Da Wikipedia:
Introdotto da Sony Music Entertainment, il Blu-spec CD è una particolare tecnica di masterizzazione creata per migliorare la qualità del tradizionale Audio CD.
Invece del classico laser ad infra-rossi viene utilizzato un laser a luce blu (quello dei Blu-ray Disc) per la registrazione dei dati sul CD master. Presumibilmente, il laser a luce blu crea una riversione dei dati più precisa, causando meno distorsione nella lettura ottica con conseguente migliore qualità audio.
Un Blu-spec CD è tecnicamente solo un normale CD che può essere riprodotto su tutti i lettori CD e non richiede un laser a luce blu per essere letto. Non si tratta di un Blu-ray Disc.
Versione giapponese (e di chi altro se no?) blu-spec cd dell’album di Coverdale – Page. Ho provato a cogliere le differenze con la edizione originale del 1993 sullo stereo di casa: forse sarà la suggestione ma mi sembra che questa sia più cristallina. E’ stata ad ogni modo una occasione per riascoltare questo album. Ho dato tre TTT e mezzo perché cerco di essere obbiettivo anche con i miei musicisti preferiti (Jimmy Page, appunto), ma la pancia mi avrebbe fatto aggiungere una T in più. Sì, perché sebbene in passato non mi sia fatto incantare più di tanto da questo album, riascoltandolo ho provato un gran gusto nel risentire certe cose, quelle meno scontate. SHAKE MY TREE, TAKE ME FOR A LITTLE WHILE, PRIDE AND JOY e TAKE A LOOK AT YOURSELF si sono ascoltate fin troppo, buoni brani rock che a volte sconfinano nel ridicolo grazie a comunque spiritose allusioni di Coverdale e rovinati a tratti da un uso cscelleratodelle tastiere (quei tappeti di tastiere in TAKE ME FORV A LITTLE WHILE sono insopportabili. Tipici della fine degli anni settanta, nel risentirli ti incazzi. Anche solo l’uso del gergo “tappeti di tastiere” andrebbe bandito. Le tastiere non devono essere usate cosi! Punto.).
WAITING ON YOU e EASY DOES IT però sono da riscoprire. Non so se sono condizionato da un commento di Coverdale secondo il quale ci si sentiva Diana Ross dentro, ma WAITING ON YOU la sento come un pezzo delle SUPREMES trattato con delle Gibson Les Paul belle distorte. In passato avevo bollato EASY DOES IT come una outtake di LZ III, magari lo è ancora ma adesso mi piace di più. Che strano, riesco ad apprezzare anche OVER NOW, un paio di accordi rubati ai THIN LIZZY e trasformati in un epic moment alla KAHMIR. Così alla fine ho riscoperto quest’album e me lo godo più che in passato. Chissà se prima o poi Jimmy e David faranno uscire una special edition con qualche pezzo dal vivo e i vari inediti (tra cui SOUTHERN COMFORT e SACCHARINE BLUES).
Grazie Tim per questo bel pezzo, grazie per il tuo blog
e grazie di aver sopportato qulche mio intervento
inopportuno…….ma fa conto di avere a che fare con Brian.
Auguri di ogni felicita’ a te e famiglia per il 2012!!!!!!!!!!!
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Mi rendo conto che quando parlo di “Coverdavid” sono di parte come te quando parli di “Poige” (fino a quando ha avuto un minimo di voce però, non ho le fette di prosciutto sulle orecchie), ma a me ‘sto disco è sempre piaciuto parecchio. L’ho riascoltato quest’estate e rende ancora benissimo, al netto dei “tappetari”. Peccato come dici tu per quell’eccessivo tastierume. C’è da sfatare un luogocomunone che attribuisce sempre agli “Eighties” questo difetto, che invece si trova più spesso a fine 70 e inizi 90, guarda un po’. Nei famigerati ottanta a forza di usarle le sapevano usare meglio, poi han disimparato. Il difettone del “Sound ’80s” era più che altro il Big Drum.
Buon 2012 a te e a tutti i lettori del tuo Rockissimo blog, e grazie di ospitare i miei commenti.
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Giusto, i suoni di batteria anni ’80 hanno rovinato molti dischi, più delle tastiere. Anche lo smodato uso di riverberi e chorus. Ho letto da qualche parte una dichiarazione di un fonico illustre che diceva che, a partire dalla fine degli anni ’70, dato l’uso della cocaina in ambito di mixaggio, i tecnici del suono avevano smesso di sentire le frequenze alte, quindi esageravano col treble e il riverbero.
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Tra i principali “colpevoli” del Big Drum Sound e di “effettismo” sono da mettere sul banco degli imputati Phil Collins e Hugh Padgham, produttore e fonico di Police, Genesis e Phil solista.
Piuttosto, col C.P. del 1993 si può idealmente scrivere una lapide “qui giace la voce di David Coverdale, per 20 anni una delle migliori a memoria d’uomo”. Gli ultimi sprazzi di corde vocali li ha spesi nella successiva tournée, in cui i due satanassi osavano, alle prese coi rispettivi classici del Dirigibile e del Serpentone. Reduce da tutto questo, meno di un anno dopo, prima edizione di Sonoria, Milano 1994, trovammo Dave afono in maniera per noi sconvolgente. Ci avrebbe abituato a molto peggio negli anni a seguire. Ei fu.
Grazie Picca per la preziosa consulenza.
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Il disco esce quasi in contemporanea con FATE OF NATIONS di Plant.
Nelle interviste Robert deride il risultato del duo Coverdale-Page.
Personalmente amo molto SHAKE MY TREE.
Alla lunga ascoltai molto di piu’ il disco di Plant piu’ completo..
Ma Coverdale-Page forse convinse Plant al ritorno con Page nel 1994.
Coverdale l’ho visto a Bologna con Steve Vai alla chitarra in una
versione dei Whitesnake, Ricordo che VAI durante un assolo,
con un effetto speciale, fece volare in cielo la chitarra,
Quella sera i migliori furono gli Aerosmith!!!!!!!!
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Monsters of Rock, 1990. Whitesnake (dice bene Henry, una delle tante loro versioni) headliners, ma schiacciati dagli Aerosmith che suonarono prima di loro.
Plant ha sempre detestato e disprezzato “David Coverversions”, come lo chiama lui, fregandosene della stima di Jimmy per Dave. La stessa identica cosa che prova Sir Mick Jagger per Steven Tyler, mentre Keith ha spesso elogiato pubblicamente lui e gli Aerosmith. Storie di lunghissimi matrimoni, in cui uno dei due coniugi è geloso di un “se stesso” in versione più giovane, e pure ammirato dal “partner”.
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