Sabato mattina, diretto alla Coop per la solita spesa settimanale. Sul sedile di fianco al mio la pollastrella contempla la campagna, la blues mobile avanza a velocità di crociera, la chiavetta – in modalità random – inonda l’abitacolo col Rock. Ad un certo punto arriva Darlene dei Led Zeppelin e la giornata svolta: il sole diventa più lucente, la campagna proletaria in cui viviamo si trasforma in un paesaggio bucolico del sud degli States e l’impeto vitale detona in tutta la sua potenza dentro di noi. Polly esclama “Va beh, non ce n’è più per nessuno!”. Da quella musicista talentuosa che è mima perfettamente il lavoro al piano di Jones, gli stacchi di batteria di Bonham, il riff e gli accordi di Page. Quando quest’ultimo poi inizia il primo assolo Polly si mette a lavorare di stringbender facendo le stesse faccette che immaginiamo avrà fatto fatto lo stesso Page al momento di quella registrazione. Poco prima Polly, presa dal sentimental blues, mi aveva stretto a sé e detto “per me ci sei solo tu, non mi interessa nessun altro“. Lusingato e colpito dalla cosa poco dopo vedo disintegrarsi il tutto, quando – sospinta dall’assolo del nostro chitarrista preferito – mi dice: “Ti devo confessare una cosa: io amo anche Jimmy Page“.
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“The first name Darlene is derived from the Old English darel-ene, meaning “little dear one”.
Nel maggio del 1978 – dopo nove mesi di silenzio dovuti ai fatti che sappiamo – i Led Zeppelin si ritrovano allo Clearwell Castle, Forest Of Dean, Gloucestershire, UK, per provare nuovo materiale.
Nel novembre (e dicembre) dello stesso anno si trasferiscono per alcune settimane (dal lunedì al venerdì) ai Polar Studios di Stoccolma di proprietà degli ABBA. Gli studi, aperti il 18 maggio 1978, sono situati a piano terra di un grosso edificio degli anni trenta del secolo scorso chiamato Sportpalatset (palazzo dello sport), nello spazio che fino a poco prima era occupato da un cinema.
Il gruppo registra (almeno) 11 pezzi: In the Evening, South Bound Saurez, Fool In The Rain, Hot Dog, Caroulselambra, All My Love e I’m Gonna Crawl finiscono su In Through The Out Door che esce in agosto del 1979,
Ozone Baby, Darlene e Wearing And Tearing su Coda, album compilation di inediti che esce nel novembre del 1982 a due anni dallo scioglimento del gruppo.
Dell’undicesimo brano sappiamo che esiste ma non cosa sia né quando (e se mai) verrà pubblicato.
Il gruppo valutò l’idea di fare uscire in occasione dei due concerti di Knebworth nell’estate del 1979 anche un EP contenente Wearing And Tearing e qualcos’altro, ma la cosa non si concretizzò. Nel 2006 uscì un singolo non ufficiale di Wearing And Tearing / Darlene, ma si trattò di una contraffazione.
Su questo blog abbiamo già trattato il tema per cui In Through The Out Door sarebbe stato un album diverso se al posto di South Bound Saurez e Hot Dog fossero stati pubblicate due delle outtake poi messe su Coda. Proviamo a pensare a Darlene al posto di SBS e Wearing And Tearing (o Ozone Baby) al posto di HD. L’album avrebbe certamente avuto uno spessore rock più significativo. Magari certe scelte furono fatte anche per questione di spazio relativo alle due facciate del disco, ad ogni modo per quanto possa essere sembrata divertente a Page e Plant, Hot Dog non è esattamente un brano da album dei LZ. Il gruppo raggiunge lo zenit quando affronta drammaticità, quando si lascia trasportare dall’intensità, quando cerca di raggiungere le profondità cosmiche, quando si getta(va) nella carnalità suonata a regola d’arte, raramente risulta credibile quando è alle prese con motivetti scanzonati.
Certo, Darlene è good time music, ma la carica e la caratura musicale ne fanno un brano potente, vibrante, di godimento assoluto. Altro che Hot Dog!
Immagino che Plant abbia in qualche modo posto il veto, la sua prova vocale non è impeccabile (ma lo stesso potremmo dire del piano di Jones e della chitarra di Page) e il testo praticamente non esiste, ma il risultato è comunque sensazionale, un boogie rock furibondo, letteralmente irresistibile, possente e leggero al tempo stesso.
