Sarà perché ho sempre avuto un’attrazione particolare per le faccende relative alle lingue, ma questo libro l’ho letto con interesse e avidità. Per chi in pratica non ha studiato il latino come me (i tre anni alle medie non hanno quasi lasciato traccia) questo non è un libro facile, i diversi passaggi in lingua sono ostici, i continui rimandi ai grandi poeti e prosatori non sono di facile assimilazione, ma – se sia ha un po’ di curiosità intellettuale – il libro riesce a conquistare meglio di quanto si possa credere.
Leggere poi la prosa di Gardini è completamente appagante, lui è un gigante il cui modo di scrivere non intimorisce (non troppo almeno) ma stimola; il suo amore per il latino è tangibile, gioioso e contagioso. E’ entusiasmante quando lo chiama “musica verbale” e quando scrive “il latino è una lingua importante e conoscerlo o almeno intuirne le proprietà – esattamente come conoscere altri aspetti importanti del mondo, quali la musica, l’arte, la scienza o uno spettacolo naturale – può davvero aggiungere respiro alle nostre giornate.”
Sì, meglio usare le sue parole per cercare di descrivere l’humus del libro: “il latino ha formato le società e i sentimenti in cui tutti viviamo. Senza il latino il nostro mondo non sarebbe quello che è.” e ancora “Perché ridurre il sapere a informazione immediata o all’utilitarismo delle risposte meccaniche, perché rinunciare alla riflessione e all’avventura intellettuale?”.
E’ molto bello finalmente poter capire qualcosa in più della nostra lingua madre, come si sia evoluta da un idioma di una piccola comunità di Roma a lingua universale, come si sia forgiata nelle penne e nei pensieri dei grandi maestri: Catone, (soprattutto) Cicerone, Catullo, Cesare, Lucrezio e via dicendo.
Cicerone già, Gardini ne traduce in maniera meravigliosa alcuni concetti quando evidenzia quello che il grande Marcus Tullius “poneva al cuore della sua teoria lingusitica: scegliere le parole più adatte all’argomento e ai tempi e combinarle secondo correttezza sintattica e convenienza ritmica. La musicalità è considerata essenziale. Le parole devono legarsi in sequenze piacevoli all’orecchio … e il periodo deve concludersi con successioni ritmiche che gratifichino l’animo … le parole, insomma, devono seguire un flusso melodico, che non ingeneri sazietà e dia un’impressione di ordine artistico, libero e controllato allo stesso tempo”.
E che dire poi di Tito Flavio (59+ a.C.-17 d.C.) che scrisse una “monumentale storia di Roma che andava dalla fondazione (753a.C.) ai fatti del suo tempo (9 d.C.).”? 142 volumi (ne sono arrivati a noi solo 35) su Roma scritti 2000 anni fa.
Insomma con libri come questo la conoscenza che abbiamo di noi stessi si espande, come si espande il senso di appartenenza. Lettura indispensabile.
Sinossi (http://www.garzanti.it/libri/nicola-gardini-viva-il-latino-9788811688983/)
A che serve il latino? È la domanda che continuamente sentiamo rivolgerci dai molti per i quali la lingua di Cicerone altro non è che un’ingombrante rovina, da eliminare dai programmi scolastici. In questo libro personale e appassionato, Nicola Gardini risponde che il latino è – molto semplicemente – lo strumento espressivo che è servito e serve a fare di noi quelli che siamo. In latino, un pensatore rigoroso e tragicamente lucido come Lucrezio ha analizzato la materia del mondo; il poeta Properzio ha raccontato l’amore e il sentimento con una vertiginosa varietà di registri; Cesare ha affermato la capacità dell’uomo di modificare la realtà con la disciplina della ragione; in latino è stata composta un’opera come l’Eneide di Virgilio, senza la quale guarderemmo al mondo e alla nostra storia di uomini in modo diverso. Gardini ci trasmette un amore alimentato da una inesausta curiosità intellettuale, e ci incoraggia con affabilità a dialogare con una civiltà che non è mai terminata perché giunge fino a noi, e della quale siamo parte anche quando non lo sappiamo. Grazie a lui, anche senza alcuna conoscenza grammaticale potremo capire come questa lingua sia tuttora in grado di dare un senso alla nostra identità con la forza che solo le cose inutili sanno meravigliosamente esprimere.
Quest’ansia di snobbare il passato accusandolo di inutilità si sta rivelando controproducente. Così come l’accusa alla cultura di improduttività. Temo che con queste basi non si costruiscano buone società, nè si riescano ad interpretare e affrontare le vicende del presente con strumenti adeguati. Ben venga quindi qualsiasi strumento di resistenza, compreso questo libro.
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Avrei dovuto fare il prete.
8 anni di latino.
Avrei aderito alla corrente di Lefebvre per lasciare la messa in latino.
Il rock e le ragazze mi hanno deviato.
Il latino mi piace tantissimo ancora adesso.
Mia moglie é di Licenza dove sono i resti della villa di Orazio Flacco.
Ogni mattina Jimmy Page si sveglia col motto CARPE DIEM.
Poi guarda la sua chitarra appoggiata al muro.
E prova un senso di colpa.
Poi guarda Scarlet che ancora dorme.
E prova un senso di colpa.
Apre un cassetto del comodino, inghiotte un viagra
e inizia ad accarezzare Scarlet cantando con la voce nasale
GAUDEAMUS IGITUR, IUVENES DUM SUMUS !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
In fondo non si é firmato anche
FLAVIUS MERCURIUS ?
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