FIRST MOVEMENT
A volte mi sorprendo a soppesare la groupie mentre la vedo affrontare le sue attività quotidiane, è così reggiana che sembra quasi faccia parte di una etnia diversa. L’altro giorno, in dla basòra, eravamo dietro casa per una outdoor acoustic session. La guardavo tutta concentrata suonare il mandolino immersa in quella situazione bucolica e mi sembrava ci fossero interferenze spazio temporali atte a proiettarci verso altre latitudini. Cominciai così a pensare a come la campagna reggiana in cui vive (e vivo) sia una posto a parte, sia l’Emilia dell’Emilia, sia abitata da un gruppo etnico che si distingue dall’emiliano standard, una sorta di Cajuns…d’altra parte dal 1700 in poi, la nostra terra fece parte del Regno di Francia, cordone ombelicale cementato poi con l’età napoleonica poco più tardi.
Chissà, magari le terre al margine di nord est di Regium Lepidi hanno qualcosa in comune con la Lower Lousiana, dove i discendenti degli Acadians controllano una porzione dello stato americano in questione.
Se ripenso ad un certo pezzo dei LITTLE FEAT tutto sembra combaciare: il forte senso si appartenenza, il dialetto apertamente stretto con marcate componenti francofone, la musica popolare, la cucina. Cazzo, ci mancava solo che la groupie fosse una CAJUN GIRL…
Serious blue eyes, so pale and so shy
Look closer ‘cause she’s got that look in her eye
Red hair that sails on a soft southern breeze
Fingers that fly on accordion keys
You ain’t seen nothin’, ‘till you’ve seen my cajun girl
She’s really somethin’, my sweet singing cajun girl
Cook cajun, speak creole, and lay on the spice
Her fancy so free on these Saturday nights
She sings and she plays at the parish hall dance
Big city chanteuses just don’t stand a chance
You ain’t seen nothin’, ‘till you’ve seen my cajun girl
She’s really somethin’, my sweet singing cajun girl
Might find my dream, just West of New Orleans
If you pole up the bayou St. John
The way twin fiddles play
And she squeezes on her squeeze-box until dawn
All night they carry on
Tell long leg Lucille I must send my regrets
It’s nothin’ she’s done, it’s just someone I met
With innocent heart, true talent so rare
She bloom on the bayou, this flower so fair
You ain’t seen nothin’, ‘till you’ve seen my cajun girl
She’s really somethin’, my sweet singing cajun girl
You ain’t seen nothin’, ‘till you’ve seen my cajun girl
Might find my dream, just West of New Orleans
If you pole up the bayou St. John
The way twin fiddles play
And she squeezes on her squeeze-box until dawn
All night they carry on
SECOND MOVEMENT
Il vecchio Brian ogni giorno perde qualcosa; è ancora aggrappato alla vita e a quelle due sicurezze che ha, è ancora con noi, ma ogni giorno equivale alla discesa di un gradino verso l’abisso. L’estate scorsa pensavo che a quest’ora il protocollo Brian sarebbe già stato archiviato, invece è già aprile e ancora siamo impantanati nella sua gestione. Da un certo punto di vista è una cosa positiva, per lui perché ancora gode della libertà, per noi perché essendo già oltre le nostre forze sapremo che abbiamo fatto davvero tutto il possibile per tenerlo il più a lungo con noi. Domenica l’ho portato a Ninentyland, c’era il mercato di Forte dei Marmi, un mercato dunque gestito solo da ambulanti italiani (per lo più toscani) che proponeva merce davvero niente male (tenendo conto che di mercato si tratta). Un breve sgambata col mio vecchio tra le stradine del centro, nei pressi dell’abbazia di Thelema.
