Prospettiva Gramsci

2 Set

Mutina, un giorno qualunque di fine estate. Un bar in una zona obliqua della città, Viale Gramsci. Sul tavolino, al fresco della veranda esterna avvolta nell’ombra prodotta dalle frasche degli alberi, una Brùton bianca.

Guardo il viale nella sua interezza, ne giudico la prospettiva …

vViale Gramsci - Modena

Viale Gramsci – Modena

e chissà perché mi viene in mente il “corso della Neva” di Leningrado, la strada principale di quella città.

Leningrado, Prospettiva Nevski

Rifletto su alcune cose su cui mi è caduto l’occhio negli ultimi giorni:

IL GIORNALISMO MUSICALE OGGI vs ANGIE/SILVER TRAIN by Nick Kent:

Rispunta un trafiletto dal passato tratto da una pagina del 1973 del New Musical Express, rivista britannica, relativo alla recensione molto tranchant di quello che allora era il nuovo singolo dei Rolling Stones. Mi stupisco della cazzimma di Nick Kent e mi dico che era bello quando i giornalisti osavano e non avevano paura di “ritorsioni” da parte dei gruppi.

Qui sul blog abbiamo discusso più volte su Lester Bangs e se fossero opportuni certi suoi giudizi, articoli e recensioni, e sì, lo abbiamo in parte criticato, ma sono sicuro che fosse preferibile quel tipo di giornalismo a quello odierno. Già, oggi il giornalismo musicale (soprattutto italiano) è diventato agiografico. In primis il giornalismo hard & heavy che è ormai privo di qualsivoglia forma critica, ogni disco è un capolavoro, ogni gruppo ha motivo di essere considerato leggendario. Non che gli altri generi abbiano scriba più illuminati. Su due degli ultimi numeri di UNCUT e MOJO (riviste musicali del Regno Unito) la stragrande maggioranza delle recensioni riporta votazioni alte: 4 stelle su 5, o voti che stanno tra l’8 e il 9 su 10. Nell’ultimo MOJO nessuna recensione ha meno di 3 stelle su 5. Su UNCUT nell’ultimo mese c’è una sola insufficienza. Tutti prendono minimo 7, moltissimi 8 e ci saranno 100 recensioni. Ma come capperi è possibile? 

BLOG/ARAMIS: “Complimenti per il blog, lascia perdere però la sequel di …. rodrigo… si intitolava cosi’ ?” 

Mi arriva questo whatsapp a proposito di (almeno credo) “Le Avventure di Aramis Reinhardt”, il tentativo di romanzo che sto pubblicando a episodi su questo blog. Certo, questo spazio è pubblico, chiunque può leggere e dire la sua delle sciocchezzuole che scrivo, ma è anche uno spazio gratuito e, dico io, se uno non è interessato a certe cose può non leggerle e andare oltre, soprattutto se è qualcuno che frequenta il TTB già da tanto tempo e dunque sa quanto importante sia per me pubblicare i miei scritti. Anche perché ho altri lettori che hanno apprezzato.

Una nuova lettrice ad esempio mi scrive:

Buongiorno. Ho letto tutti e 4 i capitoli…. si leggono molto bene…. sono scritti molto bene…. il IV è quello che ho preferito perché si capiscono meglio certe dinamiche, in alcuni degli altri tre è come se tu sapessi già (ovvio che sì) da dove vengono i personaggi e cosa han fatto e cosa faranno nell’economia del tutto (nel piano dell’opera che tu conosci e noi no) e noi dovessimo invece attendere degli spin off, dei capitoli monografici su ognuno di loro che ce ne diano una caratterizzazione più marcata per farci capire – sul serio – con chi interagisce il protagonista, quasi a farceli vedere non solo con i suoi occhi ma con occhi fintamente oggettivi dall’alto…ma onestamente, magari su certi caratteri non ci tornerai affatto: tu solo sai quale è la modalità! Il IV capitolo l’ho trovato completo, interessante, coinvolgente….”

Un altro lettore aggiunge: “coinvolgente, mi è piaciuto anche per i tecnicismi sulla strumentazione e la filosofia dell’atteggiamento rock”

Dunque Le Avventure di Aramis Reinhardt qualcuno le trova se non altro degne di essere lette, quindi continuerò a pubblicarle, a meno che non vi sia una sollevazione popolare nella comunità del blog contro il povero Aramis, nel qual caso chiuderò questo spazio una volta per tutte.