La fascinazione del gruppo (o meglio di Page e Plant) per i Little Feat, per il blues nero proveniente dal Mississippi e per certi locali di New Orleans giocarono un ruolo fondamentale nella creazione delle nuove sfumature musicali degli ultimi anni del gruppo. La musica americana proveniente dal blues in In Through The Out Door prende il sopravvento – lo stesso accade coi Bad Company di Desolation Angels (1979) e Rough Diamonds (1982), alfieri anch’essi della Swan Song Records. La copertina come sappiamo è ispirata all’Old Absinthe House, celeberrimo bar di New Orleans (che tra l’altro ho avuto la fortuna di vedere).
Alcuni brani delle session di cui stiamo parlando hanno colorazioni riconducibili a New Orleans, al bayou, a quei pianini dissoluti suonati nelle calde e umide notti vicino al fiume Mississippi, naturalmente con l’aggiunta del piombo zeppelin. Darlene è ovviamente una di queste.
Una breve apertura e poi irrompe subito il riff irresistibile di chitarra, seguito dagli interventi di Robert Plant. Un po’ di piombo zeppelin, sempre accompagnato dal piano di Jones, per gli accordi SI, SIb DO e si ricomincia da capo. La prima parte dell’assolo di Page sulla Telecaster con lo Stringbender è formidabile, molto, molto Jimmy Page. La chiusura pare insicura, ma siamo nel periodo in cui Jimmy – non più supportato da una volontà, e quindi da una tecnica, superba e maschia – fatica a tenere il passo col Jimmy Page fissato nell’immaginario collettivo e si avvicina così pericolosamente e continuamente al precipizio.
Luis Rey, autore, fan e studioso dei LZ extraordinaire fa notare come il lavoro alla solista ricordi quello di una delle primi incisioni che il Dark Lord fece come session man, ovvero Somebody Told My Girl di Carter-Lewis & The Southerners:
L’assolo di piano è delizioso, ma anche per Jones la chiusura pare al limite e non proprio pulitissima. Al minuto 2:30 il pezzo corregge il ritmo, Bonham va sul ride e Page cambia metodo per accordi e riff; il piano di Jones è meno presente nel mix. Robert ha la voce è un po’ tirata, ma ha quell’approccio sporco e blues che risolve comunque tutto. Dopo 30 secondi il ritmo si aggiusta ulteriormente fino a diventare un rock and roll boogie woogie blues scatenato; il piano di Jones torna presente, gli stacchi di batteria tra una giro e l’altro sono un cazzo di meraviglia. Nei sessanta secondi finali il pezzo veleggia veloce accompagnato da un assolo di chitarra di chiusura. Curioso come il volume della solista sia decisamente più basso rispetto all’assolo presente nella prima parte del brano. Il ritmo è irresistibile, uno di quelli da strappa mutande, e gli Zeppelin ci ricordano ancora una volta che cazzo di rock and roll band fossero. Sia chiaro, a me piace molto anche South Bound Saurez e in fondo anche Hot Dog, ma con Darlene l’album In Through The Out Door sarebbe diventato – almeno per me, amante degli album obliqui – ancora più leggendario.
“Darlene”
Ooh, Darlene
Ooh Darlene
Ooh, yeah
Darlene
Oh, oh Darlene
Oh, oh, oh Darlene
Ooh, come on baby give me, me some
When I see you at that dance
With your tight dress on
What you got it sure is fine
I want to get me some
Darlene
Ooh baby baby Darlene
Ooh, be my baby Darlene
Ooh, come on baby
Come on, come on, come on my babe
Darlene
Ooh, Darlene
Hey hey, Darlene
Oh oh, come back and be my sweet little girl
When I see you on the street
It makes my heart go flitter
I see you walking with all those guys
It makes me feel so sick
Now I don’t care what people say
And I don’t care what they do
Sweet child I gotta make you mine
You’re the only thing that I want: you, yeah
And baby baby, when you walk down the block
See the people walk by
Woo child, y’know you drive me wild!
I got to do it with you, come on try
Ooh baby, I got my car
I will take you where it’s fine
I am going to take you every place
Do you wanna boogie-woogie-woogie-woogie, that’s fine
I’m going to boogie, Darlene
I’m going to make you my girl
I’m going to boogie, Darlene
I’m going to send you in another world
Cause I love you, Darlene
And I love you, Yes I do
I’ve been saving all my money
I’ve been working all day long
I gotta give it all back to you
Oh but I love you, Darlene
Cause I love you, yes I do
I’ve been working, it’s true
I’ve been working all day long
I’ve been trying to get it home for you
And I love you, Darlene
Yes I love you, yes I do
I got a pink carnation and a pickup truck
Saving it all for you
Oh I love you
Go
Go, go, go, go, go
PS: Esiste un versione più lunga di Darlene contenuta nei bootleg dedicati alle session di fine 1978. Si tratta di una alternative half-mixed version, con un finale più lungo, con ulteriori interventi di Plant e di Page. Molti di quelli eseguiti da Plant non compaiono nella versione finale.
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