THIRD MOVEMENT
Le settimane lavorative seguenti ai weekend che passo per intero con lui sono difficilissime. Arranco, impreco, sbotto. Meno male che in ufficio ogni tanto arriva qualche pacchetto, come ad esempio quelli di Donna. Donna è un’americana che nel 2001 si procurò dal mio contatto statunitense un copia di OH JIMMY n.23, l’ultimo capitolo della mia fanzine. Nell’introduzione, in puro stile Tirelliano, scrissi: ….“non so quanti di voi possano essere interessati alla faccenda, ma mi piace pensare che lì fuori ci sia ancora qualcuno con il gusto per le cose fatte in casa…qualcuno che abbia voglia di passare un’oretta in compagnia di questa fanzine…magari seduto sotto un albero di fico a contemplare questi nostri piccoli scritti come fossero versi di Gozzano…”. Donna, da Sonora, California, mi scrisse proprio per queste parole e da allora si è creata un’amicizia vera, profonda, sincera. Donna non è un ragazzina…. nel 1957, giovanissima, era riuscita ad arrivare nel backstage di un concerto di ELVIS (e c’è la foto a testimoniarlo), ma il suo amore per la musica e per i LED ZEPPELIN fa sì che sia ancora curiosa e attiva. Nel 2004 venne in Italia per turismo, cenammo insieme, e quella sera cementò ancora di più la nostra amicizia, amicizia che travalica la musica rock e i LZ, e che è confronto continuo su tematiche politiche e blues quotidiani. Non passa natale o compleanno senza che mi arrivi un pacco pieno di regali, soprattutto magliette, rock o californiane. Qui sotto l’ultima:
Quando penso a Donna mi vengono sempre in mente le parole di Polbi che disse (quando seppe di questa liaison SAN FRANCISCO-NONANTOLA): ” tu Tim hai una capacità pazzesca di entrare in profondità nella vita delle persone…”, sarà così…d’altra parte Julia mi ha sempre detto che a me interessano gli altri.
CODA
Sempre più spesso mi imbatto nella pubblicità del box set di BRAIN SALAD SURGERY, la versione magnum da 6 dischetti, quella che il mio amico Fil chiama “lo scatolone”, e sempre più spesso m’innervosisco. Non contiene nulla di veramente inedito o nuovo, così sbotto: “no, mi rifiuto, questo non l0 compro! Basta, an sin pol piò! Anzi adesso inizio a vendere tutti i miei box set e deluxe edition, basta, per Page (per dio insomma)!” La groupie mi guarda, sorride, poi se ne va scuotendo la testa.
Il giorno dopo mi fermo in edicola e spendo 27,80 euro per due riviste inglesi…
… poco dopo in ufficio si ferma il corriere e mi consegna la nuova dose ….
Mi tengo in piedi così, con qualche ordine fatto su Amazon, in una girandola di sentimenti: appagamento e frustrazione, gioia e dolore, riempimento e svuotamento.
Ogni volta che mi arriva un pacchetto mi illudo di rivivere l’ emozione di allora, del tardo pomeriggio dei sabati fine settanta in cui rincasavo dopo essere stato al Peecker Sound di Formigine, quando finalmente potevo godermi il mio ultimo acquisto, un disco naturalmente… ma oggi è tutto troppo veloce. Mi ascolto il primo dei 5 dischetti di GOODBYE YELLOW BRICK ROAD ed è già ora di concentrarsi sul nuovo possibile acquisto…
Sono sfinito da questo riflesso bipolare.
AD LIBITUM
Per il resto blueseggio come mio solito. Lavoro, in pausa corro da Brian, sto un paio d’ore con lui, gli faccio colorare dei disegni…paesaggi, bandiere, animali, gli do un bacio e lo saluto. Mi fermo dal commercialista, mi fa accomodare nella sala riunioni, parliamo di lavoro…il mio io blues si libra nell’aria e mi vede mentre espongo con un certo savoir faire, situazioni economiche, dinamiche aziendali, punti di vista personali. Il mio io blues scuote la testa. Esco, lascio viale Reiter e mi dirigo verso viale Amendola. Il traffico è feroce. Mi ascolto, con gran piacere, il concerto del dicembre 1973 di ELTON JOHN a LONDRA. Entro in un secondo studio di commercialisti, consegno dei documenti e mi ributto sullo blue highway che riportano a Stonecity. Cambiando il cd1 con il cd2 m’ imbatto in TENNESSEE di JOHNNY CASH su Radio Capital. E qui assisto ancora una volta all’andare in pena dell’anima di un hard rocker di matrice inglese che, nonostante prenda sempre le distante dal genere “americana” e pensi di non esserne mai preda, si tuffa a testa bassa nel bayou per poi correre controvento lungo le praterie.
