Risponde l’esperto (Picca): “Rimixare significa rifare il disco, quindi mi pare una pazzia. Si va su un territorio etico, tipo photoshoppare il Cenacolo di Leonardo così è più gradevole. L’arte invecchia, c’è poco da fare, l’artista ne deve essere cosciente e accettare le ingiurie del tempo. Pompare i dischi rimasterizzando è un conto, si cerca di soddisfare l’orecchio del fruitore digitale dandogli più dinamismo, ma remixare significa pigliare le piste e cambiare il sound, mi pare. Gli Zeps su vinile suonano da Dio per quanto mi riguarda, e anche i cd non sono male rispetto a tutto quello uscito all’epoca. Per SH remixare sarebbe la sua chance di avvicinarsi il più possibile alla fase creativa di un gruppo che probabilmente gli piace molto. Ho sentito i Genesis e i Doors remixati e mi sono sembrate due semi-ciofeche. Comunque se si entra nel campo audiofilo non si finisce più. Recentemente ho messo a confronto gli Zeps giappo del cofanetto nero con gli Zeps giappo pre-remaster e dei vinyl rips scaricati in flac dal web, e i vinili sono il top per il mio orecchio. Ma ti accorgi che non stai ascoltando Page ma i fruscii di sottofondo e le distorsioni dei cymbals. Pugnette, insomma.
PS:Poi magari a SH piacerebbe sentire Page col suono di Steve Lukather o di Robben Ford, vallo a sapere…”
Ben detto.
Ma quante cazzate ci tocca sentire?!? Remixare i LZ??? E che senso puo’ avere???
Secondo me un disco e’ un opera compiuta e finita. Piace o non piace, ma e’ come pensare ad un film e pensare di rifare il montaggio. Ma ci rendiamo conto dell’assurdità’ della cosa?! Arriva uno in gamba e dice, a me i film di Fellini piacciono, ma si poteva fare di meglio, quasi quasi li vorrei rimontare! E certo, come no…
Ma con tutta la musica bella, vecchia e nuova, che c’e’ al mondo, a questi non viene niente di meglio che pensare a ste’ cose.
Pippe mentali. E anche a loro modo pericolose e deleterie.
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