Irrequieto, ecco cosa sono in questi giorni; certo, è la condizione di default del mio animo, ma in questa prima decade di aprile mi sento mosso più del solito. Sarà che la primavera ormai è dappertutto uhh! si struscia come un gatto contro i piedi del letto, e sono già agitato, sono già agitato, sono già agitato tutto.
… sarà che si passa dai 27 gradi di fine marzo agli 0 gradi di questo inizio aprile, sarà che la pollastrella mi dice che lei è felice mentre io invece non riesco mai a districarmi dai fili del blues in cui sono intrappolato.
Cerco di trovare stratagemmi per sbarazzarmi di me stesso: lunghe camminate a passo sostenuto, due tigelle mangiate in Roma Square, in pieno centro a Mutina, con alcuni illuminati del blues,

The Clarksdale Rebels – da sinistra: Pike Boy, Nonantola Slim, Livin’ Lovin’ Jaypee, Lollo Wylde. – Foto Young Picca
video chiamate su Teams con Doc dove lui cerca di costringermi ad ascoltare in diretta certi brani dei Blackmore’s Night mentre disquisiamo sul Dark Lord, lettura di Un Amore di Dino Buzzati, ma nonostante tutto questo non riesco nell’intento.
Allora inizio e abbandono racconti che ho in mente di scrivere, accenno e sviluppo idee musicali che mi arrivano all’improvviso, ipotizzo di trasferirmi sul cucuzzolo della montagna a vivere da asceta, fino a che, spossato, mi getto sul divano a guardare una serie TV qualunque o a seguire una partita del mio grande amore bevendo un bicchiere di bourbon.
Continuo ad ogni modo ad andare a lavorare ogni mattina, oltrepasso il solito cantiere sul grande svincolo per Chèrp all’altezza di High Bridge
… il cielo è nuvoloso, fa freddo e mi appresto a raggiunger l’heart of the city” in balia dei miei pensieri, quelli che mi portano ad essere sempre sul punto di prendere decisioni drastiche atte a destabilizzare (e probabilmente rovinare) la mia vita.
Perché poi sono così solo il nulla cosmico onnipotente lo sa. Il fatto è che, come cantava McKinley Morganfield, I just can’t be satisfied …
SUL PIATTO DELLA DOMUS
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OUTRO
Come sempre non ci resta che confidare nel Dark Lord, possa egli condurci attraverso i sentieri dove gli altri non vanno, possa ricordarci ogni giorno che se anche a volte il loro corso può cambiare i fiumi sempre raggiungono il mare, possa infine vegliare su di noi affinché il sole torni a battere sui nostri visi, le stelle a riempire i nostri sogni e il padre dei quattro venti a gonfiare le nostre vele.
Sicuramente il periodo che stiamo vivendo non aiuta a levarci i blues amari di questo lungo inverno. Tanti i film , qualche serie tv (Your Honor ambientato guarda caso a New Orleans!) e diversi libri. L’ultimo finito di leggere proprio questo pomeriggio è Sanpa madre amorosa e crudele di Fabio Cantelli Anibaldi che mi sento di consigliare (ma il titolo originale “La quiete sotto la pelle” era più adatto al suo contenuto).
Quanto a Page .. la sua Assenza in questo periodo la sento più del solito.
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