DUSTY HILLS / CHARLIE WATTS: il bassista degli ZZ TOP e il batterista dei ROLLING STONES se ne vanno, tra i tanti commenti scritti (per quanto mi riguarda a sproposito) me ne colpiscono alcuni, entrambi di persone a me care:

(Dusty) Uno dei più grandi musicisti, compositori e cantanti del rock, quando suonava era pesante e solido come un treno merci, la sua musica è stata molto importante per me, che brutta notizia. Onore a te Dusty.

(Charlie) Non ci sono parole per commentare la perdita di questo grande musicista, ha fatto la storia del rock e non solo, semplicemente immenso.

(Charlie) Ciao caro, sei stato uno dei migliori batteristi, e chi dice di no, non capisce un cazzo di rock.

Ora, io capisco l’enfasi del momento, so perfettamente che il Rock non è una scienza esatta e che dunque non è detto che i bravi musicisti sappiano suonare il Rock, ma (Dusty) “ Uno dei più grandi musicisti, compositori e cantanti del rock“? (Charlie) “uno dei migliori batteristi, e chi dice di no, non capisce un cazzo di rock” ?

Insomma che Charlie abbia fatto parte di una delle più grandi rock and roll band i tutti i tempi è vero, che col suo stile un po’ sghembo sia riuscito a trovare la sua dimensione è vero, che sia una figura storica a cui abbiamo voluto bene è vero … ma andrebbe aggiunto che, come altri musicisti che hanno fatto la storia del rock, sia stato anche un pochetto fortunato nel trovarsi nel posto giusto, al momento giusto, con le persone giuste (in questo caso Jagger e Richards). Che poi nel buraccione dei Rolling Stones il suo drumming abbia avuto un senso può anche essere vero.

Non so, forse sono io, forse davvero non so “un cazzo di rock“, ma mi sembra che si stia perdendo un poco la prospettiva.

THE PAPERBACK WRITERIl caso non esiste, ne sono convinta!” verga sula sua bacheca facebook una scrittrice che seguivo, e che ora non seguo più.

THE BEST GUITAR PLAYER OF THE LONG (AND NARROW) WINDING ROAD. L’altra sera, sintonizzati su Sky Arte, ennesimo documentario sui Queen, stavolta a proposito di A Night At The Opera. Guardiamo Brian che spiega la creazione del magnifico assolo di Good Company.

Ad un certo punto la pollastrella dichiara:

“Che bravo Brian May. Io voglio tanto bene a Brian May, è il mio secondo chitarrista preferito …anzi no, il terzo”

Sapendo chi è il primo (The Dark Lord) io le rispondo con una domanda di cui penso di sapere la risposta: “Chi è il secondo, Steve Howe?.”

No, il secondo sei tu.” mi dice con un tono poco scherzoso. Rimango di stucco. Ora, so perfettamente che è una boutade e che se proprio proprio … a lei piace il “senso” che a suo modo di vedere ho e le cose originali (nel senso di mie) che scrivo, ma quella donna è pazza.

WALKING THE DOG IN SHORTS

L’altro giorno, in macchina. Sono le otto del mattino, i gradi sono 17. Mentre percorro le mie solite country roads noto che una giovane donna in braghette corte e maglietta sta portando a passeggio il cagnolino. Ha quel tipo di shorts cortissimi dalla foggia leggermente anni settanta, giusti per coprire il pube e poco più e una maglietta anch’essa assolutamente minimal. Cosce e braccia completamente nude, seno pesante e labbra rosse. La donna, sui vent’anni, è in carne, potrei anche aggiungere piuttosto in carne, eppure porta in giro il suo essere donna e le sue abbondanze con una semplicità e noncuranza disarmante. Il che la fa apparire decisamente sexy.

Ha le cuffiette e mi interrogo circa il tipo di musica che predilige. Accosto, abbasso il finestrino:

“Mi scusi, non vorrei essere indiscreto, ma che musica sta ascoltando”

“Come? E perché le interessa? Comunque sto ascoltando su Spotify una playlist di rap italiano”.

“Ah, okay, Grazie. Era solo per curiosità”.

Riparto, non le degno nemmeno uno sguardo dal retrovisore, ora non mi appare più sexy.

◊ ◊ ◊

Dopo aver bevuto un’altra blanche, decido che quello che ho in testa è tutta spazzatura, così clicco il tasto destro del mouse virtuale del mio corpicino, seleziono Elimina e getto tutto nel cestino. 