Fermo la blues mobile. Poso lo sguardo là oltre le colline, sospiro. Entro nel bar di Leo l’ebreo, ordino un caffè corretto sambuca e un souther comfort. Li bevo uno via l’altro. Pago. Esco. Mi sistemo la giacca. faccio un respiro profondo…sono pronto a tornare in ufficio.
E’ sempre un piacere leggere questi attimi di vita vissuta , in un certo senso ci rivedo pure i miei .. in fondo si tratta sempre di Blues . La foto di Saura Paul Jones è troppo toga !
A proposito di ossessivo compulsivo , domenica ho passato il pomeriggio sul sito The Garden Tapes , andando a riguardarmi nel dettaglio tutti i vari taglia&cuci delle pubblicazioni live ufficiali dei nostri Zepp . Alla fine avevo solo voglia di bootlegs ….
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Uno dei tuoi pezzi migliori!
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Tim sei delizioso, sempre, ma quando scrivi che ti innervosisci perchè esce lo scatolone di Brain Salad Surgery (e ti faccio presente che la precedente deluxe edition 2008 è offerta a 140 sterline su Amazon, ora, proprio perchè esce la nuova super deluxe ed., preordinabile a sole 50 sterline, prima vendevano la dl 2008 a molto di più, ed inoltre BSS è un totale Prog Monster, e la nuova ed. include l’iconico, impressionante artwork di HR Giger nello splendore della copertina sagomata dell’originale in vinile, e non so quante volte si è ascoltato un gruppo-super suonare a questi livelli, etc. etc.) e poi mi dici che ti godi Goodbye Yellow Brick Road del signor Elton, tutto ciò detto, beh, mi fai sentire più o meno come dopo Inter-Bologna 2-2.
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Caro BRRR!, dovresti conoscermi ormai, lo sai che ogni tanto vado di boutade. E comunque lo dici a me che BSS è un prog monster? E’ stato il mio secondo LP acquistato, ancora prima dei LZ, l’artwork è affisso alla mia anima da decenni e averlo in mano a sedici anni è stata una delle emozioni più forti della mia vita…l’immagine goticamente aliena, il poster interno fustellato, la musica che ti proiettava come un calcinculo mostruso verso l’iperspazio, BSS è uno dei 10 dischi della mia vita. Fa parte di me e io faccio parte di esso.
Lo scatolo però non contiene nulla che già io non abbia. Al momento lo posseggo nelle seguenti versioni: LP comprato negli anni settanta, CD remaster versione 1, CD remaster versione 2, CD K2 HD giapponese, 2cd deluxe edition. Mi sembrano sufficienti. Magari finirò per comprarlo ma mi sembra lecito avere qualche titubanza. Titubanza che ho anche verso le nuove deluxe edition dei LZ. Son tempi duri questi e forse le versioni a 2 cd sono più che sufficienti, anche ad un superfan come me.
Fossero tempi diversi naturalmente non ci penserei sopra e sia per i LZ che per BSS darei libero sfogo alle mie pulsioni ossessive compulsive, ma al momento mo pongo delle domande.
Beh, riguardo il box set di GOODBYE YELLOW BRICK ROAD, trovo ci sia parecchia differenza: oltre al disco originale c’è un secondo CD con outtakes (e per la verità ignobili cover dei pezzi fatta da altra gente), il concerto del 1973 pubblicato ufficialmente per la prima volta e un divudi. Magari l’Eltonhead aveva già tutto, ma per un casual fan come me è una ghiotta occasione per approfondire l’EJ del 1973 con 30 euro.
L’EJ 1970/75 secondo me ha fatto uscire dischi bellissimi, il songwriting è incantevole…arte al massimo livello.
Detto questo, rimane il concetto di base: ELP O MUERTE!
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