Nel 1977 la musica aveva ormai preso il sopravvento nella vita del ragazzino pelle e ossa che ero. Keith Emerson, John Miles, Elvis Presley, Carlos Santana riempivano la mie prime pulsioni, i Led Zeppelin, Johnny Winter, gli ELP, i Free, i Bad Company, Muddy Waters e Robert Johnson erano dietro l’angolo e insieme a loro tutti gli altri grandi nomi del rock e del blues. A quel tempo stavo immergendomi anche nel mondo dei cantautori ed è indubbio che Burattino Senza Fili fu uno dei primi passi in quel campo, uno dei degli album che amai incondizionatamente. Edoardo Bennato con la sua Eko 12 corde diventò figura basilare per la mia crescita e sulla mia miserella chitarra classica imparai a suonare tutte le canzoni dell’album.
Dopo 42 anni trovarlo qui all’Arena del Lago della Festa dell’Unità di Modena mi fa una certa impressione.
Come successo per il concerto della Bertè del sabato precedente, mi trovo in platea (biglietto a 34 euro compresa prevendita). Nemmeno il tempo di trovare il posto che Edoardo entra (da solo) sul palco con la chitarra e inizia a cantare tre pezzi. Rimango basito dal fatto che si gioca così senza pensarci troppo due mega successi quali sono Sono Solo Canzonette e Il Gatto E La Volpe. Non rimango impressionato, come spesso accade l’enfasi imposta nel cantato spegne in parte l’assoluta bellezza dei pezzi. Mi accorgo poi che Il Gatto E la Volpe la suona in Sol, un tono in meno della versione originale; dopotutto Edoardo ha ormai 73 anni e la voce non può essere quella di 40 e passa anni fa.
La partenza dunque è a freddo, ma non appena la band che lo accompagna entra in scena, tutto cambia. Lo spettacolo diventa estasi Rock Blues, sonorità della meravigliosa musica con cui siamo cresciuti e con cui la musica Rock ci ha irretiti cucite addosso a grandissime canzonette.
Per una volta il gruppo mi appassiona. E’ vero, il bassista usa un basso a 5 corde e sonorità un po’ troppo dilatate, ma riesco a passarci sopra. Un ottimo il batterista, un bravo tastierista e due splendidi chitarristi, tecnicamente preparatissimi e pieni di passione rock blues. Una Gibson Les Paul e una semiacustica che fanno fischiare gli amplificatori. Bennato lascia loro il giusto spazio, ci sono così squisiti interventi di slide e assoli straordinari. Finalmente del Rock Blues vecchio stampo che suona credibile nel 2019, nessuna forzatura retrò, soltanto suoni, fraseggi e assoli gioiosi e pieni di grinta. Una meraviglia. Da sottolineare anche il lavoro di Bennato sull’armonica, in alcune occasioni semplicemente divina.
Il Paese dei Balocchi, Meno Male Che Adesso Non C’è Nerone, Mangiafuoco, L’isola Che Non C’è, Cantautore, Mastro Geppetto (una sorta di sequel di Burattino Senza Fili), Ogni Favola E’ Un Gioco, Rinnegato, La Fata … non tutti possono permettersi di proporre una sequenza di canzoni di tale livello. Che songwriting portentoso! Con A Napoli 55 E’ ‘a Musica si dà spazio alla musica stessa, spazi dilatati, minuti e minuti dedicati alla espressività degli strumenti, con le chitarre che ci trasportano nelle profondità siderali citando i Pink Floyd di The Wall.
Mi tolgo il cappello dinnanzi ad Edoardo Bennato, alla sua volontà di lasciare il giusto margine alla musicalità, ai propri musicisti, al respiro della grande musica … è uno di noi, uno che sa cosa sono la musica Rock e la musica Blues.
La pollastrella che è con me è colpita allo stesso modo, essendo l’ottima musicista che è non può che godere appieno di questa grande musica e impazzisce quando fanno partire Il Rock Di Capitan Uncino, brano che per lei mi metto a filmare e che trovate qui sotto.
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Seguono Un Giorno Credi, Venderò e In Prigione In Prigione.
Si chiude col reggae caraibico di Nisida e con Ho Fatto Un Selfie, quest’ultima già riproposta durante il concerto, scelta discutibile e incomprensibile. Nonostante questo rimane il fatto che il concerto supera tutte le mie aspettative. Verso la fine ci si riversa a ridosso del palco, io osservo Edoardo da vicino e ripenso ai giorni della mia gioventù e a quando per me era un idolo.
Mentre usciamo e rivolgo un’ultimo sguardo all’Arena ormai vuota, rifletto sul fatto che sì, ancora lo è.
Solo in tarda eta’ ho voluto scoprire Napoli.
E devo dire che mi ha affascinato.
Poi grazie ad amici ho potuto frequentare qualche locale dove si fa musica.
Da sempre pero’ ho seguito gli artisti partenopei in concerto.
Ho visto i musicanova di eugenio bennato e della de sio a bologna.
Pino daniele nel 1981 sempre a bologna.
Edoardo l’ho visto per caso sopra tivoli in un concerto gratuito dove era accompagnato
da giovani musicisti classici.
Un gran bel concerto.
Bennato inizio’ come il dylan italiano, chitarra e armonica.
Poi esplose col filone favolistico che credo non voglia abbandonare piu’.
Esiste un terzo fratello bennato a napoli ma non é musicista.
Non so se vi é mai capitata tra le mani una copia del disco di bennato
Non farti cadere le braccia con i cerini sagomati in copertina.
Stupenda.
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