12 Risposte to “Prospettiva Gramsci”

  1. Marco Colasante 02/09/2021 a 14:06 #

    A me “Le Avventure di Aramis Reinhardt” piacciono, ma se anche non mi piacessero minimamente non mi salterebbe mai in mente di chiedere di non pubblicarle più, visto che, come giustamente sottolinei, basterebbe non leggerle.
    Per quanto mi riguarda la richiesta è incomprensibile e assolutamente da non prendere in considerazione, neppure nel caso di una ipotetica “sollevazione popolare” di tutti i lettori del blog.

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  2. lucatod 02/09/2021 a 14:45 #

    Come ho commentato sul precedente post , ho trovato il quarto capitolo del tuo alter ego il più interessante per argomenti trattati. Questo senso di rock in seconda fila meno gratificante (per Aramis che da buon professionista accetta suo malgrado le regole del mercato) e con i piedi per terra con il suo credibilissimo sottobosco di addetti ai lavori , musicisti , roadies , discografici/contabili . Fumagalli me lo sono proprio immaginato , sovrappeso , mezzo calvo ma con i capelli ancora disordinati , sicuramente legato a tempi migliori.

    Charile Watts. A me è dispiaciuto tanto. Non parlo del suo talento come batterista perché alla fine quello che mancherà a me e (credo) chi ha seguito gli Stones sarà proprio la sua presenza compassata che era un perfetto contraltare alle due o tre teste calde presenti nella band. Non ha caso uno dei pochi videoclip (che generalmente non amo) che rivedo volentieri è quello di Waiting on Friend. Jagger che si sforza con le sue solite mosse davanti alla cinepresa mentre Keef e Ron Wood non hanno nemmeno bisogno di fingere di bere nel pub. Sullo sfondo Charlie e Bill se la ridono alle loro spalle. E noi con loro.

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    • Già-cobazzi 02/09/2021 a 20:52 #

      Esatto, Watts era perfetto nel suo contesto

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  3. lucatod 02/09/2021 a 15:30 #

    * non a caso
    * Waiting on a friend

    Segnalo su Raiplay il documentario The Quiet Stone : vita di Bill Wyman. Omette parecchia roba ma è piacevole.

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  4. Lucilla 02/09/2021 a 19:10 #

    Credo di essere la nuova lettrice che citi…no, no, son proprio io perché hai fatto il copia ed incolla. Leggo tutt’altro nella vita, per casi fortuiti dell’esistenza sono stata vicino al rock -che neanche sapevo e capivo fosse rock – e trovo assolutamente divertente e coinvolgente leggere qualcosa che faccia capire che esiste un dietro le quinte, che descriva situazioni, grovigli, aspirazioni, normalità ed anormalità di chi da una passione/hobby si inventa si possa tirar fuori un lavoro (il cantante, il chitarrista, il batterista)….
    “Che lavoro fa il tuo fidanzato?”…”Il batterista, mamma”…ecco, mi fa ridere solo pensarlo, mi pare un barzelletta nella mia normalità, figuriamoci invece se esistesse questa possibilità nella realtà, se è esistita e se esiste, se è resa reale anche solo da un racconto…. Io son curiosa di sapere dove andrà a parare questa band, chi si credono di essere questi lavoratori della musica, da chi sono avvicinati, come conciliano alcune stranezze che non accadono all’impiegato delle poste in genere con il doverci andare invece alla posta a pagar la bolletta che sta scadendo? E poi cosa è banale? Non hanno iniziato tutti così? secondo voi un Jagger una volta nella vita sarà passato da ragazzotto dal salumiere a farsi fare un panino perché aveva fame? avrà buttato la spazzatura perché la fidanzata rompeva perché doveva andarci sempre lei? I famosi non nascono famosi, i famosi hanno avuto una vita normale, con problemi normali e circondati da individui altrettanto normali…..ed in genere, il mondo è più ingombro di band sfigate e magari talentuose e senza messi che di band che arriveranno a toccare il firmamento.
    Non trovo banale leggere storie di vita….perchè poi storie di vita sono, magari non gusta si parli di musica e ci si alleghi video per movimentare la narrazione: sai che palle parlare delle gesta di un povero impiegato postale ed accludere una foto di una raccomandata con ricevuta di ritorno?
    Io andrei avanti…male non fa…anche Manzoni scriveva per 25 lettori se ben ricordate!
    Mi son sentita di intervenire, scusate tutti, se qualcosa non piace la si può ignorare immagino, non necessariamente denigrare tanto perché ci si crede capaci di far di meglio…
    E poi, la storia è di chi la scrive, non è un juke-box a richieste: scusa scrittore, lascia perdere così non va….io ci metterei più sesso e meno rock….no io il sesso proprio lo toglierei che si perde di vista l’obiettivo…..io introdurrei più parole straniere e meno linguaggio italiano per far sembrare più faiga (figa) and internescional la band….io innalzerei un po’ il tono perché questi mi sembrano due sfigati da balera e se volevi farli sembrare due che hanno o stanno tentando il saltino sei proprio fuori…..ahò, caxxo, ma sarà la mia caxxo di band, la mia caxxo di storia, la mia caxxo di situazione? Per cui no, io continuerei così Tirelli….vuol dire che se la storia inizierà ad annoiarmi smetterò solo di leggerla, senza necessariamente doverlo dire a te o a chi scrive qui.
    Torno nel mio loculo…vado via come sono arrivata, per caso.
    ps: sono arrivata a testimoniare che la citazione virgolettata era di una persona vera
    Lucilla

