere un sacco di dischi, aspetti e temi che mi erano ignoti. Mi sono reso conto di non saperne poi molto di rock e blues al confronto di gente competente come te e gli amici Special Guest che contribuiscono a fare di questa piattaforma uno dei pochi luoghi in cui si dibatte di musica rock e non solo con intelligenza, per cui mi sono messo sommessamente in disparte ad ascoltare e imparare.
    Ciò detto, ti auguro di continuare ad avere l’energia e la volontà per far vivere il blog con la consueta lucidità ma anche con l’umanismo che ti contraddistinguono.
    Quindi, che dire se non grazie Tim
    Hasta Siempre!
    Buon anno

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  3. timtirelli 02/01/2017 a 00:06 #

    Claude, grazie davvero per il commento. Ami la Revolucion e i Rolling, dunque siamo fratelli, ma lo si sapevagiò visto che sei uno del blog:-) Grazie per la riflessione circa il blog, non so se ce la meritiamo davvero, cerchiamo – questo sì e per quanto possibile – di essere illuminati, onesti e schietti. Non è da tutti di questi tempi.

    Grazie soprattutto per l’ultimo pensiero, ormai siamo al sesto anno, spero anche io che l’energia mi sorregga, è un impegno non da poco…ma scrivere mi è troppo importante, temo per voi che continuerò, anche perché sono i messaggi come il tuo che contribuiscono in modo determinante a farmi andare avanti.

    Buon anno anche a te, e a tutte le donne e gli uomini di blues che seguono questo blog.

    Chiudo citando il comandante ECG: ti abbraccio con tutto il mio fervore rivoluzionario (e Rock).

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  4. Francesco Boccia 10/01/2017 a 17:27 #

    Anche io ho iniziato l’anno come claude65, il concerto degli Stones ha tenuto incollato tutta la famiglia davanti alla tv. Ho visto persino uno del pubblico con la chitarra, ma cosa diavolo ci fa uno con una chitarra in mezzo a tanta gente?
    In effetti i canali secondari della Rai sono sempre una grande risorsa di musica, la sera e la notte propongono sempre cose interessanti. Negli ultimi tempi ho visto i Teste (mi sembra a Woodstock, ma non sono sicurissimo, forse era il festival di Wight), un documentario sui Deep Purple, uno sui primi Pink Floyd ed uno, bellissimo, su Giovanni Lindo Ferretti (ma qui sono di parte, non per l’artista, ma per l’Emilia…).
    Ho degli amici che sono andati negli States per lavoro, per una settimana ho pensato a quale disco chiedergli di portarmi. Volevo qualcosa che fosse americano e non banale. Dopo vari ripensamenti ho chiesto il cofanetto da 6 cd del live Fillmore East degli Allman Brothers Band. Spero me lo portino.
    Scusate, ma avevo bisogno di condividere la speranza, oltretutto magari leggono il messaggio e si impegnano al massimo, non so se è facile reperirlo, per un certo periodo su Amazon non era più disponibile….

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