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  5. Lucilla 02/09/2021 a 19:12 #

    Dissento invece sulla rubiconda ragazzetta: diffido di chi non ama gli animali e di chi non ascolta musica o legge libri….falle ascoltare ciò che vuole, falla sentir viva con ciò che sente!
    p.s.: che vuol dire che io allora non ero sexy quando ascoltavo i Duran Duran? Guarda te che me tocca sentì!

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  6. comelapensoio 02/09/2021 a 19:16 #

    bell’articolo☺️

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  7. Luca 03/09/2021 a 09:05 #

    Il giornalismo musicale oggi, …Tu sai citare i classici a memoria , ma non distingui il ramo da una foglia…
    Aramis finalmente fa parlare di sé.
    Un abbraccio al mio amico Dusty Hill.
    Mi hai fatto riflettere perchè a me nessuno ha mai chiesto cosa ascolto in cuffia.
    Mi sono divertito , Tim.
    Luca

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  8. bodhran 03/09/2021 a 18:23 #

    Questa mania di recensire solo “capolavori” la trovo insopportabile, non aiuta minimamente a muoversi nella miriade di nuove uscite. Sarebbe equivalente a stroncare tutto. Da una parte tanti “capolavori” sono roba fritta e rifritta, e forse va bene, ci siamo detti tante volte che non è dal rock che ora ci si può attendere la novità. Ma anche negli altri generi io ho difficoltà a trovare qualche punto di riferimento, per capire se può valere la pena avventurarsi in un ascolto oppure no. A me, in passato, è capitato diacquistare un disco alla cieca dopo aver letto una recensione che era riuscita ad incuriosirmi; oggi però mi chiedo: sono io che con l’età son più difficile da convincere e ammaliare o è che quando ci provo fa a finire che al terzo minuto stacco tutto? Per l’appunto voglio fare un tentativo con questo Steve Gunn (è anche tra le recensioni che hai fotografato)…. stiamo a vedere che succede.
    Su Charlie Watts c’è poco da dire, succederà la stessa cosa per ciascun musicista di quei tempi che negli anni prossimi verrà a mancare qualcuno di questi, l’iperbole e l’esagerazione regnano sovrane; un po’ allo stesso modo degli atleti che vincono una gara, sono tutti “eroi” (fanno quello dalla mattina alla sera, qualcuno mi spieghi dove è l’eroismo, lo facessi io il record dei 100 metri, quello sì sarebbe un gesto eroico).
    Chiudo con la critica ad Aramis (su cui non mi sono mai espresso per una difficoltà a leggere le cose a capitoli, sto mettendo da parte tutto e me lo gusterò dall’inizio alla fine): sei stato fin troppo gentile, io avrei ricordato il vecchio adagio rock “e qui comando io, e questa è casa mia….”

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  9. Giacobazzi 04/09/2021 a 19:36 #

    Reportage da Venezia?

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    • timtirelli 04/09/2021 a 20:55 #

      Ciao Jackob, ho un amico che è andato alla proiezione a cui ha partecipato anche Page. Qui sul blog parleremo del documentario… io temo sia per certi versi la solita cosa agiografica a cui Page ha costretto tutti da alcuni lustri. Vedremo.

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      • lucatod 06/09/2021 a 11:50 #

        Il teaser trailer è piuttosto eloquente..

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